“Non avevo fatto caso che Paola, sebbene in perfetta forma e così giovanile, avesse almeno dieci anni più di me…”
Avevo 24 anni ed abitavo a Milano ormai da un po’, per
essere un ragazzo meridionale che non aveva mai vissuto fuori da casa mi ero ambientato abbastanza bene. Avevo il mio giro di amicizie e conoscenze nei locali mondani. A Milano ogni sera c’è qualcosa da fare. Il giovedì d’estate era rigorosamente Old Fashion. L’Old Fashion era diventato uno dei miei locali preferiti, i ragazzi all’ingresso ormai mi conoscevano tutti e la bar lady mi aveva preso in simpatia specie una sera quando era entrata in confusione per via delle troppe richieste, ed io, che ero in coda ad aspettare che arrivasse il mio turno, le ho fatto il riepilogo dei 9 diversi tipi di cocktail che le avevano chiesto un gruppo di clienti un po’ frettolosi. Al che lei, guardandomi stupita, mi ha chiesto se fossi del mestiere, quando poi invece le ho detto di cosa mi occupavo nella vita, ha stentato un po’ a crederci.
La vita notturna era sempre stata la mia passione, e a volte, un po’ per diletto, dietro un bancone c’ero finito pure io.
Un giovedì sera sono andato all’Old Fashion col mio amico Alessio, non ci uscivo spessissimo perché era un po’ troppo spaccone per i miei gusti, ma a volte, e a piccole dosi, era divertente!
Entriamo nel locale, un saluto ai ragazzi all’ingresso ed ci dirigiamo verso la pista, una buona parte della discoteca è rigorosamente all’aperto e un largo bancone circolare fa angolo alla fine di un vialetto che parte dall’ingresso e porta fino alle piste da ballo.
Stasera la mia amica bar lady non c’è, ma ci sono due simpaticissimi ragazzi che ci preparano due cuba libre in cui non giureresti minimamente che ci possa essere della coca cola per quanto rum ci hanno messo.
Un altro giro di saluti e siamo in pista a ballare e vedere di adocchiare qualche tipa.
Il giovedì sera il locale è strapieno e ci sono tantissime ragazze straniere, spesso anche qualche modella e nella migliore delle ipotesi puoi rimorchiare qualche ballerina di lap dance.
Non passa molto che io e Alessio ci guardiamo in faccia e capiamo che un altro cuba libre a testa non guasterebbe. Il ragazzo al bancone appena ci vede con la drink card in mano non se lo fa neanche dire e ci chiede solo conferma se vogliamo il bis, Alessio si azzarda ad insinuare che quelli che ci ha fatto prima erano troppo leggeri e stavolta il barman la lattina della coca cola non la apre neanche e a me tocca mandar giù un bicchierone di pampero appena ammorbidito dalla fetta di limone e da quel po’ di ghiaccio.
Stiamo di nuovo attraversando la pista quando un gruppetto di ragazze ci viene incontro facendosi largo tra la folla dalla direzione opposta. Sono in fila indiana e quella in testa è una biondina niente male.
Quando l’ultimo ostacolo tra me e lei, un tizio con una ceres in mano, si è spostato, l’amica della biondina che si trovava dietro di lei, con un sorrisetto malizioso, la spinge bruscamente facendomela cadere tra le braccia. La biondina si aggrappa alle mie spalle e mi sorride, ha degli splendidi occhi verdi, io un po’ divertito le dico “prima di saltarmi addosso potevi almeno dirmi come ti chiami!”.
Lei non sente perché la musica è troppo alta così sono costretto ad accostare le mie labbra al suo orecchio per ripetere la frase. Ha un buon profumo e delle piccole goccioline di sudore si colorano sul suo viso al ritmo delle strobo sulla pista. Sorride di nuovo ed avvicinando le sue labbra alle mie mi dice che si chiama Paola, riesco a sentire chiaramente l’odore del “pesca lemon” che molto probabilmente ha appena finito di bere. Rimaniamo così per qualche istante, con le labbra socchiuse a pochi centimetri di distanza, occhi negli occhi, con gli sguardi che ormai tradiscono quello che entrambi desideriamo, quando veniamo interrotti dalle amiche chiassose di Paola che iniziano a fare baldoria e si mettono in mezzo tra me e lei, pretendono di presentarsi anche loro a me.
