“Lei si chiuse l’accappatoio ma invano in quanto continuava ad aprirsi lasciandole scoperte quelle tette meravigliose che fino ad allora avevo solo immaginato…”
Avevo 14 anni e frequentavo la scuola media. mia madre mi mandava
a ripetizione da un’insegnante vicina di casa nostra che all’epoca doveva avere circa 40 anni.
Era una bella donna con delle grosse tette che alcune volte si vedeva il profilo attraverso la scollatura della camicetta e io approfittavo per sbirciare quando si chinava sul quaderno per correggermi i compiti o mentre leggeva su qualche libro.
Già mi masturbavo e mentre lo facevo pensavo alle tette della professoressa, immaginavo come doveva essere la sua figa, era scura di capelli e immaginavo che li sotto doveva avere un folto pelo nero come quello delle donne fotografate sulle riviste porno che mi procuravo e che mi servivano in bagno per le seghe.
Un pomeriggio, come al solito, andai a fare i compiti a casa sua, suonai il campanello del citofono, tardava ad aprirmi, me ne stavo andando, quando sentii la sua voce dal citofono chiedere:
-Chi è?
-Sono xxxxxxx.
Risposi e il portone si aprii. Presi l’ascensore come al solito e arrivai davanti al suo appartamento, la professoressa era davanti porta di casa in accappatoio.
-Scusa, caro, ero sotto la doccia, entra.
Disse e mi precedette nello studio e da dietro vedevo il suo culo attraverso l’accappatoio, immaginavo che non ci doveva essere niente sotto. L’accappatoio era tenuto chiuso da una cintura sulla vita e lei doveva tenerlo chiuso sulle tette con una mano altrimenti le uscivano fuori.
Si mise di fianco a me come al solito e per correggere i compiti, come al solito, poggiava il ginocchio sulla sedia e i gomiti sul tavolo. Quella volta però aveva l’accappatoio che le si apriva davanti e lasciava scoperte le tette fino a vederle i capezzoli. A quella vista io non pensavo più allo studio che stavo facendo e ammiravo quella delizia. Lei alzò gli occhi all’improvviso e si accorse che io la stavo fissando dentro la scollatura. Distolsi lo sguardo per vergogna.
Lei si chiuse l’accappatoio ma invano in quanto continuava ad aprirsi lasciandole scoperte quelle tette meravigliose che fino ad allora avevo solo immaginato sotto la camicetta.
Dopo l’ennesima volta che mi pescava a sbirciarle le tette disse:
-Che c’è non hai mai visto una donna?
Disse. Non risposi tanto la vergogna che provavo dall’essere stato sorpreso l’ennesima volta con le mani dentro la marmellata. Abbassai gli occhi e mi aspettavo che mi cacciasse di casa.
-Vieni, ti voglio mostrare una cosa
Disse e mi prese per mano. Si diresse verso la camera da letto. Arrivata in quella stanza di distese sul letto e si aprì l’accappatoio fino alla vita, le uscirono fuori le grosse tette.
-Visto che le stavi guardando tanto insistentemente te le voglio far toccare, avvicinati. Sali sul letto, accarezzami.
A me non sembrava vero di quello che stava succedendo, mi misi di fianco a lei sul letto e le accarezzai un seno, era morbidissimo e le sua pelle era vellutata.
-Ti piace?
-Si, professoressa, è bellissimo
Risposi con voce roca dall’emozione. Continuai ad accarezzarle i seni ma non mi bastava. Lo sguardo scendeva sulla sua pancia fino al punto in cui la cintura chiudeva l’accappatoio. La guardai, mi sorrideva e notai un lieve segno di assenso. Aveva capito dove volevo arrivare. Portai la mano giù dal seno sulla pancia fino alla cintura, le slacciai il nodo. L’accappatoio non si aprì e io infilai la mano sotto. Le accarezzavo la pelle della pancia e ad un certo punto cominciai a sentire i primi peli del pube. Mamma mia ero emozionato, non riuscivo a deglutire, continuai a scendere con la mano e la infilai nel folto dei peli della figa, non avevo mai toccato una donna. All’improvviso il mio dito medio venne risucchiato dentro qualcosa di caldo e di umido sentii che all’arrivo del dito quella cosa che stavo toccando si aprii e diventò ancora più bagnata. Lei si aprii completamente l’accappatoio scoprendo la mia mano sulla sua figa. Io avevo visto quello spettacolo solo sulle riviste porno che guardavo ridacchiando con gli amici, solo che in quella circostanza non mi veniva da ridere, sentivo il mio uccello scoppiare dentro i pantaloni ma non era solo eretto come quando guardavo le riviste, all’erezione si accompagnava una sensazione di intenso piacere. Guardavo la mia mano sulla sua figa, alzai il palmo lasciando il dito dentro di lei e vidi la folta peluria e il mio dito che spariva dentro di lei.
