“La guardo in viso e, ad un suo sorriso, come di esplicito assenso, ritorno giù e poi su, beandomi della morbidezza delle sue cosce…”
Il viaggio fino al mio “posto segreto”. Non ho corso come un
disperato ma il viaggio è stato breve per la voglia che avevamo. Per tutto il viaggio Natalia se ne stava comodamente seduta, che dico seduta, sbragata sul sedile del passeggero.
Arriviamo al mio “posto segreto”. Mentre parcheggio l’auto, Natalia ha già slacciato la cintura di sicurezza.
– Andiamo dietro?
chiede impaziente.
Con un cenno del capo le dico di si. Lei aspetta che parcheggio e spengo l’auto.
– Allora io vado dietro.
Detto questo si alza e passa dietro. Nell’operazione trovandomi il suo culo all’altezza del viso, le alzo la minigonna per ammirarglielo.
Era stupenda la vista. L’elastico di una parte delle mutandine si era infilato nella chiappa scoprendola quasi tutta. Ma, ancora più stupendo, era l’odore pungente della sua fica vogliosa, di cui vedevo i peli sporgere dalle mutandine in modo disordinato.
– Daiiiiiiiiii… lascia stare…. – squittisce Natalia
Sento prepotente l’erezione risalire lungo l’asta del membro già inturgidito dal solo pensiero di averla. Sento il mio cazzo diventare di pietra. Ritto e gonfio del piacere che da lì a poco ne avrebbe goduto.
Lei si butta sul sedile dietro e ora tocca a me scavalcare e raggiungerla.
Appena fatto ci precipitiamo a baciarci e a limonare. Le mie mani vanno sulle sue spalle per abbassarle le spalline della canotta fino a metà braccia, al resto ci pensa lei. Poi lei mi afferra il cazzo da sopra i pantaloni e lo strofina in una convulsa sega.
Lascio la presa della sua bocca e mi fiondò a succhiare i suoi seni (una terza di misura), mentre la mia mano s’infila sotto la sua mini.
La mia mano scivola dal ginocchio in su lungo la sua coscia. La guardo in viso e, ad un suo sorriso, come di esplicito assenso, ritorno giù e poi su, beandomi della morbidezza delle sue cosce. Le carezzai a lungo l’interno coscia.
A questa mossa corrispose l’allargamento delle cosce da parte di Natalia. Ora so che sarà mia.
Risalii con la mano verso l’unione delle cosce, solleticando la deliziosa concavità fino a toccare lo slip. Natalia ebbe un brivido e allargò ancora con un movimento invitante le cosce portando avanti contemporaneamente il bacino. La mia bocca divorava i suoi capezzoli tra i suoi sospiri di assenso e godimento.
Accarezzai la sua figa da sopra lo slip e risalii ancora verso il rigonfiamento del monte di venere, sul quale poggiai una mano a palmo aperto, massaggiandolo voluttuosamente.
Lei rispose con una serie di sospiri che riempirono l’auto.
Il desiderio ora mi chiedeva di toccare la morbidezza della sua pelle nuda e del suo pelo. Così, tenendo la mano sotto la minigonna, iniziai ad accarezzare lungo l’elastico della mutandina. Ne seguii i bordi anche sulle anche fino a retro, fino a toccarle il culo che era, come pensavo ed immaginavo, sodo e pieno. A quel punto volevo afferrarle le mutandine e fargliele scivolare in basso fino alle sue ginocchia. Ma mi trattenni ancora
Natalia lasciava fare con grande docilità, ma quando le mie mani entrarono nei suoi slip di lato toccando la sua pelle nuda e i suo pelo rado e riccio, lei ebbe molto più di un brivido. Erano gridolini di piacere quelli che ora le sfuggivano dalla bocca semiaperta.
Sentii distintamente tra le dita la sua peluria rada e riccia, ma scomposta, che ricopriva una deliziosa fichetta che si apriva in due labbra gonfie.
Ora è lei che tenta un’iniziativa. Scivola tra le mie braccia, alla ricerca della mia patta ed apre la mia zip. Mette dentro la mano vogliosamente e tocca il mio uccello. Lo trova eccitato, già duro. Natalia lo afferra e lo scappella affannosamente. E avverte subito la sua risposta…
Ma sono io che voglio la sua figa.
