“Mi godo la sua bocca aperta, sogno che mi prenda in bocca mentre il marito accelera il ritmo, i suoi gemiti crescono, i colpi diventano più forti, il corpo…”
Nudo, seduto su una sedia nel soggiorno di una coppia, polsi legati
dietro alla schiena, caviglie alle gambe. Con il cazzo durissimo.
L’adrenalina di essere legato in casa di sconosciuti è potentissima. Lo so bene io, che ho legato molte volte. Da quando ho scoperto che, per essere felice, avrei dovuto assecondare la mia indole dominante, ho avuto 15 anni di soddisfazioni. Ma la curiosità e le inclinazioni umane sono varie, e, per quanto mi riguarda, mai a senso unico.
Un piovoso pomeriggio autunnale, il contatto con questa splendida coppia, il gioco che vogliono realizzare: non ho i dettagli, non li abbiamo voluti decidere.
Sapevo di dover andare a casa loro, essere accolto dal lui, mentre lei si preparava in camera. Spogliarmi, ancora non eccitato, sedermi e farmi legare.
Avrei iniziato guardandoli.
Ora sono qui, con il cazzo durissimo, mentre lei tieni in mano il suo uomo, inginocchiata a terra, guardando la mia erezione tesa e 50 centimetri da me. Lo lecca avidamente, avvolgendo il glande alla lingua, fa colare rivoli di saliva, lo prende quasi fino in gola, mentre mi mostra come gli massaggia le palle con le mani.
Mugola mentre lo tiene in bocca, si piega di lato per farmi ammirare il culo sodo, scivola con la mano a massaggiarsi la figa, per la gioia dei miei occhi e la sofferenza del mio cazzo, privo di ogni contatto.
Sento la cappella gonfia, l’asta che vorrebbe solo una mano ad afferrarla. Soffro e godo, inizio a sfiorare i piaceri che tante volte ho regalato, l’attesa, l’ignoto.
– Guarda che brava bocchinara – dice lui ansimando per la voglia di godere della bocca di lei.
La guardo, si stanno esibendo per me. Lei si alza in piedi e si mette al mio fianco. Sento l’odore dei suoi umori.
– Certo che hai un bel cazzo – dice lei – non enorme come quelli che questo porco mi fa prendere ogni tanto, ma è proprio bello da guardare. “Anche da succhiare e leccare” penso, ma non lo dico.
– Siete stupendi – mugolo – ho il cazzo che scoppia.
– Si vede – fa lei, sorridendo e aprendosi un poco la figa, in piedi, al mio fianco.
Lui si accovaccia e inizia a leccarla, è bravo. Lei geme della lingua che massaggia clitoride e labbra, che scivola sul perineo fino all’ano e risale penetrandola e assaggiandola.
La stanza sa di sesso, i polsi fanno quasi male, il cazzo ora fa davvero male. E’ gonfio e pulsa, ad ogni colpo di lingua di lui sulla figa di lei, il gemito che esce da quelle labbra rosse fa gonfiare ancora il mio uccello a distanza. Quasi la prego di toccarmi, lei infatti avvicina la mano, sta per sfiorarmi, sento il calore delle sue dita vicine: – Cosa credi, che la sofferenza sia così breve? – Dice, mentre porta le dita alla mia bocca.
La mia lingua avvolge una falange, poi la faccio scivolare nella bocca, accompagno le sue dita per leccarle: chiude gli occhi godendosi la mia lingua sulle dita, la sua lingua nella figa.
– Amore, ti piace questo cazzone duro ed estraneo che trema a guardarti?
– E’ adorabile, il ragazzo. Da sedercisi sopra, se non che lo dobbiamo fare soffrire ancora un po’.
Nel dirlo, la donna mette le sue mani sulle mie cosce, il viso a metà strada tra il mio uccello duro e la mia bocca. Ha un profumo magnifico, tra la sua pelle, il profumo che usa, e gli umori che colano.
Il marito si mette dietro di lei. Lei a pecora, davanti a me. Li guardo, impossibilitato a muovermi. E lui inizia a scivolarle dentro. Vedo il viso della donna goderne, sento le unghi afferrarmi le cosce, fino quasi a farmi male. Mi godo la sua bocca aperta, sogno che mi prenda in bocca mentre il marito accelera il ritmo, i suoi gemiti crescono, i colpi diventano più forti, il corpo di lei è sempre più vicino a me, la mia voglia rischia quasi di esplodere senza contatto alcuno, il cazzo trema vicino al suo viso, lei mi guarda godendo e sorridendo, tira fuori la lingua dalla bocca, si avvicina al mio cazzo, e finalmente la sento, una lentissima leccata dalla base dell’asta, al confine con le palle, fino a frenulo e cappella.
