“La feci accomodare nel retro dove ho un divanetto, le dissi di accomodarsi e di mettersi comoda, presi il pantalone da provare e mi cominciai a togliere…”
Erano ormai quasi due anni che quella bella signora mora dell’ apparente
età di 35, 40 anni veniva tutti i giorni a fare compere nel mio negozio, ed ogni volta la stessa storia, un veloce scambio di battutine con chiare allusioni, ma sempre nella maniera più vaga dato che con me lavora mia moglie ed una sua amica. Io cercavo in ogni modo di trovare un modo per restare solo con lei in modo da poter capire se le battutine fossero solo una presa in giro o fossero realmente un modo per farmi capire che voleva scopare, mia moglie ormai aveva capito che il mio interesse non era solo dato dal fatto che fosse una cliente, ma dal fatto che io volessi fare sesso con lei. Ma sfortunatamente i giorni passavano e le occasioni che io cercavo non arrivavano ed io impazzivo dalla voglia di restare solo con lei per cinque minuti, non pensavo ad altro che a quella donna ed al modo per mettere in pratica il mio piano, ma mia moglie era più furba di me. Ma finalmente un giorno mi si presentò l’ occasione per mettere in atto il mio piano, mai moglie andò via prima dal negozio ed io dovevo restare poiché avevo appuntamento con un agente di commercio, erano circa le 13,15 ecco che entra la mia cliente preferita, io sapevo che lei era sarta ed allora le chiesi se poteva farmi una cortesia, avevo un pantalone al quale dovevo fare delle pieghe e volevo sapere se mi potesse prendere lei le misure, le mi rispose che non aveva problemi e che sarei potuto andare a casa sua nel pomeriggio, al che le dissi che se avesse avuto qualche minuto di pazienza avremmo potuto prendere la misura direttamente al negozio visto che il pantalone lo avevo nel retro bottega, dato che per lei non c’ erano problemi io mi affrettati a chiudere avendo nella mente solo il pensiero di lei nuda con me dentro. Finalmente riesco a chiudere il negozio e restiamo da soli io e lei, io butto subito li una battutina “Ma non hai paura a restare chiusa dentro con un uomo”, la sua risposta mi lascio di sale “Forse sei tu che dovresti aver paura”, non sapevo come interpretare quella risposta, se come una proposta o come un modo per uscire dall’ imbarazzo. La feci accomodare nel retro dove ho un divanetto, le dissi di accomodarsi e di mettersi comoda, presi il pantalone da provare e mi cominciai a togliere quello che avevo in dosso decisi che per l’ occasione avrei indossato il pantalone senza mutande e così feci , le andai vicino e le dissi di prendermi la piega lei si mise in ginocchio ed io le feci notare come stesse bene in quella posizione visto che si trovava all’ altezza giusta, lei mi sorrise e continuo nel suo lavoro , poi mi chiese come mi sentivo il pantalone in vita chiedendomi se dovesse fare aggiusti anche lì, io la invitai a controllare direttamente, dato che aveva un occhio più esperto, non se lo fece ripetere due volte, si alzò e comincio ad accarezzarmi il sedere per controllare se fosse troppo aderente, a quel tocco il mio cazzo divenne subito duro , la situazione mi eccitava tantissimo, lei mi fese notare che non portavo le mutande ed le risposi che era per stare più comodo chiedendole poi se lei le portasse e quale preferisse, la sua reazione mi sbalordì, prese la mia mano e la appoggio al suo culo dicendomi di indovinare, le feci notare che il tessuto del jeans era troppo doppio per capire cosa indossasse, quindi lei mi invitò a mettere la mano dentro per capire, non mi feci ripetere per la seconda volta l’ invito che la mia mano già le stava tastando il culo, sentivo il merletto del suo perizoma, ma facevo finta di non capire di cosa si trattasse, allora la invitai a sbottonare il jeans in modo da potermi muovere meglio, lei acconsentì ed io scesi con la mano tra il solco delle sue natiche insinuando il mio indice sul suo sfintere, scendendo fino alle labbra della sua fica, le mi disse se avevo capito o meno ed io le risposi che non era facile capire, che se avessi visto forse era meglio, a quel punto lei si sedette sul divanetto e mi disse che se volevo vedere anche lei avrebbe dovuto vedere, anche se si capiva benissimo che il mio cazzo era duro lei lo voleva vedere io allora la invitai ad aprirmi i pantaloni cosa che fece prontamente. Finalmente il mio cazzo era libero dalla morsa della stoffa che lo intrappolava, quando poi fu libero lei non fece altro che guardarlo, neanche