“Anzi! Forse subire questa sorta di tortura psicologica cui mi sta sottoponendo è in linea con la mia natura più segreta: certamente dev’esserlo con la…”
Sono seduto su una poltroncina d’albergo a guardare con occhi sbarrati la
scena che mi si sta svolgendo davanti: Mara, la mia splendida moglie, si sta scambiando un bacio sensualissimo con un partner di colore, che, intanto, la va spogliando e nel farlo ne percorre le forme e ne prende pesantemente possesso…
Certo non mi sarei mai aspettato di trovarmi in una situazione del genere e, se ci sono finito, lo debbo proprio a lei, a Mara, che mi ha fatto capire che non le basto più e mi ha rivelato di sentirsi terribilmente eccitata al pensiero di essere posseduta da un estraneo, meglio se sotto i miei occhi!
Così è stata lei ad organizzare tutto e debbo confessare due cose: la prima è che, almeno fino a poco tempo fa, non credevo che lei l’avrebbe fatto veramente, la seconda, invece, che, dopo lo sconcerto iniziale, la cosa mi sta eccitando tantissimo (arrapato come sono, ho cominciato a masturbarmi mentre i due si stanno esibendo sul bordo del letto matrimoniale)!
Ma quand’è che ho capito che lei faceva sul serio? Certo non quando mi ha convinto a portarla nel night club dell’albergo dove siamo alloggiati: poteva trattarsi ancora di un gioco, così m’è venuto di pensare (o di sperare) mentre entravamo in abito da mezza sera. E nemmeno quando ha cominciato a ballare (ritmi lenti, da night appunto) allacciata con qualche sconosciuto, quasi a dimostrarmi inequivocabilmente che si stava dando da fare per trovare
un amante all’altezza! Mi sono preoccupato un po’ soltanto più tardi quando lei è scomparsa dalla pista e non ho potuto vedere né dov’era andata né, soprattutto, con chi (m’ero distratto a seguire una bella bionda che si stava scatenando, magari per ingelosire qualche altro gonzo tipo me…). Ma, dopo poco più di un quarto d’ora, Mara m’è ricomparsa davanti e con un sorriso di sfida mi ha detto che potevamo anche andarcene, visto che era ormai “tutto a posto”.
Siamo usciti senza parlare e di lì a poco, in ascensore, l’ho vista annusare con una strana espressione il palmo della propria mano destra. Quando s’è accorta che la stavo osservando (adesso sono certo che non aspettasse altro), ha steso il braccio e mi ha messo la mano aperta proprio sotto il naso con un fare malizioso. Poiché non capivo, mi ha chiesto se non avvertivo un odore insolito.
Qualcosa, infatti, percepivo ma non avrei saputo dire di cosa si trattava.
“Sei uno sciocco, amore, come tutti i cornuti!” mi ha detto sorridendo divertita e con assoluta tranquillità : ”E’ odore di cazzo, non lo riconosci?”
“Ma che dici?”
“Quello che hai sentito! Quando ho scovato un partner che m’attizzava sul serio, per essere sicura di scegliere bene, gliel’ho fatto tirar fuori e l’ho masturbato per bene: t’assicuro che ho trovato un uccello davvero notevole! Vedrai…vedrai…”
“Non ci credo! E di chi sarebbe, poi? Non portarmi in giro, dai…”
“E’ d’un cameriere del night! Quel bel ragazzone nero che sta all’ingresso!”
“Ma su, dai…”
“Proprio così, invece: non avevo trovato nulla in sala, hai visto pure tu che ho ballato con parecchi, no? Ma sento che questa è un’occasione speciale e dunque mi sono cercata un amante speciale!”
“E ti sei scelta un cameriere? E di colore, poi?”
“Si, mica ci devo parlare di filosofia, no? Voglio solo farmi scopare… Poi ho sempre sentito dire che i neri hanno certi cazzi! Sai, sono stata così diretta e senza ritegni con lui che pensava addirittura che scherzassi… Insomma, per convincerlo (e per convincermi anch’io) ho dovuto portarmelo dietro nel guardaroba e lì tirargli una gran sega…Non fino a farlo godere, però!”
“Se è vero, sei una vera puttana!”
“Dici? Un’altra cosa: se tu mi baciassi ora, sono sicura che ti verrebbe il sospetto che gli abbia pure fatto un pompino…Sarà vero? Ti voglio lasciare nel dubbio…mi piace! Adesso mi sento così su di giri… Magari non come lo ero poco fa, nel guardaroba, ma lì era forse per il pensiero che potesse entrare qualcuno all’improvviso e cogliermi in quella situazione oscena! Mentre stavo provando il mio giocattolone…”
“E io?”
“Beh, come t’ho detto, mi piacerebbe proprio che tu stessi a guardare mentre lui mi scopa, ciò aumenterebbe il mio piacere…Però, se non vuoi, puoi anche sloggiare dalla camera! Non sei indispensabile: è bene che ti renda conto che, stavolta, a comandare il gioco sono io!”
