“Con mia sorella ci sentiamo tutte le settimane e lei non perde occasione per dirci che ci aspetta…”
3.
A pranzo Maria fece di tutto per farmi riacquistare le forze
con un menu eccezionale; quando mio cognato andò a fare la pennichella pomeridiana, lei mi disse:
“Michele come è stato il pranzo?”
“Eccezionale Maria! non mangiavo cosi bene da anni”
“Beh che dici? hai riacquistato le forze? facciamo un altro round?”
Maria mi sembrava una vacca in calore, le si leggeva in faccia la voglia che aveva. Questa volta mi prese lei per mano, ma invece di andare nella mia camera mi portò fuori in cantina.
Giunti in cantina prese un vasetto con la sugna e me lo porse.
“Se davvero vuoi rompermi il culo, bene! con un po’ di sugna il tuo cazzone dovrebbe farmi meno male, che dici?”
Non credevo alle mie orecchie, Maria mia sorella mi stava dicendo che era pronta a darmi il culo. La cosa mi eccitò tantissimo, subito la rimisi a pecorina e le sollevai la gonna, con studiata lentezza (anche per godermi il suo splendido panorama posteriore) le tolsi le mutande scoprendo l’enorme culo. Mi inginocchiai e iniziai a baciarlo e a stuzzicarlo ora con la lingua ora con le dita, lei mugugnava e dondolava i fianchi accompagnando la mia lavorazione di lingua che comunque non le trascurava la fica.
Quando la vidi pronta ed eccitata, con la sugna preparai il buchetto alla mia verga; dopo un primo tentativo a vuoto finalmente la inculai, infilando dapprima solo la cappella, poi, man mano che il buco cedeva, introducendo nelle sue viscere tutta la verga. Nonostante la sugna la penetrazione doveva farle male, lei stentava a trattenere i lamenti, ma continuava comunque ad incitarmi:
“Fai piano Michele ma non smettere.. mamma mia, non credevo fosse così eccitante prendere nel culo un palo di carne come il tuo. aahh sì, sfondami le viscere sì, rompimelo!”
Dopo averla ingroppata per bene le ho riversato nel culo una quantità bestiale di sborra. Ma non ci bastava, continuammo a fare sesso sfrenato come dei maiali; sborrai di nuovo, stavolta inondandole le tettone, anche lei venne almeno tre volte. A sera ero distrutto e, quando rientrò Giulia, dovetti alzare bandiera bianca:
“Mia cara, oggi sono fuori uso. Stasera getto la spugna… “
“Oh oh, caro maritino… ti avevo detto di fare un po’ di compagnia alla sorellina ma non pensavo che ti dovesse consumare così!”
Nella sua voce non c’era arrabbiatura, tutt’altro. Era stata lei a spingermi tra le braccia di Maria, quella era la sua vittoria. Naturalmente pretese di conoscere tutti i particolari della giornata e, quando le raccontai della furibonda inculata in cantina, vidi che la sua mano era scomparsa tra le labbra della fica. Era eccitata e, viste le mie condizioni, si soddisfaceva da sola. Prima di addormentarci mi disse che era arrivato il momento di festeggiare in tre.
La guardai con gli occhi spalancati, sbaloridito dalla sua troiaggine. Lei, con grande tranquillità , mi disse che la correzione dei compiti era terminata e che, il giorno dopo, non sarebbe andata a scuola, per cui per il pomeriggio mi avrebbe preparato una bella sorpresa. Cercai inutilmente di saperne di più; mi disse di riposarmi per bene e di recuperare le energie, mi baciò e cademmo entrambi in un sonno profondissimo.
Il giorno dopo per tutta la mattinata Giulia diede una mano a Maria e vedevo che parlavano e ridevano di gusto, abbassando di colpo la voce quando mi avvicinavo. Dopo pranzo mi ritirai nella mia camera, ma questa volta da solo, perché mia moglie continuò ad aiutare Maria nella faccende domestiche. Mi appisolai, ma verso le 16:30 fui svegliato dal rumore che faceva il trattore guidato da mio cognato, mi guardai attorno ed ero ancora da solo. Ad un tratto, mentre cercavo una posizione per riaddormentarmi, entrarono in camera Giulia e Maria, con due facce battagliere. Mia moglie esordì:
“Poltrone, ma stai sempre a dormire? come va? pensi di aver recuperato bene le tue forze?”