Aprì le gambe, prese il mio polso e mi guidò in un movimento di su e giù, il mio dito affondava dentro di lei e ne usciva completamente bagnato.
Distolsi lo sguardo da quello che stava succedendo la in basso e la guardai in volto, aveva gli occhi socchiusi e si mordeva un labbro. Respirava con affanno. Tutto quello che stava succedendo lo avevo visto solo nelle riviste, nemmeno alla TV, a quell’epoca non si arrivava a tanto.
Mi portai la mano quasi inconsciamente sul mio pisello ancora dentro i pantaloni il piacere era quasi scomparso sentivo un misto di dolore e piacere. Da donna esperta si accorse della mia mano sul pacco e disse.
-Apriti anche tu tesoro, fammi vedere come sei fatto.
Si girò, mi sbottonò i pantaloni e mi aprì la cerniera. Librato dalla costrizione il mio pisello schizzò all’aperto.
-Caspita sei un ometto
Disse mentre mi prendeva in mano il pisello che era diventato rosso sulla cappella e mi pulsava, sentivo una sensazione di piacere intenso sulla sua punta che scendeva lungo tutta l’asta. Mise il dito pollice proprio sul punto dove il piacere era più intenso e mi sembra va di scoppiare.
Nel frattempo, senza accorgermi, io mi ero fermato e avevo il dito dentro di lei senza muoverlo. Il piacere mi aveva paralizzato
-Non fermarti, continua col tuo dito.
Quasi mi svegliò la sua voce ed io ripresi a farle il ditalino che avevo interrotto. Lei si abbassò e prese il mio pisello dentro la sua bocca e si mise a leccarlo. Mi stava facendo un pompino. A quel punto il piacere crebbe ancora mi sembra che il pisello mi stesse per scoppiare. Lei capii che stavo per venire e si fermò. Aggiustandosi si mise con le gambe aperte di fronte a me a quel punto io le vidi la figa completamente aperta, avevo voglia di metterle il pisello dentro ma lei prese la mia testa fra le mani e se la portò in mezzo alle gambe
-Leccami
Disse e io misi la lingua dentro la sua figa dove prima c’era il mio dito, sentivo il profumo e il sapore della femmina e avevo 14 anni.
Quando entravo con la lingua in profondità lei si lasciava sfuggire dei mugolii di piacere.
-Spogliati tesoro, mettiti sopra di me
Mamma mia cosa mi aveva proposto di fare, a quel punto anche io capii cosa voleva, scesi dal letto e mi tolsi scarpe e vestiti con furia. Risalii sul letto e mi misi sopra di lei fra le sue gambe.
-Vieni, vieni
Disse, con un amano prese il mio pisello e l’altra me la poggio su una chiappa, mi spinse dentro di se.
Sentii il pisello dentro quel corpo caldo e istintivamente cominciai a fare su e giu.
Le scappavano sospiri sempre più forti tanto che ad un certo punto diventarono gemiti
-Continua, tesoro, sei bravissimo
Disse mentre la scopavo quasi convulsamente fino a quando sentii il pisello che mi scoppiava, sentivo una sensazione di piacere che solo assomigliava a quella che sentivo quando mi facevo le seghe nel bagno ma era molto più intensa.
Ad un certo punto non sospirava più, gemeva e con le mani poggiate sulle mie chiappe guidava i miei movimenti spingendomi dentro di se.
-Sborra, sborra, vienimi dentro
Io avevo quasi perso i sensi quando il piacere raggiunse l’apice, ebbi un orgasmo intenso e venni dentro la sua figa, anche lei aveva avuto un orgasmo. Mi fermai dentro, lei aveva ancora le mani sulle mie chiappe e mi spingeva dentro. Rimanemmo in quella posizione a lungo fino a quando entrambi riprendemmo i sensi.
-Non l’avevi ancora fatto, vero?
Disse
-No, professoressa
Risposi timidamente mentre uscivo e dalla sua figa scolava un rivolo del mio sperma.
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