Uno spintone da dietro mi ricorda che non sono solo, è Alessio che cerca di attirare la mia attenzione e io ne approfitto per presentarlo alle amiche di Paola e allontanarmi con lei in un posto dove possiamo stare più tranquilli.
La osservo attentamente, indossa un leggerissimo vestitino nero molto corto che mette in risalto tutte le sue splendide forme, io invece indosso jeans blu scoloriti e camicetta bianca attillata. Il tessuto leggero del suo vestito aderisce in maniera sensuale ad un fondoschiena tondo ma perfettamente tonico, si intuisce la linea sottile di un perizoma. I miei sono dei classici jeans strappati come si usavano in quel periodo. La mia camicia è aperta sul davanti ma la sua scollatura mostra qualcosa di più interessante, almeno dal mio punto di vista… un bel seno non abbondante ma messo in risalto dal push up che si intravede appena sotto la scollatura. Indossa delle eleganti scarpe col tacco che le consentono di arrivare all’altezza dei miei pettorali, io indosso le mie classiche Nike “silver”, non mi è mai piaciuto essere troppo elegante e a parte la camicia, cerco sempre di tenere un abbigliamento piuttosto sportivo. Ci dirigiamo verso un angolo appartato dove la musica è meno forte e ci consente di parlare tra noi senza dover urlare.
Non ha mai smesso di rimanere aggrappata a me da quando ci siamo “scontrati” ma la cosa non mi dispiace perché il suo tocco è morbido e lei ha un buon profumo.
Ci mettiamo in un angolo non troppo frequentato vicino una delle uscite di emergenza, un addetto alla sicurezza che si trovava lì per assicurarsi che nessuno entrasse abusivamente si sposta di qualche metro lasciandoci un po’ di privacy.
Attiro Paola a me prendendola per un fianco e inizio a baciarla, la sua mano che era appesa al mio braccio scivola giù fino a prendere la mia e la guida fino ad uno dei suoi glutei. Lo afferro con un po’ di vigore e continuo a baciarla con più passione. Lei si ferma per un attimo e mi dice “sei fin troppo smaliziato per essere così giovane”. Non avevo fatto caso che Paola, sebbene in perfetta forma e così giovanile, avesse almeno dieci anni più di me. La guardo attonito lei mi sorride e mi chiede quanti anni ho, le rispondo 24 e la sua risata si fa ancora più acuta. Mi dice che doveva essere proprio ubriaca per rimorchiare un ragazzino con più di dieci anni meno di lei, ma quando legge un pizzico di delusione nei miei occhi recupera dicendomi che non ne era affatto pentita, anzi! E che se potesse lo rifarebbe di nuovo. Poi mi chiede se per me non è un problema che lei sia così tanto più grande di me, le rispondo di no e lei rincara la dose: “non è un problema neanche il fatto che io sia sposata?” Non mi ero accorto che avesse una fede al dito, e in effetti non la portava, ma osservando più attentamente la sua mando sinistra una leggerissima striscia di pelle appena più chiara costeggiava la falange dell’anulare. Ero troppo giovane per notare autonomamente queste cose. Con un pizzico di incoscienza le dico che se non è un problema per lei non lo è neanche per me. Mi spiega che il marito è sempre fuori per lavoro e che il figlio lo ha accompagnato al mare dai nonni. Un figlio! Quella parola da sempre mi aveva fatto pensare a me stesso, e adesso mi ritrovavo di fronte una mamma che però fino a quel momento avevo visto in tutt’altra luce. All’epoca ancora il termine “milf” non esisteva o comunque non era così popolare, avevo avuto in passato delle fantasie su alcune mamme dei miei amici e a volte anche su qualche professoressa ma erano stati sempre dei sogni irrealizzabili e irrealizzati. Ero stato con ragazze più grandi di me ma al massimo di un paio d’anni. Adesso avevo di fronte una splendida 36enne sposata e madre di un bambino che mi guardava con desiderio.