Io le guardai, erano in piedi ai lati del letto ed avevano un’aria di complicità che quasi mi spaventava; poi fu Maria a chiedermi con un tono da troia:
“Allora ti senti abbastanza carico per due gnocche arrapate?”
Sgranai gli occhi, mia sorella e mia moglie volevano fare sesso con me insieme. Non riuscii neanche a concettualizzare le parole di mia sorella che le due salirono sul letto e subito armeggiarono con il mio pantaloncino, liberando il mio cazzo e contendendoselo tra di loro. Era la prima volta che avevo due bocche che mi spompinavano e alla grande.
Mentre loro succhiavano e si passavano il mio cazzo senza mai litigare, io iniziai ad esplorare sotto le rispettive gonne i loro culi appena fasciati da stupendi perizomi; mi diedi da fare con la lingua e con le dita, prima con una e poi con l’altra.
Fu una cosa memorabile, non ricordo nemmeno in quale buco e di chi riuscii a sborrare e per quante volte. Quello che ricordo è che loro due si dimostrarono molto affiatate e che ad un certo punto si misero a succhiarsi le rispettive fiche con grandissima disinvoltura. Ricordo che inculavo una mentre l’altra mi leccava le palle, oppure davo un colpo in fica e un colpo in bocca, mentre loro erano abbracciate a 69. Un’esperienza veramente irripetibile, della quale sarò sempre grato a mia moglie, alla sua perversa inventiva ed alla sua magnanimità .
Ma, come tutte le cose belle, anche la vacanza in Campania finì ed io e mia moglie rientrammo su a Milano. Ma, dopo quello che era successo, il rapporto con mia sorella Maria è diventato molto più intenso, debbo dire che soprattutto tra lei e mia moglie si è stabilita una straordinaria complicità . Con mia sorella ci sentiamo tutte le settimane e lei non perde occasione per dirci che ci aspetta. E credo che con Giulia siano già d’accordo per rivederci giù a casa dei miei per le prossime feste natalizie.
Intanto, il ricordo delle splendide scopate con Maria continuava ad alimentare la voglia di chiavarmela in tutti i modi non mi era passata e non mi bastava nemmeno pensare che presto saremmo ritornati giù per un’altra settimana di goduria.
Un pomeriggio che ero solo in casa e che il pensiero di Maria mi tormentava facendomi gonfiare il cazzo, sentii forte il bisogno di tirarmelo, di farmi una sega dedicata a lei. Mi distesi sul divano, lo tirai fuori e cominciai a menarmelo. Ma non prendevo pace, volevo di più per sostenere la mia fantasia. E all’improvviso pensai che la cosa migliore era chiamarla al telefono, sentire la sua voce, sfogare un po’ così la voglia di averla.
Feci il numero augurandomi di trovarla in casa. Erano le 17 e, pensavo, suo marito sarebbe stato sicuramente in campagna. Era così, Maria fu assai sorpresa di quella telefonata e mi chiese con preoccupazione se fosse successo qualcosa.
“Sì, cara sorella, è successo che sono solo in casa ….. e mi è venuta una voglia matta di rifare l’amore con te …… spero di non disturbarti …..”
