“Una parte mi cola sul petto ma ne ho bevuto abbastanza…”
Con Marco avevamo deciso di trascorrere una settimana in Costa Azzurra insieme
ad amici di Torino conosciuti l’estate precedente. Li avevamo incrociati negli ultimi giorni del nostro soggiorno ad Ischia. Pur entrando subito in sintonia, non abbiamo avuto il tempo di familiarizzare bene. Nei due giorni che siamo stati insieme, però, ci siamo dette tante cose, specialmente io con Laura, tanto che abbiamo deciso di trascorrere la prossima estate in compagnia.
Partiamo nel pomeriggio del 31 di luglio. All’aeroporto Caselle di Torino vengono a prenderci Laura e Walter.
Gli abbracci e i baci che ci riservano e che ricambiamo ci fanno intuire che staremo veramente bene insieme.
Messa l’auto in garage, lasciamo nel bagagliaio le nostre valige. Per la serata e nottata abbiamo qualcosa nella mia sacca.
Inutile dire che i nostri amici, appena a casa, si mettono in libertà invitandoci a fare lo stesso. Laura indossa un corto kimono ed è evidente che sotto non ha nulla. Walter dei pantaloncini e camicia. Io sopra il perizoma, il reggiseno non lo porto quasi mai, metto una leggera e velata vestaglietta che poco mi nasconde, Marco una polo e dei pantaloncini.
Si è fatta ora di cena. Aiuto Laura ad apparecchiare nella cucina soggiorno, è spaziosa e si sta bene, nel mentre i nostri uomini parlano di sport. Il preludio, a quello che sarebbe successo, lo dà Laura. Possiamo dire che è il cocktail della serata.
Infatti abbassandosi per prendere i piatti mostra il culo completamente nudo e il solco rosato della fica. Non posso non notare l’ammiccamento di Marco che gradisce decisamente lo spettacolo. Pure io, ad essere sincera, rimango ammirata nel vedere distintamente le piccole labbra che si mostrano rosate e tenere tra le grandi.
Walter, pure lui, nota la moglie. Il sorriso di compiacenza emesso la dice lunga sulle sue intenzioni. Contemporaneamente osserva con insistenza le mie tette i cui capezzoli si sono induriti e ingrossati a causa dello spettacolo che mi ha eccitato.
Ceniamo come se non fosse successo nulla. Il dopo cena è senz’altro più movimentato. Mentre i maschietti si sono sistemati davanti alla TV, io aiuto Laura nel caricare la lavastoviglie e a rimettere ordine nella tavola.
È quasi tutto rassettato quando Laura mi cinge, da dietro, con le mani il petto e mi bacia sul collo. Una scossa mi attraversa tutto il corpo. Mangiando avevo pensato ad una simile eventualità ma l’avevo scacciata subito per non fare trasparire i miei pensieri. Ora è tutto reale. Laura mi apre la vestaglia ed inizia a massaggiarmi le tette mentre con le dita inizia a strizzarmi i capezzoli durissimi che sembra vogliano scoppiare tanto è il desiderio. Diciamo che inizia l’antipasto della serata.
Le sue mani si fanno più ardite e scendono decisamente più giù, alla ricerca della mia prugna che è tutta in calore. Si insinuano tra le mie cosce, decisamente non faccio resistenza, e cosi le sue dita iniziano a violare la fenditura che non aspetta altro, agevolati nell’entrata dai succhi che emetto copiosamente.
Mi giro e le offro la mia bocca aperta. Lei ricambia il bacio e subito le nostre lingue s’intrecciano in un furioso gioco che ci fa ansimare. La voglio! Il suo kimono cade a terra e allora vado alla ricerca della sua natura di donna mentre le nostre bocche rimangono appiccicate e le tette, avendo quasi la stessa altezza, vengono a contatto tanto che riesco a percepire la pressione dei suoi capezzoli su i miei.