Avevo la bocca con la saliva a mille… cominciavo anche a sudare…La mia mano uscì dal lato delle sue mutandine e rientrò da sopra cercando subito la sua fessura con le dita… Natalia era completamente a mia disposizione allargando ancora le gambe…
– mmmmmmmmm, sei un lago …. – usci dalle mie labbra questa esclamazione mentre esploravo la sua intimità
Natalia emanava una tale sensualità in quel momento.
Gli infilai un dito nella sua figa.
Natalia inarcò la schiena e iniziò ad ansimare e sospirare, mentre ci guardavamo negli occhi. Avevo colto l’occasione, e l’eccitazione prese il sopravvento. Mi avvicinai a Natalia baciandola sul collo. Lei mi mise una mano dietro la testa, mentre continuavo a fargli un sapiente ditalino. Ci guardammo ancora un attimo silenziosamente negli occhi, dove l’unico rumore era quello della nostra eccitazione. Ma non ci fermammo.
Le infilai la lingua in bocca, succhiai la sua, e assaporai le sue labbra. Tornai a baciarle il collo,
Nel mentre avevo infilato anche un secondo dito per aumentare la “presa” del ditalino. Le mie dita spingevano dentro e verso l’alto aiutate dalla copiosa eccitazione del suo sesso Ormai ero completamente proteso su di lei, godendomi la piccola troietta che avevo fra le mani.
Natalia mi aveva avviluppato il collo con le braccia, mentre io continuavo a sditalinarla. Prese a baciarmi il collo, sussurrandomi all’orecchio
– Finalmente… che bello… di più … aaaaaargghhhhhhhh
– Zitta e godi – le risposi io
Sentivo in me una eccitazione selvaggia, volevo possederla così per tutte le volte che mi aveva eccitato nelle uscite in compagnia senza che io potessi fare niente.
Il ditalino era sempre più veloce. Lei che se lo godeva divinamente con gridolini e gemiti tra il soffocato ed il palese.
All’improvviso arrivò il suo orgasmo, e le ficcai letteralmente la lingua in bocca, baciandola con forza, mentre lei mi inondava le dita e la mano raccolta a cucchiaio sotto la sua figa con i suoi umori.
Fantastica!!!
Continuai a baciarla, ma adesso con più dolcezza. Lei era distesa sul sedile, e io sopra con una mano fra le sue cosce. Sfilai le dita dalla sua figa e ne succhiai uno, porgendo l’altro affinché anche lei facesse lo stesso. Lei protese la lingua in fuori e cominciò a leccarlo.
È a questo punto che diretta mi dice:
– Lo voglio in bocca…
Prese le mie dita in bocca, le leccò per bene e iniziò a succhiarle mimando uno splendido pompino…
Ma le mie intenzioni erano altre, tanto che proposi a Natalia:
– Che ne dici … se proviamo un bel 69? Qui ora …
Si fermò guardandomi negli occhi, che si erano illuminati di quella luce da porcellina che diceva tutto pur restando in silenzio. Era un sì il suo.
Si tirò su la minigonna scoprendo tutte le sue mutandine. Io l’aiutai a sfilarle facendole scendere sulle gambe. Sfilò solo una gamba.
Ora era una visione di femmina: figa e culo visibili!
Si girò dandomi le spalle, sistemandosi per bene in modo da mettere la sua fica sulla mia faccia.
In quella posizione iniziai a massaggiare e stuzzicare la sua fica bagnatissima.
Natalia a quel punto slaccio completamente i mie pantaloni, aprendo tutta la cerniera. Poi sedendosi completamente sul mio viso con la sua figa, afferrò pantaloni e boxer ai lati e famelicamente, spingendoli verso il basso. Io l’aiutai alzando il mio bacino. Lei lì sfilò fino a sotto le mie ginocchia.
In quella operazione il mio cazzo sballonzolò bello teso davanti ai suoi occhi e appoggiandosi alle sue guance tra i suoi sospiri.
Quando fummo pronti e comodi io iniziai a leccare l’interno delle cosce di Natalia, risalendo fino alle grandi labbra, facendomi largo tra la sua peluria rada e selvaggia, già fradicia dei suoi umori.
