“Loro sembravano non curarsene più di tanto, io invece ero ovviamente un po’ imbarazzata ma cercavo di nasconderlo…”
Giulio tornò in città ai primi di settembre mentre io decisi di
rimanere ancora un paio di settimane al mare visto che le lezioni in università sarebbero cominciate a ottobre . Inoltre, dopo un mese in compagnia dei nostri amici, gruppo assai numeroso e rumoroso, avevo bisogno di godermi il mare nel silenzio e nella tranquillità . E settembre era il periodo ideale per farlo: poca gente, niente bambini e ragazzini idioti in spiaggia garantivano relax e riposo.
Decisi anche di lasciare l’ombrellone del bagno e dedicarmi al vero mare, quello della spiaggia libera, con la borsa piena di tutto il necessario e l’asciugamano.Quel lunedì mattino, il primo da sola, uscii di casa presto (cosa che nelle 2 settimane precedenti non ero mai riuscita a fare visto le serate che si facevano nottate in compagnia ) e andai direttamente in spiaggia libera.Era pressochè deserta e l’effetto che mi fece, invece che di desolazione, fu quello di libertà : potermi sdraiare ovunque volessi senza dovere fare il puzzle in mezzo agli asciugamani e ombrelloni altrui, vedere il mare e sentire le onde senza schiamazzi di sottofondo, mi regalò proprio la sensazione che cercavo: pace.
Posi il mio asciugamano sulla sabbia e prima di sdraiarmi cominciai a spalmarmi la crema, un protezione leggera anche perché ormai ero veramente abbronzata.Impiegai poco e mi sdraiai a pancia in giù isolandomi da tutto e concentrandomi sul fruscio delle onde che leggere si adagiavano sulla battigia; rimasi sospesa in quello stato di assenza-presenza per non so quanto tempo, potevano essere minuti o ore, non so, non mi importava. Pace, volevo e cercavo solo pace.
Quando cambiai posizione, girandomi a pancia in su, vidi che il sole si era alzato ancor più nel cielo e le ombre si erano accorciate “Deve essere quasi mezzogiorno” pensai “Caspita, ma quanto ho dormito?”. Mi guardai attorno, la spiaggia era ancora quasi completamente deserta; c’era solo una coppia a una ventina di metri da me, con un cucciolo bellissimo di labrador il quale, quando vide che mi stavo muovendo e girando, si alzò e corse subito verso di me, con quella corsa divertente e bislacca tipica dei cuccioli. I suoi padroni lo richiamarono ma lui niente, in pochi secondi mi fu addosso.Era simpaticissimo, agitava la sua piccola coda e cominciò a leccarmi le mani e cercare coccole: ovviamente me lo spupazzai un po’visto che amavo i cani! Arrivò però subito la sua padrona a richiamarlo, una donna molto bella ed elegante, con un seno prosperoso lasciato libero da bikini, che gentilmente mi chiese scusa. Le dissi di non preoccuparsi, che non mi dava fastidio “Le chiedo ancora scusa, signorina, è che comunque deve imparare che io e mio marito siamo i suoi padroni”. La signora mi salutò con cortesia. prese in braccio il cucciolo e lo riportò sotto il suo ombrellone. Apprezzai la gentilezza di questo gesto, le scuse anche se non dovute, e il fatto che la signora non attaccò bottone e mi lasciò tranquilla.
La mia giornata andò avanti così, nell’assoluto relax; ogni tanto davo un’occhiata verso il cucciolo e lo vedevo tranquillo sotto l’ombrellone al fianco dei suoi padroni oppure riluttante a seguirli in acqua. Mi godevo questi momenti divertenti in cui la signora esortava il cucciolo ad entrare in acqua schizzandolo un pochino ma lui niente, aveva troppo paura. Mentre guardavo la scena, mi scoprii a osservare con attenzione la signora: era veramente una donna molto bella, i capelli raccolti evidenziavano un viso dai lineamenti dolci ed esibiva il seno prosperoso senza alcuna volgarità . Inoltre il suo corpo, seppur non più giovane, conservava un’armonia invidiabile. Il marito invece, più restìo a spostarsi dall’ombrellone, mi sembrava più anziano e non in gran forma.
Quando verso sera decisi di tornare a casa, raccolte le mie cose e avvolta nel mio asciugamano un po’ infreddolita, passai davanti a loro ombrellone e non potei fare a meno di avvicinarmi e salutare il cucciolo che si era alzato e sembrava non aspettare altro.Mi avvicinai, i signori mi sorrisero e mentre spupazzavo il cane, scambiammo qualche parola. “Arrivederci” “Arrivederci”.
