“Guardandoci negli occhi, all’unisono ci alzammo e ci dirigemmo verso il suv…”
Ci fermammo con l’auto ed iniziammo a scambiarci delle effusioni. Non passò
molto tempo che notammo un bel movimento di vetture. Le macchine parcheggiate si erano messe in moto e si avvicinavano sempre di più alla nostra, attratte come da una calamita. Enrica si tolse al maglietta e strofinò i suoi seni contro il vetro del finestrino anteriore. Un uomo si avvicinò ed iniziò a masturbarsi. Dal buio apparse un altro uomo, sempre con il cazzo in mano,che si diresse verso di me. I due sconosciuti continuavano a menarselo mentre noi ci toccavamo le tette ed i capezzoli duri e turgidi, strofinandoci contro i finestrini chiusi. La logica conseguenza fu: i due se ne vennero, schizzarono sui vetri. Guardavo la sborra dei due colare, mentre Enrica dall’interno l’accompagnava nella discesa con la lingua. Per non essere da meno, imitai al mia compagna ed iniziai a leccare anch’io. Enrico aveva precedentemente acceso la luce interna della vettura per renderci visibili a tutti gli altri ospiti del parcheggio. Allontanatosi i due uomini, ci si accostò un’auto con una coppia all’interno. La lei, scese e venne verso di noi. Indossava uno spolverino aperto sul davanti e sotto non aveva nulla. Due grosse tette, corporatura robusta, fica semi depilata. Enrico fece subito scendere Enrica che si avviò verso la vettura di fronte, per cedere il posto alla sconosciuta. Alla vista del cazzo, munito di preservativo, la donna non esitò a prenderlo tutto nella sua grande bocca. Da dietro mi godevo la scena. Mi affacciai e vidi Enrica completamente nuda, accovacciata a fianco dell’auto del vicino, se la spassava con tre tizi. Scesi in aiuto della ragazza per bilanciare al situazione. Dopo pochi metri fui afferrata da dietro da un uomo il quale mi posizionò sul cofano della macchina a cosce aperte. Prima di scartare il preservativo me lo fece succhiare per bene. Appena in tiro, lo indossò ed allargandomi le cosce me lo infilò nella fica. Era una delle situazioni più eccitanti della mia vita, il tizio era proprio uno sconosciuto, stavo scopando con un uomo al buio, senza vedere il suo volto o sentire la sua voce. Se lo avessi rincontrato non lo avrei mai riconosciuto. Avevo finalmente coronato un mio desiderio; scopare senza alcuna implicazione.
Mi sentivo libera di fare la troia. Fu tanta l’emozione che non riuscii trattenere la pipì, così mentre il tizio affondava il suo cazzo dentro la mia vagina, io gli pisciai addosso. La cosa lo eccitò talmente che nel giro di due secondi venne riempiendo il preservativo. Il momento che lo tolse dal mio corpo, vi fu un getto maggiore, quindi lo annaffiai completamente. Ero in preda ad una vergogna inimmaginabile,avevo delle vampate ,credo di essere divenuta non rossa, paonazza. Finalmente riuscii ad avvicinarmi ad Enrica, aveva un cazzo in bocca e altri due in mano . Succhiando spasmodicamente, agitava le braccia per masturbare gli altri due. Le sgravai il compito prendendo uno dei due in bocca. Non lo avevo mai preso in bocca con il preservativo. Meglio tardi che mai. Si stavano avvicinando altre auto. Sia io che Enrica eravamo al capolinea, la cosa molto eccitante ci aveva un pochino rotto. Guardandoci negli occhi, all’unisono ci alzammo e ci dirigemmo verso il suv. Enrico stava pompando la tettona. Nel vederci arrivare, aumentò il ritmo degli assalti fino a staccarsi dalla donna esausto. Si tolse il preservativo e lo diede ad Enrica, la quale capovolgendolo ne bevve il succo. Chi beve sola si strozza pensai. La tettona si ricompose e tornò dal marito o amante che fosse. Tutti e tre decidemmo di andarcene da quel posto per riposarci un pochino. Li invitai da me dato al breve distanza dal parcheggio.
