“A quel punto mi guardò e mi chiese:
“Tesoro, hai per caso fantasticato di me con… altri uomini?”
Giulia aveva scoperto i miei desideri segreti, non c’era…”
Per quanto posso ricordare, sin da quando ho avvertito pruriti
e tremori sessuali ho sempre fantasticato di far da spettatore mentre donne sexy venivano scopate da uomini ben dotati. Da quando, adolescente, ho compreso che quel mio desiderio si chiama voyeurismo, ho accumulato un discreto numero di riviste porno dedicate all’argomento, nascondendole in un baule in fondo al mio armadio.
Mi sono fidanzato e poi sposato con Giulia, ma di queste fantasie non le ho mai fatto cenno, preoccupato di essere considerato un pervertito. Ma, ogni volta che lei era fuori casa, ne approfittavo per masturbarmi furtivamente sognando ad occhi aperti di essere un marito cornuto.
Giulia è una bellissima donna, bionda, molto alta, con un corpo fantastico. Per di più ha un carattere solare e socievole, lega subito con tutti, nelle feste si scatena nei balli e la vedo spesso oggetto di corteggiamenti neppure troppo nascosti.
Un fatidico giorno tornai a casa dal lavoro presto e trovai Giulia stesa sul letto con una delle mie care riviste in mano. La sorpresi che era concentratissima nella visione di quei giornali, con una mano che si muoveva dentro le sue mutandine. Quando si accorse della mia presenza saltò in piedi spaventata. Sapeva di essere stata colta in flagrante e, con un po’ di vergogna, ammise che aveva scoperto il mio nascondiglio qualche settimana prima. Disse che all’inizio era contrariata, ma poi aveva scoperta di essere curiosa verso quel genere di cose che mi eccitavano. A quel punto mi guardò e mi chiese:
“Tesoro, hai per caso fantasticato di me con… altri uomini?”
Giulia aveva scoperto i miei desideri segreti, non c’era ragione di dirle bugie. Ammisi che lo avevo fatto, vidi che gli occhi le si riempirono di lacrime.
La rassicurai subito:
“Amore, sono solo fantasie che mi porto dietro dall’adolescenza … ma io ti amo e non ho mai pensato veramente di vederti nelle braccia di un altro”.
Giulia si asciugò le lacrime e mi baciò.
“Grazie tesoro”, mi disse rinfrancata, “perdonami se ho rovistato tra le tue cose nascoste.”
Facemmo l’amore quella notte, Giulia si dimostrò molto dolce come al solito. Poi, mentre si rilassavamo ancora abbracciati, mi disse:
“Non potrei mai farlo, lo sai”.
“Fare cosa?”, le chiesi io.
“Fare sesso con un altro uomo”, rispose lei, “è decisamente troppo per me.”
“Ma sì, tesoro”, la rassicurai io, “stiamo così bene insieme …. Quelle cose mi piace solo leggerle o fantasticarle ogni tanto, ma nulla di più”.
Giulia non rispose, restò assorta a pensare. Dopo un po’ riprese il discorso per dire a voce alta:
“Mah, forse il sesso orale potrei sopportarlo …. Che ne dici? Sarebbe abbastanza eccitante per te? ….. magari lo potrei fare solo con qualcuno discreto…..”
Non dissi niente, ma il mio cazzo divenne duro all’istante, un’eccitazione incontenibile mi prese. Le saltai sopra ed iniziai a scoparla in modo selvaggio. Fui focoso e animalesco, in breve entrambi venimmo nello stesso istante. Alla fine Giulia si abbracciò a me saldamente e mi disse che mi amava.
Non ne parlammo più per diversi giorni fino ad un venerdì notte, quando, a sorpresa, Giulia mi disse che aveva voglia di uscire ed andare in qualche locale. La richiesta mi meravigliò molto, ma soprattutto rimasi colpito dal modo in cui si era vestita: una minigonna di pelle nera estremamente attillata e così corta che, quando si metteva a sedere, era possibile vedere tutto il bordo delle calze e i gancetti del reggicalze; stivali di pelle nera che le sagomavano perfettamente il polpaccio, con un tacco a spillo di 12 centimetri e calze con il rigo dietro, che esaltavano ancora di più la sensualità delle sue gambe; una camicetta molto leggera e bianca che lasciava intravedere due tette generose che si tenevano su anche senza il reggiseno.
