“In un’altra occasione si era tolto la soddisfazione di averle entrambe abusando dei loro bei culetti, uscendo da una ed entrando nell’altra…”
Il tempo di mettersi qualcosa addosso e ci espose la sua folgorante
proposta: animare al serata con l’ausilio di una persona estranea a tutti noi, che per denaro si sarebbe messa a nostra completa disposizione appagando ogni nostro desiderio più remoto. Il sogno nel cassetto di Marina era avere una relazione sessuale con tanto di penetrazione, con una persona dall’apparenza femminile , con attributi maschili, credo poterla definire genericamente transessuale, non offendendo nessuno. All’uopo, ci rivolgemmo ai nostri amici indigeni; chi meglio di loro abitando in loco, sapeva dove trovare quel tipo di diversivo; a mio avviso sovente usato dalla coppia, per rallegrare le solitarie e lunghe serate in campagna. Come volevasi dimostrare, Valentina ed Antonio si dimostrarono molto benevoli alla proposta e senza indugio alcuno ci confessarono la loro relazione con una trans fidata e discreta. Il tempo di fare una telefonata e fissare un appuntamento in un noto locale notturno del paese e ci trovammo con lei, Rita questo il suo nome,all’ingresso del locale; onestamente ci misi del tempo per rendermi conto che fosse un uomo; il suo corpo statuario, le sue tette perfette, i suoi lineamenti femminei mi colpirono al punto che il mio desiderio di averla maturò al punto di scordarmi che si trattasse di un uomo. Fantasticai tra me e me di prenderla nel culo proprio nel momento che lui/lei avrebbe infilato il suo cazzo,( a detta di Valentina bello grosso e nervoso) dentro la fica di mia moglie. Nel preciso istante che lo infilava lentamente dentro, facendoglielo sentire tutto fino in fondo, dilatando delicatamente le pareti della fica fino a farle aderire come un guanto al suo membro,io avrei fatto la medesima cosa nel suo buco del culo. Entrammo nel favoloso locale , gremito di persone che ballavano e si divertivano attorniati da luci sfavillanti e musica ad alto volume. Alcune ragazze con abiti succinti ballavano per conto loro dimenandosi e facendo intravedere alcune parti anatomiche di rilievo. Mi accorsi incredulo che le tizie in questione erano prive di biancheria intima, da sotto si godeva un panorama diciamo , molto stimolante. Claudia, che per l’occasione aveva indossato una gonnellina trasparente, per non essere da meno, si sfilò le mutandine ed iniziò la sua spasmodica danza agitandosi come un’ossessa. Marina senza indugio si tolse lo spolverino e rimase solo con una canottierina di una taglia più grande, che lasciava intravedere le sue belle e sode tette, che agitate dal movimento del ballo strusciando sul tessuto, avevano inturgidito i suoi bei capezzoli scuri. L’unica che non si lasciò andare fu Valentina la quale rimase seduta al tavolino sorseggiando un drink. Guardavamo le due donne ballare e notavamo un crescendo di persone allinearsi al loro fianco. Finita la musica ci raggiunsero e si sedettero per riposarsi. Uno stuolo di giovanotti si fece avanti per reclamare le due ballerine affinché tornassero in sala a ballare rallegrandoli con le loro grazie. Claudia aveva puntato un bel giovanotto e senza farselo dire due volte accettò l’invito a ballare con lui. L’atmosfera si era addolcita i frenetici balli di gruppo erano terminati, era il momento dei balli romantici, lenti appassionati che stimolavano varie effusioni tra i due sessi. Assistemmo ad una delle più forti pomiciate mai viste in pubblico: Claudia si era avvinghiata al giovane e piano piano aveva fatto scivolare la sua mano all’altezza della patta dei jeans , iniziando a palpare il suo cazzo su e giù;lo stava masturbando strusciando la mano sul tessuto dei pantaloni, lui dal’altro canto non si era perso d’animo e senza indugio le aveva piazzato sulla gonna una bella mano tra le chiappe dilatandole entrambe. Da quei gesti si era passati a sensualissimi baci sul collo, leccatine sensuali sulle orecchie e per finire le due bocche si erano finalmente congiunte con vivaci movimenti di lingua. Fulvio assisteva combattuto tra stupore ed indignazione. Vedere le prodezze della propria consorte con uno sconosciuto oltretutto in un locale pubblico, lo imbarazzava non poco. La performance pubblica non durò molto, Claudia si congedò dal suo spasimante e ritornò al tavolo. Senza fiatare Fulvio rimproverò la moglie per non aver avuto il coraggio di andare oltre, sfidandola a terminare quello