“La bella signora si trovava tra due fuochi, uno in mano e l’altro in bocca…”
Avevo un forte bruciore alla fica , fu così che presi Silvia
per i capelli e la diressi tra le mie cosce. Silvia iniziò a leccarla dolcemente con la lingua ancora sporca di sborra, roteandola prima sulle grandi labbra e poi sulla clitoride, fu allora che le presi la testa e la strofinai violentemente sulla fica lavandogli la faccia. Silvia dovette prendere una maglietta per asciugarsi il volto tutto intriso dai miei umori. Di fronte a quella scena Daniele perse completamente tutti i freni inibitori, tanto che prese la povera Silvia e senza parlare le infilò il cazzo nel culo, lei urlò, non so se dal piacere o dal dolore, sta di fatto che di lì a poco lo stesso trattamento mi veniva selvaggiamente inflitto da Paolo. Fino ad ora avevo avuto il suo cazzo ovunque ma non nel culo. Premetto che il mio buchino è piccolino ed ultimamente poco usato per pratiche sessuali. Da adolescente lo usavo assiduamente, per soddisfare i fidanzatini che non si accontentavano della solita pippetta. Con questo sistema sono rimasta vergine fino a 21 anni.
“rotta in culo si… ma vergine”.
Quel coso enorme che si insinuava prepotentemente tra le mie chiappette, allargandomi il buchino in dismisura, mi dava un dolore straziante, insieme ad una spiacevole sensazione di… Avrete capito, non andiamo in particolari fastidiosi. Spostai lo sguardo affianco e mi sentii osservata da Daniele. Lo stronzo si stava godendo la scena dal di fuori, inculandosi la bella Silviotta che godeva come una matta. Nel vedermi paonazza annuì un sorrisetto, del tipo hai voluto la bicicletta ora pedala; si era accorto sbirciando dalla nostra parte della grossezza del cazzo che avevo tra le chiappe. Continuarono ad incularci per un po’ fino a venirsene. Paolo venendosene mi fece una sorta di clistere che mi costrinse ad andare di corsa alla toilette. Anche Silvia mi seguì. Dato il bisogno impellente feci per prima. Vederla vicino me mentre andavo in bagno mi imbarazzava un pochino, lei senza batter ciglio si dava una sciacquata alle tette ed alle chiappe ancora doloranti. Ormai si era fatta ora di pranzo, erano circa le 14,00. Presi dalla foga e dalla novità ci eravamo dimenticati di pranzare. In un battibaleno mi misi ai fornelli e cucinai uno spaghettino da far resuscitare i morti. Finito di pranzare, preso un buon caffè, ci dirigemmo di corsa al bordo della piscina. Non ricordo quanto tempo passò, so solo che mi feci uno di quei sonni che da anni non facevo. Il sesso fatto bene mette grossa serenità.
”Scopate gente scopate”…
Quando mi svegliai non trovai nessuno dei compagni di ventura. I pelandroni si erano dileguati non so dove. Rimasi ancora un poco sul lettino a godermi gli ultimi raggi di sole. Amo il mare al tramonto , è l’ora delle ombre lunghe questa meravigliosa osservazione la devo ad una persona straordinaria con la quale ero stata qualche anno addietro. Ce ne andavamo al mare con la sua mitica auto d’epoca, una bellissima e restauratissima 124 spider bianca. Ogni volta che tornavamo in città lui mi faceva notare sul litorale, al tramonto, le famose ombre lunghe, come le chiamava. Da allora ogni qual volta mi ritrovo per quell’ora al mare mi ricordo di lui. Scusate i ricordi ma quella persona ha contato molto per me, non credo che lo scorderò mai. (Peccato fosse sposato).
Torniamo a noi, dove eravamo rimasti?
Ah ero sola soletta sul lettino, quando un uomo maturo molto affascinante, mi si avvicinò cercando di fare amicizia. In vacanza, non disdegno nulla e ormai mi sentivo una sicurezza interiore datami dalla precedente esperienza. Ero una mangia uomini ed anche donne (chiave di lettura femminile) – Grossa troia (chiave di lettura maschile). Cosa fare, ero sola, quindi accettati di buon occhio le lusinghe del tipo. Per fortuna non era il solito cretino accondiscendente che per parlare addirittura imposta il timbro di voce dandosi un tono (per me da stronzo). Mi offri qualcosa da bere al bar. Poco dopo ci alzammo ed ordinammo due bevande. Continuammo per un pochino chiacchierare del più e del meno.
Mentre eravamo assorti a parlare, arrivarono i tre amici. Daniele e Paolo guardarono il signore di nome Antonio, in cagnesco, come un rivale.
