“Le stava leccando il collo fin dietro l’orecchio quando lei girò la testa lateralmente a chiedere un bacio che ottenne subito, mentre le loro lingue si…”
Mario era in macchina, stava raggiungendo Beatrice a casa sua, il programma
della serata era un po’ diverso dal solito, le due coppie dovevano incontrarsi al cinema ma con una variante alla routine, i due uomini dopo il lavoro dovevano recarsi ognuno a casa dell’altro per prepararsi e poi raggiungere il luogo dell’incontro con la partner dell’amico.
Era in anticipo, così trovato parcheggio decise di mandare un sms alla ragazza per avvisarla di essere già arrivato. “sto arrivando anche io, ci vediamo davanti al portone” fu la risposta.
Si incontrarono sorridendosi e guardandosi dalla testa ai piedi, lui scarpe da ginnastica, jeans e un maglioncino grigio sopra ad una camicia blu, lei con tacchi, jeans aderente camicetta bianca e una giacchetta nera elegante. Dopo un saluto di circostanza salirono in casa e cercarono di sciogliere un po’ l’imbarazzo per la situazione insolita bevendo un bicchiere di vino e chiaccherando un po’ delle rispettive giornate.
Roberto aveva appena parcheggiato sotto casa di Erica, suonò il citofono: “chi è?”, “è arrivato l’autista!”, “salga pure”.
Salendo le scale pensava a cosa dire, la situazione era particolare, per qualche ora avrebbe cambiato casa e compagna, mentre ancora rifletteva Erica gli aprì la porta presentandosi con una maglietta bianca aderente a maniche lunghe e shorts verdi, una tenuta casalinga che stonava col suo abito elegante e camicia. Il suo sguardo non potè fare a meno che posarsi sulle gambe nude della ragazza, provocandogli qualche brivido nelle parti basse, si accomodarono in salotto scambiandosi qualche convenevole.
“ti va un caffè?” chiese lei. “Certo” rispose Roberto guardandola girarsi e andare verso la cucina…quegli shorts mettevano bene in mostra il culo dell’amica, decise di alzarsi e seguirla.
“Ti spiace se mi metto comoda?” disse Beatrice togliendosi una scarpa “Figurati, anzi lascia che ti aiuti” rispose Mario che le cinse le spalle facendola sdraiare sul divano, le sollevò le gambe e le tolse anche l’altra scarpa, dopodichè cominciò a massaggiare i piedi, spingendo con i pollici sulle piante. Immediatamente sollievo e piacere iniziarono a rilassare il corpo della donna, la quale chiuse gli occhi e si abbandonò a queste sensazioni. “Penso che staresti ancora più comoda se ti togliessi questi jeans così stretti” le sussurrò lui mentre strusciava la faccia sui suoi piedi coperti dalle collant. Lei slacciò i pantaloni e iniziò ad abbassarli aiutata da lui che li fece sfilare tirandoli dall’orlo.
L’uomo osservò piacevolmente sorpreso che le calze finivano a metà coscia coronate da un pizzo nero, e un po’ più su un perizoma leggero lasciava intravedere un tesoro nascosto, la guardò negli occhi e in risposta al suo sorriso malizioso riprese il massaggio. Le sue dita mandavano piccole scosse di piacere nel corpo di Beatrice che richiuse gli occhi e assaporò la delizia di quel massaggio che dai piedi era passato alle caviglie e ora interessava i polpacci.
