“A lui era concesso, al fine della serata, di scopare prima una poi l’altra alla pecorina, mentre quella che era scopava “pasteggiava” con la fica dell’altra…”
Avendo tempo per ricordare ma non per giocare, racconto di un periodo
hot della nostra vita di coppia, di qualche tempo fa.
Avevamo conosciuto allora una coppia che divenne con noi molto amica.
Erano abbastanza più giovani di noi: lui, Bibi, mi intrigava molto e lei, Franca, faceva perdere la testa a Gius.
L’inizio di qualcosa di più dipese da noi due ragazze, che in occasione delle nostre cene o di uscire a ballare e al cinema non disdegnavamo di esibirci in baci appassionati fra noi.
Ci piacevamo, stavamo bene assieme, ci piaceva bere e anche sentire il sapore delle nostre lingue, appena possibile.
Partendo di li, siamo passati poco alla volta dalla amicizia al sesso, allo scambio di coppia, anche se è sempre stato poi uno “scambio particolare”
Lo chiamavamo, ridendo fra noi, scambio “imperfetto” perché Bibi, il lui dell’altra coppia, molto appassionato di serate a tre, lui, la sua donna ed io, non sopportava visivamente che Franca, la sua lei facesse sesso e godesse, con Gius, davanti a lui.
Soleva dire: occhio non vede, cuore non soffre.
Allora iniziavamo il gioco in quattro ma lo scambio finale avveniva sempre a tre, una sera Gius ed io con la sua Lei, un’altra sera giocavo io, da sola, con loro due.
Follia pura!
Era uno scambio strabico, sempre a tre: una volta loro ed io, una volta noi e lei.
Le nostre serate avevano un inizio sempre uguale, andavamo a cena tutti e quattro, ridendo e scherzando da veri amici, dopo cena andavamo o casa loro o a casa nostra, secondo quello che sarebbe stato l’epilogo previsto della serata.
A casa mettevamo musica, per ballare, creando sempre una atmosfera intrigante, poi noi donne iniziavamo a giocare, ci spogliavamo a vicenda, baciandoci sulla bocca, poi sui seni, poi sulle fiche, liberate dall’oppressione dei tanga.
Le nostre lesbicate rialzavano l’atmosfera nella camera e faceva drizzare gli uccelli dei nostri partner.
Allora Franca faceva un pompino al suo uomo, ed io lo facevo a Gius, mentre continuavamo a toccarci con le mani, dappertutto.
Ogni tanto, noi due maialinine, sollevando le bocche dai loro cazzi per baciarsi a lungo.
A quel punto uno dei due maschietti, dopo aver sbrodato nella bocca della sua lei, lasciava la casa e rimanevamo in tre per andare sul letto a consumare un trio ad alto tasso erotico, giocando invero tutta la notte, anche per avere il tempo di recuperare le energie.
La danza era condotta da noi donne e il maschietto di turno ubbidiva ai nostri ordini, subiva le nostre perversioni, le nostre aggressioni, compresa la sodomia con dildo armeno.
A lui era concesso, al fine della serata, di scopare prima una poi l’altra alla pecorina, mentre quella che era scopava “pasteggiava” con la fica dell’altra.
L’appuntamento successivo, dopo qualche giorno, aveva lo stesso copione, solo che il maschietto che andava via, era l’altro.
Il gioco è durato più di un anno, poi un incidente di percorso: Franca rimase incinta, vi erano pochi dubbi sul padre, fugati anche da un controllo incrociato del sangue, ma Bibi, futuro padre, decise di porre fine al gioco.
E’ stata una rinuncia molto sofferta, era un gioco invero “particolare” ma ci piaceva, faceva parte ormai di noi, due coppie aperte e anche la “gelosia un po’ sciocca” di Bibi, faceva parte del gioco.
Siamo stati in chiesa al loro matrimonio e quando Franca disse SI con il suo bell’abito bianco e un pancione di otto mesi, ci strizzò l’occhio felice.
Non li abbiamo più cercati e visti per anni, solo gli auguri per telefono ai compleanni, con un po’ di strizza la cuore.
Anni dopo, quando il loro bambino iniziava ad andare a scuola, il loro rapporto si è incrinato, fra brutte liti, allontanamenti, ritorni, gelosie, con una conclusione scontata: si sono separati e lui è andato a lavorare all’estero.
Lo abbiamo saputo da terze persone, nessuno dei due ci aveva avvisato, poi, dopo mesi, una telefonata di Franca mi ha raggiunto: voleva confidarsi delle sue disgrazie, rimasta sola, con il bimbo e pochi ristori economici da Bibi.
Il primo é stato un incontro triste, rimembrando i vecchi tempi, i giochi così appassionati.
Poi lei è tornata molte altre volte, prima sola con me, poi anche con Gius: aveva bisogno di affetto e di calore umano.
E noi glielo abbiamo dato come direbbe quel porco di Gius, ma questa è un altra storia, anzi altre storie che leggerete negli altri miei racconti.
Con una morale: la gelosia stupida non paga mai.
Anita
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