“La sua complice gode ora, lo stavo sentendo arrivare…”
Mentre il tengo il glande tra le labbra penso a quanto ami
quest’uomo.
Lo scopro e lo copro con tutta la delicatezza possibile, delicatezza minacciata dai colpi forti che l’uomo dietro di me affonda nella mia vagina bagnata.
Questa è una grande storia d’amore.
Mentre un uomo mi scopa duramente, lecco l’amore della mia vita con tutta la grazia possibile, e il cervello parte verso luoghi strani. Mi capita, quando sono così eccitata, di dissociarmi, avere il corpo presente e la testa che vaga. Cerco, con ogni sforzo, di restare presente, ma la conta degli orgasmi va fuori scala, gli umori invadono con la loro presenza, e il loro odore, la stanza.
Una stanza d’albergo, due coppie: noi una quarantina d’anni, loro a metà dei loro venti. Io e il mio uomo, e due sconosciuti piacevoli, belli, voraci: da istruire. Ci penso mentre sento il cazzo estraneo fottermi a pecora con forza, mentre gioco ancora allo sfinimento con il glande tra le labbra.
Lo faccio scivolare fino in gola, lo bagno, e poi lo prendo in mano. Guardo il mio uomo, stringendogli l’asta tra le dita smaltate di rosso: so ancora farlo impazzire.
E pensare che mi giudicano frigida, al lavoro. Dura, per ottenere risultati. Perfetta e castigata, nei miei tailleur a gonna o pantalone. So cosa dicono i miei sottoposti maschi, è impossibile contenere le malelingue al lavoro: “frigida”. Sapessero.
Mi giro senza mollare la presa dal cazzo del mio uomo, continuo a masturbarlo mentre gli dò la schiena, mi appoggio in parte su di lui. Lo bacio mentre a gambe spalancate offro la mia figa bagnata alla coppia.
Il mio uomo comincia a masturbarmi con la stessa lenta indolenza, mentre i nostri ospiti sono focosi, veloci, intensi. Modi diversi di giocare, che coesistono anche in noi. Ma il ritmo è nostro amico, ci conosciamo così bene.
È amore, ora lo so. Forse un tempo era solo passione, la passione che si stava spegnendo negli anni. E poi le fiammate. Esserci confidati le fantasie, i desideri profondi, la voglia di sperimentare. Non è stato facile, dopo 5 anni di relazione, scoprirsi promiscui.
Abbiamo affrontato il discorso, iniziato a sperimentare. Bondage, dominazione, shibari, fruste, corte e catene. E poi orge, triangoli, scambi. Sperimentiamo e continuiamo a sperimentare, e a godere.
Ho le gambe aperte, figa liscia e completamente depilata in vista: non facevo la ceretta, prima di scoprire questo mondo. Ma poi ho capito, sentito, vissuto. Voglio essere perfetta, al meglio possibile, quando una coppia, come ora, si china per baciarsi tra i miei umori.
È una cosa che mi fa impazzire: l’amore di un’altra coppia che si esprime davanti al mio sesso fradicio, mentre bacio e masturbo mio marito.
Vedo le labbra di lei avvolgere il dito del mio uomo, leccarlo come se fosse un uccello duro. Amo come lui esplora una bocca estranea con le dita, esercitando passione e dominio. Le sta facendo capire come userà la sua bocca, mentre la lingua dell’uomo estraneo mi sta leccando profondamente, dall’ano alla vagina calda, fino ad una clitoride contesa tra due lingue e una mano.
Ci credete? Potrei impazzire in questo momento.
E mentre mi abbandono al piacere che tre corpi mi stanno dando, all’amore del mio complice che me lo concede e gode di me, ripenso alla cena con le vecchie amiche di ieri sera.
Le chiacchiere sulla sporadicità del sesso, i loro mariti annoiati (e sono certa che scopano fuori cosa, o si fanno fare seghe dalle massaggiatrici cinesi, o rapidi pompini squallidi da donne bellissime a bordo strada, donne che vorrei scopare io).
Le loro domande: – E per te? Com’è il sesso? Lo tradisci?
Il mio schermirmi: – No, figuriamoci. Sesso normale, tutto bene. – Nel mentre ero bagnata con un plug nel culo e le palline cinesi in figa, eccitata ad ogni movimento, con le amiche di una vita.
Mio marito mi aveva incoraggiato a sedurne una, ma vorrei evitare di confondere la vita privata con quella delle relazioni “normale”. Ma mentre la guardavo, con i suoi occhi verdi, saliva la voglia di allungare un piede lasciando cadere il tacco, e sfiorarle le gambe nude estive.
Non l’ho fatto, e ci ripenso ora, mentre con i piedi e le gambe guido il ventenne a rimettersi in piedi. Ha una erezione imponente, che avvolgo tra i piedi e inizio a masturbare piano e profondo. Stesso ritmo che adotto con le mie mani, sul cazzo di mio marito, del mio amore.