Era chiaro che voleva tentare un’esperienza inedita, capii che nella sua testa quel discorso accennato a letto aveva continuato a frullare. Entrammo in un discopub chiassoso, fumoso e scuro. Giulia si guardò intorno un poco nervosa, ma mi chiese di lasciarla al bar da sola per un momento: voleva provare a rimorchiare un amico per la notte.
Guardai Giulia per circa 40 minuti, mentre una marea di giovani uomini pieni di speranze la avvicinavano. Lei parlò con un po’ di loro e permise ad alcuni di loro di offrirle da bere, ma ogni volta sembrava bloccarsi e vedevo gli astanti allontanarsi delusi.
Ad un certo punto la persi di vista in mezzo a quella folla. Non sapevo cosa pensare, un po’ ero preoccupato. Dopo quasi un’ora, stavo sorseggiando pensieroso un bicchierino di gin tonic al tavolo, quando mi sentii battere sulla spalla. Mi girai e restai stupito di vedere Giulia un po’ brilla con il suo braccio attorno al collo del mio capufficio, Gianmarco.
Il capo è un tizio calvo di mezza età, piuttosto grassoccio, ed ha modi buschi e da zoticone. Aveva incontrato Giulia una sola volta ad un ricevimento di lavoro ed era rimasto colpito da lei. Intuivo dai loro sguardi che lui doveva aver continuato ad offrire da bere a mia moglie portandola ad uno stato di semiebbrezza.
“Io non penso che questa signora sia contenta con te”, mi disse Gianmarco con un sogghigno, “mi stava appunto dicendo che ha bisogno di trovare un uomo stanotte. Che cosa ne pensi?”
Io feci spallucce e lanciai una occhiata supplichevole a Giulia, sperando che ce ne andassimo via di là. Quel bastardo di Gianmarco colse il mio sguardo e mise rapidamente il suo braccio intorno a mia moglie in un modo disgustosamente familiare, la tirò verso di sé e provò a baciarla. All’inizio Giulia abbozzò un po’ di resistenza, ma era mezza ubriaca e così cominciò a baciarlo anche lei.
Sebbene non mi piaceva affatto che mia moglie era finita nelle mani di un bastardo come il mio capufficio, mi resi conto che ci potevo fare ben poco. Tanto più che i due, ignorandomi completamente, uscirono dal pub mano nella mano. Ma, a dispetto di quella situazione umiliante, ero incredibilmente eccitato, e difatti dopo pochi minuti uscii anch’io dal bar per ritrovarli.
Non dovetti andare lontano. Potevo sentire la voce di Gianmarco nell’angolo più lontano del parcheggio. I due si erano appoggiati su di una macchina con la schiena verso di me. Dal movimento del braccio di Giulia, potevo capire che doveva avergli già tirato fuori il cazzo e gli stava facendo una sega.
Gianmarco le stava borbottando qualcosa nell’orecchio, dandole istruzioni sul da farsi, e non appena mi avvicinai, lo sentii dirle: “Andiamo bella, perché non ti abbassi e non usi la tua bocca con lui?”
Giulia scomparve dietro alla macchina e Gianmarco grugnì e iniziò a spingere con forza i suoi fianchi. Giulia doveva aver preso il cazzo di quel lurido in bocca. Le mie fantasie si stavano realizzando.
Mi precipitai a trovare un posto da dove potessi guardare. C’erano un po’ di altre auto parcheggiate, alla fine mi appostai dietro una molto vicina a loro che mi permetteva di avere una buona veduta di quello che stavano facendo senza essere visto.
Gianmarco aveva sbottonato la camicetta di Giulia, liberando le sue tette senza reggiseno alla fresca aria serale. Lei stava tenendo stretti i suoi seni, mentre lui lentamente pompava l’asta del suo cazzo proprio nel solco. Debbo dire che il suo cazzo doveva esser particolarmente lungo, dato che la sua grossa cappella fuoriusciva ampiamente dalle grosse tette di Giulia e arrivava a pistonare il suo mento.