Non trattengo un grido.
– Quanta voglia hai, porco? – Dice lei sorridendo scopata dal marito, tra un gemito e un respiro.
– Mi fate impazzire.
– Dovrai soffrire ancora un po’.
E lui prende l’uccello, è duro come me, e lo vedo tirarlo fuori dalla figa fradicia imperlato di umori. Lo appoggia all’ano della donna, e spinge, lento, invasivo, lei grida: – Siii fammi il culo davanti a questo porco.
Essere legato è una sensazione potente, in questo momento darei qualunque cosa per essere toccato, per toccarmi, per darglielo in bocca, tra le mani, tra i piedi.
Ma sento il campanello. Suona tre volte. Sono quasi sconvolto. Loro, impassibili. Lui esce, e si accomoda sul divano, nudo e duro. Lei si ricompone, indossa una vestaglia, ed esce dalla porta del salotto per andare verso l’ingresso.
Una voce di donna, si salutano e si baciano.
– Ho una sorpresa per te, di là – sento dire alla moglie. Il mio uccello non accenna a scendere. E’ sempre più duro, non l’avrei mai immaginato.
Entrano nel salotto, a braccetto. La nuova ospite è una donna statuaria, di una quarantina di anni. Indossa un trench doppiopetto, e un tacco a spillo rosso infuocato. Era una sorpresa molto preparata.
La moglie fa scivolare la vestaglia, e raggiunge il marito sul divano. Gli avvolge l’uccello duro tra i seni: – che dici, la facciamo divertire un po’?
L’estranea mi guarda: – Ma che porco arrapato avete coltivato in questo pomeriggio. – Ma me lo avete fatto arrapare troppo: finisce che lo tocco e mi sborra sulla mano! – Le sue parole mi fanno trasalire, non capisco praticamente più nulla, voglio solo contatto e godere, non mi interessa come, cosa, quando. Questa situazione mi sta facendo impazzire.
La nuova arrivate si fa scivolare via il trench: come immaginavo. E’ nuda, sotto. Un seno magnifico, un monte di venere completamente depilato. Si mette al mio fianco: – Porco, ora eseguirai per bene i miei ordini. Il primo: non godere finché non ti autorizzo. Qualunque cosa accada, qualunque cosa noi tre ti facciamo: non godere. Hai capito?
– Sì.
– Si cosa? – grida quasi, dandomi uno schiaffo sul cazzo che balla come un albero di una nave in tempesta e quasi schizza
– Si, Signora.
– Bravo, molto bravo, capisco in fretta. – E nel dirlo, mi avvolge la corona del glande facendo un cerchio tra indice e pollice. – Hai un bellissimo cazzo, lo sai? E i miei amici sono due gran bei maiali, vero? Guardali.
La moglie è scivolata sopra al marito.
– Guarda bene il cazzo di lui mentre le entra dentro bagnata.
La moglie scivola sul cazzo del marito e inizia a cavalcarlo sul divano. La vedo da dietro, a poca distanza da noi, mentre l’estranea inizia a masturbarmi solo con indice e pollice, muovendoli in cerchio lungo tutta la lunghezza del mio uccello, dalla base dal glande, coprendolo e scoprendolo. Ogni nervo del mio corpo è teso come il mio cazzo.
La coppia geme, scopando lenta, accelerando e rallentando, godendo dei nostri sguardi.
– Vorresti metterglielo anche tu nella figa, vero? O, magari, scoparle quel bel buco del culo mentre il marito è dentro di lei.
Non fa in tempo a finire di dirlo che la moglie se lo allarga, mentre lei continua a masturbarmi.
– Vorresti scoparle il culo eh?
– Vorrei scopare il tuo – dico, in un impeto di orgoglio.
– Ah si? Porco. – Si mette sopra di me, e inizia a strusciare la figa appena umida sulla mia cappella. E’ una tortura magnifica.
– Scivolami addosso, dai.
In tutta risposta mi sbatte la figa sulla faccia: – Leccami!
Lo faccio, inizio a leccarla lento, come so fare. La sento, non è indifferente alla mia lingua che la sfiora, le massaggia la clitoride, la penetra, scivola dalle labbra al perineo all’ano, mentre sento i suoi gemiti, sento anche quelli della moglie che, ora, esplode in un orgasmo cavalcando il marito gonfio di voglia.
Questo salotto sta per esplodere di orgasmi, lo sento, la figa dell’amica mi bagna la barba, cresce di intensità il suo respiro.
– Sei… fottutamente… bravo… con… mmmm… quella… lingua.
