“Arrivati al posticino di nostra conoscenza ci sistemammo come altre volte in riva all’acqua tra un tappeto di sassi e ghiaia…”
Soliti frequentare il fiume nelle calde domeniche estive, con poca voglia di
raggiungere il mare, io e mia moglie ci godemmo la gita fuori porta con il vento tra i capelli.
La moto, oltre a rendere il piccolo viaggio più affascinante, permetteva arrivati sul posto, di inoltrarci su lunghi sterrati alla ricerca di anfratti tranquilli, lasciando la confusione di famiglie e gente superficiale lontano da noi.
La ricercatezza della tranquillità azzardava inoltre di poter prendere il sole nella inebriante sensazione del naturismo lontani da occhi indiscreti, godendo a pieno dei colori e dei profumi della zona.
Arrivati al posticino di nostra conoscenza ci sistemammo come altre volte in riva all’acqua tra un tappeto di sassi e ghiaia. Alla nostra sinistra, centinaia di metri di assoluta tranquillità , alla nostra destra in lontananza, si scorgevano le sagome di un’altra coppia naturista accompagnata da un amico a quattro zampe.
Non passò molto quando quella straordinaria quiete venne interrotta da un rombo fastidioso.
Costatammo trattarsi di un altro “centauro” che arrancava faticosamente tra le pietre ai bordi della strada proprio nella nostra direzione, palesemente in difficoltà tra l’impegnativo tragitto e una manifesta mancata esperienza. Tempo di infilarmi una asciugamano in vita, gli andai incontro per vedere se avesse bisogno d’aiuto.
Tolto il casco, l’uomo si presentava belloccio, molto abbronzato, sulla quarantina, ma con uno spiccato desiderio di apparire di gran lunga più giovane. Si scusò subito per averci disturbato, adducendo che aspettava delle amiche, le quali l’avrebbero raggiunto da lì a poco. Non sentendosi sicuro nell’appartarsi completamente, si “appellò” alla solidarietà tra motociclisti, pensando potessimo farci tutti compagnia.
Scambiai uno sguardo complice con la mia compagna, pienamente consci della falsità con cui si era presentato, riferendosi alle amiche. Ma visto e compreso la non pericolosità del personaggio, accettammo che si mettesse lì vicino.
L’uomo chiese educatamente se avesse potuto, come noi, prendere il sole completamente nudo, apprestandosi ad aggiungere che le (fantomatiche)amiche avrebbero fatto lo stesso, una volta sul posto.
Si accomodò su un piccolo telo ad una decina di metri, fumandosi una sigaretta. Lo vidi più volte sbirciare tra i grossi occhiali scuri, le nudità di mia moglie soffermandosi sul suo magnifico culo. La cosa cominciò ad incuriosirmi e a divertirmi. Per rendere tutto ancora più stimolante, mi spostai dalla parte opposta a quella in cui ero agiato, lasciando orgogliosamente sgombra, la inebriante visuale svestita della mia consorte. Accampai con lei la scusa di qualche sasso particolarmente fastidioso, che bastò farla continuare beatamente nella sua tintarella integrale a pancia in giù.
In modo fintamente distratto cominciai lievemente a passargli il dorso della mano sulle gambe, suscitando nel nostro vicino un ovvio e maggior interesse. Dopo qualche minuto decisi di farmi più audace passando direttamente sotto le cosce, per una percezione con il palmo, eroticamente più intensa, arrivando con il taglio alto della mano superiore all’altezza delle grandi labbra. Mia moglie mi invitò timidamente a smettere, ma più strofinavo e più le sue insistenze affievolivano.
L’uomo intuendo ciò che stava accadendo non poteva credere di avere avuto tanta fortuna. Tentò inutilmente di coprire la spontanea erezione che s’intravedeva, raccogliendo le ginocchia. Ancora qualche piccola titubanza di mia moglie, svanì quando si convinse che l’intruso dalla parte opposta, avrebbe solo potuto immaginare, e non vedere, ciò che stava accadendo. Inoltre la passione cominciava man mano a prenderle i sensi completamente, facendo a pezzi ogni calcolo cerebrale. Cercai con l’altra mano la sua, avvicinandomela al membro eretto. Esitante sulle prime, si lasciò trasportare donandomi una lenta e magnifica masturbazione.