– Leccami, mentre faccio impazzire il tuo uomo. – La comando, più per far eccitare Guido, che altro. Guido e Giulia, io e lui. Con la stessa iniziale, la stessa fame, lo stesso amore.
Lei inizia, piano, quasi si sdraia su di me con pancia e seno. Il suo uomo è in piedi che geme per la mia abilità, lo sto masturbando con piante morbide, con le dita massaggio la cappella infuocata. Amo tenere un cazzo in mano e uno tra i piedi, e se ne accorge la sua compagna, leccandomi, prima molto lenta e poi avida, una clitoride sempre più gonfia, una figa sempre più fradicia: – Ma quanto ti eccita far godere? – Mi dice sollevandosi per un attimo.
Sto ansimando: – sei… brava… cazzo se lo sei, ragazzina – e per tutta risposta lei affonda due dita nella vagina bollente, spinte dove sa di potermi far godere in pochissimo tempo e la sua bocca avvolge la clitoride che ormai le inonda e invade la bocca del mio sapore, dei miei umori.
Decido che basta, che il mio amore per il mio uomo può esplodere, ed esplodo… lo sentono entrambi, nella mia mano che stringe, nei miei piedi che si irrigidiscono, e schizzo umori nella bocca della ragazza, che rallenta appena per darmi respiro.
– Ragazzina, sei brava a leccare.
– Si, ma non chiamarmi ragazzina… perché ora mi prendo il cazzo di tuo marito.
Mi si contrae ancora, ciò che inonda le mie gambe.
Lei si alza, filiforme, in penombra. Si avvicina, prende il mio uomo dalla mia mano, glielo affido, sorridendo.
– Brava – le dico – scivola su di lui.
Lei non si fa attendere, lo guida con la mano. All’inizio si limita a massaggiarsela con il glande, facendo attenzione a mostrarsi al suo complice. Ha un cazzo così duro e voglioso che nemmeno io resisto: – Avvicinati – gli dico – non mordo, lecco e succhio solamente. Ma devi guardare bene come il cazzo di mio marito scopa la tua donna.
E mentre assaggio quel cazzo giovane e durissimo, la ragazza accoglie Guido dentro di lei. Lo sento gemere, come fa quell’uomo estraneo nella mia bocca.
E la fantasia riparte e cresce, intensa, e penso alla cena con le amiche.
– Beh, sì, la mia vita sessuale non è male: domani sera incontriamo una coppia di ventenni, io farò sborrare lui e lei farà sborrare mio marito. E poi torneremo a casa e rifaremo l’amore, pensando a quanto siamo porci e innamorati.
Immagino le loro facce sconvolte, se l’avessi detto davvero, tranne forse quella di occhi verdi, occhi verdi che probabilmente vuole toccarmi e leccarmi, come io voglio toccare e leccare lei.
E mi ridesta la mano del mio uomo, che mi sta sfiorando le natiche e procede a massaggiarmi la figa, come sa che adoro, con le sue dita ormai esperte del mio corpo. L’intesa è questa, l’amore ancora: farmi godere con due dita, mentre lui è cavalcato da una bionda incredibile che inizia a gemere muovendosi sempre più veloce e io succhio ora con vigore un uccello che si sta gonfiando e so per certo non resisterà ancora a lungo.
Glielo prendo in mano, lo guardo, ansimando: – Ora mi scopi a pecora, e quando stai per venire, togli il preservativo e sborrami sulla schiena, capito?
Non si fa pregare, prende in mano l’uccello fradicio e lentamente indossa il guanto.
La sua complice gode ora, lo stavo sentendo arrivare. La forma del cazzo di Guido le fa godere tutte, lo so bene io che non aspetto altro se non rientrare a casa, e farmi scopare lentamente e con dolcezza, raccontandoci della nostra esperienza insieme.
Il suo uomo spinge forte, ma lo sento fremere dentro, ed esplodo, grondo umori sulle gambe giovani e muscolose, che si allontanano non potendo più trattenersi. Armeggia con il suo cazzo avvolto dal preservativo, quasi non mi accorgo di come lo toglie e lo getta via persa nel mio orgasmo.
Lo sento gridare mentre si masturba alle mie spalle, il mio orgasmo si prolunga indefinitamente per gli schizzi caldi che sento sulla schiena, per Guido che mi prende i capelli e li tira, appoggiandomi il cazzo masturbato dalla ragazza sulla bocca. Lo farà godere, tra pochissimo e io berrò tutto il suo sperma.
Lo guardo godere, masturbato da una ventenne, e mi invade la bocca di sborra e di amore.
Bevo, ne faccio colare un po’ invitando la ragazza a raccoglierla dalle mie labbra con la lingua, e a leccarmi la schiena fradicia degli umori del suo uomo.
La fine e il rientro si annebbiano, non ricordo bene come ci siamo salutati.
Ma sto godendo ancora, a casa, a letto, in una missionaria chiacchierata, ricordando i nostri giochi, di scambi e di amore.
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