“Vado in bagno, mi spoglio ed entro nella doccia, il plug anale è sempre ben inserito al suo posto, ogni tanto faccio per toglierlo e la cosa mi piace…”
CAPITOLO 9
Arrivato nel mio ufficio, con le gambe larghe
e il viso segnato dallo schiaffo e dai rivoli di lacrime che mi sgorgano, mi accuccio sulla mia scrivania e piango a dirotto.
Non è tanto per il male fisico, che in questi giorni tra l’altro ho subito molto, quanto il fatto inaspettato in se che no mi sarei mai aspettato. Io , veramente, pensavo che mi volesse premiare con un bacio per essere riuscito a farmi entrare l’ultimo plug anale e invece…. eccomi qua, dolorante nel culo, nel viso e soprattutto nel cuore.
Dopo un paio d’ore mi squilla il telefono dell’ufficio e vedo che è lui. Mi rallegro subito pensando voglia sapere come sto, così rispondo con tono neutro:
– Pronto…
– Ti ho lasciato un paio d’ore per capire quello che hai fatto, hai riflettuto?
– Si…
– E quindi?
A questo punto sono affranto, la conversazione và proprio in un’altra direzione…
– E quindi? Rispondi!
– Sì, sì, sono qui…ho capito, non lo faccio più…
– Inizi a ragionare…e poi?
– E poi, sì…hai ragione te, mi devo fidare ciecamente, fin’ora hai sempre avuto ragione su tutto e mi stai dando emozioni bellissime… bè tranne prima…
– Bene, vedo che, come sempre, alla fine ci capiamo alla perfezione io e te. Ora ti giro un e-mail con un lavoro importante, vedi di farlo bene e di finirlo entro stasera, quando hai fatto portamelo.
– Ok… Non mi lascia il tempo di rispondere che ha già riattaccato.
Eseguo il lavoro con le lacrime che mi scendono silenziose per un po’. Poi, mano mano che vado avanti su quel lavoro ne vengo preso e non penso più alla situazione di prima.
Quando l’ho finito è ormai quasi ora di andare a casa, così telefono a Mario e gli dico:
– Mario, sono Andrea ho finito il progetto del dott. Rossi, te lo posso portare a fare vedere?
– Sì, lo stavo aspettando, spero che hai fatto un buon lavoro…sai che è un cliente importante. Vieni.
– Ok. Riaggancio e vado.
Prima di entrare nel suo ufficio prendo un bel respiro e poi busso. Poi entro con gli occhi bassi e mi avvicino alla sua scrivania porgendogli il fascicolo.
– Ecco qua, ho fatto tutto, credo di aver fatto un buon lavoro.
– Bene, adesso vedremo, siediti pure.
Sto lì, seduto sulla poltrona davanti la sua scrivania e ogni tanto lo guardo, ma più che altro sto con gli occhi bassi. Poi ad un certo punto lui si schiarisce la gola per richiamare la mia attenzione, ci guardiamo e mi dice:
– Molto bene, hai fatto davvero un ottimo lavoro, il dott. Rossi ne sarà entusiasta.
– Grazie. Posso andare?
– Si certo, vai pure.
Un altro colpo al cuore, pensavo che avremmo chiarito e fatto “pace” prima di vederci a casa sua, ma invece mi sbagliavo. Così mi alzo e torno nel mio ufficio.
Stavo un po’ su facebook, aspettando solo l’ora di andare a casa, quando sento bussare, dico di entrare. E’ Mario.
Entra, chiude la porta dietro di se e si avvicina alla mia scrivania, ci gira intorno e ci si appoggia sopra. Mi fa uno dei suoi sorrisi ammaliatori e mi chiede:
– Come và?
Sta proprio sopra di me, alzo la testa e guardandoci negli occhi rispondo:
– beh, ecco, a cosa ti riferisci in particolare? Al lavoro? O ad altro?
– non fare lo sciocco, sai bene a cosa mi riferisco.
Riabbasso la testa, ma lui con una mano mi accarezza una guancia e me la gira verso l’alto. Mi sorride e dice:
– Su, vieni qua.
