“Tolti gli accappatoi dopo aver ammirato ed osannato i due fantastici corpi femminili in controluce incastonati dai flutti dell’acqua di colore argento, ci…”
Il racconto risale agli anni 70′ quando ancora studentello
frequentavo il liceo e con la mia moto una Gilera 124 5V scorrazzavo per Roma con i miei inseparabili amici di sempre , in cerca di qualche bella fica da rimorchiare,riuscendo sempre o quasi ,nei nostri intenti . Erano gli anni di piombo tutti gli studenti erano politicizzati e spesso si organizzavano manifestazioni nella città per protestare contro le autorità . Proprio in uno di questi comizi, conobbi per puro caso una stupenda fanciulla ; capelli castani lunghi altezza media un corpicino da sballo ; tutto giusto al proprio posto . Senza esitare la puntai e subito con una banale scusa iniziai a fare amicizia prodigandomi per fare colpo, confidando sulla mia parlantina ed il mio aspetto fisico . Rimanemmo assieme per alcune ore instaurando fin da subito un bel rapporto confidenziale di amicizia ; ebbi da subito la sensazione di aver fatto colpo, non smetteva di fissarmi con occhio dolci complimentarsi per la mia folta chioma e per la mia altezza. . Eravamo intenti ad agitarci ,a stretto gomito . gridando slogan , quando d’un tratto il caos, scoppiarono vari tafferugli provocati dai soliti facinorosi e così ci perdemmo di vista .Vagai tutto il giorno tra la folta schiera di giovani manifestanti per ritrovarla ma purtroppo ogni mio sforzo fu vano. Amareggiato dalla sorte avversa non mi rassegnai a perderla. Durante il corteo mi aveva detto il nome della scuola che frequentava, quindi l’indomani di buon ora prima di recarmi al mio liceo feci un salto al suo praticamente dall’altra parte del Tevere ,sperando di vederla entrare ; nulla pure in quell’occasione fallii miseramente. Ero amareggiato ed incazzato per non averle chiesto il numero di telefono (non stiamo parlando di cellulari ma di telefoni fissi, domestici ) Ritentai altre volte recandomi al suo liceo senza mai vederla. Oramai quasi rassegnato non facevo altro che piangermi addosso abusando della pazienza dei miei inseparabili compagni . Una bella serata di fine primavera mentre stavo con gli amici a cazzeggiare , sdraiato su di una panchina ,vidi passare un gruppetto di ragazzi e ragazze del quartiere che conoscevo solo di vista; meraviglia delle meraviglie tra di loro vi era lei la ragazza che avevo perso di vista alla manifestazione Simonetta, il nome lo ricordavo . Con un balzo mi alzai e mi aggregai al gruppo fraternizzando . Lei subito mi riconobbe e con affetto mi diede un bacetto sulla guancia. . Ero talmente euforico che invitai tutti a prendere un buon gelato seduti ai tavolini al bar. Ricordo ancora prendemmo la coppa olimpia gelato in voga negli anni 70′. Subito mi concentrai su di lei non riuscendo a vedere altro attorno a me ; il tempo trascorreva allegramente ed io stavo dando il meglio di me stesso cercando di conquistarla . Ancora ricordo dopo tanti anni il suo abbigliamento, un maglioncino della marines colore blu notte ed un paio di jeans i primi Levis con la targhettina arancione sulla tasca posteriore che le mettevano in evidenza il suo fantastico fondoschiena. Purtroppo si era fatto tardi quindi lei si alzò per andare a prendere il tram, tempestivamente mi offrii di accompagnarla con la mia fedele moto all’epoca non vi era il casco obbligatorio : Senza indugio, dato l’ora tarda accettò procurandomi un sussulto di gioa. Salutati gli amici ci dirigemmo con andatura lenta verso casa sua dalle parti di Piazzale degli Eroi , zona a me molto familiare dato che con mia nonna ci recavamo spesso in Via Ottaviano non molto distante e poi proprio in quella zona avevo comprato il mio primo motorino nel 1968. Giravo per la città gustandomi il contatto fisico della ragazza che inevitabilmente si era stretta al mio corpo facendomi sentire oltre un piacevole tepore , il suo abbondante ed avvolgente seno. Arrivati a destinazione dopo avermi ringraziato Simonetta , senza farmi neppure parlare mi lasciò il suo numero di telefono, sperando di sentirmi al più presto . Non contento, accorciando i tempi , mi offrii di andarla a prendere l’indomani all’uscita di scuola, ma lei mi propose di meglio, invitandomi ad un bar del centro detto “il baretto”frequentato da tutti gli studenti della zona limitrofi al lungotevere per fare colazione assieme e scambiare due chiacchiere prima di entrare in classe. Conoscevo quel bar ci andavano alcuni miei compagni del liceo ma io vi ero andato raramente. Era giunta l’occasione di frequentarlo .
