“Ma sono così vicine alla mia pelle che ne sento il calore… non vedo l’ora di sentirle anche tastare…”
E’ domenica: io e mio marito Alex ci troviamo in gita in
un paesino che non avevamo mai visitato prima: avevo letto su una rivista che poco lontano dal centro abitato c’era un antico borgo medievale e le rovine di una antica chiesetta che mi sarebbe piaciuto molto vedere. Alex aveva così voluto esaudire il mio desiderio organizzando la gita. In realtà il mio vero motivo era quello di incontrare e conoscere, in modo che apparisse casuale, un ragazzo che avevo conosciuto in chat. Il nostro approccio virtuale si era fermato lì, ma ad essere sincera, leggendo le sue parole, mi era apparsa una persona vera, normale, con la quale, tra l’altro, avevo scoperto di avere molti punti in comune nonostante io avessi sicuramente un bel po’ più anni più di lui. Tutto ciò aveva contribuito ad aumentare la mia curiosità di conoscerla dal vivo. Con Alex accanto, ignaro del vero motivo della scampagnata, stavo tranquilla; cosciente che in chat molti si descrivono diversamente da quello che sono poi nella realtà avevo deciso di non incontrarlo da sola… almeno la prima volta.
Giunti al centro del paese fingo di non ricordare più la strada per arrivare all’antico borgo. La cosa migliore, dico ad Alex, è quella di domandare a qualcuno. Ci fermiamo così davanti al bar della piazzetta principale per chiedere informazioni. Il ragazzo della chat doveva essere li; l’avevo avvertito del nostro arrivo e doveva perciò riconoscere la nostra auto. Ci accostiamo e tiro giù il vetro del finestrino per chiedere l’informazione: tra le persone presenti sedute intorno ai tavolini del bar una subito si alza e si avvicina a noi: avrà giusto circa 25/26 anni, corporatura un po’ mingherlina, capelli corti castano chiari, jeans, maglione blu, occhiali scuri….abbastanza intrigante.. ha un libro con copertina verde sotto il braccio.. questo è il segno di riconoscimento stabilito…..non c’è dubbio… è lui! Si avvicina, si china dal lato del mio finestrino, presentandosi con un bel sorriso; dopo aver inteso il nostro problema risponde che conosce perfettamente il posto che stiamo cercando. E’ gentile e tra l’altro ha una bella voce suadente: per evitare che possiamo sbagliare strada si propone per accompagnarci. Di certo non mi sarei mai aspettata da lui una simile proposta: una bella faccia tosta anche se il suo aspetto è serio, semplice e rassicurante. Alex, dopo averlo scrutato, non si oppone e l’invita a salire in auto… ma se solo avesse sospettato chi stava prendendo a bordo…!! Il ragazzo si mette seduto al centro del sedile posteriore sul bordo, tanto da portare il suo viso tra il mio e quello di Alex. Con la sola coda dell’occhio, per non farmi notare, riesco a osservarlo! Mi colpisce soprattutto la forma dell’orecchio ma non so il perché! Veste semplice e usa un buon profumo… Ci guida così attraverso strette stradine fino fuori dall’abitato. E intanto racconta che vivere nel paese è noioso, che non succede mai nulla di nuovo, che ci si conosce tutti e non c’è mai una novità . Quest’ultima osservazione mi stava facendo ricredere sul reale motivo per cui aveva chiesto di incontrarmi: forse ero solo un modo per rompere la monotonia della sua giornata! Poi con eleganza e tatto comincia a farmi dei sottili e garbati complimenti: ci sa fare! Dice che per un attimo gli sembrava di aver riconosciuto in me una sua insegnante d’università che, per quanto carina, gli era sempre rimasta in mente. Alex ascolta, ma sembra più assorto alla guida che badare a quelle parole, e non reagisce… poi arrivano i complimenti per il mio sguardo, per il mio sorriso. Alex, che sembrava disinteressato, interviene e mi dice: – “Miriam, non sono forse gli stessi complimenti che ti faccio sempre? Vedi che non ti dico bugie?” e quasi per essere più sfacciato del ragazzo comincia a descrivere le mie fattezze. Ogni tanto dico : “Ma Alex.. cosa racconti…!!” Dopo aver ascoltato per un po’, il ragazzo, con un sospiro si lascia sfuggire -“…certo però che a sentirsele solo raccontare queste cose…!!” A questo punto fingendomi un po’ piccata rispondo -“Non le sembra di essere invadente? E comunque prima mi fa dei graditi complimenti e poi mette in dubbio le stesse parole di mio marito?” Penso però che le descrizioni di Alex sono uguali a quelle che io stessa avevo dato in chat… per il ragazzo doveva essere una piacevole conferma. Voglio provocarlo…e così faccio in modo che inavvertitamente si slaccino i primi bottoni della