“A questo punto i due ragazzi si erano disposti a 69 e se lo succhiavano a vicenda che era un piacere…”
Tra mio figlio ed il suo amichetto
“Ma Roby, non vieni
neppure oggi in spiaggia? Ma non esagerare con lo studio, siamo in vacanza, hai bisogno di un pò di svago, non credi?” ”
“Sì mamma, lo vorrei tanto ma sai, devo preparare bene l’esame di ottobre, ci tengo a tener su la media e studiare in compagnia di Piero mi allevia molto la fatica. tu vai, se faccio presto ti raggiungo”
Il mio Roberto, quasi 20 anni, iscritto al primo anno di ingegneria, si era messo di buzzo buono, si vedeva che ci teneva a far bene all’università. Aveva dato a giugno i primi esami con buoni voti, ad ottobre l’attendeva un esame particolarmente tosto. La cosa non poteva che piacermi, ma ero convinta che rallentare un po’ e godersi un po’ di vacanza lo avrebbe liberato dall’effetto stress.
Uscii per andare in spiaggia e, proprio nelle scale, incontrai il suo amico:
“Buongiorno signora Mirella, va al mare? beata lei! a me e a Roby tocca lavorare… arrivederci”
Un bel ragazzo quel Piero, piacente, curato, per la verità sin troppo, e con un portamento un po’ eccentrico. Una sensazione curiosa, appena percepibile, ma strada facendo continuavo a pensarci: ma quel Piero era per caso un gay?
Ed anche stesa sotto l’ombrellone, un’idea, un presentimento continuava a tenermi inquieta: non è che tra Roby e Piero ci potesse essere una qualche morbosa intimità?
Ero alle prese con questi pensieri quando mio marito mi chiamò al cellulare per informarsi se la vacanza proseguiva bene; si accorse anche lui che ero un po’ svagata e me ne chiese il perché. Me la cavai dicendo che ero un po’ assorbita dalla lettura del giornale; in realtà l’immagine di Roberto e Piero che, magari, in quello stesso momento si toccavano sul letto occupava la mia mente, producendo uno strano stato d’animo: un po’ mi preoccupavo, un po’ mi stavo eccitando.
La giornata non era un granchè, il sopraggiungere di alcuni nuvoloni mi incoraggiò ad anticipare il rientro a casa. Arrivata dinanzi alla porta, mi prese un momento di ansia; infilai la chiave senza fare alcun rumore, tolsi le ciabatte ed entrai in punta di piedi tendendo l’orecchio. Silenzio, silenzio assoluto. Avanzai a piedi nudi verso la camera di Roberto. Nessun rumore, anzi no, un piccolo gridolino, poi un altro ancora.
Mamma mia, che palpitazione! D’un tratto i miei presentimenti si materializzarono e, quasi con angoscia, mi tolsi il pareo e mi inginocchiai per guardare dal buco della serratura. E quel che mi apparve era la conferma più inequivocabile dei miei sospetti: Roby steso sul suo lettino con l’amichetto che gli stava succhiando il cazzo con una foga e maestria superba. Notai subito che Piero aveva indossato addirittura un mio perizoma esponendo in bella vista due natiche molto attraenti.
“Ohh Piero, mi fai impazzire, sei splendido, sublime. Ohh sì, i coglioni sì, leccali piano … sìì, aaahh. Dài, che me lo fai diventare un palo. Sì dai, ho voglia di scoparti. Sì oohh!”
Mio figlio si faceva spompinare alla grande dal suo amichetto e con la mano gli accarezzava il culo cercando di far arrivare il dito medio al suo buchetto. Piero, sospendendo per un momento la slinguata, guardò mio figlio con occhi pieni di lussuria ed esclamò:
“Sì Roby non vedo l’ora che me lo metti in culo Mi piace essere la tua femmina. Che te ne pare? come sto con le mutandine della tua mamma?”
“Uuhhmmm hai un culo da favola!”
“Ti piace? Può fare concorrenza a quello della tua mammina. Tua madre è una gran figona”
Roberto sorrise, prese il suo amichetto dalla testa e lo risospinse a succhiargli il cazzo:
“Dai, Piero, continua a ciucciarmelo un altro poco. Sei una troia, con il tanga di mia madre mi ecciti ancora di più”
“E dai, confessa che te la scoperesti….”