Al ritorno, trovai i miei amici che mi aspettavano per sapere come era andata, dato che per mesi li avevo messi in croce parlando della fantomatica fanciulla. Mi fermai con loro per il tempo di raccontare l’accaduto pavoneggiandomi della conquista ,esaltando le evidenti doti fisiche della ragazza notate ed apprezzate da tutti e dopo me ne andai dritto a casa per cenare . Ero molto contento ed euforico ma nello stesso tempo agitato di averla rincontrata , erano passati mesi dalla fatidica manifestazione, e quando oramai le speranze di rincontrarla erano quasi esaurite , per puro caso l’avevo rivista ed ero riuscito già ad avere un appuntamento . Passai una nottataccia pensando a lei ; non era la mia prima esperienza però in lei avevo trovato qualcosa che le altre seppur molto belline non mi avevano dato ; forse si era presentata alle porte, la prima cottarella giovanile. Qualcosa di simile mi era accaduto durante la mia permanenza a Palermo mi ero fortemente invaghito di una ragazza Conni con la quale avevo passato un periodo molto intenso ed appassionato, interrotto solo dalla mia partenza ed il ritorno definitivo alla mia città natale; ci eravamo scritti ma poco dopo tutto era finito miseramente. Giunto di fronte al bar esitai ad entrare temendo di trovarla con i suoi compagni e perché no il suo ragazzo , in fin dei conti non sapevo nulla di lei l’unica certezza era che mi intrigava moltissimo .Entrando la vidi subito seduta ad un tavolino con due ragazze anche loro non male . Tutte con i maglioni marines i jeans gli zoccoli neri e l’immancabile borsa di Tolfa . Subito fui invitato da lei a sedermi con loro e dopo aver ordinato un buon cappuccino con tanto di maritozzo con la panna iniziammo a fraternizzare. Poco dopo le due ragazze furono reclamate fuori da due giovani con le moto e subito si dileguarono per raggiungerli. Rimasti soli parlando del più e del meno, decidemmo di fare sega a scuola ed andarcene a Villa Borghese per una bella passeggiata. Così facemmo e dopo aver parcheggiato la moto iniziammo a girare a piedi per il meraviglioso parco, cercando un posticino gradevole dove sederci su di una panchina Per la prima volta in vita mia mi accadde una cosa alquanto strana; seduti , mentre mi arrovellavo, sul come dichiarami con varie argomentazioni, lei mi si avvicinò ed azzittendomi, cosa non facile ,mi strinse a lei baciandomi intensamente sulla bocca. Ancora ricordo la soave sensazione di stringerla tra le mie braccia, fraternizzare con il suo corpo assaporare il suo profumo percepire il contatto con la sua lingua, palpare il suo prosperoso seno. Dopo esserci concessi una bella ma casta pomiciata essendosi fatto tardi, ci alzammo e ci dirigemmo verso la moto per tornarcene a casa, ma prima di ciò, ancora desideroso di accarezzarla e palparla, ci fermammo dietro un folto cespuglio ed approfittando della fitta vegetazione e la totale assenza di persone ,appoggiati contro un albero approfondimmo la conoscenza: fu allora che lei senza nessuna richiesta o forzatura da parte mia, mi calò la cerniera lampo dei jeans e con dolcezza dopo avermelo preso in mano si dedicò anima e corpo propinandomi in una magistrale sega , continuando imperterrita fino alla fine facendomi inevitabilmente sborrare; ricordo ancora il prorompente schizzo che le macchiò i pantaloni . Di comune accordo decidemmo, presi entrambi dalla euforia di rivederci l’indomani per andare nuovamente in giro assieme e concederci qualche altra effusione. Dato che lei doveva fare acquisti, ci incontrammo in Via Cola Di Rienzo verso le 16. Nel vederla rimasi basito era veramente molto bella ed intrigante; capelli lunghi sciolti sulle spalle fascetta sulla fronte maglione bianco con gonna larga a fiorellini borsa di Tolfa zoccoli neri e Ray Ban verdi . Il tipico abbigliamento delle ragazze alternative degli anni 70′. La guardavo estasiato, rapito non solo dalla sua bellezza ma anche dal suo modo di fare deciso e cordiale mentre nei vari negozi cercava alcuni capi di abbigliamento. Senza pudore alcuno mi permise di entrare con lei nei vari camerini orgogliosa e fiera che la vedessi come la mamma l’aveva fatta. Durante quelle prove scrutavo il suo splendido corpo sinuoso desiderandola ancora di più .