Affondai la mia lingua tra le sue labbra, suggendo il suo nettare dal buco della vagina aperto, e con la lingua bagnata risalii la fessura sino al clitoride, mentre il suo corpo si contorceva invocando la penetrazione della passera con la lingua.
Praticamente avevo la sua figa sulla mia faccia.
A quel punto Natalia che aveva afferrato con la sua mano il mio cazzo durissimo, lo ingoiò con foga in una volta sola, trattenendolo in bocca con un risucchio e spingendolo verso la sua gola per gustare a pieno il suo stato, il suo gusto e sapore. Poi iniziò a leccarlo per bene, risalendo lungo l’asta, succhiando meravigliosamente la cappella, accompagnando tutto il movimento con la sua testa e tenendo la mano premuta alla sua base.
Nel frattempo avevo la sua figa tutta per me. La leccavo profondamente tanto da farla gemere di piacere a bocca piena. Con le dita le solleticavo il clitoride e tenevo aperte le sue labbra per agevolare la leccata.
Avevo anche un’altra visuale.
Era quella del suo buchino del culo che si contraeva ritmicamente con i suoi sospiri. Piccolo, grinzoso ed invitante.
Non resistevo a quella visione. Ad un certo punto iniziai a leccarle anche il buchino del culo. Vidi Natalia fermarsi, sfilarsi la cappella dalla bocca girandosi a guardarmi con le labbra umide e appiccicaticce, poi inarcò la schiena per avvicinare ancora di più al mio viso il suo culo.
Era un meraviglioso invito per me, che non me lo feci ripetere ancora. Iniziai a leccarlo con foga per poi stimolarlo infilandovi un dito fino a farlo entrare della falange, tornando così a leccargli la figa.
Mentre tutto questo nostro piacere aumentava, dalle mie labbra usciva:
– Lecca porcellina …mmmmmmmmmmmmmmmm … che fica meravigliosa e che culo… mmmmmmmmmm … da leccare e da penetrare
In tutta risposta Natalia mi replicava in modo soffocato, quasi a ordinarmelo:
– Lecca… sìììììììììì … lecca… mmmmmmmmmmmmmmm … che mi fai venire … ohhhhhhhhhhh sììììììììì aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh! – e il tono era quello di una bambina viziata che si ingraziava la mamma
Infatti venne di nuovo, sulla mia faccia, con una esplosione di umori cui non avevo mai visto, ma che bevvi con piacere.
Lei non paga con la sua bocca riprese a massaggiarmi la cappella, voluttuosamente, famelicamente, con risucchi sonori. Scendeva e risaliva lungo la mia asta insalivandolo tutto, in modo forsennato.
Era una sublime dea in quel momento…
Natalia stringeva saldamente la base del cazzo mentre passava la lingua sulle sue labbra, in modo da prepararle e bagnarle (propendo anche per ingordigia).
Aprì la bocca avvicinandosi all’uccello, più per provocare ed eccitare che per imboccarselo. Gli respirava sopra, soffiandogli sopra con il suo alito caldo. Con la lingua fuori umida di saliva e allungata verso la cappella, si avvicinava per farmi soffrire e agognare il contatto.
Da quel supplizio, Natalia iniziò dalla base del cazzo, leccando pian piano verso l’alto, facendo finta di volerlo mordere delicatamente, sfiorando la mia pelle con i suoi denti.
Lo insalivava per bene, arrivando a tintillare la cappella e la corona del cazzo con le dita. Ci sapeva fare, tutte manovre da esperta troietta affamata di cazzo!
Non resistevo più. Sentivo salire lungo l’asta della mia carme il mio seme… anch’io venni e venni nella sua bocca con fiotti decisi e lunghi, tanto che nel suo rigirarselo nella bocca uno di essi le inondò la faccia … non riuscivo a trattenermi, quindi se le spruzzai sul viso la mia crema fu per sbaglio, ma lei ne rimase compiaciuta.
Era anche quello che voleva, non le dispiaceva che le venissi in viso, tanto che disse :
– Dai … stupendo! … Sììììììììììììììììì … vienimi in faccia … la voglio bere tutta … Daaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiii daiii – così per incitarmi a continuare a sborrare, anche sul suo viso mentre io grufolavo di piacere.
