“Era un’opportunità ma come potevo svelarmi? Come potevo rischiare di vederla fuggire, negando e trasformando il tutto in una brutta pagina?
Andai al lettino…”
Arrivammo in hotel nel bel mezzo di un caldo pomeriggio di fine
Agosto.
Invitai Patrizia ad affrettarsi. La voglia di aria di mare e di un bel bagno dopo quel viaggio verso la Sardegna erano vincenti.
E così, in pochi minuti, cambiati ed euforici, eravamo nell’ascensore dell’hotel che portava alla piscina che guardava sul mare. Un bacio dolce di lingue calde, uno dei nostri, complice ed erotico prima che si aprissero le porte e che si spalancasse la vista sul mare…
Scegliemmo due lettini, accanto ad una coppia di nostri coetanei. Potremmo chiamarli maturi? Mah, a poco più di 50 anni forse lo si è o forse si è solo più consapevoli.
Patty in un attimo era sul lettino col suo bikini minuto per cui avevo sempre tanto insistito. Le avevo finalmente tolto la brutta abitudine di coprirsi troppo. “Si, sei una signora, lo so”, le dicevo sempre, “ma le tue forme meritano di essere esaltate”. Lei rideva, complice, ma aveva capito cosa pensassi della sua natura di femmina così poco espressa fino ad allora e l’eros che tanto era parte del nostro stare insieme e della nostra complicità era diventato negli ultimi anni un terreno di libertà del nostro grande amore.
Ed eccola, la mia signora, strizzata in quel bikini, piccola, con il segno dell’età sulla pelle che la faceva, ai miei occhi, sempre più sexy perché così vera, perché priva di finzioni, solo curata e affascinante. I capelli tanto lavorati dal suo parrucchiere visitato con passione ogni settimana, quelle mani e quei piedini, dalle unghie rosso vivo elegante, così teneri e curati e quegli zoccoli di legno dal tacco evidente e forte per cui tanto avevo insistito… “Le tue caviglie e le tue gambe si esaltano ed io con loro…”. “Lo so” mi disse “ho imparato a portarli per te ma ora li sento molto miei…”.
Su quel lettino emergeva la forma delle coppe del suo seno, rigogliose sui lati e quel capezzolo tenero, da bambina, roseo, mai troppo evidente che tanto mi aveva sempre eccitato, specie quando, nella nostra intimità Patty lo prendeva, con tutto il suo seno e lo succhiava dolcemente eccitandoci così tanto, entrambi.
Finalmente godevo della piscina quando… No non ci credo… Non è possibile!
Osservavo la signora accanto a Patty. Il suo bikini, da colori così particolari: ma è quello di Sweetfanny, quello che ho visto su annunci69!
Uscì velocemente dall’acqua, senza nemmeno asciugarmi presi il mobile e aprii l’applicazione di annunci69: Patty aveva imparato ad apprezzare con me il gusto della trasgressione e ogni tanto guardavamo il nostro account per giocare e, di rado, per approfittarne… Ma ora non si accorse di nulla. Cercai l’account e sul Palco le foto di Sweety… Accidenti, quello non era il suo costume. Quella era Lei! Era la sua pelle, le sue forme, i suoi colori. Certo non ne conoscevo il viso ma non potevo sbagliarmi.
Mi dovetti calmare o tutto sarebbe stato evidente. Un bagno, guardando Lei, e po’ guardando la mia Patty, poi guardando il suo Lui… ero calamitato da quella incredibile coincidenza. E la mia conoscenza di Sweety, così segreta e privata, era ora li, a mia disposizione. Eppure non poteva essere svelata. Era un’opportunità ma come potevo svelarmi? Come potevo rischiare di vederla fuggire, negando e trasformando il tutto in una brutta pagina?
Andai al lettino accanto a Patty. Scherzosamente la bagnai dolcemente e la baciai con amore. Lei si scioglieva sempre quando la cercavo. Il suo desiderio di me era la cosa che più mi eccitava e da anni era sempre così. Eppure era così pudica, però mi baciò, lingua in bocca ma con classe, in pubblico anche lì, con un sorriso.
Non poté non notare il rigonfiamento del mio boxer da mare, lo sfiorò quasi per caso e sorrise.
I nostri vicini ci sorrisero.
