“Ammicco’ sorridendomi in segno di approvazione…”
Ciao ragazzi, sono tornata, vi chiedo di lasciarmi commenti sul mio nuovo
racconto..
Baci appassionati..
Ero sdraiato sul letto con un forte mal di testa quando Gloria, la mia adorata, entrò nella stanza. Respirai profondamente tentamdo di trattenere l’aria catturata nei miei polmoni nella speranza di cacciare quel dolore asfissiante. La guardai . Indossava un corto abito estivo nero, decorato con margherite bianche e un ampio decolté. I capelli biondi raccolti in una coda che contrastava i suoi tacchi sexy.
Splendida.
L’orologio al muro batteva con il suo ritmo serrato.
Tic, toc, tic, toc, tic.
Mi stava uccidendo – Esplodi…- pensai
La nostra stanza da letto è grande per un appartamento al secondo piano nel centro di Roma. Il nostro letto matrimoniale è decorato con cuscini colorati e lenzuola fresche. Accogliente luogo di piacere, ma oggi era solo il mio rifugio. Il pavimento della nostra camera è in legno scuro, intenso e lucido; lo stesso tipo di legno del nostro guardaroba – robusto, provato dal numero di volte a fare l’amore premuti contro di esso. L’ampia finestra alla sinistra del letto era spesso protagonista delle nostre fantasie e a volte diventava palcoscenico agli occhi divoranti dei vicini guardoni ed al cortile chiuso sottostante. Sull’altra parete della nostra camera è appeso un autoritratto con stampa incorniciata di Picasso, un falso, che Gloria adorava.
Gloria si aggirava per la stanza, ritoccando il trucco e sistemando i capelli, e nonostante il mio mal di testa, non ho potuto fare a meno di sorridere, ricordandomi del giorno in cui avevamo “acquistato” quella stampa.
Gloria ed io c’eravamo avventurati in un gioco molto piccante.
Eravamo eccitati e annoiati, una combinazione pericolosa per noi. Avevamo già fatto sesso un paio di volte quella mattina, ma lei era alla ricerca di qualcosa di più emozionante. Eravamo nudi sul letto, io leggendo un libro di Stephen King e lei giocando a Pac-Man sul suo cellulare ma capii che lei era annoiata.
“Che ti prende, amore mio?” Chiesi, accarezzando la sua pancia con la mia mano.
“Sono annoiata”, disse. “Pau, andiamo a fare una passeggiata al centro, magari ci divertiremo”, sorrise.
Conoscevo molto bene mia moglie. Era arrapata. Ho notato che si mordeva delicatamente il labbro. I suoi occhi blu-verdi erano pieni di passione.
Non potevo dirle di no.
Ricordo chiaramente quel giorno. Lei era vestita molto leggera per il caldo: un abito semplice, bianco, molto corto con spalline sottili che, a ogni movimento, lasciava intendere che non indossava nulla sotto.
“Che ne dici se non metto biancheria intima?” Chiese sorridendo.
Le piaceva provocarmi. Già da sempre.
In meno di venti minuti, eravamo fuori.
Passeggiando per Roma, Gloria entrò in un negozio che vendeva ogni tipo di articoli per casa. Le sono sempre piaciuti piccoli gingilli decorativi e non sono mai riuscito a dirle di no. Ricordai come il proprietario, un uomo grasso e barbuto, rimase affascinato nel vedere mia moglie vagare per il negozio.
Al nostro entrare, lui ci guardò e ci salutò. Noi intanto iniziammo a curiosare, facendoci un’idea del posto. Gloria, sinuosa come una ballerina, si piegò, non per cercare qualcosa, ma per attirare gli sguardi del negoziante. E con quei movimenti volutamente provocatori, l’abito corto si alzava sempre più, minacciando di esporla completamente.
Il proprietario del negozio rimase a bocca aperta. Da dietro al bancone, guardava con occhi spalancati, pieni di desiderio e lussuria, la donna mezza nuda. Mi avvicinai al bancone e, con la mano, chiusi bocca dell’uomo.
“Mia moglie è una bella donna, vero?” Osservai, sorridendo.
“Quella Dea è tua moglie?” chiese l’uomo, sempre guardandomi, a bocca aperta. Il gioco stava già iniziando a farmi impazzire. Il desiderio nei suoi occhi era profondo e sembrava estendersi anche verso di me.
Lo lasciai fissare mia moglie e andai a fare un un giro per i banchi,sempre tenendo d’occhio Gloria. Dopo qualche minuto, il proprietario si destò dal suo posto, ancora con gli occhi puntati su Gloria, che si chinava ancora una volta in modo affascinante, guardando il Picasso che era a terra, appoggiato al muro. L’uomo si diresse all’ingresso, chiuse la porta e girò il cartello da APERTO a CHIUSO. Musica leggera in sottofondo. Ascoltai per un secondo e mi resi conto che si trattava de La Bohème di Puccini. -Appropriato- pensai..
