“L’insegnante di sostegno acconsentì, e cominciò a sputare nell’ano della bidella, poi lo violò con un dito, con due, con tre, finchè non si allargò…”
Eravamo nel bagno della scuola mentre l’insegnante di sostegno stava gustando il
mio seme che le avevo appena schizzato tutto nella bocca, quando vennero a bussare alla porta del bagno.
“C’è qualche problema, ho sentito degli strani lamenti…” era quella zoccola della bidella, ma stavolta non l’avrebbe passata liscia.
“No troia, non si può stare neanche in pace in bagno?” dissi tenendo la maniglia della porta per evitare che la aprisse.
“Cosa stai combinando, brutto verme schifoso? – fece l’ostinata bidella – ho visto che c’era anche la professoressa, non starai mica abusando di lei?”
Era davvero troppo!
Aprì la porta furiosamente e senza prendere fiato le dissi tutto quello che mi veniva in mente, e finalmente era arrivato il momento giusto
“Sta’ a sentire vacca, io non violento proprio nessuna! Si, ho un po’ insistito, ma a parole, e l’insegnante di sostegno non ha resistito e invece di farmi solo una sega mi ha fatto un magnifico pompino. Invece a te, testarossa succhiauccelli, piace proprio essere violentata scommetto, te la sfreghi come un’infoiata alla sera pensando a un tipo come me, anzi a me, ci scommetterei le palle!”
L’insegnante di sostegno guardò la bidella con profonda vergogna, era seduta sul cesso con la faccia sporca di sborra!
Quella troia di una bidella avrei giurato che si sarebbe finalmente lasciata andare, invece mi prese per un braccio
“Mi hai rotto i coglioni, ti porto dal preside adesso!” fece.
“Ah si? Fa sentire, oddio sei un trans?” dissi scherzosamente mentre le tastai nel solco.
Ricevetti un sonoro schiaffone, mentre con l’altra mano impugnava il mio braccio nel tentativo di portarmi dal preside, ma essendo grande e grosso rispetto a lei non riusciva a muovermi di un solo centimetro.
“Signora, si calmi, si calmi! Abbassi la voce, ci potrebbe sentire qualcuno!” disse la professoressa.
“Mi spiace per lei se la beccano ma doveva pensarci prima. Questo tipo mi insulta già da un po’ pesantemente e…” la bidella fu interrotta da una risposta scioccante dell’insegnante di sostegno.
“Ma non capisce? È proprio perché sa che lo desidera. Dopo che ho accontentato le sue richieste, peraltro non di sesso puro, si è calmato, mi rispetta di più”
Non ci credevo, forse lo faceva perché non finissero a sapere tutti delle sue performance, oppure ci credeva realmente a quello che diceva? Poi lei era una delle poche che avevo rispettato sin dall’inizio, al contrario della bidella rossa.
“Ehm, vedo che ha un bel cazzo, ma sono sposata, anche se insoddisfatta!” confessò la bidella.
Il mio pene si inalberò a quelle parole, non l’avevo rimesso in “gabbia”. Ormai ce l’avevo in pugno, me lo sentivo.
“Allora via, ne approfitti! L’occasione non le si ripresenterà così facilmente, mi creda” la incitò la mia cara insegnante di sostegno.
“Caro figlio di puttana, avevi ragione tu! Sono una pompinara da strapazzo, e in più non vedo l’ora che svuoti la tua vescica nella mia bocca e in queste ultime sere me la sfrego in bagno prima di andare a letto pensando a te, ed esplodo con potenti orgasmi” fece con un sorriso la bidella chiudendo la porta del bagno e iniziando a segarmi lentamente il cazzo.
“Ho il cazzo troppo duro per colpa tua, testarossa, vedi di farmelo sgonfiare e poi ti potrò pisciare in bocca!” le risposi.
Allora s’inginocchiò e prese a spompinarmi con la bocca.
“Non si offenda prof. ma è meglio di lei, e onestamente pensavo che non potessero essercene!” dissi platealmente.
“Vedo, vedo! Complimenti davvero signora” affermò l’insegnante.
La bidella mi ingoiava letteralmente la mazza e riusciva a farmi uno stupendo gioco con la lingua alle palle, come diavolo facesse non lo so, invece della bocca aveva un pozzo senza fondo probabilmente. Dopo diversi minuti con quel trattamento decisi che si meritava un premio:
“Che ne dici, magnifica signora, di farti un bel regalino di fine anno scolastico? Cosa vuoi?”
“Ah, è bastato ciucciartelo un po’ e addirittura ora sono una magnifica signora?” disse ridendo la bidella, che poi proseguì “Guarda, ce l’ho proprio qui! Vorrei essere inculata, sono ancora vergine lì”
“Pensa che io non ho mai trombato” le confessai
“Allora prima scopami nella figa, e poi inculami” disse la bidella.
“Mi spiace, ma volevo fare l’amore per la prima volta con la mia fidanzata Pamela” dissi io
“D’accordo, inculami. Però fai piano… professoressa, può darci una mano?” chiese la bidella.
L’insegnante di sostegno acconsentì, e cominciò a sputare nell’ano della bidella, poi lo violò con un dito, con due, con tre, finchè non si allargò abbastanza per farci entrare il mio pene.
Cominciai ad entrare piano piano finchè non fui risucchiato dentro, era fatta. Cominciai a stantuffare in ritmo crescente, l’insegnante tappò la bocca alla bidella perché voleva urlare talmente stava godendo, ma non ci riusciva e allora cominciò a baciarla con passione.
Ormai ero al capolinea, stavo per venire, e sborrai tutto nel suo sfintere.
Uscì dal culo e mi sedetti sul cesso, esausto. La bidella si riprese più velocemente di me ed era molto felice, mi diede un bel bacio in bocca, con tanto di slinguazzata.
“Grazie, grazie infinite. Ora sono una donna completa grazie a te!”
Si chinò per ripulirmi con la sua boccuccia il cazzo ammosciato e sporco di sborra, e le feci una sorpresa gradita. Cominciai a pisciarle in bocca, lei in un primo momento quasi si strozzò, poi però come una vacca gradì essere trattata come un cesso.
Passarono i giorni e passai agevolmente l’esame di maturità, grazie anche all’insegnante di sostegno. Dopo quella esperienza nel bagno con la bidella e la prof. diventai più buono, e riuscì a trovare un ottimo impiego lavorativo dove sono ancora oggi. Pamela è un vago ricordo ormai, dato che scoprì poco più tardi che scopava con tutti tranne che con me. Io invece sono felicemente… l’amante segreto del mio capo, un’avvenente signora di 35 anni e sposata, che con me si libera di ogni freno e inibizione, ed è stata la prima donna con cui ho fatto l’amore…
FINE
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