mia camicetta bianca che indossavo sotto la giacca del tailleur nero. Il ragazzo si sporge di più con il viso tra i due sedili, apparentemente con la scusa di indicare meglio ad Alex la strada ma, intanto, si vede che allunga l’occhio sul mio reggiseno nero di pizzo a balconcino che può certamente intravedere. Il pensare che da quella posizione riesce forse a scorgere anche i miei capezzoli, me li fa indurire.. i due inequivocabili bozzetti cominciano ad evidenziarsi anche attraverso la camicetta. Il ragazzo ripete per un paio di volte che si sta distraendo rischiando di farci sbagliare strada: non dice il perché ma lo sguardo verso il mio seno è più che una motivazione. Per timore della reazione di Alex porto la mano sul collo della camicetta per richiuderla. Ma la mia provocazione continua in altro modo: mi accomodo sul sedile riuscendo a far salire la gonna quel tanto da far intuire il bordo delle calze nere autoreggenti. Sono curiosa della reazione del ragazzo: mi volto indietro come per seguire un particolare del panorama, ma lo sguardo, irresistibilmente, si abbassa fino a sbirciare tra le sue gambe: era evidente che gli stavo facendo un certo effetto. Un’ondata di calore mi sale improvvisa sul viso… non capisco subito il perché… poi realizzo e quasi me ne vergogno: ho voglia di vedere cosa c’è sotto quei jeans. Alex si è accorto che gli sguardi del ragazzo sono diretti più verso la mia camicetta e le mie gambe piuttosto che verso la strada. In effetti il mio abbigliamento non era quello adatto ad una scampagnata, ma dato che ad Alex piace vedermi vestita così, non ci aveva trovato nulla di anormale. Ormai eravamo qualche chilometro fuori dal paese: ai lati solo alberi ed un verde lussureggiante. Improvvisamente Alex si rivolge al ragazzo: “Ehi, non ti sei ancora stancato di sbirciare verso la mia signora cercando di fare l’indifferente? E’ tanto che ti sto osservando dallo specchietto retrovisore!” Io non avrei voluto essere nei panni del ragazzo.. sarei sprofondata al suo posto, diventando di mille colori… mi sentivo colpevole: ero io che lo avevo provocato. Sicuramente ad Alex l’atteggiamento spregiudicato del ragazzo non andava a genio e dentro me speravo che la cosa fosse finita lì; Alex, invece, si gira verso di me. Conoscendolo, cerco subito di vedere il suo sopracciglio destro: se è inarcato significa che è arrabbiato. Invece l’espressione del volto è addirittura sorridente e mi dice “Miriam, ti va l’idea di soddisfare la sua giovanile curiosità ?” Io, colta di sorpresa, rispondo d’istinto e con tono duro “Alex, ma cosa dici?? Cosa ti viene in mente?” Ma era il contrario di ciò che pensavo da qualche minuto: non avevo fatto altro che mostrarmi! “Miriam coraggio!” – continuò Alex – “tanto qui non ci conosce nessuno!”. “Ma Alex.. cosa stai dicendo? Stai scherzando?” Mentre dicevo questo non sapevo se ero più imbarazzata nei confronti di Alex o per il ragazzo: per di più la mia mente era assalita da un turbinio di pensieri che mai prima d’ora si erano affacciati. Stavo dicendo “no” a ciò che invece innegabilmente avevo invece in testa. Chissà , forse Alex voleva mettermi alla prova e quindi dovevo continuare a dire “no” o forse davvero aveva intenzione di esibirmi ad uno sconosciuto: quando facevamo l’amore più volte mi aveva sussurrato questa sua fantasia….ma avevo sempre pensato che tale sarebbe sempre rimasta.
Alex chiede al ragazzo dove può accostarsi per stare lontani da occhi indiscreti. Non credo alle mie orecchie!! Non può essere vero! Il mio Alex non sta scherzando! Il ragazzo è imbarazzatissimo… non parla più. Ho paura che chieda di scendere, che figura stiamo facendo! Infatti dopo qualche decina di metri, in prossimità di uno spiazzo, chiede ad Alex di rallentare. … ecco, chissà che cosa ci dirà …e invece dalla sua bocca escono queste esitanti parole: “… eccco….quella là sarebbe la stradina che mi ha chiesto, ma… si .. insomma.. non so sé è il caso… dicevo così per dire.. non credo che sia il caso di…! Alex riparte svoltando deciso per la stradina; percorriamo il viottolo per qualche centinaio di metri… stiamo tutti in silenzio. Si sente soltanto il rumore del motore, lo scrocchiare dei sassi sotto le ruote, la musica dello stereo. Man mano che ci addentriamo nel verde sento le gambe tremare.. ma è una piacevole sensazione, un misto di paura ed eccitazione allo stesso tempo. Cosa sarebbe successo di lì a poco? Volevo pensare ancora che era solo uno scherzo, una stupida provocazione di Alex. Come sarebbe andata a finire?
