“La trappola era scattata pensò Diego e finalmente avrebbe potuto, per giunta già nel letto, osservare Marina e vedere le sue reazioni alla vista di quel film…”
“Penso sia quasi superfluo raccontare qui, agli uomini, quel mix di sensazioni
ed emozioni forti, eccitanti, cotraddittorie e per certi versi laceranti nell’animo, dovuto alla sola idea di fantasticare sulla propria lei che si abbandona a qualcosa di sessualmente trasgressivo sotto i propri occhi. E tanto maggiore è il sentimento d’amore che si prova per la Lei, tanto maggiore quelle emozioni esplodono in modo dirompente, specie se noi stessi siamo stati gli artefici del frutto proibito proposto alla nostra donna; una sorta di sado-masochismo psicologico che lentamente, ma inesorabilmente, s’insinua nei pensieri sino ad impadronirsi totalmente della mente di Lui”. Con questa ed altre considerazioni, iniziava l’introduzione del libro di Diego, un affermato psicoterapeuta di 45 anni che a quel libro aveva dato non a caso titolo: “viaggio della mente nel regno del proibito”. Un’opera che non voleva avere nelle intenzioni dell’autore alcuna pretesa scientifica, ma piuttosto carattere divulgativo, sondando attraverso l’empatia, quindi per esperienza diretta, il magico mondo e per questo misteriosamente attrattivo, della sessualità di coppia, quando si avventura verso i territori inesplorati della sessualità di coppia altrui. Per scrivere il suo libro Diego riteneva di avere a disposizione una casistica enorme, frutto della sua esperienza professionale e mai si sarebbe aspettato di restarne così coinvolto a livello personale, da fargli balenare nella testa di ricorrere all’aiuto di sua moglie. Non perchè quest’ultima fosse anche lei psicologa o psichiatra.No, tutt’altro. Marina, sua moglie, era una dirigente di banca tutta d’un pezzo.Una bellissima donna, sua coetanea. Mora, capelli lunghi, due occhi celesti che riproponevano il cielo, alta e ben fatta.Quasi sempre vestita in modo classico, che ne aumentava fascino e sensualità.Quel tipo di donna che incontrandola per la strada non si può fare a meno di voltarsi ad ammirarne l’eleganza e con un pizzico d’invidia pensare all’uomo che se la “cucca”. Già, ma come coinvolgere Marina nell’aiuto sperato pensava Diego? Lui poi aveva sempre lasciato fuori della porta domestica il proprio lavoro e anche i rapporti intimi con Marina, sebbene soddisfacenti, non erano mai andati oltre certi limiti. In diversi anni di matromonio, tanto per dirne una, Diego aveva dovuto persino rinunciare a ogni tipo di rapporto anale con lei. Marina, che fosse stato il pene, un dito o altro oggetto di trastullo, il proprio culetto (e che culetto!), proprio non lo dava. Persino un’altra pratica, come quella di farsi venire in bocca, Marina non la gradiva molto. Insomma, Marina era una moglie, una mamma (perchè con Diego aveva avuto due figli) e una donna invidiabile, ma sotto le lenzuola Diego aveva dovuto riporre tutte le sue velleità. Eppure ne era stato, e lo era ancora, innamoratissimo.Per farla breve, il libro di Diego sembrava giunto ad un capitolo morto e senza l’aiuto esplicito di Marina, capace di fornirgli un’esperienza diretta sui temi scottanti che doveva affrontare, difficilmente sarebbe riuscito a portarlo a termine con successo. Ma ecco che Diego, già in quel vicolo cieco nel quale sembrava essersi cacciato, si rese conto che proprio quell’impasse era la prima emozione da mettere nero su bianco nel suo libro e che rispondeva alla più banale delle domande alla quale ogni uomo, desideroso di fare un’esperienza nuova ed eccitante con la sua compagna, deve rispondere: come introdurre prima il discorso e come coinvolgere dopo la propria Lei? A questo punto Diego ripercorse all’indietro negli anni i momenti vissuti con Marina; li scandagliò, li sezionò sino a farne anatomia temporale,alla ricerca di quel varco,di quella “vulnerabilità” nella mente di Marina che potesse consentirgli di affrontare la tematica senza troppo esporsi sul piano peronale e soprattutto senza mettere a repentaglio la sua “reputazione” di marito sinceramente innamorato di Lei. Affrontare un argomento così scabroso, sia pure per via del libro che ormai per lui era diventato un