“I grossi cazzi dei due estranei mi trafiggevano con impeto impedendomi financo di urlare…”
Questa volta accontenterò tutti i miei spasimanti che prediligono leggermi,
con un bel racconto tratto dal mio passato, alcuni anni fà. Come ogni anno il mio liceo organizzava un viaggio in una località italiana a discrezione della preside . L’idea di partire finalmente da sola senza familiari al seguito mi regalava sensazioni nuove mai provate prima; considerando che i tempi erano quelli che erano e la mentalità altrettanto. Io però riconosciuta anticonformista, artista nata e pittrice di spicco ed aspirante fotografa,ci tenevo a distinguermi dal piattume che mi circondava quasi soffocandomi; non più vergine , mi riproponevo di togliermi alcuni sfizi lontano dal quotidiano di tutti i giorni. I miei genitori ignari di tale situazione, per loro ero la bambinetta ingenua seria e posata dedita solo alla casa ed alla scuola. Lungi da loro il solo pensare che fossi una ragazza come tutte le altre, aperta e benevola ad un eventuale incontro con l’altro sesso. Questo tipo di atteggiamento sciolto era concesso solo a mio fratello il maschietto; a lui nulla era vietato anzi veniva addirittura incoraggiato a sedurre le sue compagne. Il giorno fatidico si avvicinava ed io fantasticavo ogni sera nella mia cameretta le varie opportunità che mi sarebbero capitate; al periodo ero legata sentimentalmente; insomma scopavo , con due persone,un pittore più grande di una decina d’anni ed una modella del liceo artistico , grossa fica, lesbica dichiarata . Mi concedevo a loro insaputa ad entrambi nulla togliendo ne a l’uno che all’altro, erano due cose completamente diverse entrambe mie e per me facilmente gestibili. Intraprendendo il viaggio per pochi giorni avrei rinunciato a Greta la modella ed a Peter il pittore. Mi sarebbero mancati entrambi. Li amavo terribilmente; le tipiche cottarelle delle adolescenti,insomma i primi pruriti . L’appuntamento per la partenza era di fronte il liceo;salimmo lentamente tutti sul pullman ed io e la mia amichetta del cuore con la quale condividevo molte cose tra cui un paio di nostri compagni di classe, un pochino sciocchi ; ci svagavamo scambiandoceli scandalizzando tutte le altre compagne, ci piazzammo con i due ragazzi in ultima fila lontano dalla mischia e dagli schiamazzi e subito dopo esserci tolte gli slip sotto gli occhi dei due ragazzi ci sedemmo sui comodi e confortevoli sedili imbottiti . All’istante i due andarono alla carica iniziando fin da subito a carezzarci e palparci dappertutto, sollevandoci le gonne e sbottonandoci le camicette ,allupati più che mai si erano trasformati in due poliponi . Di fronte a tanta esuberanza ,entrambe partimmo regalandogli una ricca sega , approfittando dei soprabiti riposti sulle gambe, che celavano lo strano movimento. Oltre non eravamo mai andate la fica non se la meritavano quindi nisba, solo pippe, solo una volta ce l’eravamo fatta leccare ; esperienza per entrambe disastrosa. Per questo li chiamavamo i pipparoli. Forse eravamo un pochino stronze ma a quell’età tutto è permesso. Arrivate a destinazione ci piazzammo nella stessa camera ; affaccio panoramico e bagno da sballo con tanto di doccia con vasca; insomma il massimo. Per prima cosa dopo aver disfatto le valigie, piazzammo il nostro stereo ed inserimmo un cd . A suon di musica ci cominciammo a spogliare ancheggiando a ritmo per goderci infine una bella e corroborante doccia ; tutte nude, ci iniziammo ad insaponare, palpeggiandoci con libidine. Era già accaduto di trovarci ad amoreggiare, sempre arrivando entrambe al traguardo ultimo, l’orgasmo clitorideo. Le nostre mani avide di sesso si muovevano sinuose lungo i corpi tesi mettendo a fuoco in pieno tutte le zone erogene . Dopo esserci rinfrescate dal viaggio ed asciugate, desiderose più che mai l’una