“Tuttavia io non avevo la forza di dichiararmi e lei aveva preso la stessa decisione nei confronti miei, per cui iniziammo entrambi a sentirci con Antonio e…”
L’elemento fondamentale che portò alla mia prima volta con Nora fu proprio
il rapporto di amicizia con Antonio, Viola e Alex. Infatti nelle frequentazione della casa di Antonio, in cui spesso veniva la stessa Nora, si vennero a creare delle “simpatie” e delle “antipatie”. Quest’ultima per fortuna era la sensazione che Nora provava nei confronti di Alex, tanto da respingere sempre i suoi tentativi di scoparsela, ad eccezione di una pomiciata innocua che avvenne una sera d’estate in spiaggia. Innocua per loro, un po’ meno per me. Tuttavia io non avevo la forza di dichiararmi e lei aveva preso la stessa decisione nei confronti miei, per cui iniziammo entrambi a sentirci con Antonio e Viola. Il nostro rapporto di amicizia a 4 aveva, tra le sue tappe, anche una vacanza in montagna da ragazzini con le nostre famiglie e qui promettemmo tra di noi, che compiuti i 18 anni saremmo tornati a sciare tutti e 4 insieme. Non era una di quelle promesse fatte all’aria ma una cosa reale che infatti ci portò a mettere già da parte i nostri primi soldi appena tornammo. Così che, nonostante periodi in cui il nostro gruppo aveva preso altre strade e ci eravamo un po’ allontanati, nell’ultima fase pre età maggiore le nostre strade si ricongiunsero di nuovo. Qui le attrazioni forti di Viola nei miei confronti e di Antonio in quelli di Nora, finalmente per loro ebbero un buon fine, tant’è che pur non stando insieme, ormai ci si iniziava a frequentare e iniziarono a scappare i primi baci (ma niente di più). Una volta che tutti, tranne Viola all’epoca 16enne, avevamo compiuto i nostri 18 anni, iniziammo finalmente a organizzare la nostra vacanza in montagna. Dopo aver convinto con molte difficoltà i nostri genitori, non restava che prenotare e decidere tutto. La condizione per cui ci permisero di partire fu ovviamente che ad organizzare ci pensavano i genitori, nella fattispecie la mamma di Nora, molto protettiva nei confronti della figlia. Per questo non potemmo fare in modo di prenotare le camere a seconda delle nostre esigenze di coppia e ci ritrovammo con due singole (per me e Nora) e una doppia (una piccola suite) per i due fratelli mentre non ci fu permesso di fare tutto il viaggio in auto, come invece sognavamo. Giustamente lo consideravano un percorso troppo lungo per dei ragazzi neo patenti, per cui ci permisero soltanto di fare un pezzo di strada in direzione nord con l’auto per poi prendere il treno nell’ultima parte di viaggio, quella comunque più pericolosa. Non aveva molto senso fare il tratto in macchina voi penserete, ma per noi era estremamente significativo, per cui trovammo questo genere di compromesso. io per tutto il tempo cercai di non pensare che in quel viaggio probabilmente Nora avrebbe perso la verginità con Antonio e che gli avrei visti per 7 giorni come una coppia e mi concentrai sulla bella esperienza che stavamo x fare e su Viola, che ormai era da considerarsi la mia ragazza. A me sinceramente Viola non piaceva, aveva un viso un po’ mascolino, con un naso un po’ grosso e delle labbra piccole, portava i capelli (neri) corti ma secondo molti ragazzi era assai eccitante, visto che, pur essendo di statura ridotta, aveva delle forme già molto sviluppate e in mostra, soprattutto il seno. Forse ero io che la vedevo mascolina, probabilmente anche per la grossa somiglianza che aveva col fratello Antonio, che a suo confronto era però biondo, leggerissimamente sovrappeso e abbastanza alto. Antonio aveva anche un pisello enorme fin da ragazzino, una cosa veramente grossa del quale andava fiero e che mi preoccupava ancora di più saperlo nella vagina vergine della mia Nora. La quale era un vero angelo, più passavano gli anni e più si faceva bella. Se da piccola, pur col suo viso finissimo e bellissimo incredibilmente somigliante a quello di Ornella Muti, i suoi angelici capelli lunghi e lisci