“Mi giro per dirlo ad Alice, ma non c’è…”
Ma dov’è finita Alice? Giro il collo mi sporgo, ma non la
vedo.
Guardo davanti.
Bella cena, gente allegra e loquace. Tutto sommato bella tavolata. Io ed Alice siamo nuovi, ma nessuno ce lo fa pesare. Forse sono nuovi anche quei due più tirati, lui addirittura giacca e cravatta, lei vestitino da pomeriggio.
Io e Alice, bisbigliando, avevamo cominciato a chiamarli i Ragazzi.
I padroni di casa sono tranquilli e rilassati. La Signora è proprio una bella donna.
Un bel successo la serata: tutte le coppie a un’unica tavola, lunga ed elegante, la casa grande e gradevole, il clima che man mano si riscalda.
Chiacchero con la mia vicina di tavolo, al mio fianco. Una signora della mia età, magra ed elegante. E’ molto a suo agio, comanda sul marito che è silenzioso, ma attento.
Parla di se con una vaghezza divertita: è chiaro che nome e città non sono veri, che non è una professoressa (ma potrebbe esserlo penso io) che mischia cose vere a dati falsi: lei lo sa, io lo so, e tutto questo ci rilassa e ci diverte. Marta? Va bene Marta.
Le nostre cosce si toccano e lei non spinge ma non si ritira; nessuna promessa, ma nemmeno rifiuto: il contatto non dispiace a nessuno dei due, è un buon inizio.
Mi giro per dirlo ad Alice, ma non c’è. E’ andata in bagno? A fumare? Uno sguardo circolare sulla sala: niente, non c’è, tornerà.
Mi riconcentro su Marta, ne vale la pena aspettando Alice, in attesa di capire cosa deve succedere quando lei tornerà. Con Marta o con chi sa chi, ma sempre insieme ad Alice, appiccicati e caldi.
Ad un tratto un brusio scuote la tavola, parte una risata grossa, un movimento improvviso: il padrone di casa grida “Continuate a mangiare, la cena è ancora lunga”.
Ma sotto la tavola c’è movimento, la Signora è sparita, è chiaro che sta facendo gli onori di casa a modo suo, sotto la lunga tovaglia; improvvisamente tutti pensano a quella bella donna, vestito nero e chiffon, a quattro zampe sotto il tavolo.
Il passaggio là sotto è evidente. Ogni tanto un commensale si irrigidisce, toccato, poi si rilassa ed assume un’aria concentrata, per pochi minuti. Poi spetta ad un altro. Poi ad un’altra ancora.
Ad un certo punto la Ragazza fa un balzo sulla sedia: sta toccando a lei. Sembra volersi alzare, ma capisce che non può, è qui per giocare, non può tirarsi indietro; pian piano si scioglie, protende il bacino, anzi, scivolando sulla sedia e baciando il suo Ragazzo, forse per darsi sicurezza, forse per piacere.
Tutti la guardiamo affascinati: giovane, con i capelli neri lunghi, concentrata nel bacio e in quello che le succede sotto.
D’improvviso un gridolino alla mia destra: Marta sente una mano sulle mutande e capisce che è il suo turno; anche lei istintivamente si rivolge al suo uomo, che resta silenzioso e attento; poi, sempre Marta, con decisione si sfila le mutandine, protende il bacino e si affida con sicurezza a quello che le succede sotto; il suo uomo sobbalza un attimo dopo, ce n’è anche per lui.
Io guardo strabiliato: Marta e la Ragazza stanno subendo lo stesso trattamento! Sono due i gatti qua sotto! Il giro sembra essersi interrotto: tutte le persone guardano Ragazza e Marta che a due capi diversi della tavola si lasciano fare, sedute sul bordo della sedia, spinte in avanti , quasi a cadere.
Il padrone di casa gira con il vino, sdrammatizza, ride forte.
Poi Marta si distende, ridendo, per lei è finita.
Uhhh, capisco che è il mio turno: una mano delicata e decisa, giù la lampo, il pisello fatto sgusciare via dagli slip, una bocca umida ed esperta: continuo a guardare affascinato i Ragazzi che ormai se la godono da morire, entrambi presi del tutto dal gioco: e sento il mio cazzo appesantirsi e rispondere.
Marta, ancora scossa, mi guarda un’attimo negli occhi e mi mette la lingua in bocca: non mi bacia, infila la lingua; ed io me la godo così, sopra e sotto, con gli occhi fissi su quell’anguilla che è diventata ormai la Ragazza, con i vicini che quasi fanno il tifo.
La bocca, giù sotto, come è arrivata se ne va; mi ha solo stuzzicato, ma mi dico che è stato un ottimo aperitivo: Marta ha avuto il suo, ed ora vuole su di se le mani dei due uomini che le siedono a fianco; è chiaro che è qui per quello, che è quella la sua fantasia. Io l’accontento, ma aspetto Alice per decidere.
Tutti ancora a tavola, tutti ormai sbloccati, risate grosse, mani sotto la tovaglia. Il Padrone è l’unico in piedi, versa spumante, ìncita a stare seduti perchè arriva il dolce; e tutti resistono seduti, ormai commensali rilassati; tranne i Ragazzi, per i quali il trattamento, per lui e per lei, sembra continuare con furore: ormai sono un’isola di tensione sensuale nella tavolata.
Finalmente Ragazza viene; un singulto trattenuto, perchè c’è troppa gente, ma un singulto luuuuungo, con sospirone finale ed abbraccio vergognoso al suo Ragazzo.
Se questo è l’inizio….
Ormai nessuno resiste seduto, è tutto un ridere e raccontarsi l’esperienza, gente che si riabbottona, signore che si aggiustano sotto. E facce sotto la tovaglia, urla di “Venite fuori!, Adesso alzatevi”, una bella bionda che guarda sotto, a quattro zampe.
E all’improvviso, da sotto il piano di cristallo, sgusciando come un anguilla, risollevandosi, ecco il vestito nero, la Signora e poi … Un tuffo al cuore! Alice! Si rialzano, ridono, si tengono per la vita, in mezzo agli applausi e alle ovazioni, magre, brune, belle da morire.
Alice mi guarda, ride, prende in giro la mia faccia stupefatta, si stacca da tutti e mi bacia. Mi sussurra all’orecchio:
“Te l’avevo detto, quei Ragazzi….. E dimmi, la professoressa??”
Mi dà un altro bacio veloce, si volta, raggiunge Ragazza, la prende per i fianchi sul vestitino grigio da pomeriggio; poi si baciano con due lingue lunghe, infinite, un bacio che non smette mai, mentre io resto impietrito, gli altri applaudono ed urlano, e loro due, Alice e Ragazza, cominciano il loro volo spaziale, la loro cavalcata nella notte, scintillanti e gloriose, nella sala piena di gente dove per loro non c’è più nessuno.
This is a fictional story. It is based on historical places, people, and facts, but is written entirely from my imagination.
2013 © alicerobertohot
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“E’ una storia di pura immaginazione, parola di Roberto. Vi pare che una coppia come la nostra possa esser invitata a feste di questo calibro?”
“Roberto è un bugiardo, parola di Alice e di Ragazza”.
2013 © alicerobertohot
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