I giorni trascorrevano sereni io mi ero un pochino allontanato dai miei amici dedicandomi quasi totalmente alla mia nuova conquista. Con lei facevo di tutto finalmente ero uscito dalla gretta mentalità del maschio che con la ragazza deve solo fare sesso; (precedentemente i miei appuntamenti erano direttamente nei luoghi di pomicio del mio quartiere : Stadio Flaminio , Villa Glori ed alcune volte Villa Borghese). Ricordo che con gli amici dopo aver organizzato i vari appuntamenti con le ragazze di turno, ci soffermavamo a scrutarle da lontano e dall’abbigliamento capivamo quello che ci si prospettava e dove si sarebbe andati a parare ; il top era gonna jeans corta zoccoli e camicetta, possibilmente senza reggiseno: la classica tenuta denominata da noi da combattimento, idonea per qualsiasi scopo si fosse voluto raggiungere, versatile per ogni situazione in qualsiasi posto ci si fosse diretti dal prato alla panchina .
Simonetta aveva rivoluzionato questo mio modo di essere mettendo alla luce le mie doti migliori. Ero talmente preso che per la prima volta sentii il desiderio di farla conoscere ai miei genitori, cosa mai accaduta prima, al contrario se li vedevo per caso mentre stavo con una ragazza evitavo appositamente di incontrarli . Spesso nelle giornate piovose ci rifugiavamo in qualche cinema per amoreggiare indisturbati, proprio nelle sale cinematografiche mi ha regalato le più belle seghe mai avute prima. Tra di noi parlavamo molto di qualsiasi argomento , però il preferito almeno per me era il sesso. Era il periodo delle prime conquiste , si sentiva parlare di aborto divorzio sesso libero , di gruppo, pillola e vari sistemi anticoncezionali; insomma nell’aria vi era un sapore ed una voglia di trasgredire che si cominciava a fare strada in tutti i campi. Con il passare del tempo i nostri rapporti si consolidavano sempre più arricchendoci e maturandoci a vicenda. Amavo farmi raccontare i suoi trascorsi con ragazzi prima di me anche se non avesse molto da dire dato le poche esperienze avute prima di me non per un sentimento morboso ma per instaurare con lei una complicità ed una fiducia e poi onestamente trovavo intriganti tali argomentazioni , da sempre adoravo ascoltare racconti erotici anche da persone di cui non mi importava nulla. Lei non disdegnava e sapendo di farmi piacere, serenamente mi raccontava per filo e per segno tutte le sue esperienze più o meno ricche di particolari. Ammise con mia grande meraviglia di non aver mai raggiunto l’orgasmo clitorideo prima di me: tutti ragazzi precedenti si limitavano a toccarla al massimo le infilavano un dito dentro ma nessuno di loro si curava di farla arrivare al l’apice del piacere sia con le mani che con la lingua . Certo della solita cazzata ebbi da ridire ma lei me lo giurò su quello che aveva di più caro ; prima di conoscermi, aveva raggiunto l’orgasmo toccandosela da sola nella sua cameretta . Proprio durante queste confidenze venni a sapere che aveva avuto una pseudo esperienza saffica con una sua amica che incontrava d’estate al paese dei genitori , la fidanzata di un suo parente .
Tutto era scaturito dalla visione di un film la sera prima in una sala cinematografica del paese ,dove le due protagoniste si concedevano una totale esperienza lesbo riempiendosi di baci e carezze.