Silvia al contrario, iniziò a fare la civettuola con il nuovo arrivato. Devo ammettere onestamente, che per la sua età non era male, un pensiero ce lo avevo fatto pure io. Ormai avevo una sicurezza nel relazionarmi con l’altro sesso , che nessuna poteva competermi. Avevo chiaramente intuito, da donna di mondo che ormai ero, che Antonio puntava a me. Mentre tutti stavano seduti ai loro tavolini e la musica riempiva con il suo ritmo tutto il circondario, salii su di un tavolino ed iniziai a ballare togliendomi delicatamente e sensualmente , i pochi indumenti che indossavo. Eravamo in un villaggio naturista, probabilmente nessuno scandalo, ma giuro, non scorderò mai i volti dei ragazzi sul mio corpo, che armoniosamente volteggiava completamente nudo sul tavolino. Credo di essermi guadagnata in un sol colpo l’odio di tutte le ragazzotte presenti. Antonio, fece un sacco di complimenti sul mio fare così spigliato. Aggiunse pure, che avrebbe avuto piacere nel presentarmi la moglie, al momento assente. Pensai alla solita balla, mi sbagliavo, poco dopo vidi arrivare una bella signora verso di noi. Antonio sollevò il braccio per chiamarla e lei ci raggiunse immediatamente. Era veramente una donna notevole aveva uno charme, fuori dal comune. Nulla da eccepire anche sotto il profilo fisico, un corpo veramente statuario. Non fui la sola ad apprezzarla, i due maschietti non stavano più nella pelle, la divoravano con i loro sguardi. La donna con fare grazioso, si presentò; anche il nome aveva bello, Domitilla. I due coniugi ci invitarono da loro per una serata assieme. Eravamo in un villaggio turistico, non a Cap Agde, quello che ci era accaduto con Paolo e Silvia, non necessariamente si sarebbe riproposto con i nuovi amici. Personalmente a me avrebbe fatto molto piacere; la situazione e l’aria che si respirava in quei giorni, mi aggradava notevolmente, rendendomi ricettiva ad ogni tipo di trasgressione. Per gli altri, non avevo dubbi Silvia sbavava ogni qual volta Antonio le rivolgeva la parola,Daniele e Paolo erano completamente usciti fuori di testa per Domitilla. Arrivammo al loro bungalow e ci sedemmo in veranda eravamo tutti intorno al grande tavolo, quando Domitilla, senza dir nulla iniziò a portare del cibo. La cena improvvisata fu fantastica. Mentre mangiavamo, credo che ognuno di noi quattro, pensava a come coinvolgere la coppia nei nostri giochi. Dato il caldo, Domitilla ci propose di metterci in libertà porgendoci due parei. Sia io che Silvia eravamo già in libertà, indossavamo solo il costume. Ci suggerì di toglierlo rimanendo completamente nude sotto il trasparentissimo pareo. Senza farci replicare iniziò togliersi gli indumenti e rimasta completamente nuda si annodò il pareo attorno alla vita. Poco dopo eravamo pronte e tutte e tre tornammo in veranda. Antonio propose di andare sul lungo mare ad ascoltare il rumore delle onde rifrangersi contro gli scogli. Ci incamminammo, la spiaggia era poco distante. Durante il cammino, ci imbattemmo in alcune coppie che si davano molto da fare. Mentre eravamo seduti poco distanti da loro, notammo le due coppie che si scambiavano i partner senza alcun problema. Antonio e Domitilla ci chiesero cosa ne pensavamo; quale era il nostro punto di vista. Risposi io per tutti, asserendo che ognuno era libero di fare quello che voleva, ed aggiunsi, sempre se tutti d’accordo. Io la buttai là ad intenditor poche parole. Il tempo trascorreva serenamente, fu allora che decidemmo di fare un bel bagnetto: il mitico bagno della mezzanotte. Dato che non eravamo in un film, ma in piena realtà, dissi ai prodi giovani di procurarsi della legna per fare un bel falò, per riscaldarci all’uscita dall’acqua. Senza farselo ripetere i tre andarono in cerca di legna da ardere. In poco tempo accatastammo un infinità di arbusti sulla sabbia. Accendemmo il fuoco e ci buttammo in mare. Avendo paura me ne stavo attaccata ai miei amici, quando qualcuno mi mise una mano tra le chiappe cercando il mio buchetto. Feci finta di nulla per non creare problemi specialmente per non mettere in imbarazzo i nuovi amici. Probabilmente la mano era di uno dei due furbacchioni, per fortuna avevano preso me e non Domitilla; sai che