“Accendiamo la lucetta sul comò e lo facciamo entrare…”
Un’amicizia profonda. 3. Il panino
Dopo il pomeriggio infuocato e
lo scambio della sera, verso le 23 Alessandra ed io ci rechiamo nella camera degli ospiti ove ci aspetta il letto a una piazza e mezza preparatoci da Liliana. Ci corichiamo nudi, parzialmente coperti soltanto dal lenzuolo (anche se è estate, l’aria fresca della notte consiglia di coprirci un po’). Dopo una giornata così il sonno non poteva tardare a sopraggiungere.
Il giorno seguente il sole che filtra tra le tapparelle ci sveglia di buon mattino. Ripensando a quanto successo il giorno prima dico alla mia consorte:
– “Che te ne pare della giornata trascorsa, cara Sandra, ti aspettavi un fine settimana così frizzante?”
– “Che qualcosa dovesse succedere me lo immaginavo” risponde Alessandra strusciandosi su di me “Quando ci ha fatto l’invito William aveva l’aria troppo maliziosa; ieri, poi, appena siamo arrivati, mi ha baciato con la lingua in bocca e devo dire che come bacia lui non lo sa fare nessuno: è tenero, morbido, ma nello stesso tempo forte, deciso, una sensazione molto bella. Credo che la serata da noi, con il mio parziale spogliarello e la proiezione finale delle mie foto nuda lo abbia colpito al punto di averci invitato proprio per vedere se si poteva andare un poco più avanti”.
Stringendola a me rispondo:
– “Lo penso anch’io, come pure ritengo che anche a te non sia dispiaciuto andare un poco più avanti”.
Dandomi un pizzicotto sul culo Alessandra ribatte canzonandomi:
– “Che ipocrita che sei: perché a te non piaceva Liliana, forse? Da come ieri la scopavi pareva fossi al primo incontro con una fidanzatina. Devo ammettere però che William mi piace, mi piace come bacia e la delicatezza risoluta ma non invadente con cui fa all’amore; ma non è solo questione di sesso, con loro mi sento come a casa, nei nostri rapporti c’è una componente intima, tenera, che condisce la foga del sesso con la dolcezza dell’affetto.”
Non posso darle torto, anch’io con Liliana ho provato gli stessi sentimenti; nel nostro caso più che scambio di coppia – che è e rimane un gioco che, se fatto con le persone giuste, può essere molto bello – si potrebbe veramente parlare di famiglia allargata.
I discorsi e la reciproca vicinanza ci hanno nuovamente attizzato per cui avendo io l’uccello in via di erezione e lei la ciccina in fermento ci predisponiamo a fare la prima scopatina della giornata quando sentiamo bussare sommessamente alla porta. E’ William, a petto nudo e con addosso solo i calzoni del pigiama che, nella penombra, ci chiede come abbiamo dormito e se abbiamo bisogno di qualcosa in attesa della colazione (che preparerà lui perché Liliana è ancora persa nel mondo dei sogni).
Accendiamo la lucetta sul comò e lo facciamo entrare. Il lenzuolo ci copre solo parzialmente e William nota che siamo un po’ accalorati, io con una mezza erezione che solleva impudicamente il lenzuolo, Alessandra con il petto nudo e i capezzoli ben eretti.
– “Scusatemi, fa William imbarazzato, non volevo disturbare, non pensavo che dopo quanto abbiamo fatto ieri aveste ancora la forza di fare all’amore, soprattutto la povera Sandra che ha dovuto accontentarci entrambi, e più volte”.
“Guarda che non è stata una fatica accontentarvi entrambi” risponde Alessandra “mi sono stancata, è vero, ma di giornate così credo non ci si stanchi mai”.
– “Non devi scusarti“ intervengo io ”stavamo rievocando la giornata passata e la voglia ci è tornata di nuovo. Pensavamo, io e Sandra, di chiudere questo fine settimana incredibilmente bello iniziando la giornata con una chiavatina mattutina, veloce, (come siamo abituati a fare spesso a casa)”.
A William i pantaloni del pigiama che indossa si stanno rigonfiando all’altezza dell’inguine: evidentemente la vista delle tette di Alessandra ha risvegliato il desiderio anche a lui: al cazzo non si comanda.
– “Ieri notte, dopo che siete usciti, Liliana si è addormentata di colpo; è stata per lei un’esperienza del tutto nuova ed esaltante e adesso dorme ancora come un sasso” ci dice, cercando di dissimulare in qualche modo l’erezione “io volevo soltanto vedere se con voi era tutto a posto e quindi vi lascio alle vostre abitudini scopatorie mattutine”.