Entrambe turbate dalle scene viste, pur essendo etero , un pomeriggio estivo di grossa calura rimaste sole in casa, si erano concesse una doccia assieme e da lì erano arrivate gradualmente un po per gioco un po per noia ad un approccio sessuale . Si erano da prima scrutatate con curiosità , poi baciate nella bocca ed infine toccate la fica a vicenda, non soddisfatte avevano continuato il carosello nella stanza da letto donandosi rispettivamente ogni tipo di piacere fisico con le mani con la bocca e con l’aiuto di un ortaggio rimediato appositamente per l’uopo. La cosa era piaciuta ad entrambe e l’avevano ripetuta qualche altra volta. Il tutto si era esaurito o con la fine della stagione estiva. Oltre quella volta non le era mai più accaduto di desiderare una femmina o avere esperienze del genere. Un episodio sporadico in un momento di curiositÃ
Essendo ancora vergine , dato pure la giovane età , (stiamo parlando degli anni 70′ e non di oggi) non mi permetteva di arrivare oltre , fermandomi sempre sul più bello ; ci dilettavamo con spagnole fra cosce e seghe ma per quanto concerne la fica niente si faceva toccare fino a venire ma non oltrepassava mai il limite : provai pure a chiederle il culo in alternativa, pratica molto in voga tra le ragazze per rimanere vergini ed accontentare il ragazzo di turno, ma pure lì niente non ne voleva sapere., rispondendomi che non aveva nessuna intenzione di divenire come tante sue coetanee una rotta in culo (parole sue) Un bel giorno dato la mia costante insistenza e diciamolo il suo desiderio di appagare i sensi ,finalmente decise che era arrivata l’ora di farsi deflorare ; un passo per lei molto importante da affrontare con la persona giusta per non sprecarlo. Per lei io in quel preciso momento ero la persona giusta a prescindere se il rapporto sarebbe durato anni o giorni. Ne parlammo a lungo, un modo come un altro per rasserenarla e prepararla positivamente per un passo importante della sua vita ma inevitabile, prima o poi sarebbe dovuto accadere , secondo lei si era presentata la giusta situazione così alla fine decidemmo di farlo . Avendo a disposizione un piccolo appartamento ereditato con il fratello dalla nonna in una via centrale della città , un primo piano pochi metri quadrati ma ben sistemati , che lei teneva come l’oro andandoci costantemente per pulirlo e fargli prendere aria , nel quale ovviamente non poteva mancare uno splendido impianto stereo non suo ma del fratello ; ancora ricordo un piatto Dual ed un amplificatore Marantz con una miriade di dischi sia 45 che 33 rammento ancora i i suoi gusti, adorava Lucio Battisti ed altri cantautori italiani Fu proprio lì che attuammo il nostro intento programmando un periodo nel quale il fratello non fosse capitato con la fidanzata.
Tutto accadde un pomeriggio tra le note di mi ritorni in mente e non è Francesca, che dopo esserci denudati completamente ed infilati nel letto, iniziammo piano piano a scaldarci con vari giochetti: dopo averla fatta mettere alla pecorina da dietro iniziai a leccarle la fica inzuppandogliela tutta di saliva per preparare l’imminente ingresso del cazzo duro e turgido. Con dovizia le puntai la mia rosea cappella tra le labbra vaginali. Evitai di forzare l’ingresso e molto lentamente iniziai a spingere il membro dentro di lei entrando un pochino alla volta ; non riuscendo ad avanzare e preoccupato di darle dolore mi tolsi e continuai con la lingua a lubrificarle ulteriormente la vagina , oltre la mia saliva il suo corpo nel pieno dell’eccitazione stava provvedendo naturalmente con caldi umori ad appianare il terreno. Sentendola completamente rilassata e dilatata ritentai l’impresa, Questa volta con successo, entrai lentamente senza intoppi nel suo corpo che fremeva dal piacere . Ricordo nitidamente ancora oggi che percepii come una strettoia una barriera ,che senza fatica si dilatò schiudendosi come i petali di un fiore creando alla mia compagna un momento di lieve inevitabile dolore e disagio . Per fortuna non vi furono sgradevoli conseguenze in passato mi era accaduto di assistere a delle vere e proprie emorragie questa volta uscì del sangue ma in quantità molto limitata ed anche il dolore da parte sua del tutto irrisorio forse per il fatto che avendone parlato serenamente si era riusciti a dileguare ogni preconcetto, o senso di colpa. Tutto frutto di un educazione retrograda e maschilista.