Non debbo forzare la sua fenditura, è pronta a ricevere le mie carezze. La trovo tutta fradicia faccio una leggera pressione con le dita e mi ritrovo con quattro dentro la sua vagina bollente. Pure io sono tutta bagnata e lei non fa molta fatica a penetrare dentro di me. Eccitata nel toccare il caldo antro di Laura vado in estasi non appena percepisco la sua mano che ruota tutta dentro la mia vulva schiumosa. All’unisono iniziamo ad ansimare nel mentre dalle bocche emettiamo dei gridolini di godimento. Il sentirci fa aumentare l’intensità del nostro piacere e allora gli ansimi e i gemiti non si contano più.
Repentinamente ci giriamo. Abbiamo avuto entrambe lo stesso pensiero. Ci posizioniamo nel classico sessantanove godendoci i piaceri che le bocche e le lingue ci trasmettono direttamente nel centro della femminilità.
Il nostro osceno miagolare attira l’attenzione dei nostri maschi. Ora sono impiedi che ci stanno guardando ma a noi la cosa non interessa. Ormai desideriamo goderci pienamente le gioie che bramiamo. Ci diamo dentro entrambe mentre i succhi che le due vagine producono riccamente ci impiastrano bocche e capelli. Mi sento una furia. Le succhio con avidità le piccole labbra e la clitoride. Le ficco due dita nel buco del culo. Lei ansima e mi ricambia lo stesso trattamento. La sento palpitare e capisco che è quasi arrivata. La sua lingua mi tocca un punto cruciale e subito grido di piacere e vengo spruzzando sul suo viso dei getti potenti che l’imbrattano tutta. Un istante dopo mi riserva lo stesso trattamento. La mia bocca si riempie di dolce nettare ma anche di piscio perché lo spruzzo è quello che esce dall’uretra. Solamente ora, sfinite e giacenti sul pavimento, ci accorgiamo che i nostri uomini si sono goduto lo spettacolo ed hanno in mano i loro arnesi pronti per l’uso.
Vengono verso di noi con determinazione. Allora chiediamo il permesso di andare in bagno. Ci viene concesso e dopo qualche minuto usciamo pronte ad affrontare la succosa cena della serata.
Walter, appena rientrata in soggiorno, mi prende in braccio e mi porta nella stanza da letto. Con una delicatezza da elefante mi fa sdraiare a cosce aperte e immediatamente percepisco la sua lingua che si insinua dentro la fica calda. Sono nuovamente tutta bagnata. Ho dentro il fuoco. Lui lo intuisce ed inizia leccarmi in lungo e in largo. La sua lingua passa dal buco del culo alla clitoride, lecca il solco dove le piccole labbra si congiungono alle grandi. Ci sa fare! Mi delizia e mi fa godere! Sento la fica che vibra intensamente, percepisco le contrazioni della vulva che lui naturalmente nota e il fatto l’eccita ancora di più. Sto per venire, lui se ne accorge e si stacca da me. Ora fammi godere! Dice, offrendo alla mia bocca il suo cazzo imperiosamente teso.
Inizio a suonare il meraviglioso sassofono palpitante mentre noto che pure Laura sta suonando il flauto del mio maritino.
Quello che mi ha dato fino ad adesso è stato di mio gradimento per cui faccio del mio meglio nel suonargli l’arnese. Comincio a lavorarlo moltissimo di lingua senza pomparlo. I coglioni li ha grossi per cui glieli slinguo per benino tutti e due. Mi piace un sacco smanettargli l’uccello mentre oltre a leccarglielo gli succhio i coglioni. La mia bocca e principalmente la lingua iniziano a salire sull’asta leccandogliela tutta fino ad arrivare alla cappella. Mi soffermo sul filetto tenendogli il cazzo ben scappellato, ruoto la lingua più volte sulla cappella mentre gli faccio una sega. Poi me lo infilo in bocca e comincio a pomparlo alternando alcune slinguate alla cappella e ancora ai coglioni. Quando sta per godere mi fermo di botto. Il suo cazzo palpita nelle mie mani. Con l’indice indugio sul buchetto che è umido ma non solo per la mia saliva. Metto nuovamente la lingua sul buchetto e la faccio scivolare lungo il filetto. Lui geme e smania come un ossesso. Ormai è arrivato. Metto tra le labbra il grosso glande ed inizio nuovamente a succhiarlo. Lui non resiste più. Geme mentre il suo corpo si contorce per la voluttà del piacere. Gli stringo i coglioni e gli do un’altra succhiata più potente delle altre. Il suo cazzo s’inalbera nella mia bocca ed inizia a spruzzare i caldi zampilli che mi allagano bocca e gola.
