“Sentivo che mi stavo bagnando tutta e guardavo negli occhi mio marito che era completamente fuori di se dall’eccitazione…”
Quello che accomuna me e mio marito è la passione per l’esibizionismo
infatti io adoro ricevere apprezzamenti anche pesanti per strada, soprattutto se a farmeli sono uomini maturi e a mio marito questa cosa eccita molto. Sono soprattutto gli uomini ultracinquantenni ad interessarsi alle mie forme che mi piace mostrare in abiti molto fasciati e corti.
Nel mese di giugno scorso, verso l’una di notte, mio marito Bruno era particolarmente irrequieto così gli chiesi che cosa lo mettesse in quello stato di agitazione così lui mi confidò che aveva bisogno di qualche emozione forte, capendo dove voleva andare a parere, gli chiesi se voleva esibirmi in qualche posto o voleva fare sesso in qualche parcheggio frequentato da guardoni.
Mi propose di andare in un bar nei pressi di una delle uscite dell’autostrada della nostra zona che aveva saputo frequentato da coppie che praticavano scambi. Fu lui a scegliere l’abbigliamento che avrei dovuto indossare per l’occasione e scelse un abitino nero a bretelline elasticizzato e molto corto che a malapena arrivata sotto il culo, dalla scollatura molto generosa che metteva in risalto le mie tette, le mie cosce e il mio fondoschiena generosi, perizoma nero e sandali con tacchi a spillo da novanta con legacci ai polpacci. Quando mi osservò, prima di uscire, mi disse che al solo pensiero dei commenti che immaginava ricevessi e dei desideri che avrei scatenato in quei maschi che avremmo provocato gli faceva venire il cazzo duro. Gli sorrisi con uno sguardo malizioso e uscimmo. Nel bar, che gli avevano detto molto frequentato da coppie, con sua grande sorpresa, eravamo la sola coppia presente e c’erano soltanto due uomini uno sui cinquantasette, cinquantotto anni, moro, capelli brizzolati, robusto e alto sul metro e novanta, l’altro sulla cinquantina, anch’egli moro, ma di corporatura e statura normali seduti al banco che bevevano. Quando entrai, il piccoletto rimase a bocca aperta e non mi staccò mai gli occhi di dosso mentre il più grosso, su suggerimento del suo amico che gli fece cenno con la testa di girarsi, si voltò di scatto e senza ritegno mi scrutò dalla testa ai piedi. Poi senza nessun timore che io e mio marito potessimo sentirlo disse al barista ed al suo amico: “…che zoccolona…”, gratificata per quello che per me e Bruno era un complimento, sculettando ci avvicinammo ad un tavolino e ci sedemmo. Mio marito fece in modo che io fossi seduta in direzione dei due energumeni mentre lui era di spalle e mi chiedeva cosa facevano ed io che facevo la civetta rispondendo ai loro sorrisi, gli raccontavo tutto facendolo arrossire come un peperone dall’eccitazione. Il grosso ordinò al barista di portarci due martini con ghiaccio, lo ringraziammo alzando il bicchiere in segno di brindisi poi Bruno ebbe la brillante idea di invitarli a bere con noi. Si sedettero il grosso alla mia destra ed il più piccolo alla mia sinistra. Il grosso non era bello anzi, aveva dei lineamenti molto marcati ed era anche molto rozzo ma questo mi eccitava terribilmente e questo deve averlo capito anche lui. Infatti, dopo un po’ che mi guardava con insistenza le tette e le cosce, mi poggio la sua grossa mano ruvida sulla coscia e cominciò ad accarezzarmi, inizialmente come inebetita lo lasciai fare, ma quando cominciò ad insinuarsi in mezzo, strinsi le gambe e cercai con le mani di impedirgli di andare oltre, ma non c’era niente da fare era troppo più forte di me. Sentivo che mi stavo bagnando tutta e guardavo negli occhi mio marito che era completamente fuori di se dall’eccitazione.
Quando raggiunse la mia figa disse: “… mmm… che gran figa larga e umida; lo sai che me lo fai fatto diventare duro?” Prese la mia mano e dopo aver abbassato la lampo, se la infilò nella patta per farsi toccare il cazzo a quel contatto rimasi sconcertata avevo in mano una cosa enorme. Poi senza troppi convenevoli mi prese per un braccio e mi fece alzare, mi portò nelle toilette e dopo avermi spinta dentro senza il minimo riguardo si abbassò i pantaloni mostrandomi il suo cazzone enorme e mi costrinse a succhiarglielo fino a quando non fu soddisfatto dal mio pompino. Poi, dandomi della puttana, mi fece alzare e mi spinse con la faccia contro il muro e lui si piazzò alle mie spalle facendomi sentire il suo cazzo tra le chiappe che aveva denudato. Mentre mi stringeva con forza le tette torturandomi i capezzoli fino a farmi urlare di dolore, mi penetrò in un solo colpo nella figa facendomi sobbalzare alle sue bordate, ero piena di quel cazzo grosso come una bottiglietta di coca cola che mi sbatteva come una troia da strada in un cesso di un bar e continuavo a godere nonostante il dolore lancinante. Non contento profanò anche il mio orefizio anale facendomi urlare come non mai in vita mia e si fermò solo quando sentii il suo godimento esplodere dentro le mie viscere con potenti schizzi di sborra bollente, solo allora lo sfilò e avvertii come un sollievo per il mio culo in fiamme che non riuscì a contenere tutta quella sborra che cominciò a colarmi tra le cosce. Ero ancora ansimante e tremante per lo sforzo sostenuto che lui si alzò i pantaloni e, senza rivolgermi nemmeno la parola, si allontanò. Tornata da mio marito ero tutta un dolore e stavo in piedi a stento, Bruno mi cinse la vita e mi aiutò ad arrivare alla nostra auto.
In macchina mi confidò che i miei strilli si erano sentiti tutti e che la cosa lo aveva eccitato tantissimo, volle sapere quello che era accaduto in quel bagno nei minimi particolari.
Giunti a casa, nonostante fossi esausta, dovetti soddisfarlo con un pompino tanto era su di giri.
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