dell’altra, mano nella mano sculettanti ci dirigemmo verso il grande lettone che ci aspettava . Qui avremmo dato inizio ai nostri comizi d’amore assumendo fin da subito la nostra posizione preferita ,a 69 per poterci entrambe leccare la nostra passerina ormai zuppa di fluidi e vischiosi umori vaginali. Vi era una sfida a chi leccasse meglio e chi delle due riuscisse a far venire in meno tempo possibile l’altra: sfida che inevitabilmente vincevo sempre io. Percepii la mia partner in preda al piacere riempirmi il volto di un caldo e lattiginoso liquido continuando spasmodicamente a sfregarmi tra la sua folta e scura peluria bevvi alla sua fonte dissetandomi con il suo piacere. In preda alle convulsioni lei, aveva accentuato il movimento della lingua, provocandomi tra vari sussulti il raggiungimento del tanto sospirato orgasmo. Per fortuna avevamo acceso lo stereo per coprire i nostri schiamazzi altrimenti avremmo fatto una grama figura con gli altri alunni e gli insegnanti nelle stanze limitrofe. Passammo il resto della mattinata visitando la città approfittandone per dare un occhiatina alle vetrine. Stanche con i piedi doloranti (come due zampogne) ci sedemmo ad un caffè e dopo esserci tolte le fastidiose e strette scarpe, ci godemmo le bellezze locali. Essendo alquanto belline , eravamo state notate da un paio di indigeni, che senza perdere tempo, si presentarono e molto educatamente ci proposero di farci da guida per scoprire le magnificenze artistiche della città, in tutte le sue sfaccettature. Ci finimmo il caffè e prima di incamminarci con una scusa ci recammo al bagno per farci una ricca pisciata e darci una rinfrescatina alle patatine un pochino accaldate, prevedendo oltretutto di usarle a breve.In assenza di un bidet ci arrangiammo alla meno peggio usando le nostre lingue. Entrambe assaporavamo i nostri reciproci aromi e le nostre secrezioni detergendole con la saliva. Terminata la piacevole operazione,( il leccare una fica anche stanca,è stata sempre per me una pratica gradevole e stimolante, altresì aveva il potere di donarmi il buon umore), raggiungemmo i due tizi e ci incamminammo per la città. Verso una certa ora i due ci invitarono a pranzo in una pizzeria di loro conoscenza dove a detta loro si gustava un ottima pizza e poi vi era la possibilità di pranzare all’aperto . Accettammo l’invito. Finito di pranzare i due ci portarono in un bel parco , un posto tranquillo poco distante dove godersi un po di sole e di calma, distante dai rumori del centro. Non essendo due cretine avevamo già capito dove i due volevano andare a parare ; cosa non del tutto deplorevole dato che il loro aspetto ed i loro modi erano alquanto invitanti insomma, entrambe ci saremmo buttate in una bella pomiciata non oltrepassando i limiti(scambio di effusioni per i non romani) Andava tutto per il meglio, sdraiati sul prato avvinghiati ci stavamo divertendo, dandoci un gran da fare tra seghe e pompini ,quando uno dei due con modi irruenti ,pretese in malo modo dalla mia amica di andare oltre per soddisfare altre sue voglie, arrivando addirittura ad alzare le mani . Senza esitare accecata dalla rabbia , mi alzai, con le tette al vento e dopo aver preso un bastone dal prato, iniziai senza tregua a percuoterlo ripetutamente, riempiendolo oltre che di botte ,d’ingiurie ; l’altro ragazzo intimorito e stupito , cercò di dissuadermi, prendendosi anche lui due belle bastonate tra capo e collo . Fui fermata solo dalla mia amica, ancora tutta tremolante, altrimenti li avrei fatti neri tutti e due. Sfanculati, i due coglioni si dileguarono così come erano venuti incamminandosi nel giusto posto degno di loro, a fanculo. Noi ci avviammo in preda ad una crisi di nervi verso il nostro albergo. Purtroppo l’esperienza con i locali non era andata a buon fine, peccato ; ci saremmo consolate con qualche compagno di