Io mi alzo e siamo proprio vicini, ho ancora paura a guardarlo negli occhi e sto ancora con la testa bassa, mi cinge la vita con le mani e mi stringe a se. Sento il suo profumo che mi invade le narici, so che sta per succedere qualcosa di bello e indimenticabile, il cuore mi batte fortissimo. Con le teste ormai attaccate lui si avvicina e cerca di baciarmi in bocca, io non ricambio, lui continua a darmi piccoli baci sulle labbra, ogni tanto mi da dei piccoli, dolcissimi, morsi sulle labbra. Io adesso ho dimenticato tutto, sento solo il desiderio di baciarlo, allora gli inizio ogni tanto a ricambiare i baci a stampo, finchè non apro anche io la bocca e ci baciamo con le lingue che iniziano a cercarsi tra loro a fare delle danze una sull’altra. Gli metto le braccia intorno al collo come fanno le ragazze con i loro fidanzati e ci baciamo a lungo.
Ogni tanto ci stacchiamo per prendere un po’ di fiato e ci guardiamo negli occhi e ricominciamo a baciarci. Finchè la voglia non prende il sopravvento e gli inizio a toccare il cazzo da sopra i pantaloni, lo sento durissimo e grossissimo, gli abbasso la cerniera e a fatica lo faccio uscire dai pantaloni. Mi abbasso e glielo prendo in bocca, ma lui subito mi ferma e mi dice:
– no, non possiamo, stasera te ne darò quanto ne vuoi, ma non adesso.
E mi allontana la testa, rimettendosi il cazzo nelle mutande e chiudendo la lampo.
– Si, ok hai ragione, stasera staremo più comodi e ci sarà anche Giulia.
Arrivato a casa, vado in cucina a bere un bicchiere d’acqua e ci trovo mia madre che sta guardando la tv mentre sbuccia i piselli. Quando vado via mi fa:
– Ma perché cammini strano? A gambe larghe…
– Chi? Io? Noo…
– Ma sì, guarda come cammini
– E’ che mi sono fatto l’ultimo pezzo di scale con il culo…a lavoro. Sono inciampato e mi fa male una chiappa.
– Sempre il solito…
– Ma, stasera esco a cena fuori con Giulia, eh. Poi penso che rimango a dormire da lei.
Vado in bagno, mi spoglio ed entro nella doccia, il plug anale è sempre ben inserito al suo posto, ogni tanto faccio per toglierlo e la cosa mi piace.
Mi lavo bene, poi mi vesto e passo a prendere Giulia.
– Ciao Amore
– Ciao cucciolo, come stai?
– Bene dai, oggi è stata una giornata un po’ movimentata a lavoro
– Beh, vedrai stasera allora ahahahah
– Sì, non vedo l’ora… ah poi stasera mia madre mi ha pure detto che cammino a gambe larghe ahahah, gli ho dovuto dire di essere caduto dalle scale a lavoro.
– ahahahah… senti ho sentito Mario, via sms, mi diceva che hai ancora il plug dentro e che lo toglieremo tutti insieme stasera…è vero? Non ti da fastidio?
– Sì, ma non tanto, non mi fa male…è che proprio grosso!
– Povero piccolo, che ti tocca fare per rendermi felice…ti amo
– Anche io…ti adoro.
Finalmente arriviamo a casa di Mario. Giulia scende dalla macchina e corre ad abbracciarlo e a baciarlo, limonano di brutto sulla soglia di casa, lui la palpa oscenamente, gli tira su il vestitino già corto di suo e il culetto di Giulia esce tutto fuori. Io intanto, chiudo la macchina e mi avvicino godendomi lo spettacolo. Mi inizia a tirare il cazzo. Quando si staccano, Mario allarga il braccio come per volermi abbracciare e ci fa entrare in casa.
– Allora? Tutto ok? Lo hai ancora dentro?