Con le mani su entrambe i sessi, ci regalammo a vicenda una lussuriosa sensazione all’aria aperta. Sotto lo sguardo entusiasta e sempre più eccitato del centauro, che se l’era prudentemente preso in mano a sua volta. Invitai mia moglie a sbirciare verso il fortunato vicino, preso a segarsi sempre più intensamente. Cercò di non farsi scorgere mentre lo vide intento darsi piacere, bramoso della sua carne. La cosa la eccitò moltissimo perché inaspettatamente si chinò con uno scatto sopra di me prendendomelo in bocca, esponendo inevitabilmente ancor più le sue chiappe alla visuale del fortunato. Ben conscia, adesso, di essere completamente visibile all’uomo.
Un succulento pompino sotto il sole e lo sguardo voglioso di uno spettatore, furono un mix indomabile. Sfilai il braccio, per avvolgerla passando sulla schiena, mostrando così esplicitamente al fortunato, il dito infilarsi nella fica umida di mia moglie. Vidi l’individuo puntarsi su gomiti e talloni, in un lento ma continuo avvicinamento, senza per altro mai smettere di masturbarsi. Lo confidai alla mia compagna, che sembrò immaginarlo, ed ignorandomi continuò famelica a succhiarmi la cappella. Proprio l’aver taciuto diede all’uomo il coraggio di farsi più ardito. Ormai a ridosso della mia consorte, cominciò ad accarezzarla lievemente strofinandole la cappella tra cosce. Il reale contatto la immobilizzò per qualche istante, ma riprese subito dopo, perfettamente conscia che sarebbe accaduto. Difficile descrivere l’amalgama di sensazioni contrastanti derivanti dal momento. Ma più inebriato che infastidito tolsi il braccio lasciando all’intruso tutta la bellezza e l’armonia della figura posteriore femminile. Ne approfittò subito toccandola ed esplorandola smanioso nel prenderli i seni da dietro, fino a raggiungere la sospirata apertura tra le gambe. Sorprendendomi ancora una volta, la mia partner si mostrò padrona della situazione. Continuando a spompinarmi allungò la mano all’indietro cercando contemporaneamente anche il cazzo dell’uomo, per segarlo sapientemente. In seguito si sdraiò supina, senza staccare le mani dagli scettri di carne in suo potere, godendosi da vera regina del sesso, le attenzioni di noi maschi estasiati. L’accarezzammo e leccammo a turno da per tutto. Successivamente mi fece sdraiare a pancia in su e mi salì sopra, infilandosi dentro il cazzo. Difficile trattenere il godimento vedendola così fantasticamente puttana, da chinarsi persino a prendere in bocca il cazzo dello sconosciuto, senza smettere di cavalcarmi..
In un momento di lucidità mi sembrò addirittura scorgere la coppia lontana, intenta ed a godersi lo spettacolo, scopando a pecorina per ciò che potevano intravvedere, e chiaramente ad intuire.
Non resistetti di più e venni copiosamente dentro di lei, che non smise di godere ed ansimare in piena esaltazione.
Sfilò dalla bocca quel cazzo inedito per baciarmi appassionatamente, facendo contemporaneamente stendere l’uomo nella mia stessa posizione. Cambiò cavalcatura, ancora desiderosa di nuovi orgasmi, che l’inusuale situazione le stava regalando. Si mise a smorza candela su quell’asta mai provata, continuando con la mano a segarmi, donandomi inaspettatamente ancora piacere e nuova fuoriuscita di sperma. Anche l’uomo non resistette oltre. Così sfilò anche il secondo cazzo mettendosi a carponi in mezzo a noi, e regalando a turno le ultime attenzioni della sua vorace bocca su entrambe le cappelle sbrodolanti. Sfiniti ed appagati ci abbandonammo sui nostri teli, mentre l’uomo scusandosi si allontanò quasi subito, abbozzando impacciato qualcosa sulle amiche. Scambiai con lei un ultimo e divertito sorriso riferito all’argomento, ci baciammo ancora una volta ardentemente senza dire più nulla.
Ci addormentammo al sole, straniti ma appagati dalla novità di quell’unica esperienza.
Non vedemmo mai più arrivare l’uomo… e le amiche!
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