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Il regalo inaspettato.

“Per tutta risposta alzandosi l’ uomo in tutta calma le disse semplicemente “Andiamo…”

Finalmente era giunta quella sera, Sabrina gustava già da qualche giorno l’
avvicinarsi dell’ agognata data, quella ricorrenza un po’ particolare, che ogni mese scandiva il ravvivarsi della loro unione, rigirandosi nuda fra le lenzuola e rivangare quei ricordi, subiva il fascino ed il potere d’ eccitarsi oltremodo:
Era sposata con Andrea, arcigno e noto dirigente d’ azienda da quindici anni, due figli, un lavoro part-time più per tenersi occupata che per reale necessità, da tempo aveva con il marito scoperto il piacere di gustarsi la vita in maniera piccante, calda e vogliosa, nell’ aggiungere al loro rapporto delle esperienze più particolari.
Intime e trasgressive…
– Tutto risaliva a cinque anni prima – Pensò ad un tratto focalizzando un film già vissuto;
… un pomeriggio festivo mentre i bambini erano nella casa di campagna dei nonni per il weekend, occasione d’ oro per rilassarsi nella vasca idromassaggio come amavano fare nelle rare occasioni di completa libertà casalinga… Sabry come la chiamava Andrea adorava quei momenti, farsi sbattere e sottomettere era sempre stata la sua indole fin da ragazza, era remissiva di suo, anche se mai doma adorava tutto del sesso e lo gustava senza alcun tabù, suo marito dal canto suo l’ aveva conquistata con i suoi modi galanti, il carattere forte e deciso da vero maschio, ed anche, perché non ammetterlo, grazie una posizione sociale invidiabile… Ma soprattutto grazie a quella mazza sempre calda e dura che fin dai primi giorni di frequentazioni aveva imparato a conoscere tanto bene! Lui era sul bordo della vasca, mentre lei lo spampinava, il cazzo splendidamente duro fra i suoi seni per poi prenderlo in bocca e succhiarlo avidamente, quando ad un tratto Andrea le chiese: “Tra qualche giorno è il tuo compleanno amore, sinceramente quest’ anno non so cosa regalarti, un gioiello, una vacanza, quel che desideri, dimmi tu!”
Sarà stato per il vino bevuto, per la complicità instaurata nel tempo, per la follia del momento ma quasi non si rese conto di dar voce a quelle fantasie che da un pò tormentavano la sua anima inquieta: “ Vorrei tanto sentirmi sfondare il culo e la fica mentre succhio un cazzo e ti guardo!” fu la folle risposta che gli sputò in faccia di rimando! Si attendeva una scenata epica, ma lui con calma esemplare dopo un’ attimo di sorpresa le disse: “…avrai il tuo regalo…”
La cosa era morta lì e Sabrina non aveva più toccato quel tasto malgrado sapesse quanto il suo compagno difficilmente lasciava cadere nel vuoto le proprie parole… l’ aria che in quei giorni spazzava la valle trentina dove vivevano aveva affievolito nella sua mente quel ricordo.
Il giorno del suo compleanno poi, persa tra mille quotidiani pensieri non aveva minimamente pensato a quell’ episodio, quando ritrovandosi per cena con il marito in un noto locale del centro lui l’ aveva stupita a fine pasto estraendo di tasca un pacchettino accompagnato dalla frase:
“Buon compleanno amore mio!”
Compiaciuta ed incuriosita aveva aperto con malcelata impazienza la confezione, restando basita del contenuto con uno sguardo interrogativo rivolto al marito, In effetti le tesserine che stringeva fra le mani, unite ad una piccola mascherina nera non le suggeriva nulla. Per tutta risposta alzandosi l’ uomo in tutta calma le disse semplicemente “Andiamo…”