“Che troia sei: impossibile resisterti!”
Ecco, come sono andate le cose e perché mi trovo qui…
Poco fa l’uomo – si chiama George e viene da qualche parte dell’Africa Equatoriale – si è presentato puntualmente alla porta della nostra camera ed è così cominciata questa notte ambigua e terribile.
Superato il primo imbarazzo, con Mara che mi ha presentato (come del resto gli aveva già anticipato, da quello che ho capito poi) come il suo “maritino guardone”, i due hanno cominciato la loro performance senza prestarmi eccessiva attenzione: Mara aveva indossato una vestaglia grigio perla piuttosto lunga e trasparente, che si è sfilata da sola quasi subito, restando con una corta sottovestina lucida e velata e un perizoma, entrambi neri, mentre lui, rimasto in maglietta e boxer (denunciando un gonfiore spropositato in corrispondenza del sesso!), le si è seduto accanto sul bordo del materasso, iniziando a baciarla con ardore e intanto provando a calarle giù il perizoma, dopo averle tirato rapidamente fuori dalle coppe della sottovestina le belle tette, dai grandi capezzoli già arrossati e ben dritti.
Ha cominciato poi a leccarglieli e succhiarglieli, portandola presto a smaniare di piacere tra le sue braccia robuste. Toltole il perizoma, ora la sta masturbando diligentemente e, mentre la Mara inizia a mugolare aprendogli le cosce, posso constatare che l’erezione del Mandingo è diventata così prepotente che la testa del cazzo ha forzato la stretta dell’elastico dei boxer ed è spuntata al di sopra, con un colore viola rosato che contrasta, terribile e osceno, con lo scuro del prepuzio e della pancia.
Nel dimenarsi, Mara, che adesso s’è spinta a sedergli sulla gamba, spinge la sua mano verso il ventre di George e, trovato l’uccello, lo aiuta a venir fuori tutto quanto dai boxer, lo impugna a fatica, tanto è grosso, e prende a masturbarlo sapientemente, con voglia ma senza fretta.
Magari come ha già fatto, da sola a solo, nel guardaroba del night club.
Tornata a sedersi tutta sul letto, di lato al maschione, ora riesco a vedere perfettamente l’azione della mano piccola e delicata: mentre lui continua a sgrillettarla ed a ditalinarle la fica, la mano va avanti per fermarsi di tanto in tanto qualche istante, quindi riparte di scatto e ricomincia per un po’ con regolarità e buona lena…
Mara non tiene gli occhi chiusi ma abbassati sull’enorme cazzo che sta maneggiando, poi li alza per guardare nella mia direzione, piantandoli sull’uccello che mi sto menando e infine, con un’espressione quasi di disprezzo, sollevandoli sul mio viso che dev’essere ormai devastato dall’eccitazione.
Continua a guardarmi mentre si libera dalla mano scura che la masturba, si alza e si accinge a sedersi sul nero, volgendogli la schiena, a cosce spalancate: gli dice di fermarsi, perché vuol cominciare a masturbarsi viziosamente con la cappella del cazzo, come in effetti inizia subito a fare, strusciandosela lungo tutta la fica e poi portandosela contro il clitoride, dove la trattiene per carezzarselo oscenamente con quella, a lungo, con insistenza.
Mi ordina d’improvviso di darle un preservativo (meno male che le è rimasta un po’ di lucidità ), costringendomi ad andarglielo a prendere nel comodino, poi lo infila abilmente e riprende a passarsi il grande arnese sul clito, ormai eretto come un minuscolo pistolino
George le ha cominciato a plasmare le tette formose e baciandole da dietro la schiena e le spalle, apparentemente non prestando attenzione alle manovre di lei, al profilattico, alla ripresa di quest’azione di strusciamento. Sembra del tutto ubbidiente e sottomesso, ma poi, d’improvviso, mostra di non poterne più e, afferratala per la vita sottile, la induce a farsi penetrare dalla grande cappella…
Mara sgrana gli occhi su di me e insieme spalanca la bella bocca carnosa, come per gridare la sua voglia: il cazzo ora la penetra, ma solo in parte e lei si dimena meccanicamente e con movimenti scomposti, selvaggiamente naturali, vorticando il ventre tutto intorno al membro nero duro e potente, che comincia così a sprofondarle dentro pian piano, fino ad esserne ingoiato completamente (non avrei mai creduto che ce la facesse a prenderlo tutto dentro)…
I due danno il via ad una travolgente scopata, muovendosi con perfetta sincronia, e non posso far altro che seguire nei dettagli (vista la posizione in cui lui la sta possedendo davanti a me) il gran cazzo del moro che va e viene dentro la fica della mia donna, che ora ansima e strepita e mugola di piacere.