Alex si ferma a ridosso di un cespuglio, spegne il motore.. abbassa il volume dello stereo… adesso quasi si sentono solo i nostri respiri. Chi farà la prima mossa? E’ Alex che prende l’iniziativa dicendomi…“Coraggio Miriam, tocca a te fargli vedere che non sono un bugiardo; sarà anche un modo per ringraziare il ragazzo per la disponibilità ad accompagnarci al borgo medievale!” Avvicina la sua mano e mi slaccia tutta la camicetta lasciando bene in vista il mio seno sorretto dal balconcino e illuminato da un raggio di sole filtrante tra i rami degli alberi. Non sapevo cosa fare perché non mi è era mai capitato prima… rimango impassibile, ferma; poi quasi come segno di resa, abbandono indietro la testa. Il ragazzo sicuramente è eccitato ed esclama .”Certo che vedere e…non toccare!!!” Ed Alex: “Sono sicuro che Miriam non ha problemi a farti sentire anche la consistenza di quello che vedi….” Io non riesco a parlare, socchiudo appena gli occhi: la mano del ragazzo è così vicina che può sfiorarmi…ma è un movimento ancora titubante… le sue dita non riescono ad andare più in là dello sfiorare il ricamo del mio reggiseno.. ma sono così vicine alla mia pelle che ne sento il calore… non vedo l’ora di sentirle anche tastare. Alex comprende l’esitazione.. prende la sua mano e la mette deciso dentro il reggiseno. La mano è fredda e rigida e per la tensione, non c’è convinzione; sicuramente è timoroso perchè non gli sembra vera la situazione in cui è coinvolto; poi finalmente si lascia andare. La sua mano si fa più invadente, prende in poco tempo un coraggio impunito: mi tocca, mi liscia, mi palpa, mi stringe… i capezzoli sono diventati irti e duri. Il mio respiro diventa più corto, si capisce che mi piace e mi sto eccitando. Alex mi mette la sua mano tra le cosce tirando ancor più su la gonna: si accorgerà di quanto sono già bagnata, non importa! Il reggiseno viene fatto scivolare giù. Ora sento due mani che avide, ognuna per proprio conto, mi strizzano mi stuzzicano, mi palpano il seno. L’altra mano di Alex sa come muoversi tra le mie gambe…ansimo sempre di più… sono certa che anche volendo non ho più la forza di fermarmi e dire basta. Decido di lasciarmi andare del tutto. Alex abbassa all’indietro il mio schienale, poi prende il mio braccio sinistro e lo guida fra i due sedili fino a farmi toccare le gambe del ragazzo. Capisco cosa vuole che faccia…è lo stesso che voglio io! La mia mano sale lentamente su per la coscia del ragazzo fino alla lampo dei jeans, poi per qualche secondo rimane poggiata dove il gonfiore è più evidente: mi faccio coraggio ma i suoi pantaloni sono così in tiro che la lampo non si sblocca. Finalmente dopo qualche tentativo sento lo zip scendere e trovo quel rumore eccitante come mai era stato prima. Sono sempre più bagnata. E’ la mia mano ora che è avida e vogliosa di sentire la carne, dura e pulsante di uno sconosciuto. Guardo Alex che mi rassicura con il suo sguardo: anche lui si è tirato giù la lampo ed ha tirato fuori ciò che invece ormai conosco bene da tanto tempo: realizzo che per la prima volta avrò in mano due sessi. Avevo immaginato la sensazione sempre con una certa repulsione ma ora, coinvolta, mi sembrava di non aver mai desiderato altro. Eccoli, tutti e due caldi, duri, pulsanti ma pur diversi. Le mie mani cominciano a scorrere lentamente su e giù; la mia attenzione si concentra sulla mano che impugna la forma che meno conosce. Sento le loro mani strapazzarmi sempre più il seno. Ad un certo punto Alex mi tira ancora più verso di se per cui sono costretta quasi a girarmi completamente sul sedile: mi trovo proprio di fronte a ciò che del ragazzo tengo stretto in mano… è così vicino al mio viso.. troppo vicino.. lo vedo avvicinarsi… quasi sfiorarmi le labbra.. non resisto…non resisto… : cerco il primo contatto allungando la lingua… un rapidissimo incontro tra le due punte, quel tanto basta per farmene cogliere il diverso sapore da quello di Alex. La mia lingua inizia ad esplorare voluttuosa la punta del sesso del ragazzo quasi volesse da sola afferralo e non farselo più sfuggire. La voglia di sentirlo dentro la bocca cresce, ma la posizione che ho mi impedisce qualsiasi ulteriore movimento: il ragazzo se ne accorge e con un