biondi, era però leggermente grassottella, con lo sviluppo aveva perso i chili di troppo e ora aveva un fisichetto da schianto. Uniche pecche erano l’altezza, anche per lei ridotta (circa 1,60) e il seno piccolo, componenti che comunque non mi facevano cambiare il giudizio su di lei. Arrivammo a Livigno, dopo un pezzo in autobus, che era all’incirca ora di pranzo, per cui dopo aver posato i bagagli nelle camere, scendemmo per mangiare e poi corremmo subito a sciare. Non stavamo nella pelle e, pur stanchi per il viaggio, ci concedemmo un paio di ore di attività sugli sci. Tornammo in camera stanchi e decidemmo di darci appuntamento direttamente per la cena, in modo che ognuno potesse riposarsi e rigenerarsi per la serata. Io da una parte ero contento di stare in camera da solo anziché con Viola, in questo modo avrei potuto godermi anche i miei momenti di solitudine come questo che mi stava creando. Mi spogliai e mi feci una lunga doccia calda, masturbandomi anche sotto il getto dell’acqua, poi stremato dalla sega e dalla giornata, mi misi nel letto, tutto nudo, per concedermi un po’ di sonno. Amavo dormire nudo ed essendo una cosa che per ovvie ragioni a casa non potevo praticamente mai fare decisi di approfittarne. Mi ero appisolato da poco quando il rumore della porta che bussava mi fece sobbalzare. Odiavo essere svegliato ma domandai con garbo chi fosse scoprendo con sorpresa che si trattava di Nora. Non sapevo cosa pensare, chissà cosa le occorreva! Le dissi di aspettare un secondo, raccolsi l’accappatoio da terra e lo indossai, poi mi avvicinai alla porta e la aprì. Fui incredibilmente sorpreso nel trovarmi di fronte la stessa Nora in accappatoio, col cappuccio che le copriva la testa a sorridente. Le domandai cosa le occorresse e mi spiegò che non le funzionava la doccia della camera, aveva chiamato in reception ma le avevo detto che occorreva far venire qualcuno a controllare visto che non era un problema risolvibile al momento. Per questo mi chiese se potevo gentilmente concederle di farsi la doccia da me che poi avrebbe tolto il disturbo. Le chiesi, mettendola sullo scherzo, come mai non fosse andata a fare la doccia da Antonio e mi disse che, oltre al fatto che loro erano in due e quindi probabilmente stavano ancora usufruendo del bagno, conoscevo molto bene il mio amico. Era un viziato e quando voleva qualcosa non era possibile impedirglielo in nessun modo, quindi sicuramente si sarebbe messo in mente di entrarle in doccia, cosa che lei non si sentiva ancora di fare, non avendo mai visto un ragazzo nudo. La invitai ad entrare e attesi che lei chiudesse la porta del bagno alle sue spalle prima di togliermi nuovamente l’accappatoio e rimettermi sotto le lenzuola. Sentivo l’acqua della doccia scorrere e la delicata voce di Nora cantare una canzone di Biagio Antonacci e la cosa iniziò notevolmente a eccitarmi tant’è che il mio pisello, moscio per la precedente sega, tornò di colpo in tiro. Ero lì che me lo massaggiavo quando lei chiuse la doccia e, pochi istanti dopo, me la vidi nuovamente in camera e in accappatoio che mi chiedeva il phone. Le spiegai di non averlo portato poiché al tempo portavo i capelli molto corti e non ne avevo bisogno e lei mi disse che a sua volta l’aveva dimenticato. Sembrava preoccupata del fatto di prendere freddo visto che la temperatura nei corridoi dell’albergo era notevolmente più bassa di quella della camera. Io, complice l’arrapamento e la situazione, provai a volgere le cose a mio favore e la buttai là, al massimo le avrei detto che scherzavo! Le dissi di togliersi l’accappatoio e di venire sotto alle lenzuola al calduccio fino a che non si asciugava per bene. Notando una sua iniziale faccia perplessa aggiungi che mi sarei girato mentre toglieva l’accappatoio e che sarei rimasto buono al mio posto senza fare lo scemo. Ero già sicuro che mi avrebbe gentilmente mandato a cagare e invece mi disse che era un’ottima idea e mi invitò a girarmi. “sai non dovresti chiedermelo, ci conosciamo fin da bimbi, non c’è