Mentre lo dice si allontana e mi prende in mano il cazzo, inizia a masturbarlo veloce, troppo veloce: – Ti controllo io, porco… e se voglio farti schizzare lo faccio, hai capito? – SI ferma, stringendomelo.
– Si, signora. – Sto soffrendo ora.
Il marito ha aperto le gambe della moglie, e la sta scopando da sopra, con forza.
L’amica mi lascia andare il cazzo, sono ancora legato, impotente e durissimo, mi esplodono cazzo e testa.
Li raggiunge e si mette a leccarle la clitoride della moglie, guardandomi, facendo godere ancora la donna che grida per una lingua e un uccello che la invadono, per i miei occhi che la guardano grondanti di desiderio. L’orgasmo della moglie spinge il cazzo di lui, fuori dal corpo. L’amica non si fa pregare e lo prende in bocca, completamente, senza smettere di guardarmi. Lo succhia, avida e profonda, facendosi guardare sia da me che dalla moglie, lo masturba e lo lecca, ci fa godere dello spettacolo.
– Ah ti godi il cazzo di mio marito, troia? – Sorride la moglie – e io mi scopo lui.
Solo a quelle parole fremo. Si avvicina, mi dà la schiena, e masturbandosi la clitoride mi prende in mano e mi guida dentro la sua figa fradicia.
Li sta guardando mentre mi cavalca, e ansima: – Che bello il tuo cazzo dentro, estraneo. Ma sai che non puoi godere.
Si muove, mentre la sua amica sta facendo un pompino magnifico all’uomo. Li guardo mentre lei mi cavalca, sono tentato dal lasciarmi andare ed esploderle dentro. Ho il cazzo gonfio come non lo è mai stato, pulsa nella vagina bollente della donna, mentre lei accelera il ritmo: – Sei proprio una troia, amore, goditi la bocca della mia amica: vuoi sborrare?
Il marito annuisce, uno sguardo di intesa con l’amica, che inizia a leccargli il frenulo frenetica, afferrandogli l’asta. Pochi minuti, lei continua a cavalcarmi affondando le dita nelle mie cosce e il marito grida esplodendo nella bocca e sul viso dell’amica tutta la sborra accumulata in queste ore di piacere e perversioni.
Non si pulisce, viene verso di noi: – Ora vai a pulire il cazzo di tuo marito, che sta ancora sborrando. Voglio assaggiare lui.
Si siede su di me, dandomi il viso, mi scivola sopra e mi avvolge il collo con le braccia. Ci baciamo, anche se non si è pulita, ma ha solo leccato lo sperma: sa appena di sborra, ma il suo sapore prevale. Ha una lingua stupenda, due labbra magnifiche, mentre accelera il ritmo e si fa impalare da un uomo legato ed eccitato, completamente a sua disposizione. Accelera ancora, mi sta usando come un vibratore, la cosa mi eccita ancora di più e sento il calore enorme del suo orgasmo, grida nelle mie orecchie, cola umori bollenti sulle mie palle: – Maiale, mi hai fatto godere. Ma ora, beh, ora è il tuo turno.
– Vieni mogliettina perfetta: fatti guardare da tuo marito, mettiti per bene in ginocchio, porca.
La moglie esegue, si accoccola sotto al mio cazzo. L’amica mi masturba, lenta, una sega estenuante: – sei stato bravo, ora ti faccio svuotare nella boccuccia della mia amichetta.
Accelera, la lingua della moglie si appoggia al mio glande, lecca piano, mentre l’altra accelera ancore e so che non resisterò a lungo, anzi, sento la sborra riempirmi il cazzo, la sento percorrere l’asta, è arrivata alla cappella, non resisto più.
– Lo sento che stai godendo, lo sento sulla mano, dai, sborrale in bocca, fallo adesso – quasi lo grida mentre mi lascia andare: un momento di terrore, temo voglia rovinare il mio orgasmo che sta per esplodere, questione di secondi: forse per pietà o per voglia, un colpo di reni della moglie dell’uomo e sento la bocca avvolgermi il cazzo la lingua ancora sul frenulo e quel calore mi fanno schizzare una due tre quattro cinque schizzi nella gola della moglie, che mi beve senza esitare e grido come un maiale il mio orgasmo prepotente. L’amica mi mette ancora la figa in faccia, e la lecco come se ne andasse della mia vita ora. Non mi accorgo che l’amica mi slega i polsi, mentre mi tiene la figa in faccia, che la moglie mi slega le caviglie, mentre mi fa finire l’orgasmo nella sua bocca.
Sono libero, ora.
Mi guardano, le due, con il marito sul divano, che si tocca per farlo tornare duro.
– Ora lei libero e hai goduto come un porco. Beh, adesso facci vedere cosa sai fare, dominante. Abbiamo appena iniziato.
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