Le mani risalivano piano piano, sfiorando e massaggiando tutta la superficie delle gambe, si soffermarono di più sulla parte di pelle lasciata scoperta dalle autoreggenti, la ragazza era eccitata e ormai non riusciva più a controllare il suo corpo che si muoveva, ondeggiava e ogni tanto rabbrividiva sotto i tocchi del ragazzo. Arrivato al perizoma Mario ne seguì i contorni e poi salì lasciando un pizzico di delusione sul volto di Beatrice che non vedeva l’ora che l’attenzione venisse rivolta tutta al suo frutto proibito. Le mani invece proseguirono verso l’alto, una si infilò sotto la camicetta iniziando a tracciare con le dita disegni arabeschi intorno all’ombelico, l’altra invece cominciò a slacciare uno per uno i bottoni, partendo dal basso fino quello più in alto. Quando tutti furono slacciati lei inarcò la schiena e con un gesto rapido sganciò il reggiseno lasciando così via libera all’uomo di insinuarsi a giocare coi suoi capezzoli. Lui ormai aveva raggiunto l’apice della sua scalata così le diede un bacio profondo, carnale, dopodiché cominciò la discesa, questa volta non con le mani ma con la bocca. La sua lingua scivolò giù lungo il collo, scese scese e si accampò sulle colline. Succhiava e mordeva i capezzoli, li torturava mentre lei invasa di piacere lo incitava a continuare. Il viaggio riprese, scendeva ancora lasciando una scia umida di saliva che poi ripercorreva con un soffio, brividi, brividi e profonda eccitazione sconvolgevano il corpo di Beatrice che bramava piacere per la sua figa, si, ormai l’imbarazzo era belle che andato, e lei voleva che quel porco le leccasse la sua bella figa bagnata.
L’attesa era finita, Mario si sollevò, la guardò con voglia e con un colpo deciso le sfilò il perizoma. Studiò con lo sguardo quella splendida visione, la accarezzò e dopodiché ci si tuffò con la faccia. “oh siii, finalmente bastardo, mi stavi facendo impazzire, uh si così lecca lecca leccaaaa”.
“mmm…che buon sapore che hai” la lingua la stava esplorando nella sua profonda intimità, la penetrava, poi si muoveva dal basso in alto, a ogni lappata era un brivido di piacere, ogni tanto Mario scendeva fino al buchino del culo, girava attorno, poi vi infilava la lingua e risaliva, succhiava gli umori che ormai uscivano abbondanti, infine risalì ancora un po’ e si occupò del clitoride, leccava e succhiava, disegnava forme e lettere con la punta della lingua portando il godimento ai massimi livelli. “ah si come godo, non ti fermare, voglio venire, fammi venire!”, l’uomo accelerò il ritmo, “oh si così si si siiiii vengo siii ahhhh” Beatrice inarco la schiena in uno spasmo ed esplose in un bellissimo orgasmo “mmm che bello” disse la ragazza ansimando.
Ripreso il fiato lo guardò ancora con voglia, “sei stato bravo, ti meriti un premio”, così dicendo gli tolse il maglioncino, lo fece sdraiare, lo baciò sulle labbra e poi scese un bacio dopo l’altro, man mano che la sue labbra scendevano slacciava i bottoni della camicia, poi fino alla cintura, fece scivolare giù pantaloni e boxer, facendo saltare fuori un bel pisello già duro, a quel punto non le restò che avventarsi sul cazzo prendendolo tutto in bocca.
Lo leccava dal basso verso l’alto, tutto intorno alla cappella e poi lo infilava fino in gola, con una mano nel frattempo massaggiava le palle. Alternava profonde succhiate con seghe, leccava le palle, le ciucciava e poi ritornava al cazzo. “mmm, si come succhi bene, ti piace vero? se una gran mangiacazzi!”, Mario accompagnava la testa della donna con la mano.
