“Presi il flacone del lubrificante e lo spremetti un poco attorno al buco, lo spalmai bene e con il dito lo inserii bene all’interno del culo…”
I giorni successivi furono un inferno, durante la giornata l’ufficio era pieno
di gente, Saretta si divertiva a stuzzicarmi mentre nessuno ci vedeva e io la sera tornavo a casa da mia moglie infoiato come non mai. Si forse non l’ho ancora detto, io sono sposato e amo mia moglie ma, la carne è debole e lei mi ha sempre ripetuto di non voler sapere nulla di quel che facevo, basta che ciò non interferisse nella nostra vita di coppia. Quindi mantenevo ben nascosto il rapporto con Saretta. Avevo però sempre in testa il suo culetto favoloso. Passai la settimana a cercare di convincerla a farmi praticare il suo buchetto posteriore. Arrivò finalmente il lunedì (ormai era il giorno più atteso della settimana) ma, nonostante scopammo quasi tutto il giorno, di percorrere una certa via non se ne parlò proprio. Passati così un’altra settimana provando e riprovando a convincerla a donarmi il suo lato B, prima o poi l’avrei presa per stanchezza, mi era anche procurato del gel lubrificante, fiducioso che prima o poi avrebbe ceduto.
Giunse così un’altro lunedì, io arrivai in ufficio prima e quando sentii aprirsi la porta andai ad accogliere Sarette all’ingresso. Quando mi comparve davanti rimasi a bocca aperta con la mascella dislocata, inebetito ad osservarla. Portava scarpe nere lucide col tacco altissimo, calze bianche che si fermavano sotto il ginocchio e che le lasciavano nude le cosce, una minigonna scozzese corta a balze, una camicetta bianca molto scollata con cravatta nera aperta e allentata sul petto. Si vedevano già i suoi grossi capezzoli turgidi premere attraverso il tessuto bianco. La prima cosa che mi venne in mente fu “Per fortuna che viene in macchina altrimenti, in tram, chissà quanti l’avrebbero già molestata”
Si avvicinò in modo provocante e mi sussurrò all’orecchio “Buongiorno professore….. che lezione è prevista oggi?”
Mi scossi dal mio stordimento, sentii già il pisello premere nei pantaloni, la afferrai per la cravatta allentata e la portai di là. La misi in piedi contro la libreria e le ficcai la lingua in bocca, lei era inerme. Mi staccai per osservala, le mani appese alla libreria, la gambe leggermente divaricate, con la lingua si stava umettando le labbra, lo sguardo languido che mi fissava. “Dio che così sembra proprio una vera attrice da film porno”. Le sbottonai la camicetta e cominciai a dedicarmi alle sue tette. Le leccai, le massaggiai, le strinsi i capezzoli tra le dita per poi afferrarli con le labbra e succhiarli. Una mano scese sul suo ventre e sotto la gonna, cominciando a massaggiarle la sua fessura, le mutandine erano già bagnate. Mi accovacciai davanti a lei le sfilai gli slip e le infilai la testa sotto la gonna. Le massaggiai la sua fessura col naso, potevo sentire il profumo intenso del suo sesso entrarmi nelle narici. Allargai appena le sue labbra e usai la lingua per leccare e penetrare all’interno della sua vagina. Leccai su e giù e mi soffermai sul clitoride turgido e duro, Saretta emetteva sempre più gemiti e grida di piacere. Lo solleticai con la lingua e poi lo ghermii tra le labbra, lo strinsi e lo succhiai. Saretta, aggrappandosi alla libreria, sollevò le gambe sopra le mie spalle e cinse la mia testa tra le cosce. Ansimava a grugniva di piacere muovendo e roteando il bacino attorno alla mia bocca, leccavo e succhiavo, godendomi e assaporando i copiosi fiotti di umori vaginali che scaturivano dal suo corpo. La feci scendere da me e prendendola un po’ rudemente per i capelli la spinsi ad accosciarsi. Il pisello premeva forte sotto i pantaloni e Saretta prese a massaggiarlo, slacciò e abbassò i calzoni e attraverso il tessuto dei boxer lo prese in bocca. Poi con i denti afferrò i boxer e li trascinò giù. Le appoggiai il cazzo sul viso e Saretta prese in bocca un testicolo per succhiarlo, mentre le sfregavo la cappella sulla faccia. Poi passò a leccare l’asta e a lambire la cappella con la lingua. Da sopra la osservavo mentre stimolava il mio cazzo pulsante, con gi occhi fissi su di me, il suo viso contratto dal piacere, il suo bel viso, solitamente angelico, assunse un’espressione da gran porca. Non resistetti più, le afferrai la testa tra le mani e spingendo in avanti il bacino le ficcai in bocca