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Inversione dei ruoli

“Mi alzo e mi rimetto le mutandine, lo guardi e gli dico: “possiamo andare, lo spettacolo è finito…”

Fino a quell’estate non mi era mai capitato di vivere avventure fuori
dall’ordinario, ero sempre stata una molto spigliata e che aveva vissuto il sesso senza tabu’, ma sempre nell’ambito di situazioni comunque “tradizionali”. Avevo da poco compiuto 24 anni ed era stato il primo compleanno dopo tanti anni senza un compagno. Era un periodo in cui non avevo tanta voglia di uscire, ma quella sera una mia amica mi chiese insistentemente di andare ad una festa. Alla fine accettai. Il posto era fuori mano, in campagna a circa un’ora dalla città. Lei all’ultimo mi disse che non se la sentiva di guidare ed chiese un passaggio ad una sua amica, la quale però si era già organizzata ma ci ha trovato un posto con un suo amico. Passerà a prendervi lui, ci disse. Indossai una gonna larga nera, abbastanza corta e sopra una camicetta stretta che esaltava i miei seni. Per quanto non fossi dell’umore, ci tenevo a sempre a fare bella figura!
Alle 21 mi vengono a prendere, la mia amica è già in macchina con lui, io mi siedo dietro. Il viaggio è lungo, lui non è di molte parole, ma è un tipo che non mi lascia indifferente. Dopo un’ora arriviamo in questa villa sperduta nella campagna, c’è tantissima gente, ma io ne conosco pochissimi. Il Ragazzo si dilegua quasi subito, io e la mia amica andiamo a bere, chiacchieriamo un po’ e poi ci mettiamo a ballare. Ogni tanto lo intravedo, lui mi guarda, o almeno guarda nella mia direzione ed in fondo mi piace pensare che stia fissando me. Non ne posso essere sicura, ma pare che non smetta di fissarmi. Dopo un po’ sparisce così come era apparso.
Passa un po’ di tempo e la mia amica vede un tizio che conosce e si allontana, io resto sola a ballare. Ad un certo punto mi sentii sfiorare da dietro, mi giro e lui sta ballando vicino a me. Mi lancia uno sguardo ma non dice niente, cominciamo a ballare uno di fronte all’altra finché non si avvicinano alcune persone che conosco e si mettono a ballare con me. Lui aspetta un po’ e poi si allontana, continuandomi a guardare. La serata trascorre piacevolmente, anche se da un po’ non ho più traccia della mia amica. Vado in giro a cercarla e dopo un po’ la trovo sdraiata su una panchina, palesemente ubriaca.
Vado quindi in cerca del nostro accompagnatore, ma non lo trovo. Anche io del resto ho bevuto e penso sia meglio rincasare. Dopo circa mezz’ora finalmente lo trovo e gli chiedo che intenzioni ha. Lui mi dice che ha una situazione in corso e che ci cercherà lui quando sarà il momento di andare. Me ne vado contrariata e torno sulla panchina. Dopo una decina di minuti comincio a sentire l’esigenza di andare in bagno, mi alzo e comincio a cercare. Chiedo a qualcuno ma sono tutti poco lucidi, mi indicano posti a caso. Ad un certo punto vedo una fila, non può che essere il bagno! La fila è molto lunga e passano diversi minuti, ad un certo punto arriva il tizio che mi tira per un braccio dicendomi: andiamo! Io gli dici: aspetta 5 minuti che vado al bagno! Ma lui secco ribatte: io sto andando, ciao! Allora lo inseguo e gli ricordo che dobbiamo prendere la mia amica, ma lui risponde che l’ha già accompagnata in macchina. Provo a obiettare nuovamente che dovrei andare al bagno, ma lui neanche si gira ad ascoltarmi.
Saliamo in macchina, stavolta io sono sul sedile davanti, mentre la mia amica dorme beatamente su quello di dietro. Dopo 10 minuti la necessità di fare la pipì si fa decisamente impellente, allora gli chiedo se può accostare. Lui risponde seccamente di no. Passano altri 5 minuti e sento che potrei anche non resistere più, gli dico allora che è urgentissimo e gli chiedi di nuovo di fermarsi. Lui mi guarda, mi sorride e mi dice: “ad una condizione”. E io sorpresa: “quale? “ Lui risponde: “che ti fai guardare mentre la fai.” io ancora più sorpresa: “come scusa?” Lui: “si, ha capito benissimo. Ed intendo guardare bene, devi tenere le gambe allargate verso di me mentre la fai. E’ tutto.”