movimento lento ma deciso me lo infila quanto più può tra le mie desiderose labbra; quasi mi soffoca, ma nonostante ciò, più della metà è rimasta fuori. In quella posizione è lui che fa su e giù dentro la mia bocca. Mi rendo conto di mugolare dal piacere. Mi vergogno per quello che sta pensando Alex, ma non me ne importa assolutamente nulla. Magari poi mi rinfaccerà quello che sto facendo, forse litigheremo di brutto, ma è lui in fondo che ha voluto che accadesse questo: ora sono in gioco e mi godo in fondo il momento. Che bello… ho in bocca il sesso di uno sconosciuto, la trasgressione, e in mano quello di Alex, la complicità . E così vado avanti per 5…10…15 minuti…sbizzarrendomi come non mai sia con le labbra che con la lingua…. ha una bella resistenza il ragazzo, più di Alex; meno male perché voglio soddisfare fino in fondo il mio desiderio! Avverto dal movimento sempre più veloce e violento che il ragazzo sta per venire… non è mia intenzione però arrivare fino a quel punto estremo… cerco di sfilarmi, ma la mano di Alex, che ha capito il momento, mi tiene la testa ben ferma. Sono rassegnata a cosa sta per accadere… non faccio in tempo a pensarlo che sento arrivare in gola gli schizzi del caldo liquido… non finisce mai.. non riesco più a contenerlo.. vorrei sputarlo… mentre il ragazzo ansima di goduria sento Alex dire :-“Miriam, lo sai che è maleducazione rifiutare un brindisi!” E così chiudo gli occhi e mando giù; sento il liquido scivolare lentamente lasciandomi in gola un leggero pizzicore. Finalmente realizzo che davanti a mio marito ho ospitato nella mia bocca il sesso di uno sconosciuto ingoiandone perfino il bianco liquido… Una sensazione di piacere così intenso e particolare che non sono riuscita a far capire neanche alle mie amiche più intime. Ma non è ancora finita! E’ la volta di Alex che mi prende la testa e la porta ora fra le sue gambe…poggiandola però di lato al suo organo eretto come mai avevo visto. Mi chiede di aprire la bocca e dice: ”Adesso facciamo vedere al nostro amico quanto sei ancora assetata…” Accennando un si con la testa schiusi la bocca come un automa; avevo davanti il ragazzo che mi guardava continuandosi a toccare come se fosse nuovamente pronto. Quasi subito una seconda scarica di liquido bianco invase la mia bocca colandomi poi lungo le guance. Vedo quanto al ragazzo stia piacendo osservare come lecco, ancora vogliosa, il sesso sgocciolante di Alex; mi scappa un’occhiolino che spero Alex non abbia visto. Non ho goduto, ma sono ugualmente soddisfatta e contenta. Fino a un’ora prima mai mi sarei immaginata che fosse capitato a me ciò che a malapena avevo letto solo nei racconti erotici. Dopo qualche attimo di calma cominciamo tutti a ricomporci. Distribuisco fazzolettini. Mi asciugo la bocca e le guance, mi rimetto la camicetta… il reggiseno no perché bagnato e sporco di bianco. Sento il rumore delle zip. Alex dice che si è fatto tardi. Rimette in moto la macchina e riprende la strada per tornare verso il paese. C’è un silenzio particolare tra tutti noi… in sottofondo la musica dello stereo… ma perché non diciamo nulla? Ci vergognavamo di esserci lasciati andare fino a quel punto? Io avevo scoperto di me una parte sempre sopita e repressa. Il giudizio l’avrei rimandato più in là . Eccoci giunti di nuovo davanti al bar… il ragazzo scende, non dice nulla. Anch’io non so che dire e penso che mai più ci incontreremo, neanche in chat! E’ Alex che rompe la tensione dicendo al ragazzo “Allora grazie di tutto. Torneremo presto qui! Sono sicuro che a mia moglie sia piaciuto il posto e che abbia gradito l’opportunità della visita; sarà contenta di ritornarci. Chissà che Miriam non abbia voglia di approfondire ancor di più la sua conoscenza. Arrivederci a presto!!”.
Era la più chiara ed evidente premessa per un nuovo appuntamento a tre. Partiamo e vedo la figura del ragazzo allontanarsi e poi sparire all’orizzonte… ma ho ancora in bocca il suo sapore. Che ci diremo io ed Alex una volta arrivati a casa? In auto non ho più ritrovato il reggiseno nero di pizzo, ma ho capito che era rimasto in buone mani.
Ho però l’impressione che torneremo molto presto al borgo medievale!
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