Spesso metto l’opera durante i nostri momenti intimi con la mia amata. La musica la rilassa, libera la sua mente e le permette di volare con i suoi pensieri. Le piace impazzire di desiderio ed io impazzisco con lei….per lei.
E’ in quei momenti che le nostre anime volano via in un uragano di passione e piacere.
Ero davvero curioso di sapere in che modo si sarebbe evoluta questa situazione in questo negozio di articoli per la casa.
In città c’era un caldo atroce e noi, cercando di sfuggirlo, avevamo trovato quest’uomo in questo negozio.
Girato il cartello, l’uomo si avvicinò a me. “Sei fortunato ad avere una donna così…. tanto…attraente”, mi fece notare. Pronunciava le parole lentamente, come se le stesse scegliendo con cura.
Guardai gli occhi dell’uomo attraverso i suoi occhiali storti. Pensai avesse più di cinquanta anni e indossava una camicia a scacchi rossi e blu stile anni ’90, costretta in un paio di vecchi pantaloni verde pistacchio. Trovai quella la combinazione di colori strana e divertente.
“Si, lo sono.” Sorridendogli.
Gloria si avvicinò a noi, sfiorando con il dito una piccola statua di un Buddha sorridente. I suoi capelli dorati le pendevano lungo le spalle. Le sue nude gambe lunghe erano accentuate da un paio di tacchi a spillo neri che esaltavano la bella curva dei suoi polpacci. Il negoziante era senza parole e continuo’ a guardare mia moglie con gli occhi e la bocca spalancati. Gloria rispose al suo sguardo, le sue labbra sorridevano, quasi brillavano, poi si voltò verso di me e si allungo’ per baciarmi.
Fu un bacio lungo e pieno di passione:la lingua, i denti e il suo gusto.Amo questa donna…
In quel momento mi resi conto che lei era pronta per giocare; voleva divertirsi con il negoziante, farlo impazzire, tanto quanto me. Accarezzai quel favoloso culo nudo attraverso il vestito. Feci scorrere la mia mano più in basso, sotto il tessuto, sollevandolo a sufficienza per esporlo completamente, in modo da eliminare ogni dubbio nella mente del negoziante sull’abbigliamento intimo di Gloria e permettergli di ammirare con i suoi occhi la parte esposta di mia moglie. Lei rabbrividì. Potevo percepire gli occhi dell’uomo fissati su di noi, ma non ho distolto l’attenzione da mia moglie. Sorridemmo consapevolmente l’un l’altro e feci cadere il tessuto del suo vestito.
“Hai trovato qualcosa che ti piace, cara?” sussurrai, sfiorando il mio naso contro il suo.
“Penso che il dipinto sia piuttosto bello”, rispose, indicando la stampa di Picasso che lei vide poco prima.
“Quanto costa?”. Chiesi al negoziante.
Era ancora in piedi, guardandoci a bocca aperta, sembrava che dovesse tornare alla realtà per darci una risposta. Quando parlò, la sua voce era rauca e densa di desiderio. “Mille euro”.
“Un po’ costoso!” Risposi e rivolsi uno sguardo a Gloria. Lei era giocosamente imbronciata. Lo voleva. E non avrei mai potuto evitare di darle quello che desiderava.
“Possiamo concordare un prezzo?” Chiesi, avvicinandomi al quadro, facendo camminare mia moglie accanto a me. “O forse” continuai “fare un accordo?”
L’uomo rimase indietro per un momento, con un’espressione incredula. Stavo facendo l’offerta che sperava di sentire da quando aveva posato gli occhi sulla mia splendida Gloria. “Ci potrebbe essere un modo”, disse.
Guardai il quadro, e poi mi rivolsi a lui lentamente, alzando le sopracciglia per indicare di continuare con la sua proposta.
“Se tua moglie…..” cominciò, poi chiuse gli occhi, cercando le parole giuste e finalmente riuscì a dire: “Vorrei vederla nuda”. Il suo viso arrossì. Sapeva che stava giocando una carta importante.
Guardai Gloria, e lei mi sorrise serenamente. Misi delicatamente la mia mano sotto il suo vestito, e potevo sentire il calore del suo paradiso. “Quindi, vorresti vedere mia moglie nuda, in cambio di cosa?” Chiesi.
Gloria fingeva di essere sorpresa, ma a giudicare dall’umidità tra le sue gambe, sapevo che lo voleva.
“Beh, in cambio vi darò il Picasso”, rispose, e c’era una sfumatura di imbarazzo e lussuria nel suo tono. “È generoso” concluse.
Gloria mosse la sua bocca verso la mia, a un centimetro di distanza, guardandomi negli occhi. “E tu, mio caro, cosa ne pensi? Dovrei spogliarmi qui, nuda, e lasciare che lui mi ammiri?”.