scuola o alla peggio tra noi due. Mai disperare nella vita; si chiude una porta si apre un portone (non ricordo chi l’abbia detto ma è certo un grande). Camminando un pochino agitate per la brutta esperienza, fummo avvicinate da una vettura, con al suo interno due giovani ,di bel aspetto, insomma fichi, che si offrirono di portarci ovunque dovevamo andare. Dopo un netto rifiuto i due continuarono ad insistere pregandoci di accettare il passaggio. Cedemmo solo per il fatto che ancora non avevo buttato il bastone e se fosse stato il caso lo avrei usato anche con loro e non ultimo il dolore ai piedi era insopportabile. Il mio temperamento mi portava sovente di fronte a qualsiasi ingiustizia o violenza ad intervenire ; tutti sia in famiglia che fuori conoscendomi mi avevano soprannominata il maschiaccio. Salite sulla vettura i due si diressero verso l’albergo e con modi molto cortesi si congedarono senza chiederci nulla , neppure un appuntamento per la serata. Rimasi alquanto stupita di fronte a tale atteggiamento di solito tutti i ragazzi cercavano sempre di combinare qualcosa . Arrivate in camera per smaltire la rabbia accumulata, dopo aver riempito la vasca da bagno ci immergemmo rilassandoci ,deliziandoci con un ricco ditalino. Una di fronte all’altra come due sirene sommerse dell’acqua tiepida, iniziammo a palparci i seni guardandoci negli occhi; strizzandomi i turgidi capezzoli osservavo la mia amica fare lo stesso come in uno specchio emulavamo morbosamente l’una i movimenti dell’altra. Le nostre mani voluttuose, accarezzavano le nostre forme regalandoci soavi sensazioni ; arrivammo volutamente assieme in prossimità della vagina, infilandoci due dita dentro e con le altre libere iniziammo stimolare a dovere la protuberanza clitoridea con lenti e sapienti movimenti concentrici nei vari sensi, provocandole un inevitabile gonfiore. Unico contatto fisico, fu quello di succhiarci i piedi simulando un pompino, accanendoci sul pollice del piede. Contemplarci, accresceva il nostro piacere, spronandoci in un turpiloquio a voce alta, fantasticando sulle nostre più recondite perversioni erotiche. Venimmo abbracciandoci e concedendoci un appassionato bacio , fondendo assieme le nostre lingue grondanti di saliva. Scaricate dalla tensione accumulata, ci vestimmo e scendemmo per la cena nella gremita sala da pranzo dell’albergo .Ci sedemmo al tavolo con la nostra insegnante di matematica una ragazza sulla trentacinquina non male , un pochino dimessa ma sotto sotto intrigante.Senza ombra di dubbio me la sare fatta al volo , spronata oltretutto dalla sua folta peluria ascellare visibile prepotentemente nel periodo estivo grazie all’abbigliamento più leggero . Spesso mi ero masturbata al pensiero di averla tutta per me e di baciarla dappertutto ; fantasticavo sulla sua fica gremita di abbondante peluria e sul suo acre odore, si trattava solo di fantasie . Iniziammo a cenare ed una volta finito, alcuni ragazzi e ragazze uscirono per recarsi in locale notturno, per darsi ai bagordi. Io e la mia amica assieme all’insegnate di matematica optammo per una passeggiata per il centro godendoci le meravigliose temperature della stagione.Girando senza meta ci imbattemmo nei pressi di una fontana nei due ragazzi cortesi incontrati nel pomeriggio; erano con un gruppo di amici ed amiche ; Mi aveva colpito il loro modo di fare, quindi mi avvicinai al gruppo salutandoli. Non ci volle molto che fui raggiunta dalle mie amiche attirate dalla bella compagnia . Osservavo sottecchi divertita la prof che visibilmente attratta da uno dei due ragazzi faceva la spiritosa, lanciando languide occhiate. Dentro la mia mente contorta, me la immaginavo tutta nuda tra i due focosi maschi alle prese con i loro cazzi. L’idea mi provocò un sussulto nel basso ventre che inevitabilmente mi bagnò copiosamente le mutandine.