Il giorno dopo, martedì, tornai in spiaggia nello stesso punto: solo qualche ombrellone in lontananza colorava la lunga striscia marrone che separava il vedere della pineta dal blu intenso del mare per tutta la lunghezza del golfo. Mentre mi spalmavo la crema, mi venne in mente la signora del giorno prima, il suo seno prosperoso non costretto in un bikini e così decisi che se lo faceva lei, potevo farlo anche io che, comunque, a seno, nonostante il mio corpo magro, non ero messa affatto male. Me lo slacciai e per la prima volta mi trovai a seno nudo in spiaggia: provai inizialmente un certo imbarazzo che poi però lasciò spazio ad un senso di libertà molto particolare. Certo, il segno del bikini era evidente, però con un po’ di pazienza avrei potuto avere anch’io un bel seno abbronzato come la signora, chissà poi cosa avrebbe pensato il mio uomo che sempre aveva spinto per farmi abbandonare il pezzo sopra del bikini!
Dopo un po’ che ero sdraiata a prendere il sole, sentii un “Buongiorno, signorina!” non feci in tempo ad alzarmi e guardare chi m’avesse salutato che mi ritrovai in braccio il cucciolo del giorno prima: istintivamente presi il bikini e mi coprii il seno (cosa assai complessa se attorno hai un cucciolo esagitato!), la signora mi si avvicinò e probabilmente notò il mio imbarazzo perché mi disse sorridendo “Signorina, che fa, si copre? Guardi che non c’è nessun problema! Le sembriamo tipi che ci scandalizzano per un seno nudo? Poi se io non nascondo il mio alla mia età perché dovrebbe nascondere il suo che è così bello?” Il mio imbarazzo si allentò un pochino però decisi di rimettere il bikini. Fu in quel momento che la signora, invece di prendersi il cucciolo, si sedette vicino a me “Anche oggi qui? Piacere, mi chiamo Claudia e lui è Pedro ma l’avrà già capito” “Piacere, Laura!” Mi piacque che si fermò da me “Oggi sono qui da sola anch’io, sì… insomma, con Pedro; Franco è dovuto tornare a casa per un’urgenza lavorativa e tornerà stasera”. “Vabè, ma c’è Pedro a farle compagnia” “ Dai, dammi del tu, mi fai sentire un’anziana così” ” Va bene, ti do del tu”. Facemmo una bella chiaccherata insieme, anche un bel bagno, riuscimmo persino a convincere Pedro ad entrare in acqua. Insomma, la Signora Claudia era veramente di gran compagnia senza però essere invadente e passammo insieme una bella giornata.
Il mercoledì ci trovammo di nuovo in spiaggia; Franco era ricomparso sotto l’ombrellone e io, invece che mettermi in disparte, mi ero messa vicino a loro. Si parlava del più e del meno, soprattutto del meno, quando il discorso finì sulle creme abbronzanti, abbronzature etc… “Certo che quel segno del bikini sul seno ti sta proprio male” mi disse Claudia “ ma perché non te lo togli? liberati un po’… ieri l’avevi fatto.Ma ti vergogni?” “Un po’ sì” le dissi “Facciamo così” disse Claudia sorridente” dico a Franco di voltarsi e di non guardarti, ve bene? Franco che dici?” “Ci proverò…” Rispose lui sorridendo mostrando però poca attenzione intento com’era a leggere il giornale “Dai, toglilo…” e senza aspettare mia risposta, Claudia allungò le mani sul fiocco del mio reggiseno e lo slacciò. “Franco, è un peccato che tu non possa guardare, Laura ha un seno stupendo” Io ero imbarazzatissima. Rimasi lì con la mia terza soda esposta davanti a una coppia di sconosciuti “Vedrai che tra un po’ il piacere della libertà sorpasserà l’imbarazzo e allora starai benissimo” Era la prima volta che qualcuno vedeva il mio seno non nell’intimità . “Andiamo in acqua, vedrai che sensazione stupenda”. Claudia mi portò in acqua: la sensazione di freddo intensa ed improvvisa fece scoppiare i miei capezzoli che diventarono duri e lunghi.