“Beh, se vuoi saperlo, non so quante seghe mi son fatto per lei. E’ vero, è un gran figone e sentissi quando scopa con papà, quanto è troia! …Lo vuole dappertutto, anche nel culo, proprio come te adesso… dai basta così… Ora girati, che ti voglio fare il culo”
Piero lestamente si mise in posizione, sistemò un cuscino sotto la pancia e, dilatandosi le chiappe con le mani, incitò Roby:
“Dai, Roby, rompimelo! Sfondami! Pensa che stai inculando tua madre. Sììì!”
In ginocchio dietro la porta stavo assistendo ad una scena più sconvolgente di quanto immaginassi. Uno spettacolo arrapante, irresistibile! Mi ero tolta lo slip del costume e mi stavo pastrugnando la figa come una indiavolata! Ah, se avessi avuto a portata di mano un vibratore, o almeno un cetriolo!
Intanto Roby aveva avvicinato il suo cazzo maestoso al culo di Piero, si inginocchiò dietro, scostò il perizoma con una mano e cominciò a spingerlo dentro, aumentando immediatamente il ritmo delle pompate. Ma non riuscivo a resistere. Mi alzai, corsi in bagno e, di fronte allo specchio, terminai il ditalino godendo come da tempo non mi succedeva.
Uscii di casa silenziosamente, andai al bar e mi attardai al tavolino a sorseggiare un aperitivo. Non sapevo che fare, il timore che a mio figlio piacessero i ragazzi era una idea che mi tormentata, anche se contraddetta o almeno alleviata dalla confessione delle seghe che si tirava per me. Comunque dovevo perdere un po’ di tempo per consentire ai due di terminare la loro scopata.
Attesi una ventina di minuti, poi tornai verso casa e suonai il campanello. Venne ad aprirmi mio figlio, con i capelli scarmigliati ed il volto ancora stravolto, che nel vedermi strabuzzò un po’ gli occhi:
“Mamma, come mai sei tornata così presto?”
“Ciao ragazzi, sono tornata perché è andato via il sole e in spiaggia mi rompevo… e voi, come va? avete studiato, sì?”
“Sì abbastanza, per oggi basta signora” disse Piero con aria sfuggente e sbrigativa “adesso io ritorno a casa… Roby, ci vediamo domani. ciao!”.
Rimasta sola con mio figlio, avvertivo l’ansia di liberarmi dal tormento delle sue inclinazioni sessuali, ma al tempo stesso ero bloccata dal forte imbarazzo di affrontare l’argomento. Mi venne in testa un espediente. Andai nella mia camera, mi spogliai, misi un tanga nero, di quelli che facevano impazzire mio marito, e chiamai mio figlio:
“Robyyy dove sei? scusa, per favore mi vieni a mettere un pò di doposole sulla schiena che mi brucia?”
Sapevo di avere ancora, a 49 anni, un corpo attraente, e infatti, quando entrò, Roberto rimase per un attimo in silenzio:
” Mamma, ma lo sai che hai un fisico da ragazzina? Bellissimo! Capisco perchè papà è ancora geloso!”.
“Dài stupidino, mettimi un pò di crema sulle spalle, con delicatezza, amore”.
La sua mano scorreva sicura sul mio corpo, poi, giunta sul fondoschiena:
“Mamma, vedo che anche più giù è arrossato… la vuoi anche lì un pò di cremina o è meglio di no?”
“Ma sei mio figlio, non ti fare problemi… dài, mettila dappertutto, sei tanto bravo… hai quel tocco delicato che piace alle donne, sai?”
“Dici davvero?”
“Certo… sei delicatissimo e sensuale… mi sa che piacerebbe anche agli uomini o… ai tuoi amici, eh!”
Feci una pausa, vidi che non reagiva, allora sbottai:
“O magari l’hai già fatto con qualcuno di loro? Porcellini!! siete due maialini! Sai che sono tornata prima ed ho visto quello che facevate in camera? Lo trattavi come una femminuccia! Ma tu mica sei gay? o anche a te piace… prenderlo… eh?”.
Roby arrossì violentemente, balbettò monosillabi confusi, ma ci ti tenne subito a precisare:
“No mamma, te lo giuro, mai preso. Piero dice che gli piace essere la mia donna… dico la verità, mi piace sopratutto quando mi… succhia il cazzo… è bellissimo!”