alibi, poteva rivelarsi un boomerang per il rapporto consolidato con Marina. Ma ecco che finalmente gli parve di trovare la soluzione.Creare, attraverso quella che doveva sembrare la casualità, la circostanza giusta per poterne almeno parlare. Aveva letto che tra i programmi televisivi di una emittente a pagamento alla quale era abbonato, quella sera sarebbe andata in onda una puntata della rubrica dedicata alle tendenze del momento.Con in studio giornalisti, sociologi e anche psicologici (meraviglioso pensò Diego) sarebbe stato trasmesso un film hard girato nel mondo dei privè e degli scambi di coppia, a cui avrebbe fatto seguito il dibattito in studio. Diego predispose il tutto affinchè Marina, che in fatto di zapping non era seconda a nessuno, potesse impadronirsi del telecomando opportunamente lasciato vicino al suo cuscino affinchè fosse direttamente lei a sintonizzarsi casualmente sul programma…e così, fortunatamente per Diego, avvenne. Marina alla vista delle prime scene, con una coppia di coniugi che entra nel locale inequivocabile, esclamò: “adesso anche i film porno su questa emittente che pensavo fosse un pò meno di cassetta delle altre!”. E Diego, prima che lei cambiasse canale, si affrettò a corregerla quasi distrattamente: “no cara, non si tratta di porno fine a se stesso, ma di una inchiesta giornalistica che prende spunto dal film al quale seguirà il dibattito in studio.L’ho letto oggi sul giornale”. Ah, ma allora è interessante, lo guardiamo se per te va bene, aggiunse Marina. La trappola era scattata pensò Diego e finalmente avrebbe potuto, per giunta già nel letto, osservare Marina e vedere le sue reazioni alla vista di quel film annunciato come molto, ma molto spinto. Il film era ben fatto davvero, con degli ottimi attori calatisi nella parte alla perfezione e anche se le scene di sesso erano assolutamente esplicite, l’atmosfera soft del locale con musiche e luci appropriate ed un belissimo cast femminile e maschile, riusciva a non scadere nella volgarità. A Diego, che con un occhio guardava la Tv e con l’altro osservava Marina, non sfuggì l’espressione compiaciuta del viso di lei quando venne proposta la scena nella sala da ballo, con le varie coppie vestite elegantemente ma con le ladies decisamente sexy, che al lento e suadente ritmo della musica, gli uomini iniziarono a palpeggiare e a mostrare l’abbigliamento intimo, alzando con disinvolta delicatezza gli abiti lunghi delle rispettive partner . La maestria del regista nel cogliere i volti ammiccanti di quei ballerini improvvisati, sui culetti abbelliti da indumenti che ogni uomo sogna, fece esclamare a Marina un “però?!” che parve sembrare a Diego un avvio benaugurante. A tal punto che egli aggiunse con un pò di coraggio dovuto alla prima eccitazione: “ecco Marina,se io fossi il regista adesso proporrei una scena dove ci si scambia il partner di “ballo” e senza soluzioni di continuità con i palpeggi delle mani divenute di altri”. E la scena cambiò proprio come prefigurata da Diego, con Marina che aggiunse, mentre si faceva più vicina a Diego: “il lento di questo ballo mi sta coinvolgendo e il rallenty coerente alla musica di quelle mani sui sederi delle donne quasi me ne fa avvertire il calore”. Era musica alle orecchie di Diego. Marina si stava scaldando evidentemente e ne ebbe la certezza quando nella scena successiva vennero proposti i due coniugi nel locale a “spiare”da dietro una grata ciò che stava accadendo in un salottino privato; su un letto adornato di velluto rosso una donna, moglie di un qualche avventore, era stata data in “pasto” a tre single decisamente dotati che si dilettavano, tra gli sguardi intensi di altri occhi indiscreti, a farsi segare e, a turno spompinare, mentre il compagno, poco in disparte, si masturbava sempre più velocemente in un ritmo cadenzato dagli occhi della sua lei, nei quali si leggeva,strano a dirsi, le gesta d’amore per il suo uomo che andava regalando a quei tre. Marina si fece ancora più vicina a Diego che la sentì calda,e poi pronunciare, appena sussurrato, una specie di languido lamento. Allungò una mano e iniziò ad accarezzarla all’interno delle cosce e poi lentamente salì, millimetro dopo millimetro, su quella pelle sempre