“Mi venne un non sò che allo stomaco, ma la voglia di colmare un desiderio vecchio di oltre dieci anni prese il sopravvento, feci un cenno ai miei amici e…”
Era estate, e un sabato sera si era organizzato di fare un
viaggetto un macchina fino al mare per prendere una birra con gli amici,dopo nemmeno mezz’ora, arivati sul chiosco pieno di giovani e di gran belle ragazze (il principale motivo del viaggetto) io e i miei amici ci sedemmo in un palchetto con divanetti bassi e bianchi, tavolino basso e sotto un gazebo di stoffa mosso appena da quel venticello piacevole che rinfrescava,mentre si scherzava e si rideva del più e del meno iniziai a guardare una ragazza nel palchetto difronte al nostro.La tengo d’occhio un momentino e vedo che lei passa più tempo a guardare di quà che a far altro, poi parla con una sua amica e riguarda di quà, a quel punto iniziai a guardare anch’io ma più guardavo e più mi sembrava di riconoscere quel viso.
Decisi allora di fare un cenno col bicchiere verso il bancone del bar, lei annuì e partì per scendere giù dal terrazzino, non dissi niente ai miei amici e senza perder tempo scesi anch’io.
Ci incontrammo giù dalle scalette che portavano al bancone centrale del chioschetto, e con stupore per entrambi nominammo uno il nome dell’altro.Eravamo stati compagni di classe alle superiori ben dodici anni prima,allora avevamo circa sedici anni ed essendo lei di un paesino lontano da scuola viveva in un appartamento con altre compagne.Noi ragazzi non facevamo altro che passare i pomeriggi a casa con loro (erano cinque ragazze) nella speranza di ricavarci qualcosa, ma lei non si era mai lasciata andare con nessuno. Una sera a letto insieme (vestiti) a guardare la tv lei vide che mi ero appisolato e provò a baciarmi, io mi svegliai e lei fece finta di niente,intanto la scuola stava per finire e lei e le sue amiche lasciarono la casa e tornarono dalle proprie famiglie, passò presto l’estate e a settembre si tornò a scuola, ma al primo appello in classe lei non era più iscritta.
Quella sera mentre si chiaccherava al bancone del chioschetto mi disse poi di aver cambiato istituto per andare in uno più vicino al suo paese.
Si chiaccherò degli anni trascorsi senza mai più avere notizie e man mano che passava il tempo io pensavo a come lei si era fatta una gran bella ragazza, aveva un vestitino rosso che finiva obliquo da un lato e uno spacchetto fin sulla coscia dall’altro, un sandalo con tacco che metteva in risalto le sue caviglie e una scollatura non troppo esagerata ma che lasciava intravedere il suo bel seno, a mio parere un pò più piccolo di quando eravamo a scuola, ma comunque una bella terza di misura.
Mi venne in mente di quel bacio davanti la tv e quando venne il momento giusto iniziai ad accennarglielo, lei all’inizio arrossì ma poi si rilassò e con mio stupore mi confermò che era vero.Mi disse che nemmeno lei lo aveva mai dimenticato e prendendo la palla al balzo gli dissi che se voleva quella sera avrei potuto far finta di addormentarmi, così lei avrebbe potuto continuare quello che dodici anni prima aveva iniziato.Mettendosi a ridere e fissandomi negli occhi mi sussurrò “magari”…..Feci per proporle di andare ma lei mi indicò un ragazzo che dal palchetto ogni tanto lanciava un occhiatina, pensai alla figuraccia che stavo per fare, ma lei mi parlò all’orecchio e mi disse che quello era il suo conpagno con cui ormai conviveva da due anni, ma la cosa che più mi stupì, e mi lasciò di stucco, fu quando lei mi disse che se volevo sarei potuto andare con loro due, a patto che io avessi lasciato partecipare anche il suo compagno.Mi venne un non sò che allo stomaco, ma la voglia di colmare un desiderio vecchio di oltre dieci anni prese il sopravvento, feci un cenno ai miei amici e dissi loro che io sarei andato via, lei fece lo stesso, e il suo compagno che salutò gli amici venne giù, lei ci presentò e insieme lasciammo il chiosco per dirigerci verso casa mia. Mezz’ora dopo ci ritrovammo nella mia camera da letto, il suo compagno la accompagnò sul letto tenendola per mano e poi facendomi un sorriso mi fece cenno di iniziare.Cominciai a baciarla e nel frattempo infilai una mano sotto quel vestitino rosso che mi aveva fatto tanto immaginare cosa ci potesse essere sotto, gli sfilai un tanga minutissimo e notai che già sbrodolava come una pesca matura,il suo compagno lo prese ed inizio ad annusarlo.
Lei gemeva già mentre la baciavo sul collo, poi mi mise una mano nella patta e me lo turò fuori, era duro come il ferro ma non volevo perdermi quelle gran bel seno,lo leccai mentre accarezzavo lei tra le gambe e sentii che la sua figa bagnata si contraeva ritmicamente,a quel punto scesi giù con la testa ed iniziai a leccarla penetrandola al massimo con due centrimetri di lingua,si mise a 69 e menandolo piano mi leccava dalla base del pene fino alla punta, poi lo infilava in bocca fino a toccare le tonsille, lo tirava fuori e succhiava la cappella dura e violacea, e mentre io la leccavo e gli sfioravo il clitoride lei gemeva e continuava a sbrodolare, fino a quando non mi chiese di metterlo dentro.avevo già rischiato di venire, ma mi trattenni e iniziai a penetrarla piano , poi forte e poi ancora piano,a quel punto si unì il suo compagno che mi leccava l’asta ogni volta che veniva fuori dalla figa di lei, poi quando rientrava passava la lingua su di lei.
Non saprei quante volte la sentii contrarsi nel venire, e quando lo sentivo rallentavo e mi godevo il momento, impazzisco nel sentire le contrazioni sul mio pene, ma quando fù il mio momento lei mi chiese di alzarmi, chiamò il suo compagno e davanti a me mi leccarono l’asta una da un lato e uno dall’altro. Bastarono pochi minuti che dalla cappella lucida uscirono dei fiotti di caldo seme che presero prima lei e poi lui, poi lei leccò tutto quello che aveva lui e lo ingoiò,diede un ultimo bacio all’asta ancora dura e si alzò….
Prima di andare via mi disse sorridendo: che ne dici se ci ri iscriviamo di nuovo a scuola???
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