Non riesco ad ingoiare tutto il nettare caldo che ho fatto produrre ai suoi coglioni. Una parte mi cola sul petto ma ne ho bevuto abbastanza. Quello che non sono riuscita ad ingoiare me lo faccio spalmare sulle tette e sul viso.
Ora lui giace sul dorso ma il suo cazzo rimane in semierezione.
Inutile scrivere che mentre il suo spacchio mi inondava, la mia fica spruzzava i caldi umori prodotti e mi sono ritrovata con le cosce tutta bagnate.
Però non sono sazia. Ho ancora voglia di cazzo! Voglio sentirmi riempire fica e culo. Mi accorgo che Walter si è ripreso e l’invito a sdraiarsi. Lui mi capisce al volo e si mette in posizione. Il cazzo ora palpita nell’attesa che io lo prenda e lo guidi dentro di me. Allargo le cosce e mi metto sopra di lui. Prendo la dura asta nelle mani e la faccio aderire alle labbra della mia fica completamente dischiuse. Lentamente mi faccio penetrare dentro il grosso pene. Inizio il ballo sul suo ventre e percepisco che l’uccello raggiunge la profondità più remota della mia vulva. Lui geme me io ancora di più. Sono tutta bagnata e non solo di sudore. Mi avvio lentamente all’agognata meta della mia ulteriore venuta quando due mani mi piegano la schiena. Ubbidisco e un secondo dopo delle dita caritatevoli mi inumidiscono con del fresco gel il buco del culo. Walter si gode il davanti, Marco va deciso sul mio dietro. Su questo non ci sono dubbi come non ce ne sono che la fica che si offre alla mia bocca è quella di Laura.
Il ballo continua per un bel po’. il cazzo dentro la mia fica mi dà godimento ma quello dentro il culo mi fa impazzire. Oramai non ho più freni. Grido come un’ossessa. Cosa dico non lo capisco, sicuramente cose sconce. Percepisco solamente i cazzi dei due che mi traforano primo e secondo canale. Pure a loro piace vista l’intensità con la quale me pressano dentro i buchi i loro falli.
Il mio corpo è tutto un tremore. Ad ogni grido soffocato, perché la fica di Laura mi riempie la bocca, che emetto sento Walter che grida: godi gran troia! E nel dire alza violentemente il pube contro il mio. Non ce la faccio più! Vengo gridando tutto il mio piacere mentre i due mi riempiono la vagina e il retto con il loro abbondante sperma.
Mi abbatto esausta mi addormento quasi subito infischiandomene di sapere quello che i tre continuano a fare.
La mattina seguente ci si doveva alzare alle sette, invece ancora alle nove passate dormiamo dalla bella. Gli sfizi bisogna pure pagarli.
Apprendo, facendo colazione, che dopo la mia doppia penetrazioni pure loro si sono addormentati, dopo avere rassicurata Laura che molto presto avrebbe goduto del mio stesso trattamento.
Ci mettiamo in macchina che sono passate le dieci da un pezzo. Io e Laura siamo dietro, Marco è seduto nel posto del navigatore. Walter guida con la sicurezza di conducente provetto. Superfluo dire che data la giornata calda sia io che Laura siamo vestite molto leggere. Io indosso una gonna, larga e corta, sopra un minuscolo perizoma e una canottiera molto scollata tanto che appena sollevo le braccia si possono vedere le dure tette con capezzoli inclusi.
Laura ha una gonna mini, tanto corta che appena seduta in macchina non solo sono le cosce in bella vista ma anche la minuscola striscia del perizoma che non riesce a celare completamente la sua meravigliosa fica. Dalla camicia, generosamente aperta sul davanti, fanno capolino le tornite mammelle e l’areola dei capezzoli.