Ma non sazia disse:
– Questo era un 69 da favola … ora devi farmi provare altro …
– Ti scopo! – fu la mia risposta roca
– No! Così senza goldone rischio di rimanere incinta – fu la sua risposta decisa mentre continuava a leccarmi e succhiarmi la cappella, stringendola nella mano proprio sotto la corona purpurea.
– Potremmo fare altro allora … – proposi dolcemente
– mmmmmmmmmmmmm? – fu la sua risposta indaffarata
– Posso metterlo nel tuo culo e scoparti fino a sborrare di nuovo… – le proposi visto che già l’avevo “provato” con le mie dita.
– Non l’ho mai fatto – mi rispose con una voce da gattina vogliosa – se fai piano possiamo provare…
Detto questo iniziammo a sollevarci per trovare una posizione per la prima inculata di Natalia. Non è proprio semplice in macchina…
Proviamo con lei a pecorina sui sedili posteriori… poi visto la scomodità di entrambi, optiamo per lei in ginocchio appoggiata allo schienale dei sedili posteriori (verso il bagagliaio).
In questa posizione io ne approfittai per una strizzatona alle tette, che al contatto e alla stretta mosse il culo all’indietro, così che il mio uccello si trovò a puntare verso l’alto cullato dalle sue chiappe.
Natalia ha un sussulto di piacere avvertendo il contatto delle mie mani sulle sue tette e delle sue chiappe con il mio cazzo. La spingo in avanti, poi le apro le chiappe e vado con un dito sul suo buchino. Accarezzandolo lascivamente lo faccio entrare strappandogli un piccolo gemito d’assenso. Il suo buchino fremente è bagnato della mia saliva: aiuterà la penetrazione penso veloce.
Con il dito infilato nel suo sfintere, il mio cazzo si rieccita indurendosi al solo pensiero che tra poco sarà lui ad entrare … la cosa mi eccita ancora di più
Dissi a Natalia:
– Ora ti inculo … ti faccio provare un uccello duro nel tuo buchino, ma sappi che ho intenzione di riempirlo con la mia sborra…
– Non ho mai provato… fallo!!! – fu la sua risposta
Estrassi il dito. Le allargai le chiappe mentre lei si chinava completamente contro il sedile. Con l’altra mano presi il cazzo, scappellandolo per bene, e andai ad appoggiare la cappella sul suo buchino.
Diedi una piccola spinta delicata, ma la cappella scivolò verso l’alto grazie anche alle gocce che l’imperlavano la punta. Ritentai.
Spinsi ancora la cappella sul suo buchino, mentre Natalia spingeva il suo bacino all’indietro verso il mio cazzo sforzandosi.
Il cazzo incominciò a farsi strada nel suo culo…
– Ahaaaaaaaaaaaa … mmmmmmmm…. che cazzo che hai … ahaaaaaaaaaaaaaa … mi fa un po’ male… – disse concentrata Natalia
– Non preoccuparti faccio piano … – risposi io ancora più concentrato nel non farglielo entrare violentemente
La penetrai lentamente facendo entrare la punta, poi tutto il glande. Mi fermai un attimo per farla abituare alla presenza del mio cazzo nel suo culo. Lei emetteva piccoli gridolini di dolore e di piacere abituandosi al mio andirivieni. Cominciai così a incularla.
– -Sì continua … ahhhhhhhhhhhhhhh … aprimi il culo … sfondamelo …. AHHHHHHHHHHHHHHH!
Queste sue parole erano per me un incitamento:
– Sì … ti piace porcellina? … lo sento stretto che mi avvolge il cazzo…
– mmmmmmmmm … Sìììììììììììì … Ohoooooooo… – ansimava Natalia, concitata, sempre più concentrata per la mia penetrazione
La presi per li bacino attirandola a me, e contemporaneamente le baciavo il collo.