– Si si, non vedo l’ora di toglierlo…
– Sei sicuro? Guarda che dopo rimpiangerai queste parole…lo sai cosa ti aspetta stasera. Comunque tranquillo, ho allertato Giacomo, quel mio amico chirurgo di cui ti parlavo. Se qualcosa va storto, in 5 minuti è qua per sistemarti bene… ma non ti devi preoccupare, sono sicuro che con tutto l’allenamento fatto, non avremo problemi.
– Speriamo amore, non vorrei essere al tuo posto. Ma se Mario dice che non bisogna preoccuparsi di niente io gli credo.
Detto questo ci accomodiamo in salotto. Giulia e io ci sediamo affianco Mario e Giulia non perde tempo per mettersi sopra di lui, a smorza candela, gli prende la testa tra le mani e lo inizia a baciare con passione, lui le alza il vestito sopra il culo fin su la vita. È uno spettacolo vederla con il culo in fuori, coperto solo dal filo microscopico del perizoma, mentre bacia un altro. Adesso lui le abbassa il vestito anche dalla parte sopra e fa fuoriuscire le due belle tette a pera di Giulia, gliele tocca, le accarezza, gliele bacia, mordicchia i capezzoli e si baciano come animali. Io sto là in trans con un erezione pazzesca, ho il culo pieno del plug, ma, non so, credo che ormai sia pronto per quello che vuole farmi Mario. Che ora gli sposta il perizoma con una mano e gli infila due o tre dentro senza alcuna difficoltà, tante che le dice:
– Mio Dio, sei un lago!
– Si lo so, ti desideravo da tanto… e poi non mi sono lasciata scopare per tutta la settimana. Non puoi capire che voglia che ho.
Lei allora si alza quel tanto che basta per sbottonargli i pantaloni, abbassare la cerniera e tirare fuori quel maestoso cazzo. Lo accarezza giusto un attimo, lo scappella fino in fondo, poi in un solo movimento si alza e se lo indirizza dentro la sua fessura e infine si abbassa impalandosi fino in fondo.
– Ahhhhh….oh sì…ci voleva proprio…
I due iniziano a darci dentro di brutto, io intanto mi masturbo al loro fianco, non voglio intervenire, sarei di troppo. Ci metto poco a venire, preso dall’euforia prendo la sborra che ho sulle mani e sulla pancia e me la porto alla bocca mandandola giù. Lo faccio, pur sapendo che la mia sborra non mi piace, ma piuttosto per puro atto sessuale, per porcaggine.
– Ahhh, sì…mi arrivi all’utero, Dio , che bello
Giulia sta venendo, quando fa così so che ha la fica aperta e piena di broda, io con il mio cazzetto ci sguazzo letteralmente dentro, ma Mario ci sta anche stretto.
Un volta venuta, ci si accascia sopra per riprendere un po’ di fiato, Mario la bacia sul collo dolcemente e le continua ad accarezzare le due chiappe.
Poi la prende e se la sfila dal cazzo, poggiandola dall’altra parte rispetto a me, io gli guardo il cazzo e vedo che è tutto sporco di una crema biancastra, sono sbalordito, dev’essere la brodaglia di Giulia. Lui se lo guarda e mi dice:
– Dai Luca puliscimelo
Lo accontento immediatamente, mi ci butto sopra e lo inizio a prendere in bocca, in verità il sapore non è tanto gradevole, però una volta che l’ho pulito ci inizio a prendere a gusto e glielo lecco e ciuccio con vera maestria.
Ad un certo punto mi ferma e mi dice:
– Adesso che ci siamo riposati un attimo, andiamo di sopra che è arrivato il tuo momento.
Preso un po’ dal panico gli rispondo:
– Sicuro, proprio adesso? Ti stava piacendo il bocchino, un altro po’ e saresti venuto.
– Si adesso, andiamo su.
Ci alziamo, Giulia mi viene vicino e mi dice quasi sussurrando:
– Hai paura, vero? Lo vedo…
– Si amore, tanta, ora che il momento si avvicina non sono più sicuro di nulla
– Non ti preoccupare, ti sarò vicino io. Vieni dai…
Noto che ha una strana luce negli occhi, una luce quasi perversa direi. Mi prende la mano e mi conduce, quasi tirandomi, verso le scale per salire in camera da letto.
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