figura di cacca. Uscimmo dall’acqua un po’ per volta, i primi furono proprio Domitilla ed Antonio. Devo ammettere che entrambi avevano un bel culetto sodo. Noi quattro rimanemmo ancora qualche minuto in mare. Sentii i pesanti commenti dei due cretini su Domitilla. Non potei biasimarli effettivamente era proprio una gran bella donna. Ci mettemmo tutti intorno al fuoco per asciugarci, iniziammo a muoverci come in una danza, Volenti o nolenti noi femminucce saltando , agitavamo le tette sotto gli occhi dei nostri compagni. Un poco la situazione , un poco l’aria salmastra, in un battibaleno i tre furono in erezione. I loro cazzi duri si muovevano a destra ed a sinistra. Lo spettacolo era molto eccitante, non per la scena che si proponeva ma per quello che ne sarebbe venuto fuori di lì a poco, almeno nell’ immaginario di ognuno di noi. Dopo esserci asciugati, si formarono le coppie, questa volta regolari ognuno con il proprio partner. Iniziammo a pomiciare, o limonare,o paccare, o come vi pare, molto vicino l’uno all’altro. Mentre Daniele mi stava scaldando baciandomi intensamente in bocca e con la mano mi stimolava la clitoride,non potei fare a meno di vedere Domitilla presa in un colossale pompino al marito e Silvia alla pecorina che lo prendeva in fica da Paolo. Per non essere da meno presi il cazzo di Daniele nella mano e me lo infilai nella fica allagata di piacere; la visione delle due coppie mi aveva stimolato non poco, portandomi ad un livello di eccitazione, fuori da qualsiasi schema. Non essendo mai stata un amante silenziosa, iniziai ad ansimare ad alta voce. Ad un certo punto mi accorsi che Domitilla mi stava massaggiando uno dei seni puntando sul capezzolo. Rimasi un attimino costernata, la trasgressione era divenuta una malattia contagiosa. La guardai intensamente e le porsi le mie labbra, lei mi baciò riempiendomi la bocca con la sua calda lingua. Mi eccitava sentire il sapore del cazzo di Antonio fino a poco prima nella sua bocca. Antonio si mise davanti a Silvia mettendole il suo bel cazzo in bocca, Lei lo prendeva da dietro da Paolo e sul davanti succhiava il bell’Antonio. La stronza si era accaparrata due bei cazzi. Daniele si tolse dalla mia fica ed iniziò farselo toccare da Domitilla. Lei senza replicare glielo prese con una mano e con l’altra iniziò a massaggiagli i coglioni stringendogli le palle. Vista al scena, Paolo per non essere da meno,si avvicinò alla bella signora e prendendola per al testa gli infilò il cazzo in bocca. Lei iniziò subito succhiarlo, accogliendolo tutto fino in fondo, roteando la lingua sulla cappella. La bella signora si trovava tra due fuochi, uno in mano e l’altro in bocca. Il marito, deliziato dalla bocca esperta di Silvia si godeva la scena con aria molto compiaciuta. La moglie intanto, posizionata a quattro zampe continuava a succhiare Paolo , mentre Daniele la prendeva da dietro. Vedevo la donna impazzire di piacere, mentre i due cazzi , entravano ed uscivano. Continuarono per un poco in quella posizione poi i due giovani si diedero il cambio. Il primo a venire fu Daniele che le schizzo in faccia, subito dopo fu la volta di Paolo che le bagno tutta la schiena. La donna dopo essersi pulita , si accovacciò su di un fianco e guardò intensamente il marito. Lui lo tolse dalla bocca di Silvia e si avvicinò a me; era il mio turno, mi mise alla pecorina ed iniziò a cavalcarmi; mi stava scopando sotto gli occhi di tutti, mi sentivo osservata da occhi indiscreti che rubavano al mia intimità . Finalmente mi venne dentro, sentii la sua sborra calda inondarmi la fica. Non appena uscito, sentii un altro cazzo penetrarmi, con la coda dell’occhio vidi Paolo, che mi fotteva alla grande. Non ci volle molto che pure lui venisse agitandosi non poco. Per ultimo sentii il cazzo di Daniele, nenche mi voltai, quello lo conoscevo molto bene. Alla fine dopo essere venuto pure lui, ebbi un applauso caloroso dal resto del gruppo. Me li ero scopati tutti uno dietro l’altro. Alzandomi, tutta la sborra che avevo immagazzinato, mi colò dalle cosce bagnando il pavimento. Ci rivestimmo e salutammo i nostri amici dandoci appuntamento per l’indomani.
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