l’uccello, con un colpo secco arrivò fino in fondo. Saretta, presa un po’ alla sprovvista, ebbe un conato, ma la tenni ferma, con la cappella che premeva in fondo alla gola. Lo estrassi, con lei che riprese fiato, e glielo infilai nuovamente fino alla base. La trattenni così per qualche momento, il suo viso si fece paonazzo, sentivo la gola che si contraeva attorno al cazzo, lo estrassi di nuovo. Saretta sputò sull’uccello e questa volta fu lei che lo ingoiò tutto, mentre con la lingua, da sotto lo massaggiava. Non ce la facevo più da quanto ero eccitato, la feci sollevare e piegare in avanti, con le gambe ben aperte, le appoggiai la punta del cazzo alla sua figa bagnata e spinsi energicamente fino in fondo. Saretta lanciò un grido che si trasformò in un rantolo di piacere sotto i miei colpi poderosi. Ero infoiato come non mai e continuai a sbatterlo con vigore. Non volevo venire così presto, ma ero troppo eccitato, estrassi il cazzo, lo appoggiai tra le sue chiappe e sborrai tutto il mio godimento lungo la sua schiena. Sono sfinito, ho le gambe che mi cedono, mi abbandono sulla poltrona lì a fianco. Saretta si gira, viene verso di me, e si abbassa per baciarmi, si accoscia a baciare il pene che lentamente si sta ammosciando. “Oh poverino… è già stanco?… Su dai che non abbiamo mica finito!!!” Così dicendo lo prende con la bocca e lo succhia, lo pulisce dalla sborra che ancora cola. Con una mano mi massaggia le palle. Mi fa divaricare bene le gambe scende a leccare i testicoli, poi più giù fino al culo. Riprende a succhiarmi l’uccello, mentre con un dito stimola il buco del mio culo. Sento il dito che si fa largo e penetra piano nel culo. L’eccitazione sale e il mio uccello riprende vigore sotto i movimenti sapienti della sua bocca. Percepisco i suo dito che si muove sinuoso nel mio culo, che mi procura un piacere intenso. Il mio cazzo è di nuovo eretto e duro, mi alzo la bacio a lungo in bocca. “Adesso ti faccio vedere io!” e la faccio piegare in avanti, appoggiata alla scrivania, le allargo bene le gambe e lei sporge in dietro il bacino. Le massaggiai piano il suo culo e le schiaffeggia le natiche…sciack…. sciack. Saretta lanciò due gridolii poi ancora sciack….. sciack!
Senza pensarci troppo presi una riga da disegno dalla scrivania e la colpii forte con quella.
“AHIII!!!” gridò forte Saretta e fece per alzarsi. La trattenni e la spinsi nuovamente in avanti.
Poi la colpii ancora con la riga, un altro urlo, ma questa volta Saretta non si mosse, anzi protese maggiormente in fuori il culo. Le infilai una mano tra le gambe per massaggiarle la figa e percepii come fosse nuovamente tutta inumidita dalla sua eccitazione. Incoraggiato da ciò proseguii a colpirla con maggior vigore. Ad ogni colpo lei urlava sempre più forte ma non si scostava dalla posizione, vedevo i segni rossi che comparivano sulle sue natiche. Dopo una decina di schiaffi decisi che era sufficiente. Mi abbassai ad accarezzarle il culo maltrattato e le leccai i segni lasciati dalla riga. Le allargai bene i glutei e mi dedicai a carezzare con la lingua il suo piccolo buchino. Lo insalivai abbondantemente e cominciai stimolarlo con l’indice. Lo massaggiai piano tutto attorno e premendo lo feci entrare piano fino a metà, l’altra mano era dedicata alla sua figa , ormai completamente bagnata. Saretta si muoveva sinuosa sotto le mie mani e aumentava il ritmo dei gemiti. Presi il flacone del lubrificante e lo spremetti un poco attorno al buco, lo spalmai bene e con il dito lo inserii bene all’interno del culo. Ora il mio indice scivolava facilmente dentro e fuori dal suo culo e il suo sfintere si allargava e si stringeva a ritmo. Allargai ancora il suo culo e usai due dita per penetrarla. Saretta lanciò un piccolo urlo e si irrigidì un po’, ma il suo sfintere si adattò presto, lei si rilassò nuovamente e le mie dita tornarono a scivolare facilmente dentro il suo retto. La posizione che teneva orami da svariati minuti era faticosa e vedevo le sue gambe che iniziavano a cedere. La condussi al divano, Saretta ci si accovacciò sopra sporgendo bene il culo in fuori. Lo lubrificai ancora e tornai a penetrarlo, questa volta con tre dita. Il buco si allargò agevolmente e le dita penetrarono con agio al suo interno, mentre con la lingua leccavo la sua vulva che fremeva vogliosa, ma che questa volta non sarebbe stata riempita.
