“Non l’avessi mai fatto!! Mi investirono le sue urla isteriche che mi gridarono di andarmene immediatamente…”
L’Halambra, il grande palazzo di origini arabe che sovrasta la città di
Granada, è stato il panorama che vedevo al mio risveglio per quasi un anno. Partecipavo al progetto erasmus universitario in Spagna, appunto a Granada. Avevo trovato una stanzetta singola in un grosso appartamento nella zona storica della città sul versante della collina proprio di fronte alle mura della reggia arabo-spagnola che potevo vedere dalla finestrella di camera mia. L’appartamento era grosso e aveva altre due camere doppie occupate rispettivamente da due ragazze francesi, Annette e Sofie, e da due ragazze spagnole Carla e Fernanda. Oltre a queste c’era un soggiorno adibito a camera dove c’erano Manuel e Jesus, e una grossa cucina che usavamo come stanza comune. Sicuramente la ragazza più carina della casa era Sofie, anzi proprio gnocca direi. Era alta slanciata con gambe lunghe e affusolate, due seni grossi e sodi e il corpo ben proporzionato. Anche di viso era molto carina, gli zigomi alti, il nasino a patatina e due occhi azzurri intensi, contornati da una frangetta bionda e da capelli lunghi immancabilmente racchiusi in una coda alta. Peccato che fosse tanto bella quanto antipatica. In casa, già dopo poche settimane cercavamo tutti di evitarla, anche la sua compagna di stanza, e compatriota, non la poteva sopportare. Annette era bassina, non troppo magra e con il seno piccolo, certo non una ragazza da girarsi a guardarla per strada. In compenso era di carattere solare, allegra e sempre aperta e gentile con tutti. Proprio il contrario di Sofie, sempre arrabbiata e scontrosa con tutto e con tutti.
Non passava giorno che non si lamentasse per qualcosa. Un giorno era il disordine in cucina, il giorno dopo era il bagno poco pulito, quello successivo era il rumore che non le permetteva di studiare, Ogni volta trovava qualcosa di cui lamentarsi e ogni volta trovava uno dei coinquilini con cui arrabbiarsi. Un giorno, entrando in bagno, la sorpresi sotto la doccia e restai imbambolato a guardarla per qualche istante, notando subito la vulva rasata e ben curata con una strisciolina di peli solo in mezzo. Non l’avessi mai fatto!! Mi investirono le sue urla isteriche che mi gridarono di andarmene immediatamente. Mi scusai e andai in camera mia. Quando uscì venne subito da me, incazzata a redarguirmi che non si poteva entrare così in bagno, che bisognava bussare prima, facendo una scenata che levati! “Scusa” le feci io stizzito “ma se non avessi voluto che ti vedessi la tua figa rasata avresti potuto anche chiudere la porta!”. Il volto di Sofie si fece subito paonazzo e lei se ne andò bofonchiando qualcosa in francese che non compresi.
Tra i ragazzi, quello che si faceva sicuramente notare di più era Jesus, che nulla aveva a che fare con il proprio nome. Veniva da Toledo, famosa per le spade e per le lame, era un ragazzone grosso e muscoloso con in testa dei rasta non troppo lunghi che sparavano in ogni direzione, aveva perennemente in una mano una lattina di birra e nell’altra una canna di maria , che coltivava con maniacale attenzione in una serra sul balcone di casa. Di carattere era l’esatto opposto di Sofie. Nulla lo poteva scalfire, pacato e serafico anche le sfuriate isteriche della nostra coinquilina gli scivolavano addosso come pioggia. La sua massima reazione era una scrollata di spalle. In compenso era sempre allegro, anche se sempre un po’ fatto, e aveva attirato le simpatie mie e degli altri coabitanti della casa. Per Sofie invece, forse proprio per quel suo fare menefreghistico, era diventato il bersaglio preferito dei suoi rimproveri e obiettivo della sua avversione innata. Sembrava proprio non lo potesse neanche vedere.
