“Lei faceva finta di non gradire, però continuava a lasciarmi fare ed ad eccitarsi, e questo era dimostrato dalla patata che iniziava a bagnarsi sempre di…”
Ricordo che tempo fa, per qualche problema(dovuto allo stress) iniziai a fare
delle fisite cardiologiche annuali a Pisa.
L’ultima volta che andai, come sempre portai con me tutti i risultati precedenti, e una volta arrivato a Pisa andai a casa di un amico che mi diede la possibilità di potere essere ospitato per i due giorni necessari per i controlli.
Il giorno dopo, di buon mattino mi incamminai a piedi verso l’ospedale dove avrei dovuto essere visitato. Una volta arrivato, domandai del dottore che però non era ancora arrivato, e mi fu indicata una stanza d’attesa dove avrei potuto aspettarlo.
Dopo circa 10 minuti passati a leggere le solite riviste mediche, che non fanno altro che farti sallire l’ansia, arrivò l’assistente del dottore, che mi disse che nell’attesa del suo arrivo avremmo potuto iniziara a fare i primi esami, chiedendomi di seguirla.
Lei era una donna bassina, capelli a caschetto biondi, occhi chiari, e seppuer con il camice di sopra, si notava che aveva un seno prorompente.
Arrivati nella stanza per effettuare i primi esami, naturalmente mi chiese di togliermi la camicia, cosa che feci con superficialità e naturalezza, nello girarmi, però mi accorsi che lei mi guardava in un modo diverso, anche se non avrei mai pensato a chissà cosa!
MI fece stendere sul lettino, e iniziò a passarmi il contone per pulire le parti dove avrebbe dovuto applicare gli elettrodi per l’elettrocardiogramma, e li mi accorsi che lo sguardo di prima non fu casuale, nel passare il contone sul petto, lo fece passando anche una parte della mano, in modo da potermi sfiorare il corpo, in più quando si allungò per applicarli dalla’altra parte del petto, si strusciò con i suoi seni, poggiandoli completamente addosso a me! Non sapego cosa fare, ma per evitare malintesi feci finta di niente.
Finiti i controlli preliminari, e la visita dal medico che nel frattempo era arrivato, mi recai nella zona dove avrei dovuto pagare la visita, e mentre ero in fila, chi ti trovo, lei che passa nel corridoio, guardandomi e salutandomi, e facendomi vedere che stava andando fuori a fumare una sigaretta, indicandomi che mi avrebbe aspettato li.
Una volta pagato, uscito fuori mi avvicinai per salutarla e chiederle come si chimasse. Si chiamava Cecilia, e non perse tempo a farmi i complimenti, e naturalmente io a lei, oltre a chiedermi cosa avrei fatto la sera. Naturalmente non avevo nulla di organizzato, ed accettati con piacere l’invito, scambiandoci i numeri di telefono.
Nel pomeriggio la chiamai per indicarle dove avrebbe dovuto venire a prendermi, dato che l’unica motorizzata tra tutti e due era solo lei, e mentre eravamo al telefono, la sentivo lamentarsi senza capire il perchè. Alla mia domanda relativa ai suoi mungugni, mi risposte che era nel centro estetico, a farsi ancora più bella!
La sera arrivò, e lei anche, insieme ad una sua amica. Tutte e due su una citoren cabrio, lei bellissima, ben truccata, magliettina aderente che esaltava il suo seno, che adesso di capiva bene essere almeno una 4a, minigonna e calze a rete, l’amica milto carina, indossava un vestitino sopra il ginocchio a fantasia, ed anche lei aveva un bel seno prosperoso.
Andammo prima in un locale, poi in un bar in piazza, e non essendoci abbastanza sedie a disposizione, approfittai nel farla sedere su di me, iniziando a toccarle le gambe, e salenso pian piano sulla coscia, dopo poco ero arrivato all’inguine, ed inizia a toccarle la fica, che però era “protetta” dai collant e da un perizomino veramente micro.
Lei faceva finta di non gradire, però continuava a lasciarmi fare ed ad eccitarsi, e questo era dimostrato dalla patata che iniziava a bagnarsi sempre di più, fin o a quando riuscì a far passare due dita attraverso la rete dei collant, potendo così toccare con mano i suoi umori che continuavano a scendere, e permettendomi poi di leccarmi le dita e gustare il suo sapore.