“Buongiorno, che giornata meravigliosa” dissi.
“Davvero meravigliosa” disse Lui, il Lui di Lei. Della regina segreta e semplice del Palco.
Uno scambio di chiacchiere, di dove siete, siete qui da molto e dopo pochi minuti sembravamo vecchi amici. Lavoro, conoscenza dei luoghi di quella parte della Sardegna, a nord di Alghero, dove spiagge stupende, strutture curate e comfort erano un tutt’uno.
“Cenate in hotel? Si? Potremmo cenare insieme. Allora ok ci vediamo alle 20.30. A proposito piacere Alejandro e Patrizia”. “Piacere, Tommaso e Fanny, a dopo.”
Dopo la doccia Patrizia indossò un abito rosso molto sexy. Sapeva di piacermi così, un po’ osé e indosso le scarpe rosse col tacco altissimo che usavamo anche a letto con qualsiasi giochino ci inventassimo. Erano tra le mie preferite. Ero da sempre convinto che la eccitassero e che non me lo dicesse solo per pudicizia. In fondo era una signora di gran classe e di cultura.
Accese una sigaretta nella hall mentre aspettavamo i nostri ospiti e quel fumo leggero le conferiva come sempre un velo di intrigo ancor più evidente.
Si aprì l’ascensore. Fanny era incantevole in un vestito nero che faceva intravvedere il seno rigoglioso e quei fianchi eccitanti. Scarpe nere tacco 12 e un filo di perle al collo di classe e goduria. Beh, anche i due mariti per essere d’estate, non erano per nulla trasandati ne eccessivi.
Morivo dalla voglia di raccontare a Patty chi fosse Lei, chi fossero loro, ma non me l’ero sentita.
E mi sforzavo di comportarmi come se avessimo di fronte una coppia qualsiasi, simpatica ma nulla più.
“Ti piace Lei…” mi disse Patty in camera mentre si vestiva. “Certo amore, ma solo se piace a te” le risposi ridendo e la baciai. Lei ormai sapeva assecondarmi e capiva che solo così potevamo pretendere di essere veri, verissimi, sempre, l’uno per l’altra.
Ed aveva aperto il suo mondo ad un modo di nuovo di vivere e di pensare per amore, con amore.
La cena fu divertente, complici due bottiglie di vino bianco fresco e dell’ottimo pesce.
Il dolce al cucchiaio, in quelle due bocche dolci e sexy, fu l’apoteosi della serata.
Bevemmo un drink i terrazza, al fresco della sera, guardando le luci della navi in mare. Una serata magnifica.
Patty e Sweety parlavano fitto tra loro. Noi eravamo passati ai soliti discorsi da uomini su calcio, politica, motori e donne. A quell’argomento osai dire a Tommaso che avevo imparato a non negare nulla e che pensavo che la bellezza in una coppia si nascondesse nella capacità di dirsi la verità sui propri pensieri e desideri. Non potei non notare che Fanny si girò come se avesse ascoltato tutto e, in un istante, mi avesse fissato negli occhi in modo disarmante.
Patty era irresistibile. Dolce, intelligente e così divertente. Una sigaretta e poi la decisione di rientrare in camera.
“In quale siete? Noi alla 421”. “Noi siamo alla 417, mi sembra che siano nello stesso corridoio”. “Che fortuna” disse Fanny. E giù un’altra risata. “Domani sera andiamo a ballare insieme?” proposi io. “Perché no, ma con questi tacchi?” rispose Fanny. Io e Tommaso ci guardammo e, dopo un secondo di sospensione, ridendo insieme io risposi “Ovvio, vi vogliamo sempre così strafighe!”
Uscendo dall’ascensore un bacio tra le signore sulla guancia ma lambendo le labbra fu qualcosa di eccitante e non detto, così davanti a noi due mariti.
Aprimmo la porta. Patty si mise contro la porta e sospirò. “Cosa sto facendo?” La ascoltai in silenzio. “Li desidero…” “Lo so, amore, anch’io. E quello che desidero di più e quella luce nei tuoi occhi…”
Prese il telefono. Fece il numero: 4 2 1. Ciao. Venite a bere qualcosa da noi? 4 1 7.
Vi aspettiamo.
Dopo due minuti sentimmo bussare alla porta, con discrezione…
…to be continued…
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