Dev’essere venuta già più volte, da come il preservativo appare lucido e lubrificato, coperto da una bavetta chiara, ogni volta che l’uccello fuoriesce prima di risprofondare tutto dentro la fica fradicia! Ma George non è ancora pronto e continua a chiavarsela con metodo e voglia, solo intensificando via via il ritmo delle affondate che ad un certo punto diventa frenetico ma finisce per interessare solo una parte del membro, quella superiore (la testa), perché buona parte dell’asta resta adesso costantemente fuori: deve averle trovato il punto G da come lei sta collaborando, guidata da lui per i fianchi sottili e chiari, sui quali spiccano le grandi mani scure che la tengono e la manovrano…
Si va avanti così furiosamente ancora per un pezzo e alla fine il primo a venire sono proprio io! George mi segue a distanza, riempiendo il condom di un autentico fiume di sborra, mentre lei emette dei gridolini soffocati e gode ancora (per l’ennesima volta! Che fortunate sono le donne, quando sono abbastanza calde e troie come lei!).
Restiamo tutti e tre abbandonati, fino a che Mara si solleva su dal suo Mandingo, se ne sfila e guardandomi con aria altera mi dice:
“Non avresti dovuto godere! Non senza il mio permesso, porco! Comunque io sono venuta più volte e credo proprio che stanotte farò il pieno di cazzo… Alla faccia tua!”
Dopo quella lunga monta, Mara e George se ne vanno insieme in bagno a fare una doccia, lasciandomi solo in camera.
Ne approfitto per mettermi a mia volta in completa libertà e per cercare di pensare, a mente fredda o quasi, su ciò che mi sta capitando e rischia di travolgermi. La cosa più sorprendente è costituita, ai miei occhi, dal cambiamento repentino che Mara ha manifestato proprio in questi pochi giorni: non mi riesce di trovare una spiegazione, ma debbo ammettere con me stesso che la condizione di soggezione in cui mi ha rapidamente ridotto non mi spiace del tutto. Anzi! Forse subire questa sorta di tortura psicologica cui mi sta sottoponendo è in linea con la mia natura più segreta: certamente dev’esserlo con la sua!
Lei, che ho sempre ritenuto dolce e disponibile, d’improvviso si è rivelata con me autoritaria e decisa, una vera padrona. Al momento, si serve per umiliarmi dello strumento George, questo poderoso macho, questo alieno privo di connotati che non siano di natura primitiva e terribilmente sessuale, in avvenire chissà con chi o cosa mi tormenterà …
Mi tormenterà ? In avvenire? Non posso non ammettere, con voglia sottile e dolorosa,
che, per quanto mi riguarda e nonostante tutto, vorrei proprio che un futuro comune ci sia ma (ahimè!) a questo punto non sono per nulla certo che ci sarà davvero dopo stanotte.
Mentre sto per affondare del tutto in queste riflessioni, li sento chiacchierare di là e, tornato a sedermi stancamente in poltrona, m’accorgo che posso vederli riflessi sulla specchiera del corridoio d’ingresso, che è disposta proprio di fronte alla porta spalancata del bagno.
Sono entrambi in piedi e credo si guardino nell’altro specchio che hanno di fronte, quello sopra il lavandino, mentre Mara si sta asciugando i corti capelli rossi con un lembo del lenzuolo da bagno che tiene avvolto intorno a sé: lui le sta dietro, completamente nudo, e ad un certo punto vedo che manda una mano a palparle il sedere. E’ già in erezione e Mara, ridendo, si libera del lenzuolo e lo lascia cadere ai suoi piedi, volgendo poi indietro la testa per guardarlo e baciarlo.
Così facendo, il suo sguardo incrocia il mio, che la sto spiando dalla specchiera grande del corridoio e allora vedo che atteggia la bella bocca a cuore nella mia direzione, come per mandarmi un bacio irridente, e contemporaneamente prende a muovere lentamente e sfrontatamente il bacino strusciando il culetto nudo e prepotente contro l’uccello di George, il quale, flettendo le ginocchia per abbassarsi e portarsi alla giusta altezza, glielo sistema tra le chiappe prominenti e comincia a farglielo sentire lì, muovendolo in verticale lungo il solco profondo che le separa…
Poi, la tira all’indietro per i fianchi flessuosi a piegarla a novanta gradi sopra il lavandino offrendogli così un migliore bersaglio: con ogni evidenza intende sodomizzarla immediatamente, lì, nel bagno, profanandole il culetto (per la verità non nuovo a questo genere di gioco).
Mara, però, protesta:
“E no, tesorone mio! Non puoi ficcarmelo dentro così…non ora!…Dai, smettila, su…più tardi, magari… si vedrà … Ma solo quando lo voglio io, d’accordo?”
Si divincola senza fretta ma con decisione e, lanciandomi un ultimo sguardo di sfida dalla specchiera, si gira e prendendo George per mano lo riporta in camera facendolo sedere in fondo al letto, rispetto a me di profilo (dovreste vedere che cazzo ha adesso lui tra le cosce!).