I ragazzi ci proposero di continuare la serata a casa di amici ove avremmo potuto fare una nuotata in una piscina coperta e riscaldata. Tutte e tre entusiaste per l’allettante proposta accettammo senza indugio. Giunti a destinazione,ci si parò davanti una bella villa tutta illuminata con tanto di parco. Fummo accolte dai padroni di casa una bella coppia sulla cinquantina , che da subito pur non conoscendoci , ci misero a nostro agio.Giravamo per il grande salone attorno ad un tavolo con buffet freddo; straripante di ogni tipo di leccornia . Ci preparammo un piattino e ne approfittammo per andarcelo aspizzicare in giardino. Fu lì che intravedemmo la piscina coperta dentro la villa ; al suo interno vi erano delle persone che allegramente completamente nude si dilettavano ad immergersi ed a tuffarsi. In quello stesso istante fummo raggiunte dalla padrona di casa la quale ci invitò tutte e tre ad entrare nella fantasmagorica piscina. Varcando la vetrata d’ingresso notammo subito lo sbalzo climatico tra i due ambienti e fummo costrette nostro malgrado a liberarci di tutti gli indumenti, rimanendo in una postura adamica , senza neppure la foglia di fico. Poco male non eravamo le sole. Dopo esserci sdraiate sui lettini, fummo raggiunte con visibile gioia della nostra prof , (che sfoggiava un corpicino da sballo ben proporzionato da fare invidia ad una diciottenne ) dai due ragazzi,che avevamo perso di vista nella sala buffet. Si misero accanto a noi e parlando del più e del meno ci misero al corrente di alcuni fatti inquietanti legati alla villa ed ai suoi possessori. I due si dedicavano ad ospitare persone, anche sconosciuti con il fine di organizzare mastodontiche ammucchiate, delle vere e proprie orge . Il tutto si praticava dopo una certa ora nella sala hobby della villa posta al piano sotterraneo. La notizia incrementò in noi la curiosità e la smania di partecipare; unico tentennamento fu dato dalla prof, la quale dissentì almeno in prima battuta dal partecipare, ma dato che l’unione fa la forza e come dice il famoso detto “in compagnia un frate prese moglie”, la nostra titubante amica si aggregò alla compagnia. Arrivate in un ampio salone fummo sorprese nel vedere una miriade di persone che indisturbate se la godevano alla grande: eravamo spettatori di una colossale orgia che coinvolgeva tutti e di lì a poco avrebbe coinvolto anche noi. Consapevoli di cosa ci attendeva un poco alla volta ci facemmo strada tra la mischia ; Fui presa da due uomini non giovanissimi dai modi aggraziati,che dopo avermi posizionata a quattro zampe , uno davanti e l’altro dietro avevano iniziato dolcemente a scoparmi . I grossi cazzi dei due estranei mi trafiggevano con impeto impedendomi financo di urlare. Con la coda dell’occhio vedevo la prof poco distante; pure a lei era stato riservato un trattamento analogo al mio. Avevo perso di vista la mia amichetta, purtroppo in quel casino non si riusciva a capire nulla; si perdeva completamente il lume della ragione e dell’orientamento , spinti solo da una bramosia animale finalizzata solo al conseguimento del puro piacere. Ancor prima di concludere con i due estranei,decisi lasciandoli di sasso ,di farmi un giro per la sala alla ricerca della mia amica; immediatamente fui seguita dalla prof, pure lei in ansia per la ragazza. Tutte e due nude ci aggiravamo per il salone quando finalmente la trovammo , si era accompagnata con un ragazzo strafico di colore con un coso dalle dimensioni disumane; lo vedevamo entrare ed uscire da quella povera fichetta dilatata e provata. Rimanemmo di stucco nel vederlo fuoriuscire, non finiva mai e poi il copioso schizzo sulle tette della fortunata.(ne avevo visti di cazzi ma così grossi mai, forse un facsimile in un film porno a casa di Peter, l’attore si chiamava John Holmes,) Dopo esserci rassettate alla meno peggio decidemmo di tornarcene in albergo; la serata era andata alla grande lasciandoci un ricordo indelebile nelle nostre menti che non avremmo mai dimenticato.
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