Il mio senso di ebrezza inizia un po’ a vacillare ma scaccio via tutti i pensieri. La premo contro il muro con il mio corpo e ricomincio a baciarla.
Lei è piacevolmente sorpresa di sentire la mia eccitazione spingere contro il suo inguine e mentre la bacio sul collo mi sussurra “be’ allora in fondo in fondo così piccolo non sei….” La prendo come una sfida ed inizio a leccarla dietro l’orecchio, lei sospirando mi solleva la camicia e fa scorrere le sue mani lungo i miei dorsali accarezzandoli.
Preso dall’impeto le sollevo il vestito fino ad arrivare all’elastico del perizoma,ma lei mi ferma e mi fa notare che siamo in un luogo pubblico e aggiunge “possiamo continuare a casa mia, sono sola oggi”
La delusione per la brusca interruzione a quel momento di pura passione lascia spazio all’eccitazione di entrare nella tana del lupo. Non ero mai stato a casa di una donna sposata, e se il marito fosse tornato improvvisamente nel cuore della notte e ci avesse sorpresi li? Al momento la cosa non mi importa nè mi spaventa minimamente.
Ci dirigiamo verso il suo gruppo di amiche e mentre lei parla con loro io mi avvicino ad Alessio per chiedergli se lui ha concluso con qualcuna, dalla sua espressione capisco di no, tornerà casa con la sua auto, per fortuna eravamo venuti con quella.
Una delle amiche di Paola ha fatto conoscenze anche lei, un ragazzino di circa 20 anni, ma lei ha all’incirca l’età mia quindi nulla di strano!
Congediamo le altre amiche di Paola, e anche Alessio, che mi guarda mestamente e probabilmente anche con un po di invidia, e saliamo tutti e 4 sull’auto di Paola.
La sua amica ha lasciato la sua autovettura sotto casa sua quindi andremo tutti insieme là.
Paola abita in un piccolo comune dell’hinterland milanese in un comprensorio di palazzi notoriamente abitato da gente benestante.
Parcheggiamo l’auto in garage e saliamo direttamente in ascensore su da lei.
L’appartamento è sobrio ma arredato in maniera costosa con buon gusto ed eleganza. Dall’ingresso, dopo un piccolo disimpegno, si accede ad un soggiorno pieno di tutti i comfort compreso un maxi schermo a parete di fronte ad un angolo occupato da due lussuosi divani in pelle di colore chiaro.
Ci spostiamo tutti e quattro in cucina. La sala è ampia e oltre all’area dedicata ai fornelli vi è una zona con un alto pianale e degli sgabelli che fino ad allora avevo visto solo nei pub, sulla parete vicino al pianale ci sono alcolici di tutti i tipi, sembra di essere ancora al bar della discoteca.
Paola ci versa da bere e poi si sposta per prepararci degli stuzzichini, la sua amica la segue per aiutarla ed io rimango in compagnia del ragazzino di 20 anni. È un po’ a disagio, gli chiedo come pensa di concludere la serata e lui con un po’ di imbarazzo mi confessa che probabilmente la sua conquista lo accompagnerà a casa per lasciarcelo. Lo guardo con un pizzico di dispiacere lui invece mi sorride e mi dice con ammirazione che a me sicuramente andrà diversamente.
Arrivano le ragazze con gli stuzzichini e Paola si avvicina a me con una tartina in mano e me la mette direttamente in bocca. Indugia con le sue dita nei pressi delle mie labbra che si chiudono accarezzandogliele dolcemente, sospira socchiudendo gli occhi, probabilmente sta pregustando tutto ciò che sarebbe accaduto di lì a breve.
Due chiacchiere e i nostri due giovani amici sono diventati già di troppo, Paola da sotto il pianale accarezza voluttuosamente l’interno della mia coscia avvicinandosi sempre di più alla zona del mio piacere, e ogni volta che sfiora la mia eccitazione e mi sente fremere si avvicina per leccarmi il collo o l’orecchio.