Io continuo a guardarlo sorpresa, mi giro verso la mia amica, ma lei è completamente andata. Mi giri dall’altro lato e non gli rispondo. Tutto mi potevo aspettare tranne questo. Guardo l’orologio, vedo che ancora ci vogliono almeno 40 minuti e so che non ce la farò. Passano altri due minuti, dopodiché mi giro verso di lui e gli dico: “guarda che me la sto facendo addosso, se non ti fermi ti sporco tutta la macchina”. Ma lui senza scomporsi: “fai pure”. Ero sconvolta, non riuscivo a capire se stesse bluffando o meno, ma sapevo che non ce l’avrei fatta ad arrivare a casa e l’idea di arrivarci tutta sporca mi atterriva di più dell’idea di accettare la sua proposta. Passarono altri due minuti e capivo che ero ormai vicina al punto di non ritorno e gli urlai. “va bene, lo faccio”.
Lui accosta nel primo punto più largo che trova, apre il cruscotto e prende una lampadina tascabile, poi esce, fa il giro e mi apre lo sportello. Mi fa luce sul terreno, mi avvio in modo da distanziarmi il più possibile dalla strada. Mi fermo in un punto, adesso la luce è puntata su di me. Mi alzo la gonna e comincio a sfilarmi le mutandine. Lui mi dice: levatele completamente. Io obbedisco, me le sfilo e le metto in una mano, poi scendo giù e mi posiziono a gambe aperte come chiedeva lui. La torcia è adesso puntata sulla mia fica, che appare in tutto il suo splendore e da cui parte immediatamente un fortissimo getto. Non ne potevo più, finalmente posso liberarmi. E’ una sensazione talmente piacevole che quasi mi dimentico dell’umiliazione che sto subendo. Mentre faccio la pipì lo guardo, non voglio dargli la soddisfazione di sentirmi a disagio, il mio sguardo è un misto di compiacimento e di chi medita vendetta. Quando finalmente finisco gli chiedo un fazzoletto, lui mi dice che non ne ha, allora istintivamente con la mano mi allargo leggermente la fica per fare scendere le ultime gocce, non pensando che così gli faccio un favore non richiesto. Quando ci rifletto ormai è troppo tardi e non voglio dargli a vedere di aver sbagliato, così continuo a farla sgocciolare fino alla fine. Mi alzo e mi rimetto le mutandine, lo guardi e gli dico: “possiamo andare, lo spettacolo è finito.”
Il viaggio continua senza dire una parola. Arrivate a casa della mia amica, la aiutiamo a scendere e l’accompagniamo dentro casa. Poi risaliamo in macchina, adesso sono sola con lui. Ma non succede quello che penso, lui mi riporta a casa e mi dice: “è stato davvero un piacere”. Sono colpita ed anche un po’ delusa. Ancora di più medito vendetta. Lo saluto e salgo a casa.
Trascorro due giorni a pianificare come vendicarmi, poi passo all’azione. Mi faccio dare il numero dalla mia amica e gli mando un messaggio, gli dico di presentarsi a casa mia e che se deciderà di accettare dovrà poi obbedire ai miei ordini. Dopo un poco lui risponde: ok.
Arriva intorno alle 10 di sera, gli apro la porta ma non mi presento, dall’altra stanza gli dico di entrare e sedersi sul divano. Dopo un po’ entro, ho una camicetta bianca che mi copre appena, sotto mutande di pizzo nero e reggiseno, in mano ho un frustino. Lo colpisco violentemente su una mano e gli dico: spogliati! Lui è sorpreso e dolorante, dopo un attimo di smarrimento esegue. Si toglie tutto e resta con le mutande, allora gli do un altro colpo e gli dico: “ho detto spogliati!” Lui ancora più incredulo esegue intimorito. Il suo pene ha una misura ambigua, di quello che fino a poco prima l’aveva durissimo e che adesso è in fase regressiva, ma non del tutto. E’ eccitato, ma timoroso. Mi avvicino a lui e comincio a strusciarmi, mantenendo sempre un minimo distacco. Vedo che il suo cazzo sta tornando dritto, mi abbasso su di lui, la mia fica è a pochi millimetri dal suo cazzo, ma non ci tocchiamo. Continuo ad ancheggiare, mentre con la lingua gioco con un suo capezzolo. Dopo alcuni minuti di questo trattamento il suo volto è totalmente implorante, lo guardi e gli dico: mi vorresti scopare? E lui: “si si!” E allora io: “ma ad una condizione”. E lui: “qualunque cosa!” Allora rispondo: “bene, per scopare me prima io devo scopare te.” Lui risponde: “si certo, va bene.” Ma non sembra aver capito. Gli dico: “va bene, aspetta un attimo, torno subito.” Vado nell’altra stanza e torno dopo un poco con un fallo finto agganciato alla vita, lui ha una espressione di timore e prontamente gli ricordo il suo impegno con una sonora frustata sulla coscia. “avanti, girati! “Lui rimane fermo e faccio partire un’altra frustata. Poi mi avvicino al suo orecchio, mentre con una mano gli accarezzo il membro e gli sussurro: “allora, non ti va di scoparmi?” E lui; “si si, va bene, tutto quello che vuoi!” Perentoria gli dico: “allora girati!” Lui si gira e si mette in posizione a pecorina. Mi bagno di saliva la mano e comincio a passargliela tra le chiappe, dopodichè gli avvicino il fallo e comincio a premere. Lui emette gemiti di dolore e io spingo sempre più forte, finchè non vinco ogni resistenza. Comincio a pompare sempre di più, mentre lui emette strani rantoli. Con la mano gli afferro il cazzo e sento che ce l’ha sempre duro e allora gli dico: “quindi ti piace prenderlo nel culo! “ Lui non risponde. “bene, allora posso andare più forte!” E comincio a spingere sempre di più, mentre con la mano continuo ad accarezzargli il membro. Vado avanti per circa 10 minuti, poi esco e gli assesto una frustata sulle chiappe, dicendogli: “questo è per l’altra sera!”