Mara mi lancia un’occhiata torbida e, mentre gli s’inginocchia lentamente tra le gambe aperte, mi ordina di avvicinarmi:
“Così non ti sfuggirà nessun dettaglio del pompino che voglio fargli…”
M’inginocchio dunque anch’io, proprio di fianco, a non più di quaranta centimetri dall’uccello…
Lei soppesa le palle gonfie e scure con una mano mentre con l’altra impugna il membro, poi gli si accosta sopra con il bel volto e lo bacia con le labbra morbide e carnose, proprio in punta, tirando fuori la lunga lingua rosa per una prima lenta lappata…
Torna a guardarmi negli occhi, intensamente, e si ferma:
“Sai, ora voglio proprio dirtelo, amore: nel guardaroba del night, stasera, l’ho già succhiato un pochino… Se in ascensore m’avessi baciato, te ne saresti accorto, credo… Oppure no? Chi lo può dire? Comunque, adesso guarda che troia hai sposato e mettiti in pari!”
Riprende a leccargli la cappella e la fa scivolare dentro la bocca: un po’ tirando con la mano che stringe l’asta, un po’ spingendo con le labbra carnose, libera del tutto dal prepuzio scuro il glande e l’accoglie contro la lingua vibrante cominciando a succhiarlo vogliosa.
Non cessa di lanciarmi, di tanto in tanto, sguardi di sottecchi: le sue gote sono un po’ incavate dall’azione che sta conducendo e s’incavano ancora di più quando, pompando con voglia sempre più evidente e dissoluta, inizia ad ingoiare pian piano il corpo nodoso dell’uccello, che le sprofonda nella gola…
George, appoggiato sui gomiti, ha rovesciato la testa all’indietro e chiuso gli occhi: con il cazzo ora incredibilmente in tiro, si sta godendo la bocca di velluto della mia femmina…
Lei, ora, ha abbassato le palpebre e interrotto così quegli sguardi torbidi e viziosi che, umiliandomi, mi hanno reso ancora più eccitato e ridotto completamente alla sua mercé.
La sua testolina rossa va avanti e indietro, con regolarità , mentre la lingua masturba abilmente il nero che, per parte sua, comincia ad assecondarla con ripetute affondate del cazzo in perfetto sincronismo con la bocca ingorda di lei…
Il ritmo tende ad aumentare e si fa frenetico, ma, di quando in quando, si acquieta brevemente ed allora posso osservare Mara lavorare con la lingua e le labbra il grande membro scuro solo in punta, accanendosi oscenamente contro il frenulo teso e lasciando in piena vista l’asta, tutta lucida della sua saliva: in questi momenti lei torna a lanciarmi occhiate sfrontate ed io ne ammiro la perversione ormai senza limiti, figurandomi contemporaneamente il primo pompino che deve avergli fatto, nel guardaroba del night club, frettolosamente e magari non meno avidamente di quello che gli sta praticando ora, davanti a me!
Il suo piacere era allora esaltato, come mi ha già confessato, dal rischio d’essere sorpresa e dalla novità di slinguare il membro così grosso d’uno sconosciuto, di colore poi! Ora lei deve godere invece della mia assoluta soggezione ai suoi capricci e della sicurezza di poter disporre di me come e quando voglia…
Resto come incantato ad osservare il nero uccello scomparire nella bocca della Mara ed uscirne: dentro e fuori, velocemente, a ritmo sempre più incalzante.
Mi sto chiedendo quanto durerà ancora questo snervante, interminabile pompino, quando infine George cede e comincia a sborrarle copiosamente in gola: sento Mara deglutire affannosamente mentre ingoia lo sperma, finché può, poi la vedo, costretta a mollare, rialzare la bocca per ricevere in pieno viso gli ultimi schizzi bianchi.
Finiti questi, eccola di nuovo sull’enorme verga a leccare golosamente e coscienziosamente le gocce che la impregnano, quindi riprenderla tutta in bocca a detergerla completamente.
La lascia infine, ben nettata e fradicia di saliva, e si asciuga il volto con il lenzuolo:
“Vieni qui, maritino…voglio baciarti! Farti sentire il sapore acre del suo cazzo…puliscimi la lingua con la tua, amore…”
Ubbidiente m’accosto…
La bacio e in effetti sento la sua lunga lingua morbida che si struscia contro la mia, viziosamente, a cercare di trasferirmi il gusto che la impregna… Con perversione…
Si stacca da me:
“Voglio rendermi conto delle differenze tra voi!” mi dice d’improvviso e si accovaccia, stavolta con l’intenzione di sbocchinare me.
La lascio fare ma ha appena incominciato a tirarmelo su per bene che il nero, riemerso dal bagno, le arriva alle spalle e, senza proferire parola, prende ad accarezzarle il bel culo: lei stavolta non si sottrae ed anzi con tutto il bacino asseconda vistosamente le sue manovre.