“Dai, Laura, non vergognarti, tuffati” Claudia cominciò a schizzarmi mentre Pedro da riva abbaiava e non sapeva se entrare in acqua anche lui. Mi tuffai, un brivido di freddo attraversò il mio corpo e quando riemersi vidi Claudia che schizzava Pedro, feci un altro tuffo e in breve fui da loro a giocare con Pedro.Dopo un po’ ci raggiunse Franco “Sentite, tettone, cercate di non schizzarmi per favore!!!” Ovviamente, Claudia cominciò subito a schizzarlo; io, che in altre situazioni, sentendomi chiamare “tettona”, mi sarei pesantemente offesa, cominciai a fare lo stesso.Fu in quel momento, che tra uno schizzo e l’altro, notai che nel costume a slip di Franco si intravedeva un rigonfiamento lungo e duro. Non c’era dubbio, il vecchietto si era eccitato a guardare sua moglie e me praticamente nude a sguazzare in acqua. Pedro intanto abbaiava in continuazione a tal punto che Claudia fu costretta ad uscire per calmarlo; approfittando del momento, Franco mi si avvicinò e disse “Signorina, lei è bellissima, complimenti… la sua presenza, il suo sorriso e non per ultimo il suo splendido corpo sta rallegrando ed eccitando le nostre giornate” e si tuffò, senza aspettare risposta.Rimasi così, interdetta ed imbarazzata, ma lusingata. Il complimento era stato fatto con una tale galanteria che ovviamente mi aveva fatto molto piacere, anche se era stato fatto da un sessantenne…
La giornata passò veloce in compagnia; verso sera, con uno splendido tramonto all’orizzonte, Claudia prese la sua macchina fotografica e cominciò a fare foto a Pedro che giocava con un tronco di pino levigato dal mare e arrivato chissà da dove.Poi mi chiese se potevo fare da fotografa e immortalare lei e Franco; ovviamente acconsentii visto che fare foto era un po’ la mia passione. C’era un problemino però: in tutte le fotografie, nonostante il mio impegno per cercare inquadrature che potessero nasconderlo, Franco era evidentemente eccitato. Il suo pene duro e lungo spingeva in modo evidente contro lo slip .Loro sembravano non curarsene più di tanto, io invece ero ovviamente un po’ imbarazzata ma cercavo di nasconderlo. Poi Franco volle immortalare me e Claudia: all’inizio dissi di no, che preferivo immortalare che essere immortalata, poi però accettai “Rimetto il bikini però!” e sorrisi, non mi andava infatti di fare foto a seno nudo e per di più con gente che non conoscevo bene. Nessuno dei due obiettò. Io e Claudia ci avvicinammo mentre Franco (sempre eccitato) scattava, poi Claudia mi cinse un braccio intorno alla vita e mi strinse sorridente a sé “Cheeeeeeeeeeeeeessssss”. Sentii il suo seno appoggiarsi al mio corpo, era fresco e turgido, proprio come pensavo che fosse, lo sentivo strusciare involontariamente contro le mie spalle; crebbe di nuovo l’imbarazzo ma poiché per loro sembrava tutto normale, cercai di simulare il più possibile uno stato di tranquillità totale.Poi Claudia volle fare una foto ricordo a me e Franco al che mi sentii mancare: io immortalata al fianco di un sessantenne eccitato?Che imbarazzo… purtroppo però non riuscii a trovare nessuna scusa così, in un istante, mi trovai il braccio di Franco attorno alla vita e la mano appoggiata delicatamente un po’ sul fianco, un po’ sul sedere. Mentre Claudia scattava diceva “Fate cheeeeeeeeeeeeeesssss! Guarda che bella coppia” Il mio imbarazzo cresceva in modo direttamente proporzionale al pene di Franco che ormai non stava più negli slip, la sua mano sul mio sedere si muoveva in modo astuto così che io non potessi nemmeno scansarmi. Per fortuna però, durò un attimo.
Mentre ci salutavamo, mi chiesero se la sera successiva mi avrebbe fatto piacere uscire a cena con loro: rifiutai l’invito dicendo che forse sarebbe tornato Giulio (non era vero) ma loro insistettero dicendo che avrebbero avuto un gran piacere, che era l’ultima sera che poi sarebbero partiti e che comunque non dovevo dar loro risposta immediata ma andava bene anche all’ultimo momento.Siccome il giorno dopo loro in spiaggia non sarebbero venuti, ci scambiammo il numero di telefono per sentirci ed eventualmente metterci d’accordo.