Presi la palla al balzo e, passando dalla finta arrabbiatura ad un atteggiamento di massima dolcezza, gli risposi:
“Ah, è così? Vieni piccolo, ora la tua mammina te lo succhia anche lei, vediamo chi te lo fa megli”
Roby restò di sasso, ma mi lasciò fare. Lo presi in bocca, si sentiva che aveva appena sborrato dentro al culo di Piero, ma ero talmente eccitata che non me ne importava nulla. Lo spompinai con gioia, gusto, passione, amore, finchè mi sussurrò:
“Mamma, sei divina! sono in paradiso ma non resisto!”
Impugnai il suo cazzo inturgidito e lo strinsi come fosse una spada:
“Non c’è che dire, il tuo amichetto ha ragione, hai un bell’uccellone! ma non pensi che sarebbe meglio usarlo con una donna, con una donna vera?”
La mia eccitazione era al culmine, quella di Roby altrettanto.
“Oh sì mamma, sapessi da quanto tempo lo desidero”
“Dai, stenditi, ti vengo sopra io… lascia fare a me…”
Ahhh che voglia!! Quel corpo acerbo disteso sotto di me era di mio figlio e quel bel cazzo vibrante l’avrei risucchiato dentro la mia figa che già sbrodolava! Come mi sentivo troia in quel momento! Altro che le scopate sempre più affaticate e ripetitive con mio marito! Altro che le limonate furtive con qualche collega d’ufficio!
“Oh mamma, è stupendo! Ohh sì sìì bellissimo!” .
“Ti piace tesoro, ti piace la figa della mamma? o preferisci il culo del tuo amichetto? Ma gli sborri nel culo, porcellino? dimmelo, vuole la tua sborra dentro?”
Non lo stavo rimproverando, lo incalzavo con le mie domande perché mi eccitava pensare a loro due, due maschietti che si inculano, e chiedevo, volevo sapere:
“O gli piace di più quando gli sborri in bocca?”
“Sììì, anche in bocca ma gli piace di più nel culo”.
“Che maialini che siete! e tu cosa gli fai, lo lecchi, lo spompini, anche tu? fate anche dei bei 69? o tu…”
“Sì, qualche volta anch’io, ma… aaa godo, godoooo, vengo, vengooo… mammaa vengoooo!!
Sollevai le gambe e mi buttai sul suo cazzo. I primi schizzi mi colpirono in viso, poi la mia bocca inghiottì interamente il suo uccello e succhiai avidamente ogni goccia di sperma che ancora usciva: meraviglioso, sublime, un nettare delizioso!
Ero inebriata. Ma sentivo che anche il rapporto tra mio figlio ed il suo amichetto mi intrigava, mi sarebbe piaciuto inserirmi e dar vita ad un inedito triangolo bisex.
Glielo dissi a Roberto, pensavo avrebbe fatto obiezioni; invece mi fissò con uno sguardo sardonico, che mi diceva “quanto sei troia!”, poi rispose che la cosa non era impossibile, anche se occorreva un po’ di cautela per non sconvolgere Piero. Sentii il bisogno di giustificarmi e gli dissi:
“Non mi giudicherai male … lo faccio per te ed anche per l’amichetto al quale tieni tanto ….”
Roberto con un piccolo ghigno ironico mi rispose:
“Non ti giudico per nulla, del resto, immagino che una gnocca come te chissà quante cose avrebbe da raccontare, non credo proprio che ti accontenti di papà”
“Ti racconterò, un giorno ti racconterò. Ma sappi che, per non sputtanare tuo padre, ho rinunciato a tante occasioni… ora mi consentirai di vivere un’esperienza trasgressiva con mio figlio?”
Concordammo che il pomeriggio successivo mi sarei nascosta in casa e, al momento opportuno, sarei entrata in scena, con discrezione.
Alle 15 Piero venne da Roberto per … studiare. Si chiusero in camera e cominciarono subito a toccarsi. Si erano messi nudi sul letto e Piero aveva cominciato a leccare Roby sul petto, poi sulla pancia, infine tra i coglioni. Intanto mio figlio si era girato per farsi leccare il buco del culo. Dalla mia posizione vedevo bene la scena e mi stavo eccitando da morire. Poi anche Roberto aveva cominciato a rispondere all’amichetto, ad accarezzarlo e stimolarlo; anzi si era piegato verso di lui e si era preso in bocca il suo cazzo. A questo punto i due ragazzi si erano disposti a 69 e se lo succhiavano a vicenda che era un piacere. Non ce la facevo a resistere, la voglia di partecipare ai loro giochi diventò indifferibile. Entrai nella stanza in punta di piedi e mi avvicinai al letto. I due erano tanto intenti a succhiarselo che non si accorsero di nulla fino a quando non mi sedetti sul letto e non accarezzai il culo di mio figlio.