In un battibaleno fummo casa mia. Decidemmo dato l’ora e al fame di farci due spaghetti aglio olio e peperoncino. Pensata geniale. Mi misi ai fornelli con l’aiuto di Enrica, intanto il maschietto apparecchiava la tavola. Presi dal frigo un prosecco, bello freddo e brindammo alla nostra amicizia. Enrica era molto simpatica, alla mano, mi parve di conoscerla da sempre. prima che si cuocesse la pasta mi misi nella doccia per rinfrescarmi un pochino dopo le vicissitudini serali. Mentre era sotto al doccia Enrica mi chiese se poteva fare pipì. Non ebbi problemi e la invitai ad entrare. Scostai la tenda della doccia ed iniziai a parlare del più e del meno. Non curante della mia presenza mentre pisciava fece un rumorino: rimasi senza parole, la tizia aveva fatto una scorreggia, proprio davanti a me. Senza alcun pudore, ne fece altre due abbastanza rumorose. Io al posto suo sarei sprofondata dalla vergogna, al contrario, lei si mise a ridere ironizzando sull’accaduto. Nella mia vita non mi era mai capitata una cosa simile.
Uscimmo dal bagno e ci mettemmo a tavola. Enrico aveva condito gli spaghetti e li stava mettendo nei piattini di carta. Dopo aver mangiato controllammo l’ora, era molto tardi, quindi proposi ai due di pernottare da me. Non avendo una camera per gli ospiti, si arrangiarono nel divano letto in salone. Dato il caldo mi adagiai sul letto completamente nuda. Tormentata ad mille pensieri e forse dalla calura asfissiante, nonostante la pala sul soffitto, non riuscii a prendere sonno, così mi alzai e mi recai in cucina per bere. Andando in cucina dovetti passare obbligatoriamente per il salone. Vidi nella penombra i due ragazzi che si davano da fare alla grande; lei sopra di lui a cavalcioni, si agitava freneticamente ondeggiando il suo bel culetto avanti e dietro e scuotendo la testa a destra ed a sinistra. Lui da sotto le teneva i seni con le mani. La visione di quella colossale trombata, mi eccitò non poco. Mi avvicinai ai due ed iniziai a baciare la schiena di Enrica. Iniziai dalle spalle per scendere verso il suo bel culetto tondo e sodo. Mi infilai tra le sue chiappe ed allargandole, per vedere il buchetto coperto dai copiosi peli, con la lingua iniziai a forzare per entrare dentro di lei. Più la spingevo, più lei urlava di piacere. Dopo un accurato lavoro di lubrificazione riuscii ad entrare nel suo culo. Da quella posizione,la visione era paradisiaca, il cazzo di Enrico entrava tutto, arrivando fino in fondo, ed usciva con intorno la classica schiumetta biancastra. Trovandomi a portata mi ritrovai il cazzo del tizio in bocca ed assaporai gli umori di Enrica. Con una sola botta, avevo assaggiato sia il sapore del suo culo che della fica. Di lì a poco, stavo per assaporare anche il sapore della sborra di Enrico. Detto fatto, non ci volle molto che mi trovai la bocca inondata. Da brava ragazza quale ero ingoiai tutto con soddisfazione. Il nostro galletto era un pochino spompato, così decidemmo di spassarcela un poco tra femminucce. Enrica mi fece lo stesso servizio che io le avevo fatto poco prima. Sentii l’umido della sua lingua sul mio pube, lentamente scese fino a sfiorare la mia clitoride ormai irrigidita ed inondata di piacere. La prese tra le labbra ed iniziò con la punta della lingua a stimolarla. Venni urlando ed agitandomi come una pazza. Non contenta, prosegui fino al buco del culo mentre venivo sentivo violare insistentemente il mio buchetto, dalla sua lingua. Fu tanta l’eccitazione che il mio culo si dilatò a dismisura permettendo alla lingua di penetrarlo. In quel momento avrei desiderato essere penetrata da un bel cazzo duro. Mai perdere le speranze, Enrico si era ripreso, il suo cazzo era di nuovo eretto come una spada e fu un tutt’uno sentirlo entrare nel mio buchetto senza forzare assolutamente, dato la laboriosa e meticolosa lubrificazione della sua compagna. Mentre assecondavo con piacere gli assalti dell’amico, Enrica si era distesa davanti a me con le cosce spalancate. Non contenta si aiutava con le mani per allargare la fica. Nel vederla completamente aperta, iniziai a leccarla a dovere. Non ci misi molto a farli venire entrambi. Esausti dalla serata questa volta ce ne andammo a dormire.
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