La situazione diventa intrigante; ieri dopo averlo fatto con me Alessandra ha scopato con William il pomeriggio e poi la sera, raggiungendo più orgasmi in un giorno di quanti solitamente ne colleziona in una settimana. Io pur essendo un po’ provato, ero pronto ad una chiavatina veloce, ma il fatto che il nostro amico si stia eccitando ammirando le tette della mia adorata consorte mi accende. Anche se la cannuccia non si ricarica come un telefonino, il desiderio – forse più cerebrale che fisico – si fa prepotente e il membro che era già duro adesso pare stia scoppiare. Come quasi sempre in questi casi la situazione viene sbloccata dalla mia sposa che, spegnendo la lucetta, interviene:
– “Caro William, come ha detto Alex, stavamo per iniziare la giornata con una scopatina. Vedo che anche tu hai ancora qualche cartuccia in serbo, per cui chiudi la porta, levati il pigiama e vieni qua a letto con noi”. Invito al quale mi associo con entusiasmo: l’idea di fare un triangolo completo mi stuzzica non poco, facendomi sentire lo stomaco in subbuglio, come se ci volassero le farfalle.
William accetta di buon grado e, fatto scivolare a terra il pigiama, si infila sotto il lenzuolo che rimane a coprirci solo per pochi istanti: girandosi sul fianco per baciare Alessandra, abbracciandola con la destra, questi scivola a terra rivelando nella penombra le erezioni di noi maschietti. Mentre lui la bacia io scendo a leccarle le chiappe e l’interno delle cosce sino alla patatina, in cui la mia lingua deve ben presto fare i conti con la mano sinistra di William, nel frattempo scesa sino a lì a titillare il clitoride. Non litighiamo di sicuro per le precedenze, c’è posto per tutti e due.
Passiamo una buona mezz’ora a scaldare Alessandra (anche se, onestamente, forse non ce n’era proprio bisogno) baciando e leccando tutto quello che c’era da baciare e leccare, mentre lei passava a curare con le labbra prima un cazzo e poi l’altro, consolando con la mano quello rimasto temporaneamente orfano di bocca.
– “Facciamo un sessantanove” suggerisco io “prima William, poi toccherà a me”.
– “Non è il caso di fare dei turni, proviamo a farlo tutti assieme” mi risponde Alessandra nell’intento di non fare torto a nessuno.
Fare un sessantanove in tre si rivela una cosa complicata. Mentre William e Alessandra si leccano vicendevolmente fica e cazzo io un po’ le lecco il culo, un po’ mi giro e infilo il pisello nel solco delle chiappe. Il letto a tre piazze non è molto largo e dobbiamo stare attenti a non cadere. Strusciandomi, poi, con l’uccello sul culo della mia dolce metà nel momento in cui William le lecca la fighetta a volte scivolo col cazzo verso la sua lingua; non so se lo stesso sia successo anche quando ero io a leccare la fica di Alessandra, ma non ha importanza, nessuno di noi ci fa caso e godiamo tutti, soprattutto lei che viene squassata da ripetuti orgasmi.
– “Ora basta, mi avete già fatto venire due volte, adesso li voglio dentro” implora Alessandra con la bocca indolenzita.
– “Va bene Sandra”, dice William, sempre galantuomo, tirandosi in disparte e rivolgendosi a me, “Alex tocca a te, fai tu contento per primo questo fiore di ragazza, poi ci penserò io”.
Io non so cosa rispondere – estromettere William non mi pareva gentile, anche se il mio uccello fremeva dalla voglia di tuffarsi finalmente nella fica bollente – ma Alessandra risolve la situazione intervenendo categorica:
– “Perché solo Alex? Io avevo detto li voglio dentro. Voi avete due pisellini, io ho due buchetti, vediamo di utilizzare e soddisfare entrambi: ne voglio uno nella patata ed uno nel culo”.
Ad un invito del genere non si può dire no. Alessandra sale su William, coricato supino, e vi si distende sopra a gambe larghe facendo scivolare l’uccello del nostro amico nella patatina; intanto che i due si baciano appassionatamente iniziando la scopata io, dopo esser salito con la lingua dalla fica al culo bagnandolo ben bene, vi infilo con delicatezza il cazzo.