Mentre continua a succhiarmi abilmente, vedo dunque che il suo sedere comincia a ruotare insieme alla mano di Kahled, che le deve aver introdotto un dito dentro, poi, dopo una breve sosta, anche un secondo…
Ora però lo stallone ritrae la sua mano, prende la Mara per i fianchi e l’induce egoisticamente a sospendere il pompino per farla rialzare e riportarla ginocchioni verso il letto, piegandola contro il bordo, il culo proteso tutto in alto.
“Niente preservativo ora, vero?”
Forse più che chiederlo glielo sta semplicemente comunicando e la mia mogliettina (con lui non è mica sempre autoritaria!) sembra subito d’accordo, pigolando:
“Però fai piano… tesorone… ce l’hai grosso! Enorme! Ficcamelo dentro con delicatezza, ti prego… piano…”
Le introduce ora il cazzo nella fica, da dietro, a scoparla brevemente alla pecorina, per lubrificarlo per bene prima di procedere alla penetrazione anale.
La Mara si deve sentire molto eccitata ed è di certo ormai decisa ad essere inculata, ma la sua voce tradisce lo stesso un po’ di timore, anche se non chiede di usare qualche lubrificante:
“Fai piano, anima mia, mi raccomando!…Con dolcezza…ce l’hai…ce l’hai così grosso e duro! Di dietro non ne ho mai preso uno così!”
Di dietro no? E poi quanti altri ne avrà presi allora, anche solo davanti, oltre il mio? Quando? Dove? Da chi?
Si apre le chiappe rotonde, al massimo e con entrambe le mani, mentre lui, infradiciato di saliva con le dita -intorno e dentro- il buchino palpitante, estrae il membro dalla fica e poggia la grande cappella sulla rosetta… La inumidisce ora anche degli umori di cui il glande letteralmente gronda, strusciandocelo contro, prima di cominciare a spingerlo dentro dall’alto, con determinazione ma ad intermittenza, cercando di darle modo di rilassarsi dopo ogni pressione e di schiudersi un po’ alla volta…
Faticosamente, un millimetro dopo l’altro, il gran cazzo nero penetra nel culetto di Mara, che smania e soffia e mugola, poi, per non gridare, prende a mordere un cuscino: non dimenticando però di tenersi ben aperte le chiappe con le mani, a facilitare l’inesorabile procedere dell’uccello.
Posso assistere, sconvolto e affascinato, a quella scena terribile, constatando come l’enorme verga nera forzi e dilati l’ano di mia moglie, fino a che la dura testa sta per scomparirvi faticosamente dentro…
Una pausa e infine, dopo un ultimo deciso colpo di reni, l’intero membro sprofonda di colpo dall’alto verso il basso, fino ai coglioni gonfi, nella voragine ormai vinta e spalancata del culo…
I due restano alcuni lunghissimi istanti ad ansimare, fermi in quella posa oscena, con il grande banano inghiottito interamente tra le belle chiappe della Mara, solleticate dai suoi peli scuri: lei non morde più il cuscino ma gorgoglia ad occhi chiusi, sommessamente, i lineamenti contratti. Una lacrimuccia spunta appena, in bilico, sulla palpebra. E scintilla, ferma lì.
George manda una mano a sgrillettarle la fica e l’altra a carezzarle pesantemente una tetta, schiacciata contro il materasso, insistendo senza fretta in modo da farle crescere la voglia e contemporaneamente da farla rilassare: è così abile che, dopo un po’, Mara s’abbandona completamente e, distendendo gradualmente il viso, comincia a muovere lentamente il bacino, facendosi fuoriuscire un po’ di cazzo dal culo per poi riprenderlo tutto dentro, e ancora così, ripetutamente, con sempre maggiore naturalezza e facilità di movimento. Il suo buco ha ceduto, del tutto, e si sta adattando sempre meglio alle dimensioni fuori norma del grande membro che lo ha vinto…
Ben presto il maschio comincia a corrisponderle perfettamente, con metodo, alternando affondate profonde a lente ritirate, in sintonia con i movimenti del bacino di lei…
Ora, Mara ha riaperto gli occhi e sul suo volto è impressa una smorfia di piacere, mi guarda con sguardo insolente e torbido mentre si fa cavalcare dal suo stallone nero:
“Che cazzo!…Che cazzooo!…Che cazzone!…Sto morendo!…Uhhh!…Mhhhh… Che duro…che duroooo…che è!…Mhhhh….Che buono!…Mamma che culo mi sta facendo!…Dacci dentro, negrone, dai…ficcamelo tutto in culo…rompimiiii!…Inculami, dai…non fermarti…Mmmhh…”
La vedo sobbalzare tutta, con il grande uccello che ora si muove dentro di lei in assoluta libertà , su e giù, senza posa, potendo fuoriuscire completamente prima di ripenetrare dentro il buco spalancato, senza sforzo, producendo un rumore sconvolgente, liquido…Ciaf…Cif…Ciaf…