Una sera avevamo organizzato una festa per celebrare l’avvenuto raccolto di Jesus. La casa si riempì presto di gente che beveva e fumava. Alcool e maria fecero presto effetto sui partecipanti che in breve tempo erano già quantomeno brilli, se non anche ubriachi. Ragazzi e ragazze che pomiciavano sul divano, o in cucina, qualcuno se la spassava nella camera delle spagnole, perfino Sofie quella sera si lasciò andare e sotto gli effetti dell’alcool risultava sicuramente più simpatica e carina. Ad un certo punto presa dall’euforia del momento e incitata un po’ da tutti riuscì anche a fare qualche tiro da uno spinello di Jesus, che mai prima aveva voluto provare e che aveva sempre schifato. La serata stava volgendo al termine, l’ora era tarda e molti erano già andati via. Passando vicino alla porta chiusa della camera delle ragazze francesi mi accorsi che da dentro provenivano gemiti inconfondibili di piacere. Pensai che Annette se la stesse spassando con qualcuno. Nonostante mi accorsi di avere una punta di gelosia, sperai per lei che Sofie non dovesse tornare presto in camera. Pochi secondi dopo rimasi sorpreso e in qualche modo rincuorato, nel vedere in cucina Annette che cercava ancora qualcosa da bere tra le bottiglie svuotate. “Cavolo Annette se non sei tu …. chi diavolo è che sta trombando in camera tua!?!?!”.
“Ma dai che stai dicendo. Chi vuoi che ci sia in camera?”
“Se non ci credi vieni ti faccio sentire che ululati provengono da là”, La presi per mano e la portai davanti la porta di camera sua.
I gemiti e i mugolii non solo non si erano zittiti, ma erano anche aumentati di volume e di intensità.
Annette si chinò a guardare dalla serratura “Accidenti, è buio, ma c’è qualcuno che si dimena nel letto di Sofy, se lo viene a sapere succederà il finimondo!”
Così appoggiai una mano sulla maniglia e la porta si schiuse leggermente, tanto da permetterci di infilare la testa all’interno e di sbirciare. La luce del corridoio illuminava appena la carnagione chiara della ragazza che sopra, a cavalcioni del suo ventre, stava scopando Jesus, disteso comodo nel letto di Sofie. Ci volle più di un momento per renderci conto entrambi che quella ragazza era proprio la padrona dei quel letto. Restammo così ad osservare increduli Sofie che muoveva sinuosamente il ventre con il cazzo di Jesus che le penetrava in profondità. La scena prese ad eccitarmi e sentii l’uccello gonfiarsi e premere nei pantaloni. Osservai Annette, sempre accovacciata, che si umettava e mordeva le labbra. Probabilmente si stava eccitando anche lei. Le appoggiai piano una mano sul collo e scesi dolcemente sul seno. Sentivo il capezzolo che si inturgidiva attraverso il cotone della maglietta. Cominciai a stimolarlo in cerchio con le dita, poi mi infilai nella scolatura e il suo seno riempì la coppa della mia mano. Continuai a stimolarle il seno e il capezzolo per un po’, fino a quando Annette si girò verso di me, mi sbottonò i pantaloni ed estrasse l’uccello eretto e duro. Lo tenne saldo in mano e lo scappellò più volte, per poi afferrane la punta con le labbra. La lingua cominciò a leccare la sommità della cappella per scendere poi piano lungo tutta l’asta. Mi appoggiai con le spalle allo stipite della porta e spinsi in avanti il bacino infilandole il cazzo in bocca. La porta era ormai aperta del tutto e noi eravamo ben visibili dall’interno della camera. Vidi Jesus che, con ampi gesti della mano, ci invitava ad entrare. Presi Annette per mano e ci avvicinammo al letto. Sofie di spalle non si era ancora accorta di nulla e quando le appoggiai una mano sul suo fantastico sedere, si immobilizzò e rimase impietrita, come un cerbiatto illuminato dai fari di un’auto. Mi chinai sul suo viso, le baciai le labbra e le infilai la lingua in bocca. Ancora sgomenta per ciò che stava accadendo, Sofie rimasse stordita per un po’, ma presto cominciò a ricambiare il mio bacio. Annette intanto si era infilata tra le gambe di Jesus e, estratto il suo cazzo dalla figa di Sofie, lo aveva preso in bocca. Feci alzare in piedi Sofie, che si fece docilmente guidare dalle mie mani. La chinai in avanti, facendole