“Franco ed io ci guardammo pensando la stessa cosa e poi guardammo Anna…”
Franco entrò quindi a far parte dei nostri giochi tanto che ormai
avevamo consolidato un rapporto di amicizia e di confidenza anche al di fuori del semplice sesso. Quando ne avevamo voglia ci vedevamo nella nostra casa al mare dove Anna si dava senza alcuna gelosia, godendosi sia il cazzo coniugale (il mio, ovviamente) che quello ben dotato dell’amico. In vena di confidenze un giorno Franco, con cui ormai ci si vedeva abbastanza regolarmente anche a pranzo con le rispettive consorti (occasioni ufficiali e senza sesso ovviamente, visto che la moglie di Franco non sospettava certo i nostri rapporti con i marito) ci confessò che un suo cruccio era il figlio Marco, avuto dalla prima moglie: il ragazzo aveva 25 o 26 anni e, secondo il padre, era cresciuto sotto la gonna della madre, usciva pochissimo con gli amici e, sempre secondo il padre, non aveva mai avuto una ragazza. Marco , da come ce lo descriveva Franco, era un ragazzo taciturno, passava molto tempo al computer era iscritto all’Università a Bologna, ma la frequentava poco e solo per dare gli esami. A dire del padre gli sarebbe servita una ragazza per staccarlo dalla madre troppo possessiva. Una volta Franco se ne uscì dicendo che avrebbe dovuto pagargli una puttana per vedere se si scantava un po’ e si rendeva indipendente! Fu Anna che pensierosa disse che forse era meglio organizzargli un incontro con una donna fidata e soprattutto sana, per evitare brutte sorprese. Franco ed io ci guardammo pensando la stessa cosa e poi guardammo Anna. Mia moglie sentendosi osservata realizzò immediatamente quello che avevamo in mente e si ritrasse con una strana espressione facendo segno di no con la mano – Eh ragazzi, mica intendevo una cosa così, parlavo in generale! – Beh – aggiunse Franco, guarda che secondo me sei la persona adatta: sai una amica, ti piace il sesso, sei anche una mamma e puoi capire le preoccupazione di un padre… – E poi, -intervenni allora io- scommetto che ti piacerebbe provare anche con uno più giovane…saresti una ottima insegnante e poi secondo me, se Marco ha preso dal babbo scommetto che avresti una bella sorpesa, senza contare che saresti la sua prima vera donna! – Anna ci guardava per capire e dicevamo per prenderla in giro o se effettivamente facevamo sul serio. – Ma ha quasi 17 anni meno di me! Non dico che potrei essere sua madre, ma insomma.- si difese Anna – non saprei neppure come iniziare! Chi sarei io per lui? Una puttana raccattata chissà dove casomai pagata da suo padre per sverginarlo? No dai non si può fare e poi mi vergognerei…un conto è se ci sei anche tu e facciamo qualche incontro, ma mandata così mi sembrerebbe davvero di essere una prostituta.- -Secondo me – intervenni –saresti diciamo più una assistente sociale, o meglio una terapista sessuale! – Franco, che aveva assistito alla discussione ed alle ritrosie di Anna si intromise nel discorso – Si Anna proprio così una terapista del coso , del sesso, come si dice no! Potrei dirgli che avrei piacere facesse un colloqui con una persona con cui confrontarsi, che gli insegni a vincere la timidezza, che l’aiuti con la sua autostima. Ti presenterei appunto come una dottoressa, una psicologa che un caro amico –disse alludendo verso di me –mi ha consigliato. Che ne pensate , secondo me potrebbe funzionare, ne parlerei con sua madre, dicendogli appunto che lo porto per un colloquio da una psicologa molto brava, che mi hanno consigliata…. – -Ma voi due siete matti! –intervenne Anna , ma aveva già il tono di chi ha già capitolato – Te ne sarei grato moltissimo – rispose Franco -, guarda facciamo così organizziamo l’incontro e poi vedi come reagisce….se vedi che sta al gioco e… insomma, se vedi che lo riesci ad educare bene, altrimenti gli parli e gli dai dei consigli. Credo che saresti una bravissima “mammina”…. . Guardai verso mia moglie , rincarando la dose: – Anna il fatto che tu seduca un ragazzo me lo sta già facendo duro e poi ripeto, può essere che se Marco ha preso dal suo paparino – aggiunsi sorridendo verso Franco –con le voglie represse che si ritrova è capaci di darti una ripassata memorabile! .
La serata trascorse così, ad immaginarci l’incontro tra il figlio di Franco e mia moglie.
Non ne parlammo più per alcune settimane fino a quando Franco mi telefonò per dirmi che ne aveva discusso con sua ex moglie e che l’aveva convinta che il figlio facesse un colloquio con una psicoterapeuta (ovviamente non gli aveva detto nulla della nostra vera idea) e che quindi dovevamo comunicare ad organizzare la cosa, perché certamente avrebbe convinto anche Marco.
A casa ritornai sull’argomento con Anna che ormai non ci aveva più pensato alla nostra discussione per cui rimase sorpresa che Franco invece avesse continuato a rimuginare sulla cosa fino a coinvolgere l’exmoglie. Insomma a questo punto sarebbe stato difficile tornare indietro e comunque ci pensai io a ripeterle che in fondo era un favore che avremmo potuto benissimo fare per un amico e che se fosse andato in porto non solo sarebbe stata una esperienza piacevole per lei ed il ragazzo, ma in fondo anche per me e Franco.