Maria fece una grande risata e disse sollevata:
“Oh, meno male, temevo che fosse successo qualcos’altro. Ah, non ti è passata la voglia di questa estate, vero? eh, fratello, figurati a me … tu almeno hai Giulia che non te la nega mai … io … io non so come calmare questi bollori …”
“Senti Maria, mi sono disteso sul divano e l’ho tirato fuori, perché mi voglio fare una sega su di te ma come sarebbe meglio se lo facessimo insieme. sì, a telefono, non mi va di godere in solitudine ……”
“Michè, ma sei davvero un demonio ….. Non posso sentire questa tua voce roca senza che mi attizza subito la fica ….. Ah, pensi che davvero possiamo trovare sollievo così, a telefono”
“Sì sì, Maria dai, proviamo a farlo insieme. mettiti anche tu sul divano o sul letto, spogliati un po’ e comincia a toccarti”
“Aspetta Michele, che chiudo tutto e me ne vado in camera da letto“
Sentii a telefono un certo tramestìo, ma in meno di due minuti Maria riattaccò:
“Eccomi, sono qua, mi sono spogliata tutta. ecco, ho le gambe tutte aperte.”
“Bene sorella, apri bene le cosce e mettiti due dita nella ficona pelosa che hai. Ah, io me lo sto già tirando alla grande, questo bel cazzone vuole entrare dove tieni le dita, in quella tana bagnata, ah che voglia”
“Sì, fratellone, vieni dentro la fica di tua sorella, dammelo questo bastone, aprimi tutta …… ah, come lo sento!”
“Maria, il mio cazzo è diventato un toro scatenato, non riesco a tenerlo a bada, non resisterò molto … dove vuoi che scarichi la sborra ……”
“Ah, Michele, dove vuoi tu … sono tutta un fuoco, anch’io non ce la faccio a resistere, non chiavo da quando te ne sei andato … ma mi piacerebbe che mi sborrassi addosso, sulle tette, in faccia … ho voglia di spalmarmela la tua sborra sul corpo, e poi di leccarmela … è tanto buona!“
“Oh sì, tiramelo in mezzo alle tue mammellone, fammi una bolognese su su, così, stringimelo bene e vai, vai che sto venendo, vai che ti sto inondando il petto ah quanta ne esce ……”
“Vengo, vengo, vengo anch’io … sì, Michele, sto sborrando come una porca … sì sì, versami tutto sulle tette, che me la spalmo come una crema di bellezza … ah che bello, che bello!!“
Seguirono una decina di secondi di silenzio. Entrambi ci stavamo gustando l’effetto rilassante della sborrata simultanea.
“Hai avuto davvero una bella idea, Michele. Ho goduto molto e ti ho sentito molto vicino a me”.
“Sei stata grande, Maria, hai saputo trasformare una sega in una chiavata dal vivo …… Veramente brava! Credo che possiamo rifarlo ogni tanto, che dici?”
“Sì, certo, tutte le volte che vuoi … non vorrei però fare torto a Giulia, non vorrei che la trascuri per me … sai, per me è come una sorella”
“Non ti preoccupare, a Giulia non le faccio mancare niente, fottiamo quasi tutti i giorni figurati … ma non riesco a togliermi dalla testa la tua fica, il tuo culo, le tue mammelle. vedi, abbiamo appena sborrato e già mi ritorna duro. non so, sarà che si tratta di un rapporto proibito ma io ho bisogno di scoparti senza freni, mi fai perdere la testa“
Maria non nascondeva il suo compiacimento femminile: “Anche tu, fratello, mi piaci tanto, hai un cazzo portentoso e chiavi divinamente …… sono contenta che riesco a saziare le tue voglie, approfitta di me tutte le volte che ti va … sappi che solo tu mi fai godere e te ne sarò sempre grata”
“Bene, bene. Stai sicura che ti richiamerò presto, perché ho scoperto un piacere nuovo con te, almeno fino a quando non ci rivedremo, è una cosa che aiuta”
Ci salutammo con grande affetto e mi pregò ancora di baciare per conto suo Giulia.
A mia moglie, come sempre, non ho mai nascosto nulla, per ciò le raccontai l’accaduto al suo rientro. La porca finse di incazzarsi un po’ perché questa storia con Maria stava uscendo fuori dai binari, ma appena a letto disse che avevo fatto bene: quella poverina di Maria non aveva altre possibilità di godere se non gliele procuravamo noi. E concluse, riprendendo possesso del mio cazzo e riportandolo in vigore:
“E poi queste chiavate mica sono un tradimento. È solo solidarietà familiare!”.
(continua ?…)
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