Lui si gira e si siede, anche se obliquamente, gli fa troppo male sedersi come si deve! Mi levo il fallo finto, mi sfilo mutandine e reggiseno e gli dico: adesso leccamela come si deve, se sarai bravo ti permetterò di scoparmi e di venire, altrimenti ti sbatto fuori. Lo tiro per i capelli e lo faccio alzare, mi siedo sul divano ed allargo le gambe, sempre tirandolo per i capelli lo avvicino alla mia fica e gli ordino: “Comincia!” Lui parte un po’ confuso, ma dopo un po’ comincia a darsi da fare come si deve. Comincio a sentire il piacere che sale, il bastardo in fondo ci sa fare. Ansimo sempre di più, anche se un po’ mi dispiace riconoscerli questo merito. Cerco di trattenermi per non dargli soddisfazione, ma è una impresa ardua, mi mordo il labbro, cerco di pensare ad altro, ma il piacere mi travolge. Comincio a inarcare la schiena ed avere dei sussulti, con le mani gli afferro i capelli e glieli stringo, delle piccole scosse pervadono tutto il mio corpo, emetto una serie di gemiti fortissimi e poi mollo la presa. Lui resta a guardarmi, mi accascio sul divano quasi tramortita, ma cerco subito di riprendermi. Gli dico: “ok, sei stato bravo, ed io le promesse le mantengo.” Ma sono troppo affaticata per ricominciare subito, allora lo faccio mettere sul divano, mi inginocchio e comincio a fargli una sega. Il mio volto è vicino al suo cazzo, ma non glielo prendo in bocca, gli do solo l’illusione di volerlo fare, in fondo voglio divertirmi a torturarlo finchè è possibile. Tra l’altro spero anche che venga così, in modo da non dover mantenere la promessa, ma lui è furbo e lo sa. Dopo qualche minuto sono pronta per ricominciare. Lo faccio stendere e gli salgo di sopra. Non voglio però togliermi il piacere dell’ultima tortura, gli struscio delicatamente la fica sul suo cazzo, su e giù in continuazione e dal suo viso capisco che ha forti difficoltà a trattenersi. Dopo un po’ di questo trattamento mi rassegno, è giunta l’ora di mantenere la promessa. Gli prendo il cazzo e me lo infilo dentro e lo comincio a cavalcare. Sento di nuovo il piacere che sale e tutto sommato penso che ne è valsa la pena. Aumento il ritmo sempre di più e gli intimo: “non provare a venire prima di me, bastardo!” Lui da un segno di approvazione. Continuo ad ansimare sempre più forte, finchè non mi lascio andare ad un urlo liberatorio. Lo guardo e gli dico: “ora puoi!” Lui comincia a muoversi sempre più velocemente, lo sento dentro sempre più forte, il suo volto si fa teso, i suoi muscoli pure, sento arrivare un getto caldo dentro di me, dopodichè ci accasciamo entrambi stremati. Mentre lui è ancora intorpidito mi alzo e mi avvicino con la fica alla sua faccia, la allargo e lascio colare il suo sperma sulla sua faccia. Lui non dice niente e lascia fare, è completamente in balia di me: “bravo schiavetto, la prossima volta sarò ancora più cattiva!”

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Lui & Lei

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