L’amica di Paola, dopo aver scambiato una fugace occhiata con la sua giovane conquista, si alza in piedi e ci dice che si è fatto tardi. Li accompagniamo velocemente alla porta che si rinchiude frettolosamente appena loro entrano in ascensore.
Finalmente soli, la sbatto contro la porta di ingresso ed inizio a baciarla con passione, non ci preoccupiamo minimamente del tonfo che potrebbe attirare le attenzioni dei vicini. Con molta foga le strappo letteralmente via di dosso vestitino e reggiseno lasciandola solo con le scarpe e il perizoma, rigorosamente nero e di pizzo. I suoi glutei sono perfettamente tonici e senza smagliature, le sue gambe lisce e abbronzate presentano una sottile muscolatura ben definita che nulla toglie alla loro sensualità. I suoi seni non sono abbondanti ma perfettamente rotondi e con dei graziosissimi capezzoli rosso scuro. Glieli afferro a piene mani e quando le stringo i capezzoli Paola caccia un urlo di piacere.
Adesso è lei che conduce il gioco, mi spinge verso il divano e punta una delle sue ginocchia proprio in mezzo alle mie gambe spalancate, si piega verso di me ed inizia a leccarmi il petto all’apertura della camicia, lascio andare la testa indietro e mi godo il momento. La sento sbottonarmi lentamente tutti i bottoni della camicia e poco dopo scendere giù con la sua lingua lungo il mio addome fino all’ombellico, nel frattempo con le dita mi sta solleticando i fianchi e la parte lombare della mia schiena inarcata all’indietro.
Sento dei brividi che mi salgono lungo la spina dorsale. Quando sollevo la testa lei è inginocchiata di fronte a me e mi sta sbottonando i pantaloni. Li tira giù lentamente e piano piano inizia a leccarmi l’interno della coscia. Appena arriva all’altezza dei boxer inizia a succhiarmi e mordicchiarmi i testicoli attraverso il tessuto dell’indumento intimo, è una dolcissima tortura.
I brividi che fino a poco prima mi salivano lungo la schiena si sono trasformati in veri e propri spasmi di piacere. Allenta con due dita l’elastico dei boxer ed introduce parte della mano all’interno fino ad afferrare il mio pene che ormai è al culmine dell’eccitazione.
Quando mi sente tirare un profondo sospiro mi guarda maliziosamente e senza staccare lo sguardo inizia a sfilarmi i boxer. La aiuto sollevandomi leggermente dal divano, ma quando l’indumento inizia a scivolare lungo le mie gambe lei mi spinge nuovamente a sedere ed inginocchiata inizia a stuzzicare la punta del mio pene con la lingua. Mi lascio andare alla spalliera e mi godo il momento.
La sento andare su e giù lungo il mio sesso con le sue labbra e mi aggrappo con le mani alla pelle del divano. Appena mi riprendo un po’ da quel momento di estasi e mi abituo all’avidità con cui Paola sta prestando attenzioni al mio pene che nel frattempo ha raggiunto il massimo dell’eccitazione, inizio a guardarmi un po’ intorno.
Il salotto è molto spazioso, alla mia sinistra c’è un elegante mobiletto con un paio di portafotografie in argento in cima, all’interno ci sono foto che ritraggono Paola in vacanza col marito, ed in una più grande al centro Paola il marito ed il figlio al mare.
Lui è un bell’uomo, distinto ed abbastanza in forma, la foto è recente ed insieme sembrano felici….
Paola deve essersi accorta che mi sono distratto perché adesso sta strisciando sul mio addome avvicinandosi sensualmente al mio collo, inizia a succhiarmelo alla base, all’attaccatura con la spalla sinistra ed io provo un misto di piacere e di bruciore, nel frattempo lei è a cavalcioni su di me e passandosi la mano destra sotto la coscia afferra il pene e se lo posiziona in corrispondenza della vulva, dopodiché si lascia andare lentamente facendosi penetrare.
È così bagnata che il mio sesso scivola dolcemente all’interno della sua vagina, percepisco piacevolmente tutto il suo calore.
