“Dopo averlo leccato con quella enorme lingua rugosa ci ha infilato il dito ancora bagnato degli umori della mia fica…”
Almeno una volta alla settimana sostituisco un collega nel turno notturno presso
una casa di riposo dell’hinterland cagliaritano. Non è faticoso, riesco sempre a dormire alcune ore. Anzi qualche volta è piacevole se l’infermiera che fa il turno con me è Assuntina. Bella donna, molto spiritosa con battutine a doppio senso che non capisci se scherza o dice sul serio. Ha quasi 40 anni ma ne dimostra molti di meno. Belle tette, secondo me un po’ ritoccate perché le stanno su che sembrano di marmo, il culo non è un gran che ma la parte migliore è il viso.
Due occhi verdi meravigliosi ed una bocca da pompinara.
Ma non me la da.
È sposata ma non è una santarellina, so che ha già scopato con il mio amico e che ha avuto una storiella con suo collega. Ma a me, niente. Qualche volta si è lasciata palpeggiare, se mi appoggio quando è chinata, non si sposta. Una volta che ha notato la mia eccitazione sotto la divisa verde si è avvicinata, mi ha afferrato il cazzo, mi ha fatto un sorriso di apprezzamento e mi ha lasciato cosi, con la bava alla bocca.
Ho pensato : o la violento o la mando a fare in culo.
Poi, ieri sera, era quasi mezzanotte, dopo aver fatto il solito giro per vedere che tutto fosse a posto siamo entrati in cucina, il solito caffè, le solite battute ma ecco che le vibra il cellulare.
– ciao caro, si… tutto bene… abbiamo fatto il giro e stiamo prendendo un caffè. Si, sono con il dottor Marco ma vai tranquillo. Ti ho promesso che con lui non ci scopo. Ti racconto sempre quando trovo uno che mi piace e ti metto le corna. Perché dovrei mentirti?
Sai anche oggi ho dovuto cambiare il catetere al signor Orazio. Ormai vuole che sia solo io a sostituirlo. Certo, sa benissimo che non uso le creme per lubrificare la punta del suo cazzo. L’ho preso in bocca e gliel’ho leccato per bene fino a che non si è un po’ raddrizzato e gli ho potuto infilare il catetere. È una bella soddisfazione poter leccare il cazzo di uno di 70 anni e riuscire a farlo rizzare. Te lo stai immaginando?
Mentre me lo stavo gustando non mi sono accorta che il suo vicino di letto si è svegliato. Ho sentito una mano che risaliva sulle mie gambe. Si.., fino alla figa che era già un lago. Si, ho lasciato fare. Avevo capito che era Antonio. Si, quel gigante. Quello che ha un cazzo che gli arriva sino al ginocchio e le dita della mano più lunghe del tua pisellino. Infatti mi sembrava di avere un cazzo enorme che mi frugava fino all’utero e rovistava senza posa nella mia fica. Non ce l’ho più fatta e sono venuta china su un cazzo moscio in bocca, un dito enorme in fica e un catetere in mano. Poi Antonio si è avvicinato e mi ha leccato il buchino spostando il perizoma. Dopo averlo leccato con quella enorme lingua rugosa ci ha infilato il dito ancora bagnato degli umori della mia fica. All’inizio mi ha fatto un po’ male ma poi è scivolato dentro e mi sono sentita completamente riempita. Poi ha infilato il pollice in fica e ha cominciato a congiungere il pollice e l’indice dentro di me. Era come avere due stalloni che mi prendevano contemporaneamente.
Oh, amore, ti prego… non masturbarti, aspetta che io arrivi a casa e facciamo l’amore insieme… sai che, se vieni adesso, poi non riuscirai più ad eccitarti… ah, sei venuto!!!
Ma il marito di Assuntina non era l’unico a segarsi… nel sentire quel racconto cosi particolareggiato, cosi eccitante, cosi sensuale la mia eccitazione era cresciuta a dismisura ed avevo cominciato a lavorare di mano. Anche perché, durante la telefonata, Assuntina era come andata in trance, si era seduta su un divanetto, aveva allargato le gambe, si era infilata le dita di una mano nella sua fica ed aveva cominciato un travolgente ditalino.
Quando si è accorta di me e che stavo per venire, si è avvicinata e mi ha preso in bocca il cazzo…
Non ho resistito più di qualche minuto e sono venuto nella sua bocca… poi sul suo viso e sulla divisa. Ma, tra l’eccitazione per il racconto e la voglia repressa di lei, il mio cazzo non si è ammosciato ed era già pronto per quello che sembrava il momento finalmente tanto atteso. Ma lei si allontana e mi dice che ha promesso al marito di non farlo con me.
“sono innamorata di quell’impotente, non voglio farlo soffrire e, se ho bevuto la tua sborra, è stato per evitare che si sprecasse sul pavimento”.
Ho deciso: o la violento o la mando a fare in culo.
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