Marco non fa altro che voltarsi continuamente per scrutare le cosce di Laura ma non disdegna le mie. Si lecca le labbra in continuazione come ad assaporare il sapore della nostra pelle.
Ci fermiamo a Ventimiglia dove mangiamo qualcosa. Poi, quasi subito, dopo avere svuotate le vesciche piene di pipì proseguiamo per Saint Tropez.
Nel tardo pomeriggio arriviamo in hotel che si trova proprio sul mare. Invece delle due camere prenotate ci facciamo dare una suite, cosi possiamo stare tutti e quattro sempre insieme. Praticamente costa qualche euro in più ma il godimento è assicurato.
La carica erotica accumulata durante il viaggio esplode in tutta la sua voluttà non appena chiudiamo la porta della suite. I due maschi si buttano sopra Laura e dopo averla denudata (vedi che fatica che hanno fatto, era quasi nuda!) iniziano a smanettarle tutto il corpo. Lei se la gode e loro mantengono la promessa della notte avanti. La possiedono contemporaneamente davanti e dietro. Le grida di piacere e i suoi mugolii di gatta in calore rendono più imbufaliti i due maschi. Ora la mia fica è sulla bocca di Laura. Questa gode da matta e mugola come una cagna in attesa di ricevere il cazzo che la rinfreschi. Il loro dovere i maschietti lo fanno bene. Mentre Laura sussulta tutta per il godimento, Marco le riempie la fica con il suo sperma copioso, mentre lo spacchio del marito le inonda il retto. Pure io faccio la mia parte e le spruzzo sul viso i miei abbondanti succhi di donna che lei ingoia con vero godimento.
Dopo la cena andiamo in giro per il lungomare. Ci facciamo un’idea della località e poi rientriamo per fare riposare i corpi che si sono affaticati parecchio tra la nottata precedente e giornata.
Dopo una vera dormita la mattina seguente siamo tutti frizzanti. Completamente nudi usciamo nel balcone e ammiriamo il mare.
Fatta doccia e colazione decidiamo di andare in una spiaggia di nudisti nei dintorni. Nella mia sacca metto solamente la crema solare ed un vestitino di ricambio. La spiaggia, anche se non molto vasta, ci permette di usufruire di spazi liberamente. Inutile dire che il divertimento lo troviamo stando in acqua. Ci tocchiamo frequentemente sicuri che nessuno sia interessato a noi. Uscendo dall’acqua vicino alle nostre sdraio troviamo una coppia di colore veramente bella. Lei, ben formata e di alta statura, con delle tette meravigliose e una fica molto carnosa. Lui, leggermente più alto di lei, palestrato e con un cazzo che è un piacere guardare. Inutile dire che sia io che Laura siamo attratte dal quel meraviglioso pezzo di muscolo che pende sopra due coglioni decisamente pieni.
Basta uno sguardo tra di noi per comprenderci. Vogliamo quel meraviglioso cazzo e quella estasiante ficona! Fare amicizia non ci è difficile. Pure noi non siamo male e il bel lui il desiderio di possederci lo evidenzia con lunghe guardate.
In breve ci ritroviamo tutti e sei dentro una camera a fare quanto è possibile tra tre donne e tre maschi. La goduria che il grosso cazzo mi provoca penetrandomi dentro la fica è indescrivibile. Il sollazzo non dura poco. Siccome ci è piaciuto lo facciamo durare per tutti i quattordici giorni della vacanza.
In aereo, rientrando verso casa, rifletto che per quattordici giorni la mia prugna e stata giornalmente penetrata per tre volte dai miei dolci maschietti, ma pure il mio buco di dietro si è preso le sue belle soddisfazioni.
Sono nel bagno di casa. Con lo specchio mi osservo la fica e la ritrovo decisamente più larga di prima … e non vi dico del buco del culo … visto che si è ricevuto dentro una buona parte di quel meraviglioso cazzo.
Paola
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