“Una di quelle visite è stata davvero pesante, la definirei quasi umiliante…”
Ciao a tutti, mi chiamo Davide. La storia che sto per raccontarvi
è ambientata una decina d’anni fa.
Avevo 12 anni, ero un ragazzetto dal fisico tonico, alto 1 metro e 60 con i capelli e gli occhi scuri, ero molto timido e impacciato. Per me era appena iniziata la pubertà, spuntavano i primi peletti e le prime curiosità, e stavo sviluppando un vocione non indifferente. I primi giorni di Febbraio sono stato ricoverato in ospedale per un virus influenzale di cui ricordo molto poco, so solo che ho fatto un po’ di giorni a casa a vomitare e poi sono stato portato lì. Una cosa che però non scorderò mai sono le visite che i medici venivano a farmi in stanza… stavo in una singola in pediatria e i miei erano sempre presenti. Una di quelle visite è stata davvero pesante, la definirei quasi umiliante.
E’ successo tutto un mattino, c’era anche mio papà. Io ero in pigiama e un gruppo di persone (ne ricordo cinque, fra medici specializzandi e infermieri, ma potrei sbagliare) è entrato dentro. Alcuni si sono messi attorno al mio letto, altri stavano dietro al medico Pediatra principale.
Il dottore, con l’aiuto di un infermiere, mi fece togliere la maglia del pigiama e iniziò a visitarmi con lo stetoscopio, poi passò a premere le mani sulla mia pancia e chiedermi se sentivo male. A quel punto, lasciandomi di gesso, mi prese i pantaloni e li abbassò alle cosce, poco sopra le ginocchia. Con una mano tirò giù la parte davanti delle mutande, scoprendomi l’uccello e le palle davanti alle infermiere, a mio padre e ai colleghi. La cosa mi ha fatto imbarazzare molto, perché non me l’aspettavo e in più c’erano tutti che vedevano e mio papà che continuava a guardarmelo e a guardarmi. Ho fatto anche un forte respiro per la sorpresa e gli altri lo avranno sicuramente sentito.
Il dottore mi ha preso il coso e l’ha tirato su, poi l’ha piegato a sinistra e a destra. Ha provato a tirarmi giù la pelle, ma soffrivo di fimosi e il glande non si scappucciava. Allora il medico si rivolse a mio padre parlandogli di una “ginnastica per il pisellino” da farmi fare ogni giorno, che consisteva nel tirare la pelle del più giù che potevo e ritirarla su per dieci volte. Serviva a farla diventare elastica ed evitare una futura circoncisione.
il medico mostrò a mio padre nella pratica cosa doveva fare, il mio pisello si è subito indurito e una volta che il Pediatra lo rimise nelle mutande ha iniziato a sborrare. E’ stato terribile, perchè era la prima volta che ho sborrato in vita mia, ma sapevo già che quello era sperma. Mio padre, che era seduto di fianco a me, ha visto che succedeva e mi ha messo la mano sulla pancia e l’ha strofinata. Penso che volesse confortarmi.
Il dottore ha continuato a parlare della mia situazione con mio padre, mentre prendeva dei fazzoletti. Chiaramente anche lui e gli altri hanno visto che venivo, come mio papà. In modo molto professionale e calmo, continuando a parlare del virus, ha tirato ancora giù la parte davanti delle mutande e ha cominciato a pulirmi le palle. Quando sono venuto, lo sperma è finito lì ed è gocciolato giù. Il dottore ha detto qualcosa come: “Questa è davvero tanta per la tua età!”
Con questa frase mi ha abbassato le mutande fino alle caviglie, poi mi ha preso un piede e ha tolto via tutto e la stessa cosa l’ha fatta con l’altro piede. A quel punto ha chiesto a mio padre di tenermi le gambe piegate e sollevate, per pulire meglio tutta la zona.
Quello che ha detto dopo mi ha un po’ turbato: “Sapete, è strano… ha ancora pochi peli pubici, ma ne ha già tanti intorno al retto!”. Allora mio padre mi ha detto di tenermi le gambe da solo, è andato dietro al dottore, si è avvicinato al mio sedere e ha guardato, mentre lui appoggiava il dito sopra. A quel punto ha guardato il mio coso e le palle e affacciandosi fra le gambe mi ha detto: “Sembra che qualcuno sta diventando grande!”.
Finita questa cosa, il medico ha deciso la cura da fare e si è staccato. Non ricordo le espressioni dei suoi colleghi, probabilmente ero così agitato che non ci ho fatto caso. Ho guardato per gran parte del tempo il soffitto e mio coso. Dopo che il dottore si è allontanato, mio papà mi ha aiutato a rivestirmi… mentre mi infilava le mutande addosso e le sollevava verso l’alto, avevo ancora l’uccello duro. Allora me l’ha preso in mano e l’ha infilato nelle mutande, dicendo che era fiero di me. Per fortuna quella è stata l’ultima volta che mi ha visto fare una cosa del genere, anche se la cosa mi imbarazza ancora.
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