Per entrambi fu un esperienza fantastica anche se per me non era la prima volta apprezzai come non mai quella unione: non avevamo scopato, bensì avevamo fatto l’amore , concetto molto diverso. Dopo quella volta non perdevamo mai un occasione per fare l’amore, ogni posto era buono e la voglia era sempre presente ed incalzante : intanto io mi ero preso la patente ed i miei mi avevano comprato la mitica 500 L blu notte con la quale ci abbiamo dato sotto anche se la possibilità di farlo in un appartamento era di gran lunga superiore poi a quei tempi ma ogni tanto una bella scopatina in auto non guastava di certo, poi con i sedili reclinabili era una vera pacchia . Con il tempo iniziammo a scopare sempre più di frequente e per variare decidemmo di provare il secondo canale io avevo avuto esperienze in materia ma la cosa non mi aveva mai soddisfatto più di tanto; era una alternativa al tema una novità che poi dopo il film ultimo tango a Parigi si doveva saggiare, suppongo che quel film abbia incrementato non poco la sodomizzazione selvaggia della maggior parte delle ragazze . Una sera nel suo appartamentino decidemmo di provare, ricordo ancora il suo bel culo sodo ed il buchetto stretto accerchiato da una irta e folta peluria, per prima cosa lo spalmai con una pomata lubrificante a base di vasellina, iniziandolo a dilatare con le dita ed una volta raggiunta la giusta elasticità , tolsi le dita ed affondai il cazzo tra le sue chiappe facendola sobbalzare ed urlare dal dolore. Sperando che le passasse quanto prima continuai a muovermi dentro di lei arrivando inesorabilmente a sborrarle dentro facendole fuoriuscire tutto il liquido biancastro tra le chiappe . Lei incazzatissima dopo essersi tempestivamente pulita iniziò ad inveirmi contro , asserendo che qualche fluido poteva raggiungere al vagina dando luogo a spiacevoli situazioni indesiderate . Mortificato cercai di sminuire ma non ci fu nulla da fare per giorni rimase con il muso ed il dolore fastidioso, ripromettendosi di non farlo mai più . Altra cosa che mancava era il pompino proprio non ne voleva sapere di cimentarsi in un rapporto orale asserendo che le faceva schifo solo a sentirne parlare. Dopo lunga insistenza parlandone pure con le amiche esperte pompinare capitolò al patto che me ne fossi venuto fuori. Io promisi di accontentarla . Una sera tornando a casa mentre eravamo in macchina presi dalla foga ci fermammo in posto appartato dove iniziammo a toccarci e baciarci lascivamente durante il rapporto ne approfittai tentando per l’ennesima volta di farmelo prendere in bocca; questa volta non eccepì e dolcemente scese con la testa in basso ed iniziò a leccarmi la cappella roteandoci la lingua attorno . Immobile fermo sul sedile non vedevo l’ora che lo aspirasse tutto tra le sue fauci per regalarmi il suo primo pompino . Non ci volle molto , dopo averlo inghiottito tutto fino ai coglioni proseguì con lenti ma precisi movimenti della testa non smettendo mai di roteare la lingua attorno al glande. La cosa non durò molto bastarono pochi sapienti movimenti per farmi concludere con una potente sborrata Non avevo mantenuto la parola e lei presa dalla rabbia iniziò a sputare convulsamente al di fuori dall’abitacolo. Per essere la prima volta che faceva un pompino, devo ammettere che aveva un talento innato ed era veramente un peccato che questa sua arte l’avesse sfoderata solo con me. Di solito evitavo di farmeli fare per un semplice motivo, non essendo pratiche te lo riducevano come un pedalino come si dice in gergo e poi quasi la totalità delle ragazze smetteva prima senza concludere. Lei al contrario si era accanita fino a farmi godere. Superato questo ultimo scoglio oramai eravamo liberi da qualsiasi freno ed il nostro rapporto divenne sempre più spregiudicato e vario . Ci divertivamo nel suo appartamentino a scopare e contare le volte che lo facevamo : un giorno dalla mattina alla sera arrivammo a dieci volte , tanto che alla fine fu proprio lei a chiedermi di smettere per dolori fisici. La nostra relazione continuava serenamente alternandoci tra la macchina ed il suo appartamento qualche volta ce ne andavamo al mare e dentro qualche cabina gli davamo sotto. Ricordo una giornata fredda di mezza stagione che ci recammo sul litorale laziale in cerca d’intimità . La spiaggia era deserta dato la brutta giornata e noi ne approfittammo per infilarci in una cabina aperta: lei era vestita elegantemente con una gonna blu plissettata ed un cardigan grigio con una camicetta bianca sotto . La feci adagiare quasi a circa 90 gradi contro la parete di legno e simultaneamente le sollevai la gonna abbassandole gli slip. Alla visione paradisiaca del suo bel corpo quasi totalmente nudo con indosso solo calze e reggicalze di pizzo mi calai i pantaloni e d’impeto la penetrai profondamente nella fica iniziando un dolce su e giù. Più aumentavo il ritmo e più lei si agitava ansimando ad alta voce, incurante se vi fossero persone nelle vicinanze. Quella fu la prima volta che preso dalla passione e dalla voluttà , sotto sua espressa volontà , le sborrai dentro allagandola tutta, fregandomene delle eventuali conseguenze . Scostandomi un pochino ancora con il cazzo duro mi godetti la fuoriuscita del fluido liquido biancastro dalla sua fica colargli lungo le cosce e finire sulla pavimentazione in legno. Dopo esserci risistemati,ci avviammo alla macchina per tornarcene a casa. All’episodio seguirono momenti d’ansia e trepidazione da parte di entrambi che si dileguarono come neve al sole quando ebbe il ciclo. L’estate era alle porte così decidemmo di fare una vacanza assieme sempre se i suoi l’avessero