– Sei proprio una troietta in calore…- le dissi mentre lei mi sorrideva fra un gemito e l’altro
– Aaahhhhhh … sìììì … non fermarti … mmmmmmmm … Com’è bello duro… Lo sento tutto – quanto mi eccitava dicendo così Natalia
– Oddio … Sei bravissimo … Non pensavo fosse così bello … Non fermarti… ummmmhhhhhhh, sìììì… – continuava nel suo delirio di piacere
– Stai tranquilla che non mi fermo… – dicevo mentre spingevo ritmicamente la mia cappella avanti e indietro nel suo culo
– Sì! Continua … Non fermarti …Aaahhh, sì … sì … sì… – incitava sempre più Natalia mentre il mio bacino sbatteva in continuazione contro il suo culo
Lei gemeva:
– Dillo che sono la tua troia … Ahhhh, sì continua … SI’, SI’ … PIU FORTE… AHHHHHHH
– Sì sei una troietta vogliosa e sei mia…- l’accontentai
– Oh, sì, sì … AHHHHH, SIIII’ … SBATTIMI, SIII’ … PIU’ FORTE! … AHHHHH – Natalia non né era sazia.
Mi fermai un momento per riprendere fiato. Poi ingrifato com’ero, le diedi un deciso colpo di reni, sentendo entrare il mio cazzo ancora di più, sbattendole tutto il cazzo nel culo. Emise un unico urlo di dolore, che si sostituì subito al piacere che provava.
Estrassi il cazzo dal suo culo … poi lo rinfilai rapidamente ancora tutto dentro… lo rifeci ancora un paio di volte..
Natalia allungo una mano dietro la mia nuca incurvando la schiena: fu il là per iniziare la scopata nel suo culo.
Così ad ogni colpo sentivo la mia asta sparire nel mio culetto… io non riuscivo a controllarmi e spingevo … Era bellissimo. Andavo avanti e indietro, come un forsennato, dandogli dei colpi secchi che si scontravano con il suo culo, che lei spingeva all’indietro … era una vera maialina in calore.
Andò avanti così per circa 15 interminabili minuti, sempre nel suo culo fino a quando non sentii il mio sperma salire
– ODDIO … SI, SIII’ … AHHH … DIO SI’ … Non fermarti! … Non fermarti!!! …AAAAAAAHHHHHHHH – la sentii gridare, mentre io avvertivo pulsare il mio cazzo, prossimo a venire, ma strinsi i denti , per resistere ancora
– ODDIO SI’, SI’! … VIENIMI DENTRO! – mi urlò, mi intimò, mentre io ormai gli riempivo il culo di sborra calda.
Natalia incominciò a tremare, stava godendo … era la sua risposta al mio piacere. Era il suo modo per annunciarmi un orgasmo imminente … finché non inarcò la schiena spingendo la testa contro la mia spalla in un grido soffocato.
Gemeva di un piacere incommensurabile e continuò a tremare per una decina di secondi, mentre io continuavo a spingere il mio cazzo nel suo culo.
Ansimavamo insieme, mentre io la stringevo a me, con la consapevolezza che gli avevo sborrato nel culo.
Rimanemmo così per un tempo che non so definire. Poi Natalia mi fece capire che voleva spostarsi da quella posizione. L’assecondai.
Natalia lo fece sfilare naturalmente da quello che fino a pochi minuti fa chiamavamo buchino, mentre ora era largo e arrossato. Il mio uccello uscì, e Natalia girandosi lo afferro tirando indietro la pelle per scoprire la cappella. Chinandosi lo ripulì tutto con la lingua delle gocce di sperma che facevano capolino dalla fessura sulla punta, aggiungendovi lunghe succhiate come se fosse pronta per un nuovo pompino. Ma crollammo esausti sui sedili, guardandoci appagati negli occhi, attratti entrambi come se dovessimo iniziare in quel momento… I nostri sorrisi erano la cosa più bella.
Mi allungai per prendere dei fazzolettini di carta per aiutarla poi a pulirsi il culo. Lo fece lei da sola, ma permise anche a me di partecipare e, ooppss, ci infilai due dita facendoli un ditalino anale per il suo divertimento.
– Dai basta… portami a casa che sono sfinita… – mi disse dolcemente Natalia.
– Va bene… – gli dissi poco convinto
– Non aspettarti che finisce qui… voglio scopare con te! Prima però è meglio che accontenti anche le altre due… Ti voglio libero da “impegni”, riposato e con le palle gonfie e l’uccello duro! –mi intimò
La mia risposta fu un sorriso silenzioso.
Ci rivestimmo e la portai a casa (lei con il culo in fiamme che colava ancora i residui del mio sperma, come mi raccontò poi). Ci salutammo con un bacio, di quelli che si danno due innamorati…
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