“Ancora…ancoraaa!…Non fermarti!…Dai…Dai…Daiiiii!…”
Mara sbava sotto l’assalto, fino a che lui, che adesso la tiene per i fianchi, le sprofonda definitivamente tutto ben dentro e limitando le escursioni a pochissimi centimetri ma incalzandola con un ritmo velocissimo le gode in culo, inondandole le viscere di sborra…Lei soffoca un ultimo grido e viene a sua volta, crollando infine esausta sul materasso, le chiappe protese in alto, mentre il cazzone le viene sfilato lentamente, dopo un po’, a lasciarle il buco ben aperto e palpitante…
Schiantato dalla stanchezza e dalla tensione, ad un certo punto crollo in un sonno profondo…
Prima che ciò avvenga, però, ho modo di assistere ad altre scene depravate, con la Mara che gode a farsi slinguare a lungo la fica dal suo inesauribile Mandingo e quindi a lasciarsi ancora scopare vigorosamente, stavolta nella posizione che una volta mi confessò piacerle di più, distesa sulla schiena con le gambe sollevate ed i polpacci disposti sopra le spalle del maschio, a farsi montare da lui rimasto in piedi fuori del letto…
Quante volte ancora sarà venuta, la mia insaziabile moglie? Non lo so, so soltanto che, di primo mattino, mi ridesto dal mio sonno e, nel barlume di luce che filtra a stento dalla tapparella parzialmente abbassata, intuisco più che vedere il bel volto di Mara appoggiato sul materasso e vicinissimo al mio. Stordito e confuso come mi sento, mi accosto a lei quanto più posso, strizzando gli occhi ad indovinarne l’espressione.
E’ a pancia sotto ed ha le palpebre abbassate ma non sembra dormire tranquilla, ormai acquetata da tutto il sesso goduto.
M’accorgo anzi che, con curiosa frequenza, atteggia la bocca carnosa come se
si stesse lasciando sfuggire un “Oh!”, poi la stringe e sporge graziosamente, a cuoricino, quasi ad emettere un “Uh!”… Inoltre, nell’assumere queste espressioni, sembra sobbalzare un po’, come se premesse il busto sul materasso in avanti e verso il basso (“Uh!”) e poi si rilassasse tornando un tantino all’insù e scivolando impercettibilmente all’indietro (“Oh!”).
Cerco di guardare meglio e mi sveglio di colpo quando mi rendo conto in un lampo che quel ritmo è anche di tutto il letto (su cui sono disteso accanto a lei).
Così intravedo nella semioscurità una figura nera come l’inferno che si muove silenziosamente dietro la mia Mara: è George, che le sta piegato sopra, inginocchiato a gambe larghe, e che la incalza con risoluti movimenti del bacino, le mani appoggiate accanto ai fianchi chiari di lei.
E’ così che egli imprime al suo corpo ed al letto sul quale ella è bocconi (con un cuscino, anzi due, a sollevarle il delizioso fondoschiena) gli impulsi che ho appena avvertito: Mara lo sta prendendo nel culo per la seconda volta (sempre che io, dormendo, non mi sia perso qualche altra puntata) e, a quanto sembra, in totale beatitudine!
Evidentemente non deve avere più molta importanza, per lei, se io stia o no assistendo all’inculata, è l’essere posseduta così, nel di dietro, che adesso la soddisfa di per sé: il suo buchino – vinto dal grande fallo scuro, che lo sta profanando e che certo vi affonda tutto dentro fino alla radice per riemergerne lucido di umori – ormai s’è del tutto arreso, ha ceduto voluttuosamente… Lo stantuffo che vi spadroneggia e che infuocandosi l’ha fatto avvampare si muove in apparenza senza sforzo, procedendo avanti e indietro come nel burro, con cadenza lenta ed implacabile.
Il ricordo stesso della prima difficoltosa sodomizzazione dev’essere stato cancellato dalla prontezza con cui quel culetto vizioso si è adattato alle dimensioni fuori ordinanza dell’uccello, traendone ogni sorta di delizie, a giudicare dalle espressioni di godimento sfrenato che sconvolgono l’espressione del viso della troietta…
Man mano che il ritmo di quella forsennata penetrazione anale si fa più accelerato, dalla bocca di Mara cominciano ad uscire i suoni preannunciati dalle sue smorfie:
“Uh… Oh… Uh… Oh… Uh… Ooohh… Uuuhh… Oh… Uh…”
Con voce sempre più distinta che, alla fine, dà luogo ad una serie ininterrotta di gridolini di piacere… Voglio sperare che le pareti della nostra suite siano insonorizzate, altrimenti chissà che cosa immagineranno i vicini (se non altro, penso, attribuiranno a me le capacità amatorie dello stallone nero che è ora in piena azione sulla mia mogliettina infedele).