che aveva iniziato. Su tutte le furie la donna si alzò e si diresse senza indugio verso il tavolino del ragazzotto e dopo averlo preso per mano s’incamminò verso la toilette. I suoi intenti erano palesemente intuibili, voleva portare a termine sotto precisa indicazione del marito il rapporto iniziato in pubblico, in un luogo più appartato e più conforme ad una prestazione sessuale senza tabù, con tanto di fellatio e conseguente penetrazione vaginale. Ci vollero circa quarantacinque minuti per rivedere la bella Claudia tornare al tavolino con aria di chi ha toccato il cielo con un dito. In quel preciso momento mi accorsi senza alcun ripensamento che a Claudia piaceva enormemente il cazzo; attenzione non le persone, il cazzo proprio quella protuberanza più o meno grossa tra le gambe di qualsiasi animale maschio della specie umana. Senza alcun pudore ci raccontò momento per momento la sua tresca amorosa nella toilette del locale: seduta sulla tazza del gabinetto aveva iniziato dopo aver calato i pantaloni al giovane, a leccargli per prima la cappella, roteando tutta attorno la lingua ,insinuandosi tra la pelle ed il glande stesso, aggirandolo spasmodicamente tutto attorno e soffermandosi nella parte centrale ricca di nervature sensibili. Conseguentemente, spalancando al bocca vogliosa, se lo era introdotto tutto fino in fondo, assaporando il piacevole sapore del cazzo e sentendo l’estremità della cappella sfiorarle le tonsille. Non lo aveva fatto sborrare in quanto voleva sentirlo dentro di se, mentre ancora zuppo di saliva si introduceva lentamente in tutto il suo splendore dentro la fica intrisa di liquidi umorali. Lì il dolce su e giù aveva preso il sopravvento ed ad ogni affondo corrispondeva un piacere profondo. Il tutto si era placato di botto, con un forte colpo di schiena da parte del ragazzo,il quale esausto aveva scaricato tutto il suo denso ed appiccicaticcio piacere dentro il corpo smanioso e voglioso della femmina. Estremamente intrigati dal variopinto e stimolante racconto della nostra amica, decidemmo di ritirarci per raggiungere al più presto al nostra adorata dimora. Usciti dal locale portammo con noi Rita, con la quale pattuimmo una cifra forfettaria per rallegrarci nei nostri giochini sessuali donandoci emozioni forti ,mai provate fino ad ora . Per una cifra ragionevole, lei si mise completamente a nostra disposizione non vietando assolutamente nulla per quello che le concerneva; era attiva con le donne, penetrandole in entrambi i canali e passiva con i maschi che avessero voluto averla sia oralmente che analmente. In poche parole noi maschietti , avevamo l’occasione di toglierci qualsiasi dubbio sulla nostra sessualità e la nostra indiscussa virilità. Ci trovavamo davanti ad un uomo dall’apparenza di una donna e che donna, a nostra completa disposizione disponibile ad ogni nostra più ancestrale deviazione sessuale. Antonio ci confidò, pur non essendo omosessuale, di aver desiderato ed infine concretizzato, di succhiare il cazzo a Rita. Confuso dalla sua fisionomia ed attratto dalla voglia di trasgredire, una sera, mentre Valentina, li stava succhiando entrambi alternandosi tra un cazzo e l’altro, lui si era spostato e affiancandosi alla consorte le aveva dato una mano nel far sborrare la bella trans, trovandosi faccia a faccia a dividersi il cazzo. In un’altra occasione si era tolto la soddisfazione di averle entrambe abusando dei loro bei culetti, uscendo da una ed entrando nell’altra. Io e Fulvio ci guardavamo un pochino sorpresi e non sapendo cosa dire ce ne stavamo zitti per non dare scontati giudizi affrettati; ognuno era libero di vedere il sesso a modo suo prefiggendosi dei limiti per poi eventualmente oltrepassarli.
A breve avremmo visto Rita nel suo splendore ed avremmo ammirato la sua maestria nel sollazzare le signore. Sia Marina che Claudia non stavano nella pelle pensando che da lì a poco sarebbero state oggetto delle attenzioni di una trans, sottoponendosi passivamente alle sue carezze, ai suoi baci, alle sue lusinghe e non ultimo alla sua sessualità. Essere amate da una donna , abbandonarsi ad un rapporto saffico e nello stesso tempo venire penetrate dalla stessa, con un attributo maschile perfettamente idoneo in tutte le sue funzioni dall’erezione all’eiaculazione. Insomma un vero e proprio cazzo nel corpo di una sensualissima femmina. Misteri della natura. O meglio meraviglie della natura.
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