mistero tra noi!” dissi stupidamente facendo il galletto. “girati e non fare lo stronzo” fu la sua risposta decisa. Mi girai sul fianco in direzione della porta di ingresso, rendendomi impossibile la visuale su di lei. Lei con calma tolse l’accappatoio, lo poggiò sul termosifone caldo e si infilò sotto le lenzuola. Bene ora mi trovavo nello stesso letto e per giunta entrambi nudi, con la ragazza per il quale ero perso fin da piccolo! Quando mi diede l’ok, tornai a girarmi verso di lei e me la trovai al mio fianco, lenzuolo ben saldo a coprire il petto e non farmi vedere nulla ma il viso a pochi centimetri dal mio. Iniziammo a parlare come nostro solito, prendemmo un po’ in giro i due fratelli viziati e noiosi col quale eravamo quasi “fidanzati” e ci facemmo tante risate. Soltanto che i nostri piedi erano ormai a contatto da un po’ e, dopo l’immobilità iniziale, entrambi li stavamo strusciando l’uno con l’altra. Ci guardammo negli occhi, ci fu un momento di silenzio mentre i nostri piedi proseguirono in quel movimento, poi lei mi sorrise e io avvicinai la faccia. Eravamo a mezzo centimetro e ormai non ci tratteneva più nulla! Ci guardammo ancora qualche secondo e poi le nostre bocche si cercarono. Entrai dolcemente con la mia lingua nella sua bocca e iniziammo a limonare con passione. Non ci fu bisogno di nessun gesto, di nessuna parole, le coperte inizialmente scivolarono via e ci ritrovammo entrambi nudi. La guardai, era bellissima, proporzionata e piccola ma fantastica, guardai i suoi piccoli seni, comunque di bell’aspetto, poi la sua pancia piatta e perfetta e infine lo sguardo mi scivolò sulla sua fighetta, curate e leggermente pelosa. Le salì sopra, in posizione missionaria, mentre le nostre bocche continuavano a baciarsi e con la mano iniziai a toccarle la figa. Era bagnatissima e ben presto due mie dita affondarono nel suo solco, provocandole un gemito di piacere. Era incredibile come a distanza di tanti anni da quei nostri giochi sui telefilm ci ritrovammo finalmente in quella posizione ma non per gioco e stavolta nudi! Non ci fu bisogno di aggiungere altro, i nostro sguardi dicevano tutto, per cui tolsi le dita e lasciai che il mio cazzo le scivolasse in figa. La penetrai senza nessuna difficoltà anche se credo che un po’ di dolore all’ingresso lo avesse sentito. Poi presi a muovermi dentro di lei ma lo feci con una dolcezza che fino a quel momento nelle mie esperienze mi era totalmente estranea. Era questa la mia prima volta, non mi interessava che in realtà non lo fosse ma per me era così, sentivo che era la prima volta che avevo sempre voluto, con la persona che avevo sempre sognato e nel modo che volevo. Fu fantastico, Nora non smetteva un solo istante di toccarmi, mi massaggiò le spalle, poi la schiena e poi a lungo il sedere mentre io continuavo a baciarla, ovunque riuscissi ad arrivare. Le martoriai il collo e il seno con la mia lingua e le mie labbra mentre ero ancora dentro di lei a spingere. Ormai il suo corpo si stava abituando al mio ritmo e quindi iniziai gradualmente ad aumentare la velocità e l’intensità dei colpi. Era così che avevo sempre desiderato scopare, prima romantico, poi più veloce e, infine, nuovamente romantico. Nora ansimava, la vidi irrigidirsi, girò la testa sul lato del cuscino e sbarrò quasi gli occhi, poi le uscì un piccolo gridolino. Capì che aveva avuto un orgasmo anche se, forse per timidezza, aveva provveduto leggermente a soffocare. Anche io comunque non ero lontano dal raggiungere il piacere per cui continuai a muovermi un altro paio di minuti su di lei, mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai che la amavo. Lei mi sorrise e disse di provare lo stesso, poi finalmente giunse l’orgasmo anche per me, mi spostai e venni sulle lenzuola, poi tornai al mio posto stanco morto e pronto per un piccolo riposino. Tuttavia non avevo fatto i conti con le pretese delle donne, pretese che a volte possono complicare notevolmente le cose! CONTINUA
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