Anche se l’inculata fa parte dei nostri giochi sessuali un po’ di garbo ci vuole perché, nonostante l’uso, il buchino di Alessandra è sempre piacevolmente stretto, per cui prima entra la cappella e poi, piano piano, tutto il rimanente dell’asta, sino a penetrare completamente: ora la mia pancia preme sui suoi glutei, mentre le palle si avvicinano a quelle di William.
Per poter spingere meglio mi sdraio completamente su Alessandra, che ora è come una fetta di formaggio schiacciata in uno sfilatino: stiamo facendo il classico “panino”.
William ed io iniziamo lentamente la cavalcata anche perché, data l’abbondanza di liquidi presenti nelle ciccina della nostra damina, c’è il pericolo che il cazzo di William possa scivolar fuori. Bastano, però, alcuni minuti per trovare la giusta sincronia, un ritmo dapprima calmo e quasi rilassato, poi via via più veloce con uno scuotimento che diventa quasi parossistico. Io bacio e mordo, da sopra, il collo e le spalle di Alessandra, strizzandole le tette con le mani. William, da sotto, alterna i baci dalla bocca al collo, alle spalle, ai capezzoli mentre le sue forti mani sul mio culo mi tengono schiacciato su quello di mia moglie che si trova così compressa sulla sua pancia e impedendo che i nostri cazzi scivolino fuori.
– “Dai, dai, bravi, così, così, avanti, avanti…” sussurra Alessandra “Non fermatevi, vi prego, vengo, vengo…”.
Nel parapiglia che segue rotoliamo un po’ sul letto, senza interrompere la doppia scopata. Io bacio e mordo il corpo sotto di me, ricevendo in cambio baci e pizzicotti. E’ penombra, so di avere l’uccello nel culo di mia moglie, sento la punta di quello del nostro amico che spinge nella sua passerina, ma non so di chi siano le mani che mi strizzano, la carne che bacio e mordo, il corpo che stringo.
William ed io veniamo quasi contemporaneamente, con gli uccelli stretti dagli spasmi del godimento di fica e culo di questa donna meravigliosa che, appagata, sospira:
– “Ieri è stato bello, ma adesso è stato magnifico, sono pesta e contusa, mi bruciano il culo e la patata, ma sono soddisfatta oltre ogni dire. Siete stati meravigliosi”.
– “Anche per me è stato molto bello, un’esperienza grandiosa, stupefacente, veramente eccezionale” dice William alzandosi per andare in bagno e poi in cucina “ Carissima Sandra, ci conosciamo da molti anni, e mi sei sempre piaciuta. Piaciuta per il tuo carattere aperto, solare, per il sorriso sempre presente sulle tue labbra, ma anche per il tuo corpo. Ti ho spesso sbirciata e ammirata in spiaggia e a casa, qualche rara – purtroppo – volta seminuda: un seno scappato dal reggipetto, un pezzo di culo, il panorama elargito dalle tue splendide minigonne. Poterti vedere finalmente nuda era il massimo che pensavo di poter chiedere, e l’ho ottenuto, dapprima in foto e quindi qui, nella realtà. Quello che è poi successo ieri e stamane è andato oltre ogni mia aspettativa. Sei meravigliosa”
– “Grazie, caro William,” replica Alessandra “talvolta avevo notato i tuoi sbirciamenti, ma non ci avevo fatto troppo caso, come donna mi sono accorta che gli uomini cercano sempre di allungare la vista (quando non anche pure le mani). La proiezione delle foto è stata la chiave che ci ha portati a queste nuove belle esperienze, devo ringraziare Liliana per aver insistito quella sera”.
Sono d’accordo con quanto detto dalla mia consorte e lo ribadisco con convinzione, ottenendo un plauso gratificante da William:
“Grazie Sandra, grazie Alex; Ho sempre pensato che noi quattro avremmo dovuto conoscerci meglio e finalmente ora così è stato. Quest’incontro si è rivelato un evento molto bello, da ripetere senz’altro, e potremo farlo non appena si sveglia Liliana”.
Opinione che ci trova concordi. Questo fine settimana ha trasformato una cara amicizia in un’amicizia profonda, calda. Da allora questo tipo di incontri intimi con Liliana e William sono diventati una cosa normale: casa nostra, casa loro, in campeggio, in due, in tre, in quattro, senza fretta, senza ansie, senza nessuna contabilità scopatoria. Quando ci si vuol bene ci si scambiano affettuosità di ogni tipo, senza remore e senza falsi pudori. Una famiglia allargata.
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