appoggiare il viso sul ventre di Jesus e la esortai a leccare il suo cazzo in coppia con Annette. Afferrai il mio pisello e lo sfregai tra le sue gambe, appoggiai la cappella tra le grandi labbra già tutte bagnate e i suoi fluidi lubrificarono velocemente l’asta, spinsi in avanti il cazzo che sgusciò facilmente all’interno della sua figa dilatata. Sofie cominciò a muovere sinuosa il bacino, seguendo il ritmo dei miei colpi. Jesus, con il cazzo conteso tra due bocche, raggiunse presto l’orgasmo e inondò i visi delle due ragazze con ampi getti di sborra. Sofie, che fino a qualche ora prima era capace di lamentarsi anche di un capello per terra, ora si godeva quel liquido caldo che le colava sulla faccia e sulla bocca. Le due ragazze continuarono a baciarsi e a leccarsi. Eccitato da questo spettacolo, aumentai il ritmo dei colpi. Sofie gemeva e si contorceva dal piacere e raggiunse presto l’orgasmo, sentivo i sui succhi che colavano lungo l’uccello e tra le sue cosce. Annette si alzò e mi fece scostare da Sofie, mi spinse a terra e venne a cavalcioni del mio ventre. “Tu sei mio!” mi sussurrò nell’orecchio. Prese in mano il mio cazzo, lo puntò dritto verso la sua apertura e ci si calò sopra lentamente. Il passaggio della sua figa era bagnata e ben lubrificata, ma era più stretta di quella di Sofie. Annette discese inesorabilmente fino alla base dell’asta, accogliendola all’interno del suo corpo e gemendo sempre più ad ogni centimetro che la penetrava. Poi si piegò in avanti a baciarmi e, prendendo le mie mani, le piantò a terra ai lati della mia testa. Io ero inerme, bloccato a terra mentre Annette si muoveva su e giù lungo il mio uccello. Con la bocca mi baciava ardentemente, le nostre lingue si attorcigliavano, poi cominciò a mordermi il labbro e a tirarlo e a succhiarlo. Con le mani si appoggiò al mio petto e aumentò il ritmo con cui si impalava, gemendo e gridando di piacere in maniera irrefrenabile. Si piegò all’indietro muovendo il bacino freneticamente, il suo corpo era percorso da sussulti di piacere e brividi di godimento. Le appoggiai una mano sul monte di venere, stimolandone il clitoride, il suo corpo era percorso da scosse travolgenti. Inarcai la schiena sollevando il bacino per penetrarla in profondità, fino a quando Annette non tese tutti i muscoli, irrigidì il suo corpo e sgorgò vasti getti di umori sulla mia mano, sul mio ventre fino a inondare il mio petto. Non avevo mai visto una ragazza venire così abbondantemente. Annette si accasciò su di me ansimante, spossata, il cazzo era ancora piantato in profondità e pulsava ancora voglioso, rimase così inerme, riversa su di me. Poi, piano ripresi a muovermi dentro di lei, Il cazzo scivolava dentro e fuori con estrema facilità. Annette ricominciò a muoversi anche lei e a strusciarsi su tutto il mio corpo bagnato, aumentai il ritmo con cui la penetravo, stringendola stretta a me. Lei gemeva e si contorceva nuovamente sotto i miei colpi. Proseguii a penetrarla ansimando sempre più, fino a raggiungere l’orgasmo e a riempire la sua cavità della mia sborra calda. Poi si lasciò scivolare di fianco, sgusciando da me e rimase a guardarmi. Io ero interamente ricoperto dai suoi succhi, ero completamente bagnato, come se avessi fatto una doccia, mi voltai a guardarla e mi persi nei suoi occhi languidi color nocciola che mi fissavano, non era mai stata così bella come in quel momento. Vidi Sofie e Jesus che avevano ripreso a cavalcare, e mi accorsi che non mi importava più nulla, allora mi alzai e presi Annette per mano e la portai in camera mia. Scopammo ancora e ancora prima che le luci tenue del mattino si infiltrassero della finestrella che incorniciava le mura possenti dell’Halambra, a quel punto ci addormentammo. Passai una stagione bellissima con Annette, anche se gli studi universitari non furono altrettanto buoni. Perfino l’atmosfera in casa non fu mai più tesa come prima, bastava uno spinello e una cavalcata con Jesus per far tornare Sofie ad essere pacata e cordiale con tutti, avevamo trovato la ricetta della felicità.
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