Giulia alzò lo sguardo e gli sorrise arrapata, poi inghiottì tutta la cappella in bocca. Gianmarco grugnì e allungò la mano dietro alla testa di Giulia per afferrare una manciata dei suoi biondi capelli vellutati. Lui stava pompando abbastanza velocemente adesso e io mi meravigliai della sua abilità di resistere dal venire. Mi meravigliai anche della abilità di mia moglie di prendere un così grosso cazzo giù per la gola.
Dopo un po’ Gianmarco tirò fuori il suo cazzo dalla sua bocca con un’espressione di riluttanza e la girò contro la macchina, sollevò brutalmente la sua cortissima minigonna di pelle nera attillata e conficcò un dito dentro la sua fica fradicia. Giulia si voltò indietro per guardarlo da sopra le sue spalle e gli fece un sorrisetto compiaciuto da porca, dicendogli:
“Va bene così, ma perché non me lo ficchi dentro il tuo spadone?”
Gianmarco le afferrò i fianchi, si piegò sopra di lei e la tirò con forza in maniera animalesca. Con pochi e facili movimenti, riuscì a zappare dentro il suo grosso e duro cazzo dentro allo stretto buco di mia moglie, che si lasciò scappare un urlo di dolore, poi allungò una mano dietro alla schiena quasi a voler rallentare i colpi troppo forti di quel cazzo infuriato. Ma il porco era ormai scatenato e la stantuffava con veemenza, tanto che si udiva distintamente il rumore dei suoi fianchi che sbattevano violentemente contro le chiappe di mia moglie.
Gianmarco era un porco, ma ora stava scatenando tutti i suoi istinti animaleschi. Le afferrò le tette e strizzò i suoi capezzoli turgidi facendola ansimare. Giulia godeva da par suo e potei vedere che aveva fatto scivolare una mano in basso tra le gambe per sfregarsi il clitoride.
Alla fine Gianmarco iniziò a grugnire e con pochi rapidi spasmi dei suoi fianchi fece fuoriuscire un enorme getto di sperma dentro alla fica di Giulia, che andò letteralmente in estasi lanciando per aria incontenibili gemiti di piacere.
“Grazie Gianmarco!”, le sentii dire alla fine, mentre si ricomponevano frettolosamente.
La scena mi aveva talmente coinvolto che io mi ero sborrato nei pantaloni senza nemmeno toccarmi. Ma, asciugatomi alla meglio, mi dileguai alla chetichella e tornai al pub prima che mi potessero vedere.
Giulia e Gianmarco rientrarono nel bar dopo una decina di minuti. Gianmarco aveva un sorrisetto sulla faccia da grandissimo pezzo di merda, e teneva il sua braccio intorno a Giulia continuandole a palpare il culo. Giulia aveva la camicetta ancora semisbottonata, i capelli un po’ arruffati e il trucco sfatto.
Quando si avvicinarono verso di me, notai alcune gocce della sborrata del porco ancora luccicare sul décolleté di Giulia, che, accortasi del mio sguardo, mi sorrise e mi sussurrò, da vera troia:
“Ti amo”.
Con un ghigno Gianmarco sibilò con sadico compiacimento:
“Tua moglie è una donna fantastica, mi ha regalato una delle migliori scopate della mia vita…. Credo che, da oggi in poi, frequenterò più spesso la tua casa!”
In effetti, da allora il mio capufficio viene a casa nostra con regolarità. Spesso, quando torno a casa, mi capita di trovare mia moglie ancora distesa nel nostro letto completamente esausta, con le gambe spalancate e la figa sbrodolante di sborra. Lei mi accoglie affettuosamente, poi mi racconta tutto per farmi eccitare. E quasi sempre finisce con una bella sborrata nella sua bocca.
Trovo particolare godimento a sapere che mia moglie si fa scopare da un altro, anche se questo altro è una persona sgradevole e odiosa come il mio capo. Ma ho chiesto a Giulia di convincere il suo amante a farmi assistere ai loro incontri: guardarla mentre la troia si fa sfondare da quel bastardo è diventato il piacere che bramo di più.
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