Quando sono completamente dentro di lei si lascia andare ad un sospiro e subito riprende a leccarmi il collo e dietro l’orecchio. Nel frattempo inizia a fare una serie di movimenti sussultori con il bacino con un’agilità sorprendente.
La osservo mentre, con tutti i muscoli in tensione, è intenta a dimenarsi sopra di me La sua pelle è liscia e morbida ed ha gli addominali perfettamente definiti. Il seno, piccolo ma sostanzioso ballonzola allegramente al ritmo dei suoi movimenti.
Le afferro un capezzolo con due dita ed inizio a stimolarlo, lei emette un piccolo sospiro ed aumenta il ritmo dei suoi movimenti.
Sembra veramente instancabile. Io invece adesso voglio dirigere un po’ il gioco. La afferro sotto le cosce e mi sollevo alzandomi in piedi, lei si aggrappa con gambe e braccia al mio busto. Le chiedo dove sia la stanza da letto, lei mi indica una porta mentre ha ripreso a succhiarmi il collo dalla parte opposta a quella su cui si era concentrata prima. Il piacere è ancora più intenso e sento le gambe che quasi cedono.
Tenendola con un braccio solo apro la porta della stanza da letto e la adagio sul suo talamo nunziale. Lei sorridendomi maliziosamente allarga le gambe e tende le braccia verso di me. Scivolo anch’io sul letto e lei mi cinge le braccia intorno al collo. La afferro per i fianchi ed inizio a penetrarla vigorosamente, la sento genere al ritmo dei miei movimenti e sento le sue unghie appuntate sulla mia schiena, ma quel dolore è sorprendentemente piacevole e mi stimola ad intensificare il mio ritmo.
Preso dalla foga non mi accorgo che sto per venire, e probabilmente non me ne sarebbe importato molto, ma è lei a frenarmi, mi dice “ci stiamo divertendo così tanto, non vorrai finire adesso?” Mi mette le mani sui fianchi e guida i movimenti del mio bacino, nonostante io le sia sopra, adesso è di nuovo lei a dirigere.
Appena il mio cuore riprende dei battiti regolari lei mi dice “adesso puoi accelerare un po’”. Imparo subito il nuovo giochetto e provo a controllare la mia eccitazione alternando il ritmo dei movimenti.
Andiamo avanti così per un bel po’ e quando decidiamo che è giunto il momento di concludere la faccio voltare ed inizio a penetrarla da dietro. Lo faccio con molto vigore ed eccitazione e Paola inizia ad urlare di piacere ed è costretta ad aggrapparsi alla spalliera del letto.
Adesso lei ha letteralmente perso il controllo della situazione, quando la sento urlare ancora più forte mi preoccupo e rallento ma lei in una smorfia di piacere mi supplica di continuare, allora aumento nuovamente il ritmo e la forza delle spinte e lei inizia ad urlare in preda a quello che sono abbastanza sicuro sia un orgasmo. Ha tutti i muscoli tesi ed inarca la schiena, percepisco anche delle contrazioni nella sua vagina, a quel punto voglio venire pure io ed intensifico ancora di più i miei movimenti, sento i muscoli delle gambe e degli addominali che iniziano a bruciare ma resisto e mi muovo sempre più velocemente dentro di lei, ho l’impressione che stia avendo un secondo orgasmo ancora più violento del primo, la cosa mi stimola a scoparmela con ancora più forza.
Paola si è lasciata andare completamente e ha tirato via le lenzuola dal letto probabilmente strappandole. Io inizio a sentire quel formicolio alla base del mio pene che è il campanello di allarme per una imminente eiaculazione.
Appena mi accorgo che sto per venire esco da Paola, che si gira e si mette a sedere sul letto di fronte a me, e la spruzzo in corrispondenza dell’ombelico tenendola con l’altra mano schiacciata contro il letto.
Appena riprendiamo fiato Paola mi rimprovera dicendomi che avrebbe preferito che le fossi venuto in bocca. Non sarebbero mancate le occasioni….
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