mandata . Astutamente Simonetta disse ai genitori che sarebbe partita in vacanza con Giulia una sua carissima amica e così le fu accordato il permesso. Giulia in realtà non era altri che la ragazza che avevamo presentato ad un mio amico e con il quale aveva legato . Non vi erano problemi tutti e quattro assieme saremmo partiti con il consenso dei vari genitori. Tutto era risolto dovevamo solo acquistare una tenda e dei sacchi a pelo per le due ragazze . Io ed il mio amico Giancarlo, ci dirigemmo senza problemi in Via Sannio noto mercatino dell’usato romano presente ancora oggi . Trovato il tutto a due lire ce ne tornammo a casa e come di consueto montammo le due tendine canadesi nei giardini sotto casa . Queste erano le usanze di quasi tutti i ragazzi degli anni 70′. Finalmente arrivò il giorno fatidico della partenza dopo essere andati a prendere le due ragazze alla Stazione Termini e caricata la povera 500 come un uovo per l’occorrenza dovetti montare pure il portabagagli , ci avviammo verso la meta, tutti assieme avevamo optato per una vacanza tra il mare e la montagna e per non scontentare nessuno,il lago ci parve la giusta scelta. Tra i vari laghi scegliemmo il Garda . Giunti in loco dopo aver piazzato le tende in un campeggio ci iniziammo ad organizzare stabilendo dei ruoli per ognuno onde evitare che qualche furbo si approfittasse degli altri. Io e Giancarlo ci proponemmo come lavapiatti, Simonetta e Giulia si offrirono come cuoche . Per i panni da lavare ognuno si sarebbe lavato i suoi . Stabiliti i ruoli iniziammo da subito d organizzarci le giornate approfittando della bella spiaggia lacustre attrezzata per i bagnanti.
Finalmente potevo provare per la prima volta una sorta di pseudo convivenza con la mia ragazza , cosa impensabile da attuare negli anni 70′ eccetto alcuni casi sporadici più unici che rari . Dico pseudo per il fatto che si stava in una tenda e non in un appartamento con tutti i comfort. Amici miei avevano provato tale sensazione pur non convivendo , andando in qualche alberghetto periferico a scopare con la ragazza e dividendo con loro il calore di un letto matrimoniale e la gioia di farsi una ricca doccia assieme . Personalmente a me non era mai capitato tutte le tizie a cui lo avevo proposto, si erano tassativamente rifiutate, incazzandosi pure , asserendo di essere state trattate alla stregua di troie; preferivano uno scomodo prato con tutti i disagi ed i pericoli ad una comoda camera d’albergo.
Piazzammo le due tende vicine l’una di fronte all’altra onde evitare di essere visti da sguardi indiscreti che non fossero i nostri. Nessun pudore ci toccava , dato che in varie occasioni ci eravamo trovati a stretto gomito a scopare tutti e quattro assieme nello stesso ambiente. Ci era pure capitato di farci la doccia assieme e strusciarci inevitabilmente l’un l’altro
Tutti e quattro, ce ne andammo al paese per fare un giro turistico ed un pochino di spesa . Tornati al campeggio dopo esserci preparati una bella cenetta spaghetti aglio e olio e peperoncino, stanchi della giornata campestre, ci ritirammo ognuno nella propria tenda lasciandola aperta per avere più aria dato che fra di noi non vi era nessun problema. Mentre mi accingevo a scoparmi Simonetta alla pecorina sovente con lo sguardo rubavo qualche immagine di quello che stava accadendo di fronte tra i miei amici . La visione di Giulia a cosce larghe con i suoi piedini sollevati mentre il mio amico incalzava con frenetici movimenti dentro di lei mi intrigava e mi eccitava oltremodo . Notai che pure Giancarlo faceva la stessa cosa puntando con libidine Simonetta. Per gioco feci cambiare posizione alla ragazza e dopo averla messa supina le spalancai le cosce offrendo la visione della sua fica aperta agli occhi avidi del mio amico. Per non essere da meno pure lui fece lo stesso restituendomi il favore ; subito dopo le penetrammo di nuovo fino a riempirle di calda sborra. Il tempo trascorreva sereno offrendoci ogni tipo di svago unico pensiero era il ritorno, la pacchia di stare assieme si sarebbe conclusa di lì a poco e tutto sarebbe tornato negli schemi. Prima di partire però decidemmo tutti e quattro di concederci una bella scopata notturna a bordo lago e perché no farlo pure in acqua; il famoso bagno a mezzanotte visto e rivisto in vari film . Proprio in quell’occasione il mio amico Giancarlo, molto più sveglio di me in tutto e per tutto, mi propose di scambiare le femmine così per assaporare qualcosa di diverso e nello stesso tempo trasgressivo. Incline alla eccitante proposta, approfondii la discussione informandomi in primis se pure Giulia era al corrente della faccenda , o se si trattava solo di una sua idea. Senza esitare asserì che l’idea a dire il vero era venuta a Giulia, attratta sessualmente da entrambi , le sarebbe piaciuto oltrepassare i limiti ed amoreggiare con noi . Lusingato e fortemente bramoso di attuare una simile relazione presi del tempo per parlarne con Simonetta , non sapendo assolutamente come potesse vedere una simile relazione. Interrompendomi lui mi suggerì di non dire nulla e fare accadere tutto per caso , dato che le circostanze per un successo vi erano tutte e come disse lui: tutte le pedine sono al posto giusto nel momento giusto. Volli dargli retta e non feci parola con la mia ragazza sperando nel buon esito del nostro proposito. Onestamente l’idea di scoparmi Giulia non mi dispiaceva affatto e poi avevo un estremo piacere nel far provare un cazzo diverso a Simonetta, dato che aveva scopato solo con me ed a mio avviso era giusto avere un metro di giudizio per essere certa di stare bene almeno sessualmente con la persona .
