“Mi chiese se volevo assaggiare il suo arnese e non me lo feci ripetere due volte, avvolgendogli la cappella con le labbra e segandolo dolcemente col la bocca…”
Iniziò tutto alcuni giorni addietro, rientrato da poco dalle vacanze ed in
cerca di qualcosa di nuovo che stimolasse le mie voglie. Vagando per il web alla ricerca di qualche annuncio interessante capitai su una pagina con un elenco di posti conosciuti per car sex ed incontri all’aperto nella mia città.
Mi colpì in particolar modo un parco lungo al fiume, frequentato nell’orario di apertura – secondo il recensore – da coppie, gay e bisex. I commenti ne parlavano abbastanza bene: a parte i pochi delusi per non essere riusciti a concludere niente, gli altri lo descrivevano come un posto tranquillo e frequentato da persone normali, a differenza di altri luoghi dove il rischio di brutti incontri sembra sia piuttosto alto.
Per un paio di giorni tornai spesso su quella pagina, fantasticando su possibili incontri, rimuginando tentennante e cercando di memorizzare le informazioni utili per concretizzarli nel caso mi fossi deciso.
Un colpo di fortuna provvide a dare una svolta positiva alla faccenda: la chiamata di un cliente proprio in quella zona! Ormai la decisione era presa, partii per effettuare l’intervento con la ferma intenzione di passare da quel parco tornando a casa.
Terminato l’intervento mi avviai ed in pochi minuti raggiunsi il parco. Il parcheggio era quasi deserto ed iniziavo a sospettare che sarei rimasto deluso; del resto aspettarsi di trovare qualcuno interessato ad incontri di sesso alle 11 del mattino può facilmente sembrare un’illusione.
Ma nella descrizione parlavano di lasciare il parcheggio ed inoltrarsi a piedi nei sentieri e quasi subito ebbi la gradita sorpresa di vedere un secondo parcheggio, che mi era sfuggito entrando. Questo era già più popolato ed iniziai a rinfrancarmi. Vidi l’area riservata per i cani al fondo del parcheggio e ricordai di averne letto nella descrizione ma non ricordavo più il resto delle indicazioni.
Non sapendo bene dove andare, presi il primo vialetto che sembrava offrire maggiori possibilità di trovare antri appartati; iniziava con a lato un piccolo spiazzo coperto e seminascosto dalla vegetazione con un paio di panchine. Nessuno in vista. Mi incamminai seguendo la stradina sterrata fiancheggiata da alberi che ombreggiavano donando una piacevole frescura in quella calda giornata di sole. Oltre gli alberi potevo vedere da un lato una recinzione di confine con il terreno confinante e dall’altra un campo coltivato a mais. La cosa non sembrava molto promettente ed infatti, percorsi un centinaio di metri, senza scorgere alcun anfratto utile, vidi che al fondo appariva un casolare.
Tornai indietro un pò sconsolato e con l’intenzione di esplorare qualche altra via.
Arrivato vicinio all’inizio del vialetto vidi un uomo che arrivava dal parcheggio verso quella direzione. Si fermò, apparentemente a leggere le indicazioni riportate su un tabellone con le informazioni sul parco. Ebbi l’impressione che mi stesse osservando e probabilmente la cosa era reciproca; uno sguardo fugace ed ognuno di noi due proseguì come se niente fosse. Feci ancora un paio di decine di metri, lasciando che imboccasse il vialetto e pensando che probabilmente lo facesse per il mio stesso motivo; allora tornai indietro e vidi che anche lui non si era allontanato molto dall’inizio e sembrava in procinto di tornare indietro. Mi diressi verso il piccolo spiazzo con le panchine, mentre lui continuava a venire verso l’uscita deviando leggermente per passare li a sua volta.
Mi sedetti sulla prima panchina aspettando che facesse la prima mossa. Lui continuò ad avvicinarsi mentre io tenevo una mano vicino al pacco nella speranza che lui notasse la cosa e ne fosse interessato.
Pensavo già che proseguisse quando, appena superatomi, mi salutò e si sedette al mio fianco. Poche parole di convenevole e mi appoggiò una mano sull’uccello. Era fatta, avevo davvero trovato qualcuno interessato a divertirsi un po’.
Mi propose di appartarci in un punto più nascosto e gli risposi di aver già esplorate quel vialetto senza aver trovato posti molto adeguati. Neanche lui conosceva bene quella zona del parco ma mi invitò a seguirlo egualmente per quella via alla ricerca di un posticino adeguato. Io ero molto dubbioso sulla possibilità ma l’eccitazione e la voglia di approfondire la conoscenza mi spinsero ad assecondarlo.
Dopo poche decine di metri trovammo un passaggio tra gli alberi verso il campo di mais dove ci infilammo, scostandoci poi di qualche passo per non essere in vista dal vialetto. In pochi secondi i nostri uccelli erano già liberi dai pantaloni e nelle reciproche mani. Il suo, molto bello era leggermente più grosso del mio, già duro e svettante; prenderlo in mano e massaggiarlo era un vero piacere a cui si aggiunse il suo baciarmi e limonare con gusto. Mi chiese se volevo assaggiare il suo arnese e non me lo feci ripetere due volte, avvolgendogli la cappella con le labbra e segandolo dolcemente col la bocca. Intanto i pantaloncini continuavano a scivolare verso il basso mentre la sensazione di nudità continuava ad aumentare la mia eccitazione. Mi staccò la bocca dal cazzo per farmi raddrizzare e limonarmi ancora, iniziando anche a baciarmi il collo e le orecchie e per poi chiedermi dolcemente «Vuoi prenderlo ?». Al mio assenso si dimostrò molto organizzato, recuperando un preservativo ed infilandoselo velocemente mentre mi giravo per apprestarmi ad accoglierlo. I pantaloncini erano ormai quasi a terra e per non inciamparmi sfilai una gamba in modo da non perdere l’equilibrio quando lui si fosse dato da fare per tapparmi il buco e mi chinai per offrirgli il mio culo voglioso. Nonostante le dimensioni non enormi, inizialmente mi stava facendo male dato che da parecchio tempo non mi facevo scopare e dovetti pregarlo di metterci più calma.
Dopo una decina di pompate le cose si erano assestate ed iniziai a godermelo veramente mentre con una certa abilità faceva avanti e indietro donandomi un piacere che da tanto non provavo.
In pochi minuti venni, schizzando copiosamente e rendendolo felice di aver saputo far godere un uomo come si deve. A questo punto mi raddrizzai, voltandomi mentre lui mi chiedeva di farlo godere a sua volta. Sfilato il preservativo, inizia a spompinarlo ed a leccargli la cappella mentre con una mano gli tenevo e massaggiavo la base e le palle. Apprezzava molto il trattamento e di nuovo bastarono pochi minuti per portarlo all’apice del godimento. Fece in tempo ad avvisarmi che stava per venire, staccai la bocca rimanendo a segarlo solo con la mano; dopo solo un paio di passaggi con la mano venne con una tale potenza che quasi mi faceva una doccia mentre ero ancora chinato. Lo schizzo superò la mia spalla, rischiando di centrarmi la faccia e cadde dietro di me.
Eravamo entrambi appagati e solo allora ci rendemmo conto del caldo che faceva al di fuori dell’ombra proiettata dafli alberi sul vialetto, presi fino a quel momento dall’eccitazione dell’incontro.
Tornando indietro mi ha dato alcune indicazioni su dove trovare, nel parco, i posti adatti agli incontri. Penso che ci tornerò per verificare se sia veramente così facile incontrare altre persone vogliose o se sia stato solo un grande colpo di fortuna da principiante.
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