A un certo punto Beatrice cominciò a far mulinare vorticosamente la lingua sulla cappella che teneva stretta tra le labbra mentre le sue mani che erano salite sul petto di lui scivolarono verso il basso lasciando i segni delle unghie lungo il loro percorso. “ahhh” il dolore si mischiava al piacere, quella bocca lo stava mandando in estasi, l’uomo non potè resistere a lungo e all’ennesimo risucchio esplose nella gola della ragazza una gran quantità di sborra calda, lei non accennava a fermarsi e lui si senti quasi svenire. Finalmente quando anche l’ultima goccia fu spremuta si staccò dal cazzo e salì a baciarlo per condividere con lui il sapore del piacere. “uhm…questo antipasto mi ha messo un po’ di fame, mangiamo qualcosa” lui ancora sconvolto dall’orgasmo fece un cenno di si con la testa…
Erica stava armeggiando con la caffettiera mentre Roberto dietro di lei fissava quel culo che lo aveva ormai ipnotizzato, un certo prurito gli aveva fatto portare la mano sul pacco che si stava lentamente gonfiando. Non resisteva più, si avvicinò alla ragazza la cinse mettendole le mani sulla pancia e iniziò a baciarle il collo e a strusciare le sue parti intime contro il culo. “mmm…c’è qualcosa che spinge qui dietro” disse lei assecondando col bacino lo strusciamento dell’uomo. Le mani di lui si infilarono sotto la maglietta e salirono fino a stringere i seni, giocò un po’ con i capezzoli strizzandoli e tirandoli, provocando piacere alla ragazza che ansimava. Le stava leccando il collo fin dietro l’orecchio quando lei girò la testa lateralmente a chiedere un bacio che ottenne subito, mentre le loro lingue si intrecciavano le mani di lui scivolarono verso il basso, sfiorando la pancia e insinuandosi negli shorts, dove con sorpresa non trovò traccia di intimo. Con le dita iniziò a massaggiare le grandi labbra suscitando mugolii di apprezzamento nella donna.
Erica portò la mano dietro la schiena e iniziò a palpeggiare il pacco dell’uomo, massaggiandolo e poi seguendo il profilo del cazzo che ormai era diventato duro come il marmo.
Roberto nel frattempo continuava a lavorare sulla figa, aveva allargato le labbra e infilato un dito dentro “come sei bagnata, non aspettavi altro non è vero puttanella? Dillo che sei solo una gran porca!”, “mmm si, sono vogliosa e tu non sei altro che un maiale, neanche sei entrato che già volevi scoparmi!” Pungolato dal dialogo Roberto sfilò le dita e cominciò a massaggiare il clitoride, lei subì il colpo, ansimava pesantemente e le cedevano le ginocchia, sentiva che l’orgasmo era vicino. “ti piace eh porcellina?” “ahhhh ahhhhh siiii godooo godooo ahhhhhahhhhh”. l’orgasmo le piegò le gambe, e lui dovette tenerla su senza però smettere di torturarle il clitoride. “ahhhh basta, basta, mi fai morire!!!”.
Le diede l’ultimo colpo col dito poi la lasciò riprendersi, portò le dita che aveva usato per masturbarla davanti a se, le annusò e poi le fece ciucciare alla ragazza. “senti che buono, è sapore di sesso, è il tuo piacere”. Lei diede un paio di leccate alle dita, poi si girò e lo baciò e poi si mise in ginocchio. Slacciati i pantaloni e abbassati i boxer tirò fuori quel pisello pulsante, lo percorse su e giù con la mano un paio di volte, dopodichè vi appoggiò le labbra e lo lasciò scivolare nella bocca. Con la lingua leccò tutta l’asta, scese fino alle palle mettendo anche quelle in bocca, risalì fino al frenulo sul quale si soffermò con lenti colpi di lingua, senza preavviso poi imboccò la cappella e si spinse in avanti fino a che le sue labbra non arrivarono a toccare il pube, “ahh si così tutto quanto, che brava pompinara che sei”. Lei riprese a succhiare, muoveva la lingua tutto attorno alla cappella per poi passarla piatta sulla punta, poi spinse ancora una volta la testa in avanti a prenderlo fino in gola “ohhh si” uno spasmo le fece capire che lui era vicino all’orgasmo così cominciò a far mulinare la lingua sulla cappella mentre con la mano lo masturbava velocemente. “ah ahh aaaaahhhhh” Roberto non resisteva più, sfilò il cazzo dalla bocca di Erica, lo prese in mano ed esplose un potente schizzo di sborra seguito da altri più piccoli che andarono in parte a inondare il volto della ragazza e in parte le finirono in bocca. Lei ciucciò il pisello fino a che fu pulito, dopodichè raccolse con la mano la sborra che aveva in faccia e se la mire in bocca. Si alzò lo prese per mano e lo accompagnò in bagno dove si diedero una pulita.
…continua…
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.