La sera stessa approfittando della luna piena decidemmo di coronare il nostro sogno e tutti e quattro solo con l’accappatoio ci dirigemmo sull’arenile . Tolti gli accappatoi dopo aver ammirato ed osannato i due fantastici corpi femminili in controluce incastonati dai flutti dell’acqua di colore argento, ci tuffammo in acqua iniziando a nuotare per prendere calore dato la temperatura notturna tendente al rigido. Subito avvicinandomi a Simonetta mi accorsi che Giulia era già partita all’attacco strusciando e palpando amichevolmente l’amica all’oscuro di quello che sarebbe potuto avvenire di lì a poco . Subito a darle man bassa rincarando la dose, si aggiunse Giancarlo che con languide carezze iniziò a stringere ed instaurare uno stretto contatto fisico con entrambe le ragazze . A quel punto mi unii al gruppo e tenendoci tutti e quattro con le mani per il capo ci congiungemmo in un appassionato e lussurioso bacio di gruppo, polverizzando ogni remora , abbandonandosi ai piaceri lussuriosi del eros . Infreddoliti e stufi di stare a bagno, decidemmo di uscire e sdraiarci sulla battigia. L’atmosfera surreale tipo lunare era stata propizia ai nostri desideri reconditi, donandoci un intesa oltre i limiti; che però non era ancora ultimata . Sdraiati al suolo continuammo il discorso intrapreso in acqua , continuando ad amoreggiare scambiandoci ed alternandoci a vicenda. Dato la piega che aveva preso la faccenda e tutti intenzionati a concludere qualcosa optammo per rimandare i giochi ad un’occasione più favorevole, fu così che decidemmo all’unanimità ,di affittare una stanza in qualche motel del paese per concederci qualche ora di svago e di sesso sfrenato infischiandosene delle regole e del buon senso.
L’indomani di buon ora trovammo quello che faceva per noi un bel motel fuori dal paese con tanto di giardino . Dopo aver pagato ci ritirammo in stanza ove subito iniziammo i nostri comizi d’amore. Per prima cosa esortammo le femmine a spogliarsi molto lentamente una sorta di spogliarello , apprezzando tutte le loro sinuose forme. Una volta nude tutti e quattro ci avviammo verso il bagno per darci una bella rinfrescata .. Tutti e quattro sotto lo scroscio del getto della doccia ci dilettammo palpandoci a vicenda in modo libidinoso, stimolando volutamente tutte le zone erogene.Infine le due femmine ce lo presero in mano alternandosi e deliziandoci con una ricca sega . Conscio di come sarebbe andata a finire non mi sarei mai immaginato di eccitarmi alla visione della mia ragazza amoreggiare con un altro ragazzo , ebbene si la visione di Simonetta tutta nuda che masturbava e veniva a sua volta masturbata mi creava una insolita sensazione di lussuria. Il bello doveva ancora venire era imminente oramai il logico epilogo della scabrosa situazione io avrei scopato Giulia e Giancarlo Simonetta . Finita la corroborante rinfrescata , ci sdraiammo tutti e quattro sul comodo letto a stretto contatto l’uno con l’altro e fu proprio in quel momento che assistemmo ad una performance lesbo senza eguali, Giulia con fare deciso e voluttuoso si districava con le mani e la bocca sul corpo sinuoso dell’amica che incredula di quello che stesse avvenendo, si lasciava guidare per mano alla scoperta di nuove ed inebrianti sensazioni in un mondo fino ad ora a lei sconosciuto o quasi eccetto quella sporadica esperienza da ragazza . Dopo averle leccato il seno soffermandosi suoi turgidi capezzoli, aveva lentamente inforcato la strada verso la zona pubica ricca di folta peluria e dopo averle divaricato le cosce si era proiettata avidamente sulla vagina assaporandone tutta la sua fragranza. Dolcemente le aveva fatto percepire la sua lingua stimolando le la rosea clitoride gonfia di piacere . Dopo averla per benino stimolata, evitando di farla venire, aveva reclamato il medesimo trattamento; quindi posizionandosi al suo fianco l’aveva invitata ad emulare il suo comportamento . In evidente stato di agitazione misto a pudore Simonetta guidata dall’amica dopo averle allargato le cosce per benino ,si era buttata a capofitto a leccarle dolcemente la vagina roteando la sua dolce linguetta tutta attorno alla prominente clitoride