Una volta a casa e chiusami la porta alle spalle, mi fermai davanti al grande specchio in ingresso e cominciai a guardarmi. In fondo ero proprio una bella ragazza e il bikini risaltava le mie forme sottili. Slacciai la parte di sopra e rimasi a seno nudo per vedere a che punto fosse l’abbronzatura. Cominciai a massaggiarmelo, i capezzoli piccoli si indurirono in un istante, sentii un brivido che partiva da dietro il collo e scivolava giù lungo la spina dorsale, in mezzo alle gambe. Cominciai a pensare a Claudia, al suo seno e a Franco, al suo pene costretto negli slip anche per colpa mia… Risentii le sue parole “…la sua presenza, il suo sorriso e non per ultimo il suo splendido corpo sta rallegrando ed eccitando le nostre giornate”. Mi eccitai davanti allo specchio guardandomi come mai avevo fatto, il mio seno era diventato duro e rotondo, sembrava sfidare le leggi della gravità talmente usciva duro dal mio petto. Cominciai a non chiamarlo più seno ma TETTE. Cominciai a capire perché erano sempre state così desiderate dai miei ragazzi, cominciai a capire che erano un oggetto di desiderio in grado di provocare eccitazione e piacere.Cominciai a capire perché Giulio amava masturbarsi stringendosi il cazzo tra le mie TETTE, cominciai a capire che tutte quelle sborrate che avevo preso e prendevo sulle mie TETTE non erano una gentile concessione ad un desiderio semiosceno di segaioli ma il piacere assoluto provocato dalle mie TETTE. Vidi velocissime le immagini di un Giulio eccitato che scopava le mie TETTE, senti il desiderio di ingoiare gli schizzi di sborra provocati dalle mie TETTE. Mi calai gli slip a mezza coscia e cominciai a masturbarmi con forza finchè sentii le gambe farsi molli; mi misi in ginocchio sempre guardandomi nello specchio e immaginando Giulio dietro di me che mi scopava ; cominciai a penetrarmi violentemente davanti e dietro. Era un mix velocissimo di fantasie… finchè arrivai non so come a desiderare il cazzo del vecchietto: lo volevo in bocca, in figa, in culo. Volevo che quella tettona di Claudia ci guardasse mentre sbocchinavo suo marito, volevo affondare la faccia nelle sue tette mentre suo marito mi inculava.
Venni violentemente in pochi istanti e rimasi rannicchiata sul pavimento freddo, spossata e appagata come poche volte mi era capitato toccandomi.Dopo poco cominciai a provare disgusto e vergogna per i miei pensieri, mi alzai di scatto e corsi in doccia a lavarmi via sale e sabbia ma anche le oscenità che avevo desiderato fino a qualche istante prima.
La doccia servì a ripulirmi dalle scorie della spiaggia ma non dai pensieri osceni che, lentamente, tornarono ad essere prepotenti. Nel giro di qualche ora tornai a desiderare un cazzo e nemmeno la telefonato serale con Giulio, al quale avevo ovviamente nascosto tutto, mi tranquillizzò. Verso mezzanotte mi arrivò un sms da Claudia “Ci farebbe veramente piacere se domani sera volessi venire con noi! Dai!” e poi subito un altro che mi pietrificò “… stasera con Franco a letto fuoco e fiamme! grazie a te, alla sensualità che emani e al tuo splendido corpo!” Mi eccitati di nuovo violentemente tanto che le risposi “…beati voi! io sono qui sola soletta…”, Appena inviato il mio sms di risposta, la razionalità riprese il sopravvento e cominciai a dirmi che ero una stupida, che così me le andavo a cercare, che dovevo riprendere possesso delle mie facoltà mentali. Infatti la risposta di Claudia non si fece attendere “Se vuoi veniamo a prenderti così ci facciamo compagnia! Nel nostro lettone c’è posto anche per te!” Mio dio cosa stavo combinando, no! no! “Vi ringrazio dell’offerta ma stasera farò da sola. Ci vediamo domani sera a cena.” Un’altra risposta ambigua, stavo diventando scema, scema, sceeeeemaaaa. Com’era possibile?Non riuscivo a smettere però; i minuti passavano e continuavo a guardare il cellulare e a chiedermi perché non mi scrivesse più; anche se mi dicevo che era meglio così.
Poi di nuovo un altro sms che mi portò definitivamente nel baratro della perversione:
CLAUDIA “Da sola? che spreco…”
IO “Da sola pensando a voi due qui con me…”
C. “Troietta, ti vuoi fare il mio uomo?”
I.“Sì, con te che ci guardi e scatti foto”
C. “Siamo due troie”
I.“Sì, stavo pensando che magari posso dedicarmi un po’ anche a te. Tuo marito che ne pensa?”
C. “Non aspetta altro… E’ qui al mio fianco che si sta segando leggendo la nostra conversazione”
I. “Segando? Che spreco… con una troia come te a fianco”
C. “Vuole te…”
I. “Digli che sto immaginando di leccargli il cazzo e il buco del culo”
C. “Gliel’ho detto…”
I. “E cosa ti ha risposto?”
C. “M’ha chiesto se può invitare anche i suoi colleghi di lavoro”
I. “Quanti sono?”
C. “Sei… più me ovviamente!”
I. “Se sono puliti e gentili sì, dovrei farcela…”
C. “Secondo me da sola non ce la fai”
I. “Chi ti dice che non l’abbia già fatto…” mentii ovviamente
C. “Non ci credo nemmeno se lo vedo”
I. “Credici invece, un’intera squadra di calcetto, fidanzato compreso… ☺”
C. “E’ venuto… mi ha coperto di sborra!!!”
I. “Sto venendo anche io…”
C. “Sei la nostra troietta”
Finì così. Il giorno dopo non andai a cena e non li vidi mai più. Cancellai tutta la conversazione e il numero di cellulare. Ma da allora, io non sono più la stessa: non ho più il seno ma… le TETTE.
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