La bocca si spalanca tutta spasmodicamente contro il lenzuolo ad ogni affondata del cazzone, credo in perfetta sincronia con il buco del culo, contemporaneamente dilatato al massimo dall’enorme arnese spinto dentro fino ai coglioni, con instancabile vigoria… D’un tratto Mara smette di strillare e comincia ad emettere soltanto un rantolo affannoso, come di dispiaciuto sollievo, ogni volta che l’uccello si ritira, quasi a fuoriuscirle del tutto di tra le chiappe ben aperte!
Quindi George estrae il poderoso cazzo dal culo e, sollevatala per la vita, la dispone alla pecorina sopra i cuscini su cui giaceva prima (lei appare del tutto abbandonata, passiva, quasi disanimata). Glielo infila di colpo tutto quanto nella passera, iniziando a scoparla senza tregua: dopo un po’ si ferma di nuovo, si ritrae, la gira verso di lui e ricomincia a chiavarla, ma con le cosce poggiate contro il suo ventre e le belle gambe prima recate sulle spalle e poi piegate a forza e premutele sul pancino.
Così, ancora, tira fuori il cazzo dalla fica e, senza sforzo alcuno, lo fa penetrare di nuovo, ma stavolta dal davanti, nel culo spalancato…
La possiede così per un po’, quindi cambia ancora azione: fuori, in fica, due o tre colpi profondi, di nuovo fuori, nel culo, tre o quattro colpi altrettanto profondi, e poi da capo, tornando a strappare gridolini scomposti alla troia che gli si contorce sotto come un’anima dannata!
Resto annichilito da quest’ultima manifestazione di sesso sfrenato, che si conclude infine nel piacere simultaneo e animalesco dei due amanti, con lei che completa la sua performance andando a succhiare ingordamente il membro nero, spossato ma tanto irritato dal continuo esercizio cui è stato costretto da risultare ancora ben eretto e consistente. Lo netta dunque coscienziosamente con la sua lingua viziosa di tutti gli umori lasciatigli dai suoi stessi orifizi, appena penetrati e da esso violati nei loro più profondi recessi.
Quando s’accorge che sono sveglio, Mara sembra tornare in sé, molla lo stallone (invitandolo a rinAnnarsi con una doccia calda), passa su di me e mi si siede sopra a cavalcioni, infilandosi da sola il cazzo, in erezione non completa, dentro la fica grondante… Due o tre colpi di bacino, tanto per farmi ricordare il suo grande talento di femmina da letto.
“Che scorpacciata di cazzo… mi sono fatta… amore!”
Si ferma e mi guarda arrogante, prima di ripartire con altri due o tre colpi ben assestati e incredibilmente frementi e vogliosi.
“Che t’è successo?” le chiedo mentre mi chiava, e poi: “Non ti riconosco più!… Sei… sei cambiata, ecco!”
Mi guarda, di nuovo immobile, poi riprende a scoparmi lentamente e inizia:
“E’ cominciato tutto la sera prima della nostra partenza, a quella festa dove siamo andati, ricordi?”
Si ferma mentre la guardo incerto.
“Certo che ricordi, dai! Ti sei scopato la Anna, quella sera! Vi ho visto, sai?”
“Ma no… veramente… che dici?…”
Ricomincia a fottermi, ancora più piano di prima:
“Vi ho visto, ti dico! L’avete fatto in quel salottino verde… io ero dietro la tenda della terrazza!”
“Come? Come?”
“Si, proprio lì! Ero uscita a prendere aria, da sola, quando vi ho sentiti di là della tenda! Mi sono accostata e ho visto tutto! Porco!”
Ora il suo ritmo sta aumentando un po’ e il mio cazzo l’asseconda perfettamente.
“Ho visto come l’hai fatta inginocchiare per prendertelo in bocca! E lei c’è stata subito, la santarellina!… Ero allibita… ma anche eccitata! Poi, mentre cominciava a sbocchinarti, tutt’a un tratto, qualcuno m’ha afferrato alla vita da dietro e ha cominciato a baciarmi sulle spalle nude…”
“Chi era?”
“Non lo so… non lo so, ma se lo sapessi non te lo direi! Del resto, non ha importanza… Ricordo che, dopo un attimo di sconcerto, visto che non era proprio il caso di gridare… ho deciso meccanicamente di starci e mi sono completamente abbandonata allo sconosciuto… Così ho lasciato che mi si strusciasse contro… da dietro, che mi palpasse tutta a suo piacimento e poi, mentre tu facevi rialzare la Anna per sbattertela sul divano, ho lasciato pure che… che mi tirasse su la gonna del vestito da sera che indossavo… mi spostasse di lato il perizoma e mi facesse sentire il suo uccello nudo in mezzo alle chiappe!”
Mi sta scopando ad una certa velocità .