straordinariamente vellutata, sino all’inguine, raggiungendo il bordo sottile delle mutandine umide di lei dalle quali si facevano largo i primi riccioli di pelo. Il pelo di Marina era un’opera d’arte naturale; così folto, scuro,compatto eppure mai che ne debordasse alcuno oltre il dovuto; nascondeva la figa di lei alla perfezione e soltanto quando bagnata, come in quell’istante, riusciva ad emergere con le sue grandi labbra gonfie di piacere. Anche Marina adesso aveva allungato la sua mano e senza riserve, iniziò a segare Diego con gli stessi ritmi attenti di lui che gli sussurrò: “su quel letto di velluto rosso adesso siamo in sei e tu sei diventata la regina del trono”. “Si, sono la regina e voglio il mio trono; dammi il cazzo, lo voglio,voglio il Tuo cazzo e il cazzo di quei tre”. Davvero Diego non riusciva a credere a ciò che stava ascoltando. Oltre alle parole poc’anzi profferite da Marina, lo aveva stupito il tono con le quali le stesse erano state pronunciate. Insomma, aveva l’impressione di scopare con Marina come fosse con un’altra donna, perchè mai l’aveva vista eccitata e troia come adesso. Mentre faceva questi pensieri un pò confusi tra loro, le scene del film erano nel frattempo cambiate e adesso i due coniugi che avevano preso decisamente confidenza con il locale e con i suoi frequentatori, si avvicinarono ad una donna bionda molto bella, la quale mentre si faceva impalare nel culo cavalcando e dando la schiena all’uomo, ne spompinava un’altro.I movimenti ritmati del corpo, con primi piani sulla figa aperta, davano la sensazione di essere cadenzati in un moto perpetuto tra culo e bocca .Uno sguardo d’intesa tra i coniugi e i tre ai quali si erano avvicinati, fece nuovamente cambiare scena. Adesso era la lei dei due coniugi ad essersi impossessata con il culo del cazzo ancora sgocciolante preda della bionda sino ad un’istante prima così come, suo, fece in bocca l’altro uccello, che un attimo dopo le esplose in gola in contemporanea con un fiotto di “crema” che inondò la bionda sul viso della quale il marito di lei si era andato dedicando. Alla vista di quelle scene in TV che con il trascorrere del tempo si erano fatte sempre più esplicite ed incalzanti Diego, ma soprattutto Marina, sembravano prendere parte a quel film, tanto che quest’ultima in preda all’istinto più primordiale urlò:”dammelo, dammelo, lo voglio nel culo anch’io, sfondami tutta”. Diego , anche se incredulo a quelle parole dette con tanta veemenza, non se lo fece ripetere due volte. Lei si era già posizionata a pecorina davanti al suo cazzo e si allargava il culo con il palmo delle mani appoggiate sulle natiche sode e Diego, dopo averle leccato tra mille mugolii di lei, la rosa del suo culetto, la sodomizzò infliggendole una piccola tortura di dolore e di piacere.Mentre la sbatteva da dietro come sempre aveva desiderato, lei si masturbava la figa, dandosi ulteriore piacere a quello che già le proveniva da dietro, porgendo di tanto in tanto le sue dita bagnate dalle quali lui avidamente beveva. Godettero entrambi di quegli attimi interminabili,sino a quando le contrazioni del culo di Marina e i suoi rantoli vocali tradirono l’attimo dell’estasi pura di lei accompagnata dal suono gutturale di Lui che la riempiva tutta di sborra.
Dopo quella sera nella quale era stato consumato tra Diego e Marina più di quanto non fosse avvenuto in anni di matrimonio, Diego confidava a quel punto di ultimare presto il suo libro accompagnando Marina che ormai sembrava ben disposta per una serata in privè. Ma ciò che davvero Diego non si spiegava era stata quella metamorfosi improvvia di sua moglie che se da un lato lo aveva lusingato, dall’altro lo aveva un pochino sconcertato. Non tardò questa volta ad aprirsi con Marina per le perplessità, anche se gradevoli, che il suo comportamento aveva suscitato in lui.E lei molto sinceramente gli rispose che notti prima aveva fatto un sogno e nel sogno c’era lui intento a scrivere un libro presto divenuto best-seller dell’editoria erotica. Il titolo del libro? Lo si lascia facilmente intuire alle lei che hanno avuto,si spera, l’eccitante avventura di fare lo stesso sogno di Marina.
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