In piedi a bordo letto masturbandoci osservavamo le due femmine che e si sollazzavano concedendosi un poderoso 69 . Alla vista dei nostri cazzi in erezione senza indugio se li accaparrarono facendoli sparire tra le loro fauci fameliche. Era tutto negli schemi le parti non si erano scambiate,ed io con occhio lussurioso osservavo Giulia alle prese con il cazzo del mio amico apprezzandone la maestria; nello stesso momento me la immaginavo alle prese con il mio e di conseguenza Simonetta con l’amico. Le due spompinavano dando il meglio di loro stesse portandoci a livelli di piacere inenarrabili . Stanca della solita minestra Giulia dopo aver scansato l’amica si era impossessata del mio cazzo e con virtuosismi fuori dal comune aveva iniziato a deliziarmi con la sua lingua . Simonetta per non essere da meno si era precipitata su Giancarlo dando inizio alle danze . Eravamo tutti e due in piedi con le due femmine vogliose che ci spompinavano a dovere. Evitammo di venirle in bocca ed arrivato il momento fatidico le annaffiammo con una copiosa sborrata sul volto. Non ancora sazi di sesso ci sdraiammo supini sul letto e senza fiatare per non condizionarle con il cazzo nuovamente in tiro lasciammo decidere a loro il da farsi. Furono attimi di grosso pathos , rotti alla fine dalla loro decisione ; nella penombra della camera vidi salirmi a cavalcioni Giulia la quale aiutandosi con la mano se lo mise tutto dentro la fica facendolo penetrare fino in fondo ; da subito iniziò una sorta di danza roteando su e giù in senso orario il bacino e tenendosi i seni con le mani. Mi stava offrendo una colossale scopata , facendomi irrigidire tutto . Simonetta al contrario si fece prendere alla pecorina sua posizione prediletta . Scrutavo con libidine il mio amico con il cazzo nella fica della mia donna mentre con le mani le accarezzava i grossi seni . Non scorderò mai quella scena eravamo tutti e quattro in preda alla voluttà in uno stato di eccitazione quasi in catalessi inebriati solo dalla lussuria. Continuammo per un pochino poi di comune accordo rimettemmo le cose nel loro ordine; riabbracciare e penetrare nuovamente Simonetta mi diede una carica indescrivibile aumentando notevolmente la libido. Conclusa la piacevole parentesi ci rivestimmo e come se niente fosse ce ne tornammo al campeggio . La cosa sorprendente fu l’atteggiamento delle due femmine dopo l’accaduto si comportavano come se nulla fosse successo senza alcun pudore o senso di colpa; al contrario fummo soggiogati dalla loro spregiudicatezza quando la sera stessa stupendoci si scambiarono i posti nella tenda. Messe alla pecorina una di fronte all’altra ce le scopavamo mentre loro si dilettavano a baciarsi con voluttà . Guardavo negli occhi Simonetta intenta a baciare la sua amica e nello stesso tempo a prendere un bel cazzo nella fica. Oramai la vacanza era giunta al termine e un pochino sconsolati ce ne tornammo a casa alla nostra vita di sempre. Ci eravamo divertiti consolidando un bel evento unico nel suo genere da ricordare per tutta la vita. Con il passare del tempo tutto finì e per anni non ne seppi più nulla . Mi è ricapitato dopo una ventina d’anni di rivedere Simonetta in un supermercato della mia zona sempre bella ed attraente con due bei bambini ed un uomo al suo fianco , probabilmente il marito. Ironia della sorte pure in quell’occasione la persi di vista.
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