“Daniela, lusingata da tali apprezzamenti, si dichiarò subito disponibile per l’incontro del sabato e per l’occasione la troia indossava una gonna nera poco…”
Parlai subito con la mia fidanzata (che chiamo Daniela) della richiesta che
il parroco mi aveva fatta di andarlo a trovare, assieme a lei, il sabato successivo per definire gli ultimi dettagli prima della funzione religiosa. Ma le riferii pure che il parroco aveva espresso piacevoli pesanti apprezzamenti per la disinvoltura di lei nell’esibirsi da donna di alto bordo, mostrando con grande malizia – tra l’altro – le sue bellissime lunghe cosce che l’avevano fortemente eccitato, e che anche il prossimo sabato lui l’avrebbe guardata con maggiore interesse di prima. Daniela, lusingata da tali apprezzamenti, si dichiarò subito disponibile per l’incontro del sabato e per l’occasione la troia indossava una gonna nera poco più lunga di un fazzoletto che lasciava scoperte le giarrettiere delle sue calze a rete nere e scarpe rosse con un tacco da 12. In più sopra aveva un mini top nero che copriva poca parte del suo seno. La schiena sexy e liscia era completamente scoperta così come l’ombelico attraente e conturbante. Stavolta la gran troia non indossava le mutande!
Il parroco ci accolse in abito talare nella canonica e vidi che strabuzzò gli occhi nel guardare la Daniela che subito abbracciò stringendola fortemente a sé, con piena disponibilità di lei a tale lungo abbraccio fino a poggiarle la fica sul cazzo. Anzi notai che Daniela nel contempo le strofinava leggermente la fica sul cazzo. Lui, incoraggiato da tale sfregamento, non mollò più Daniela e passò a baciarla prima sulle labbra e poi le infilò la lingua in bocca. Poiché la mia fidanzata non oppose alcuna resistenza, il parroco si impossessò della sua bocca e iniziò a ispezionarla in ogni suo angolo con la lingua che le roteava dentro facendogliela arrivare fino in gola. Mentre erano ancora in piedi così abbracciati, il parroco mi fece segno di sbottonargli l’abito ed io, ormai eccitatissimo come un asino in calore, glielo sbottonai e venne fuori quel suo cazzo asinino che io già conoscevo. Il parroco sotto l’abito non aveva niente, era completamente nudo! Quindi lui mi fece impugnare il suo grosso cazzo con una mano avviandola per la sega. Ma mentre gli facevo la sega, io tirai fuori il mio cazzo con l’altra mano e incominciai a masturbarmi a mia volta con immensa goduria. Ma io dopo alcuni minuti sborrai lì stesso a terra e subito dopo il parroco mi fece mettere in ginocchio davanti a lui e mi costrinse a fargli il pompino davanti alla mia fidanzata, la quale ogni tanto veniva fatta abbassare da lui per sputare sul suo glande e quindi io continuavo a spompinarlo. Intanto il parroco era passato a leccare il collo della mia ragazza, a succhiarle con avidità le dolci mammelle, mentre a poco a poco la svestiva fino a quando lei non rimase completamente nuda sopra i suoi tacchi a spillo e calze a rete. A questo punto, in un attimo, lui si tolse l’abito, si abbassò per leccare per qualche minuto la fica di Daniela, indi la sollevò di peso e la buttò sul divano, le divaricò le lunghe cosce e la montò con furia leonina. Era uno spettacolo! Il parroco era un grande chiavatore perché i colpi di cazzo che le affondava erano duri e ben assestati, tali da sfiancarla e sfinirla come una bestia martoriata. Le sborrò dentro con rantoli da bestia ferita, poi le estrasse la verga dalla fica e gliela infilò in bocca facendogliela leccare a dovere mentre lei, da impareggiabile vacca, ingoiava ogni grumo di sperma che vi trovava attaccato. Io guardavo mentre continuavo a menarmela. Ma non finì lì, perché il parroco poi fece mettere la mia fidanzata alla pecorina e le spaccò il culo mentre le sbatteva i coglioni sulle natiche. Lui le sborrò anche in culo e ora volle che fossi io a pulire il buco del culo della mia fidanzata ingoiando tutto lo sperma che ne fuoriusciva, ed io eccitatissimo lo feci con immensa goduria. Il parroco era un toro instancabile perché a quel punto lui mi fece montare la mia fidanzata e lui, posizionatosi dietro di me, mi inculò inesorabilmente, spaccandomi letteralmente il buco del culo con iniziale mio grande dolore, ma con grande evidente piacere della mia fidanzata, la quale (come in appresso mi disse) in quella occasione scoprì il vero mio volto!
Qualche giorno dopo, il parroco celebrò il nostro matrimonio e fu così gentile da offrirci a sue spese l’addobbo floreale della sala.
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