Ad un certo punto della serata le chiesi di andare via, ed una volta accompagnata l’amica che stava a casa sua, ci fermammo dentro la macchina, nel giardino sottostante, dove iniziammo a baciarci intensamente ed a toccarci. Lei mise la mano sulla patta dei miei pantaloni constatando la consistenza del mio membro che non riusciva più al suo posto, mentre io approfittai dell’intimità dell’auto per potere inseire la mia mano all’interno dei conllant e del piccolo perizoma ormai completamente bagnato dei suoi umori, toccando la sua fica che al tatto si presento con una piccola striscia di peli centrale, risultato dei piccoli dolori sopportati nel trattamento dall’estetista.
Continuammo a baciarci ed a toccarci per un po, fin quando le chiesi di venire a casa da me e potere approfondire la nostra conoscenza in modo più intimo, comodo e passionale, ma mi rispose che quella sera non se la sentiva di andare avanti, quindi mi riaccompagno a casa salutandomi con un ennesimo bacio e una stretta al mio “attrezzo” come se dovesse dire addio a qualcosa alla quale non avrebbe mai voluto rinunciare.
Il mattino seguente sarei dovuto partire, ma per arrivare in aereoporto avrei dovuto prendere un taxi o peggio ancora un autobus, ed allora ne approfittai per chiamarla e chederle se avrebbe potuto darmi un passaggio, e lei accetto ben volentieri.
Si presentò alla porta vestita in modo molto casual, con una magliettina a mezze maniche ed in jeans, tutti e deu attillati, e tutti e due che mettevano una in risalto il suo splendido seno, l’altro il suo culo a mandolino.
Ci soffermammo a parlare un po, ma poi improvvisamente fummo presi dalla passione, ed iniziammo a baciarci, toccarci, fino a quando le alzai la maglietta che scoprì un seno ben più prosperoso di quello che pensassi, e che liberato dal reggiseno, nonostante la grandezza stava su da solo, e che presi immediatamente a leccare in modo appassionato, passando da un’aureola all’altra, e leccando i capezzoli che diventarono immediatamente turgidi. La feci sedere sul divano e nonostante lei continuasse a dire”no, no, no” aprì i miei pantaloni e tirando giù i boxer, feci uscire il mio membro che era diventato duro come la pietra, e che lei non esitò a prendere in mano, iniziando prima a leccarlo e subito dopo a affondarci la bocca dentro, iniziando un pompino degno della migliore esperta in materia.
Dopo qualche minuto la feci alzare e le sbottonai i pantaloni, ed abbassandoli si ritrovò con solo indosso un tanga sportivo, segno che avrebbe voluto resistere alle mie ed alle sue volgie.
Una volta liberata anche dell’intimo, si presentò in tutto il suo spplendore, piccola, ma con un corpo stupendo, la sua patata aveva piccole labbra che fuoriuscivano dalle grandi labbra, ed una volta arrivato a leccargliela, riconobbi subito l’odore, ed il sapore che la sera prima avevo assaggiato sulle mie dita.
A quel punto la feci sdraiare a terra, e ponendomi sopra di lei, grazie a quel suo stupendo pompino, ed alle mie leccate, ebbi la possibilità di potere entrare in lei senza alcun problema, iniziando affondare all’inizio dolcmente, e successivamente con un po più di irruenza dentro di lei, che apprezzava sempre di più i miei colpi. Dopo un po la feci appogiare con il busto sul divano, ed io da dietro ebbi una visione eccezzionale del suo culo e della sua fica già aperta, e dopo averla nuovamente leccata, puntai nuovamente il mio cazzo sulla sua fica, affondando con estrem facilità, ed iniziando a pomparla con foga, grazie anche al fatto che anche lei presa dalla passione, iniziò a spingere indietro il suo corpo, cercando sempre di più il mio membro in modo che lo potesse sentire sempre in prodonità.
continuammo così per un po, fino a quando non facendocela piùà mi chiese di venire, ma che avrebbe voluto bere tutto, perchè prima che andassi via, avrebbe voluto che restasse addosso di ognuno di noi sia l’odore che il sapore dell’altro. Dopo qualche altro affondo la feci girare, e la indai con una serie fiotti di sperma che non avevo mai avuto, ma che evidentemente l’eccitazione mi aiutò a fare uscire. Non volle lavarsi, e chiese anche a me di non farlo, e dopo esserci rivestiti, mi accompagnò in aereoporto, baciandomi per l’ultima volta prima di imbarcarmi, facendomi così sentire il mio sapere rimastole in bocca, e naturalemente facendole sentire il suo sapore rimasto nella mia bocca. Una volta imbarcato e preso posto in aereo, mi misi comodo, addormentandomi dopo poco, e grazie il mio/suo sapore/odore rimastomi in bocca ed addosso, iniziai un sogno che si concluse solo quando l’aereo tocco terra a destino.
Questa fu una delle esperienze che non dimenticherò mai.
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