Con un sorriso malizioso,si rigirò nel letto accarezzandosi il pube caldo… chiudendo gli occhi riusciva a rivivere emozioni, sensazioni ed attimi di quella sera come appena trascorsa.
Andrea silenziosamente guidava nella notte mentre lei, combattuta dal desiderio di capire e timorosa nel chiedere, restava in silenzio. Presero l’ autostrada fino alla periferia di Bergamo, infilandosi a più riprese verso strade poco segnalate ed aumentando così la curiosità di Aurora. Ad un certo punto suo marito entrando in un cancello recintato e seminascosto da un’ alta siepe parcheggiò l’ auto fra altre vetture lussuose.
“Ora entriamo” Le disse porgendole la mascherina “…ricordati, non levarla per alcuna ragione per tutta la serata!”
Non capiva il senso di quello che stava accadendo, ma si sentiva tremendamente furtiva ed eccitata… indossò l’ oggetto senza una parola. Varcare la soglia del locale e ritrovarsi catapultata nei meandri dei desideri mai confessati fu per Aurora una vera rivelazione, camminare piano fra quelle coppie, uomini e donne mascherati, avvolti dal lume delle candele ed una musica calda ed eccitante, guardare femmine seminude baciarsi, toccarsi, leccarsi intimamente aizzando i maschi presenti a possederle ed abusare di loro talvolta con calda e delicata passione o con ferocia e frenetica perversione la faceva colare fra le gambe desiderando quelle mazze dentro sé. Non riusciva a staccare gli occhi di dosso a quelle scene, erotiche, porche e perverse.
Più ci ripensava e più le dita affondano piano, fra le labbra bagnate, nel caldo tepore della sua camera da letto, al ricordo di quei momenti. Profumi ed odori di maschi vogliosi, eccitati, perversi gemiti di piacere, voglie, orgasmi, godimento le stordivano i sensi in quel girone dantesco del peccato. Ricordava ancora come ad un tratto, travolta dal desiderio, si era improvvisamente girata verso suo marito baciandolo appassionatamente mentre lui scostandole le spalline del vestito l’ aveva denudata al centro del locale!
Quel porco! Quel che era successo dopo le incendiava ancora il volto a distanza di tutto quel tempo. Mai avrebbe pensato di vivere quei momenti che nemmeno nelle sue fantasie più perverse avrebbe sfiorata con il lampo d’ un pensiero.
Sentiva gli occhi del locale sul suo corpo, sensazione che era viva in lei a distanza d’ anni nel caldo tepore del suo letto, quella mandria di uomini la palpavano con sguardi affamati bramando la carne nuda, tentava di coprirsi con le mani eccitata ed impaurita nel contempo quando una donna sulla quarantina, splendida mora dai capelli lunghi e corvini, in vestito succinto le si avvicinò accarezzandole prima i capelli e poi il viso, sentire il bacio delle sue labbra le tolse qualsiasi inibizione, dopo un’ attimo erano stese sul tappeto al centro del locale leccandosi vicendevolmente in un sessantanove sconvolgente.
Doveva smettere di pensarci… si sarebbe dovuta alzare ma senza pensare le mani aprirono il secondo cassetto del comò, dove in fondo, teneva il suo giocattolino preferito…
Ricordava benissimo quando il primo porco eccitato allo spasimo si era avvicinato. Il cazzo duro violaceo dal desiderio sfidava eretto come una spada la donna, affiancato da suo marito che guardava fisso l’ altra. Con uno sguardo felino, senza una parola si erano spartite il pasto ammiccando un complice sorriso. Aurora aveva azzannato il moro tenebroso iniziando a succhiare quell’ uccello gustandolo tutto fino in gola, mentre l’ altra, giratasi a pecorina si lasciava scopare godendo piano il cazzo di Andrea! Incrociandosi con lo sguardo poteva godersi il piacere del suo uomo mentre si sentiva scopata da un’ altro…
L’ abisso del piacere era iniziato…
Chiudendo gli occhi, nel letto distesa sulla schiena a gambe aperte, sentire il dildo scivolare dentro eccitandola le illuminava i ricordi di quella notte!
Che notte… non ricordava di preciso quanti maschi arrapati aveva sfiancato, ma ne sentiva ancora i gemiti ed il caldo liquido di piacere sul corpo, sentiva il loro ansimare e le piccole urla strozzate quando malignamente stringeva i muscoli della vagina, vogliosa di sfinirli, cambiando il maiale per goderne un altro! Sentiva ancora i loro baci, le loro lingue, le mani ovunque palparla frenetiche ed impazienti del suo corpo, della sua carne…
Si rigirò nel letto scostando le lenzuola, il livido ricordo di quei momenti e l’ orgasmo imminente non le aveva permesso di sentire i passi in corridoio…
La mente correva a quando dopo ore di piacere montando un bel cazzone sotto di lei, aveva con la coda dell’ occhio, scorto Andrea sussurrare qualcosa a due bei ragazzi in disparte. Subito i due sorridendo le si erano avvicinati. Sentirsi presa da quella verga spinta nell’ orifizio anale con forza le aveva cavato un gemito di dolore subito soffocato dal ricevere l’ altro in bocca…
Stava per godere a ripensarci!!! Si sentiva una marea dentro pronta ad inondarle i sensi quando ad un tratto si sentì strappare di mano il giocattolo! Incontrando lo sguardo tra il divertito ed il diabolico del suo uomo, lui aggiunse soltanto:
“Preparati… stasera usciamo…e ti attende una sorpresa!”

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ArieleEric!

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