Fingendo di essere infastidita e guardando l’uomo, Gloria prese nelle mani un piccolo elefante di ceramica, poi rivolse i suoi occhi profondi verso di me. Ammicco’ sorridendomi in segno di approvazione. Sapevo che era quello che voleva, poi si avvicinò a lui, pose l’elefante sul bancone e gli accarezzò il viso. L’uomo era paralizzato. Gloria si posizionò dietro di lui e, inaspettatamente, gli morse dolcemente l’orecchio.
“In questo negozio ci sono molti elefanti e molte probosidi..” gli mormorò nell’orecchio. Potevo quasi percepire la dolcezza del suo respiro caldo sulla mia pelle; l’invidia e il desiderio mi pulsavano nelle vene. Cosi dicendo Gloria giro’ ancora fino ad essere in fronte all’uomo, e velocemente con una mano aggrappo le parti intime dell’uomo da sopra i pantaloni . “Hai anche tu una lunga proboscide?” chiese sorridendo sinuosa.
Guardai in silenzio ogni sua mossa, mentre prendeva il controllo del gioco.
“Così, desideri vedermi nuda ” continuò con sicurezza, la luce che la illuminava da dietro, evidenziò il suo corpo a clessidra sotto il vestito. ” Vorresti anche toccarmi lì?” chiese Gloria, tornando al centro del negozio, leggiadra come se non toccasse il suolo.
L’uomo aprì la bocca, la richiuse e ingoiò, non sapendo cosa dire.
“Beh, mille euro per vedermi nuda non è molto…..ma mi piaci”. Lei pronunciò le parole con dolcezza e io ero insicuro a chi fossero indirizzate. Lei mi guardò, e mentre vedevo la lussuria nei suoi occhi, sentivo che il mio pene indurirsi.
“Sì, per favore, la stampa è un omaggio alla tua bellezza”, rispose l’uomo a bassa voce. Non ho potuto fare a meno di considerare quanto potesse essere strana la vita, come se fosse stata progettata, scritta.
In quel preciso momento, una vecchia canzone di Prince suonò alla radio.
You Sexy M.F.! Oh yeah, she was really sexy…
“Alza il volume” ordinò Gloria “ Questa canzone è perfetta”
Lui ubbidì e lei iniziò a muoversi a ritmo della canzone davanti al nostro nuovo amico. Lei fece scorrere le mani lungo i fianchi e accarezzò i suoi seni. Sembrava una ballerina professionale di strip club, anche se, per quanto ne so, aveva ballato solo per me.
La canzone continuò:
“…Come here, baby
You, sexy motherfucker,
Shake your ass,
Shake your ass,
You sexy motherfucker…”
“Lentamente, Gloria cominciò a togliersi quel pezzo di stoffa che ora era di troppo. L’uomo era in piedi, guardando senza parlare, la sua espressione tra incredulo e fortunato.
Gloria cammino’ attraverso il negozio verso di lui, il suono dei suoi tacchi perforava l’aria pesante tra noi. Si tolse l’abito, sfilandoselo da sopra la testa, i suoi fianchi ondeggiavano e io morivo dalla voglia di toccarla. Tuttavia, lei si doveva prima divertire con lui.
Lei si appoggiò a lui e sfiorò dolcemente le sue labbra a quelle dell’uomo. Lui tentò di ricambiare il bacio, ma prima che potesse farlo, lei si posizionò dietro di lui, facendo scivolare le sue dita sui suoi occhi e premendo i suoi seni nudi sulla sua schiena. Lei gli avvolse il vestito attorno agli occhi in modo da oscurare la visione dell’uomo, poi ancora una volta si diresse verso il centro del negozio. Lei mi guardo e mi sorrise sensualmente mentre i suoi seni sodi rimbalzavano davanti a me.ero arrapato. L’uomo non poteva più aspettare e si strappò l’abito dagli occhi.
“Ti piace quello che vedi” chiese, mentre sfilava per l’uomo, mostrandogli il suo corpo perfetto.
Poi lei si avvicinò a lui,ancora una volta.
“Dammi la tua mano”, disse lei. Lui obbedì subito. Gloria prese la mano dell’uomo e la portò tra le sue gambe. Il dito dell’uomo entro’ leggermente per un momento, scorrendo lungo il solco, Gloria gemette per un momento, poi prese la mano dell uomo:
“Assaggia”, gli chiese dolcemente. “Assaggiami”.
“L’uomo obbedì automaticamente. L’estasi gli salì al viso.
“Ora, Picasso è mio, giusto?” sussurrò nell’orecchio dell’uomo. Lui non rispose. Sembrava che avesse perso il potere della parola. Lei ridacchiò e mi fece un gesto per prendere la stampa incorniciata, mentre lei recuperò il vestito per ricomporsi…
Continua…
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.