una carezza, le mie speranza di scopare a quel punto stavano scomparendo, ma non mi volli dare per vinto quindi le avvicinai il cazzo dura alla bocca che si apri per accoglierlo, cominciando una pompa che faceva capire quanto fosse esperta, quando capì che ero al limite e che stavo per venire si fermo e mi disse che ora era il suo turno, io mi inginocchiai e cominciai a leccarle la figa da prima sopra il tessuto del perizoma e poi togliendoglielo e cominciando a morderle il clitoride e a penetrarla con la lingua e le dita, il suo sapore era meraviglioso, sapeva di donna e il suo sapore no faceva altro che aumentare il mio desiderio la mia voglia di scoparla, ormai anche lei era arrivata all’ orgasmo ed io ero estasiato da quel suo sapore di donna ero appagato volevo saziarmi di lei volevo riempirle la figa e non potevo aspettare oltre. Mi alzai e la feci stendere sul divanetto, cominciando a pomparle dentro la figa con calma, non avevo alcuna fretta, aspettavo quel momento da troppo tempo, mi gustavo ogni centimetro di quella calda figa che avvolgeva il mio cazzo in un abbraccio caldo ed umido. I suoi gemiti mi facevano eccitare ancora di più ed il movimento del suo torace che metteva in mostra tutto lo splendore dei suoi seni era una visione paradisiaca, ma lei non si accontentava di quel ritmo lento e costante, voleva essere scopata coma la gran troia che è e voleva che aumentassi il ritmo, a quel punto allora decisi che era meglio cambiare posizione la feci mettere alla pecorina e devo dire che vedendo il culo e la figa ero molto indeciso sul da farsi, ma volevo anche il suo culo quindi cominciai a leccarle quel buco che si contraeva ritmicamente al passaggio della mai lingua e notai che i suoi gemiti diventavano più forti segno che la cosa le piaceva. Quindi non restava altro che inumidire per bene lo sfintere e poi puntargli contro la capella che lentamente si apriva la strada dentro quello stretto anfratto, sentivo le pareti muscolari di lei stringermi il cazzo quasi da farmi male, ma quella stretta mi spronava ad andare con più forza, ormai i movimenti erano diventati ritmici ed anche i suoi gemiti aumentavano di intensità, cominciai a pompare nel suo ano con sempre più forza e velocità, diminuendo la velocità quando sentivo che il mio orgasmo era alle porte, non volevo che finisse, quel momento era troppo appagante per non essere continuato, ora era lei però che voleva comandare e le sue parole furono chiare”ora voglio galoppare!”. A questo punto non potevo fare altro che ubbidirle, mi sedetti sul divano e lei con un movimento deciso si impalo, la sua fica era impregnata di caldi umori che scivolavano lungo il cazzo verso le palle e finivano sul divanetto, i suoi movimenti erano decisi e continui, gli orgasmi si susseguivano a ripetizione e le contrazioni che ne scaturivano mi davano un piacere sublime, ero ormai senza controllo e nel furore della passione le dissi”Troia ora voglio che ti inculi!”, la sua reazione mi sorprese, era come se quella parola avesse risvegliato la sua indole di troia. Si tolse il cazzo dalla fica inginocchiandosi di fronte a me cominciando una pompa da manuale insalivando per bene la mia cappella, quando fu soddisfatta del lavoro fatto si giro dandomi la visuale del suo splendido culo cominciando a scendere lentamente per farlo incontrare con il mio cazzo, quando la cappella poggio sullo sfintere ebbe un secondo di esitazione, a quel punto con le mie mani allargai leggermente quello splendido culo che ormai era pronto a ricevere il mio cazzo, il suo movimento fu veloce e con un’ unica penetrazione il mio cazzo era tutto dentro di lei che sussultò per la fitta che quel brusco movimento gli aveva procurato. Il dolore duro poco dato che comincio subito a gemere come la gran trioa che era, ebbe un orgasmo che la fece fremere tutta,ed io ero allo stremo delle forze e quando le dissi che ero pronto per eruttare, lei si inginocchiò nuovamente tra le mie gambe cominciando a leccare e a succhiare avidamente fino a quando non svuotai l’ intero contenuto delle mie palle sulla sua faccia e nella sua bocca, ingoio tutolo sperma che le era finito in bocca e per finire in bellezza si ripulì la faccia con le dita portando il resto dello sperma alla bocca per non sprecare nulla di quello che aveva prodotto la nostra passione, dedicandosi poi a pulire con la lingua quello che era rimasto sul mio cazzo.
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