“M’ha indotto allora a piegarmi con il busto pian piano in avanti… cosicché, mentre tu cominciavi a chiavarti la troia, lui me l’ha ficcato nel culetto… senza tanti preamboli! Appena un po’ di sputo sul buchetto… Tu scopavi Anna e lui inculava me! Mentre ti guardavo, poi!… Quel cazzo senza volto m’ha dato un piacere divino, lo confesso!… M’ha aperto tutta, anche la testa voglio dire… Ho capito allora che nel fare l’amore è il cazzo che mi piace, mica chi lo porta!… T’avevo già tradito, bello mio, ma non più d’un paio di volte… e non m’era mai capitato di accorgermi d’una cosa del genere: è una sensazione strana, tutta sesso e testa (la mia testa!)… E poi mi piace da matti pensare di poter controllare direttamente il gioco, come ho fatto stanotte!
Decidere io, farti soffrire… punirti… umiliarti… renderti schiavo! Anzi, anche senza costringerti a fare il guardone, fa lo stesso!… Come mi va, al momento! Da quell’esperienza è uscita un’altra Mara, più vogliosa, più cattiva, forse più vera… Non so…”
Ora mi cavalca freneticamente, come un’amazzone scatenata, quando, d’improvviso, rientra in scena George: ancora non domato da tutte le sue monte, riacceso dalla vista del nostro amplesso, posso vederlo che, menandosi il grande uccello per accelerarne la ripresa, si avvicina lentamente da dietro a Mara…
Mi aspetto che, come ha già fatto, me la porti via per sbattersela lui come più gli aggrada, ma stavolta, invece, ha una voglia diversa: così arriva alle spalle di lei e l’afferra per la vita flessuosa.
Mara reagisce, senza troppa convinzione (ed è anzi quasi un incitamento…), mentre lui le bacia le spalle e il collo:
“Ma… ma che fai?… Non vorrai mica?… Nooo?… Ancora?… Che maialone insaziabile che sei!”
E poi:
“Ma sì!… Sììì… ti dico… sììì!… Inculami un’altra volta, dai!… Schiaffamelo tutto dentro… su, che aspetti?… Mentre mi chiavo il cornuto!… Lo voglio!… Cooosì… dai… oooh… mhh…”
Il moro, infatti, l’ha sollevata un po’ e piegata in avanti, quanto basta per ficcarle di nuovo il cazzo nel culo (senz’altro ancora aperto per la recentissima penetrazione), cosa che infine ha fatto senza troppa fatica, con facilità !
Ora io sto trombando Mara, mentre il nero, contemporaneamente, la incula! Vedo le belle tette ballonzolarmi davanti con i capezzoli dritti e sporgenti e sento attraverso la tenera carne di lei le affondate terribili del cazzo smisurato che le stantuffa il culo, alternandosi alle intromissioni del mio uccello nella fica…
Le maneggio con voglia le poppe e vedo che George continua a manovrarla per i fianchi, succhiandole il collo e standole tutto addosso dietro, a cosce completamente spalancate, mentre l’incalza con decisione: è il suo uccello potente che dà la cadenza al nostro trio… Ogni volta che esso affonda nel morbido culo di mia moglie, lei sobbalza in avanti con un grido ed il mio cazzo retrocede fuoriuscendole quasi dalla passera (che gli si stringe meccanicamente e spasmodicamente intorno…), poi, quando invece si ritira (prima di un nuovo scatto in avanti a mo’ di molla compressa), il bacino di lei sembra volerlo seguire e va così ad incontrare il mio membro teso, che allora spingo all’insù contro e dentro la fica madida (che allora si rilascia tutta per ingoiarlo intero in un movimento viscido e avvolgente)…
Se perdo il ritmo, percepisco con chiarezza terribile il banano nero e prepotente che, dentro di lei, viene a contrastare le mie avanzate, provando quasi a scacciarmi… Mara strilla e strilla di piacere come un’esagitata, soffia, s’affanna, e la sento venire copiosamente infradiciandomi tutta la base della verga, che è diventata durissima e credo ormai non sfiguri più di tanto nel confronto diretto con quella di George!
Dopo una cavalcata incredibile, veniamo infine quasi all’unisono, accompagnati da un ultimo urletto della Mara, che, mentre noi ci abbandoniamo gradualmente, non smette di agitare il suo bacino sfrenato a ritmi che si vanno calmando molto più lentamente, come a succhiare le energie residue dai due cazzi che ancora la penetrano.
Restiamo per un po’ tutti e tre abbandonati sul letto disfatto, ancora congiunti in quell’orgiastico groviglio…
Più tardi, George si riveste e va via dalla nostra camera, barcollando sfinito, mentre noi, restati soli, di lì a poco ci accingiamo a riaddormentarci esausti…
Prima di sprofondare nell’incoscienza di un sonno senza sogni, guardo verso la mia Mara che mi sembra già assopita: ha gli occhi pesti ed il volto infantile e grazioso un po’ corrucciato, un’espressione viziosa che tradisce, ancora, insoddisfazione e voglie represse.
Penso che sia bellissima! Credo di amarla.
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