Alla mia vista sobbalzarono, Piero ebbe una reazione di panico e si portò le mani sulle sue parti intime, farfugliando convulsamente: “Oddio signora scusi … ma non pensi che … ci stavamo rilassando…”.
Non mi mostrai per nulla irritata, sorrisi a trentadue denti, mi rivolsi a mio figlio e, con aria ironica, dissi:
“Roby, ma perché avete interrotto lo studio? vi prego, continuate, eravate così belli tutti e due … se non disturbo vorrei solo ammirarvi …”.
Roberto, che era preparato all’improvvisata, disse:
“Sì sì, mamma … io e Piero ci stavamo rilassando un poco … ma se non ti dispiace vorremmo riprendere lo studio”.
E, rivolto al suo amico, aggiunse:
“Su Piero, non ti preoccupare, vieni qui vicino a me, la mammina non ci disturba, anzi”.
Piero era ancora traumatizzato, ma l’invito dell’amico l’aveva tranquillizzato, e quindi si era ridisteso alla rovescia per riprendere lo splendido 69. Lo spettacolo riprese e la mia eccitazione crebbe a dismisura. Tirai fuori dalla borsa un vibratore di gomma che mi ero procurato, mi spogliai tutta e mi accoccolai dietro i due ragazzi. Mentre loro si leccavano e si sfregavano i loro cazzi, ansimando e mugolando di piacere, io mi stantuffavo la fica con il dildo e mi tormentavo i capezzoli, gemendo anch’io voluttuosamente. Poi i due cambiarono posizione, Piero si piegò in avanti per farsi inculare, Roberto si posizionò dietro di lui e gli umettò l’ano con la saliva prima di infilargli il suo arnese.
A quel punto, per non restare in disparte, tirai fuori dalla fica il vibratore lubrificato dai miei umori e lo indirizzai verso l’ano di mio figlio, cominciando a spingere prima delicatamente, poi più decisamente. Roby emise un gemito ma mostrò di gradire la mia iniziativa. Il cazzo di gomma entrò per una metà e mio figlio cominciò ad agitarsi freneticamente, trasmettendo a sua volta un piacere aggiuntivo a Piero che giaceva sotto impalato e sussultava con goduria. Lasciai il dildo infilato in culo a mio figlio, aggirai i due ragazzi e mi posizionai dalle parti di Piero, esattamente tra le sue gambe, avvicinandomi con la bocca la suo cazzo e dando inizio ad un bocchino appassionato.
La mia azione provocava ai due ragazzi un’emozione inedita: Roberto provava il piacere che egli procurava a Piero, quest’ultimo scopriva cosa significa fare sesso con una donna. Entrambi raggiunsero insieme l’acme del piacere: Roby scaricò il suo sperma in culo al suo amico, Piero sborrò nella mia bocca. Poi i due si abbandonarono esausti sul letto.
Ero contenta di aver procurato loro questa esperienza, ma non ero ancora soddisfatta, provavo ancora desiderio per i due ragazzi. Mi distesi anch’io dall’altro lato del letto mostrando ai due ragazzi la mia figa spalancata e restai in attesa delle loro reazioni. Vidi che cominciavano a guardare verso di me, li sollecitai con lo sguardo e con parole dolci:
“Ho visto che avete goduto beatamente. Non volete far godere anche me? Su venite, questo corpo di donna vi aspetta“.
Si mosse subito Roby, che già aveva conosciuto il giorno prima il piacere di far l’amore con la madre, e si lanciò su di me mettendosi a succhiare un capezzolo e infilandomi due dita nella fica. Un po’ più timidamente lo seguì Piero che io incoraggiai più esplicitamente:
“Vieni Pierino. C’è posto anche per te …succhiami l’altra mammella. Vieni… So che ti piace il mio Roby, ma vedrai che ti piacerà anche la sua mamma”.
Fui letteralmente presa d’assalto dai due bei giovani, anche Piero mostrava una virilità insospettata. Fu un amplesso ardente, nel quale i due mi perforarono da tutti i lati mentre nel contempo, si toccavano e si slinguavano tra di loro.
Un triangolo travolgente che, in capo a una decina di minuti, produsse una sborrata tripla. Un godimento assoluto, mai provato prima, che toccò l’acme quando Piero (chi l’avrebbe detto!?) sferrò il suo colpo finale dentro la mia figa bollente.
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