Mi staccai da lei e lubrificai bene il cazzo, poi lo puntai verso il foro che tanto avevo bramato in quei giorni.
Saretta si irrigidì un po’, con la faccia sul divano usò le mani per allargarsi al massimo le natiche e spinse in fuori il culo. Appoggiai la cappella al suo buchino che si stava aprendo e chiudendo ritmicamente. Ero elettrizzato ed eccitato al massimo, spinsi dolcemente la cappella e vidi lo sfintere che si allargava piano per accoglierla al suo interno. Con il glande avviluppato dal suo caldo culo mi fermai un attimo al suo interno, per poi riprendere a spingere piano, lo estrassi leggermente per penetrare più in profondità. Saretta gemeva in continuazione con il mio cazzo che proseguiva a penetrarla. Arrivai presto ad infilarlo tutto fino alla base. Rimasi così fermo dentro di lei, avvertivo lo sfintere che si allargava e si stringeva attorno alla base del mio uccello. Cominciai a muovermi dolcemente dentro di lei avanti e indietro, sentii che Saretta, con una mano si massaggiava il clitoride e nel contempo massaggiava anche le mie palle. Intensificai il ritmo, con le palle che sbattevano contro la sua figa Saretta gemeva e urlava sotto i colpi cadenzati che le sfondavano il culo. Proseguii parecchio a stantuffarla e ogni tanto estraevo il cazzo duro, lasciando lo sfintere allargato e vuoto che pulsava, per poi riempirlo di nuovo e infilarlo tutto fino in fondo. Saretta gemeva sempre più oramai senza ritegno, vedevo i suoi liquidi colare dalle cosce. Mi staccai da lei, la presi di forza, la rivoltai e le feci appoggiare il sedere sul bracciolo del divano, le alzai le gambe e gliele premetti sul petto allargate. Le lubrificai ancora un poco l’ano che iniziava ad arrossarsi e lo riempii di nuovo con il mio cazzo. Ripresi a stantuffarla nel culo, ansimavamo e gemevamo insieme all’unisono a ritmo con i colpi. Stanco di stare in piedi mi scostai e mi sedetti sul divano, Saretta mi venne a cavalcioni dandomi la schiena, con il culo dilatato al massimo, potevo quasi vedere l’interno del suo retto. Le puntai la cappella verso l’ano e lei si calò piano su di esso fino in fondo rantolando di piacere. Rimase così impalata con la mia asta che le pulsava dentro il retto, poi cominciò a muoversi, roteando il bacino e salendo e scendendo lungo il cazzo. La ghermii per le tette e la attirai a me. Lei raccolse le gambe e le rannicchiò, urlava tutto il suo piacere, mentre la mia asta roteava all’interno del suo culo, sempre più freneticamente. Le presi le cosce, impiastricciate dai suoi succhi che colavano e gliele allargai e premetti, se possibile, ancora più dentro il suo retto. Ansimavo freneticamente, stavo raggiungendo l’apice del piacere, assestai gli ultimi colpi fino a quando non riversai dentro di lei fiotti di sborra calda in profondità nel suo culo. Saretta si accasciò su di me rantolante, il cazzo ancora piantato dentro, il suo corpo percorso da spasmi di piacere che la facevano fremere. Restammo così a baciarci e a leccarci, eravamo completamente sfiniti, svuotati di energie. Piano il cazzo le sgusciò fuori e noi ci abbandonammo sul divano, uno addosso all’altra con il fiato ancora corto, il ventre che si alzava ed abbassava a ritmo con il respiro affannoso. I sensi indeboliti e ovattati percepivano solo il piacere dei nostri corpi, forse ci addormentammo anche, perchè quando guardai l’orologio era già pomeriggio.
Passammo ancora altri lunedì insieme, ma mai nessuno fu così intenso e appassionato come quello, poi Saretta tornò alla sua vita di studentessa e io alla mia vita di sempre, ma con il ricordo dei lunedì passati al più bel lavoro del mondo!
Spero che vi sia piaciuto e vi abbia eccitato al punto giusto!
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