Fu così quindi che si incominciò a pensare alla cosa affinché fosse credibile agli occhi dell’ex moglie di Franco e poi, perché raggiungesse lo scopo di “sverginare” il ragazzo sia sul piano emotivo che fisico. La location non poteva che essere la nostra casa al mare, ma avremmo comunque fare alcuni cambiamenti o meglio camuffamenti. Perché sembrasse lo studio privato disegnammo una targhetta da mettere vicino al citofono con gli estremi della dottoressa ed il suo titolo di Psicologa e sessuologa: doveva essere chiaro che nell’incontro la dottoressa avrebbe affrontato il tema della sessualità e poi sistemammo l’ingressino con un paio di sedie a mo’ di sala d’aspetto, appoggiando delle riviste come “coppia più” e simili, in modo che nell’anticamera il ragazzo si sarebbe fatto l’idea di quello che l’avrebbe atteso. Rimaneva il problema dello studio vero e proprio e non poteva essere la nostra camera da letto, ma piuttosto la cameretta dei bambini, dove togliemmo il letto a castello e disponemmo una piccola scrivania ed un divanetto. Dallo studio così improvvisato si poteva poi accedere alla nostra camera da letto, dove al centro c’era appunto il letto matrimoniale. Tolte le foto ed i riferimenti eventuali la sistemammo in maniera abbastanza asciutta, senza fronzoli da mare, anche se lasciammo gli specchi che avevamo messo anni prima per ampliare gli spazi e per i motivi ovvi che qui non sto a dire. Franco ovviamente partecipò molto alla messi scena, in fin dei conti io ci mettevo la donna,che almeno lui ci mettesse un po’ di mano d’opera!
Rimaneva solo da approntare una sorta di canovaccio o di sceneggiatura in modo che il tutto si svolgesse in maniera credibile. Provammo anche alcune scenette con Franco al posto di suo figlio ed io che li osservavo e provavo a dare dei suggerimenti, anche se poi finiva che Franco cedeva subito e finiva per saltare addosso ad Anna e tutto terminava in una risata e qualche volta pure in una scopata, con mia moglie sulla scrivania e le gambe aperte ad accogliere il palo di Franco, nella parte del ragazzo sedotto ed arrapato.
All’insaputa comunque di Franco e di Anna avevo installato un paio di webcam una nello studio ed una in camera da letto: secondo me sarebbe poi stato bello sederci dopo sul divano di casa nostra e goderci lo spettacolo.
E venne il giorno che avevamo concordato con Franco: una giornata infrasettimanale in cui mia moglie era a casa perché era il santo patrono nella città dove lavorava ed anche Franco sarebbe stato disponibile ad accompagnare il figlio da questa sua amica per una visita ed un colloquio. Dovevano arrivare per le 16.00 e quindi con la scusa della festività avevamo lasciato i nostri figli dai nonni e fin dalla mattina ci eravamo trasferiti nella casa del mare. Anna si era preparata con un vestito molto casto, anche se dalla gonna a tubo si vedeva, attraverso uno spacchetto laterale, la fascia delle autoreggenti quando stava seduta. Una camicetta bianca e sotto un reggiseno in pizzo nero completavano l’opera. Sopra si sarebbe poi messa un camice bianco, molto professionale. Scarpe nere con tacco discreto ma non eccessivo ed allacciate con una stringa sopra la caviglia.
Ultimi ritocchi, trucco discreto e bacio ad Anna (sulla fronte per non rovinarle il rossetto, e poi fuori in auto ad aspettare l’arrivo di Franco e del suo figliolo. Eccoli, pensai, vedendo parcheggiare l’auto nel viale e poi scendere dall’ auto Franco e poi il figlio Marco. Li vidi parlare un attimo tra loro e poi dirigersi verso il nostro cancello e suonare il campanello. Il ragazzo superava di una spanna suo padre, allampanato, molto ragazzino in volto, ma pulito con un principio di barba. – Bene – pensai – mi sembra il tipo che potrebbe piacere a mia moglie. Sentii lo scrocco del cancello ed i i due fecero i quattro passi che li separava dalla porta, che si aprì con mia moglie, in camice bianco ed occhiali dalla montatura nera ed evidente, sulla porta. Devo dire che sembrava proprio una dottoressa . I due entrarono e la porta si chiuse dietro di loro.
A questo punto non avevo che da aspettare, anche se mi chiedevo cosa succedesse all’interno. Passarono 5 minuti e la porta si aprì e ne uscì Franco che mi individuò subito seduto al volante della mia auto. Franco mi confermò che anche lui era rimasto stupito da come si sentisse sicura Anna nella sua veste e di come li avesse fatti accomodare in sala d’aspetto per qualche minuto prima di far entrare Marco.
Aveva provato ad ascoltare se sentiva qualcosa, ma solo Anna che parlava. Accennai a Franco cosa pensasse potesse succedere, ma lui mi tranquillizzò dicendo che Anna era una donna molto sicura di sé e che le cose sarebbero andata per il verso giusto, bisognava solamente aspettare.
Franco rientrò in sala d’aspetto e lo seguii, per capire se stava succedendo qualcosa in particolare, ma in effetti da dietro la porta non si sentivano né voci né rumori di alcun tipo. Il tempo passava ma la situazione non mutava …. certamente Marco e mia moglie si dovevano essere trasferiti in camera da letto e aver chiuso la porta. Mi abbassai, devo dire poco onorevolmente, ma la curiosità in effetti era tanta, per vedere dalla serratura se si riusciva a capire qualcosa. Per quello che potevo vedere i due non erano più nello studio ma dovevano essere andati oltre, visto che la porta della camera da letto era chiusa. Facendo molta attenzione provai ad abbassare la maniglia per entrare. Nello studio notammo per terra le mutandine di mia moglie ed i calzoni di Marco. Franco mi guardò facendomi il segno del pollice, come a dire che le cose avevano sicuramente preso la piega prevista. Ci avvicinammo all’uscio della camera da letto, chiuso. Dalla serratura non si riusciva a vedere nulla, anche se traspariva la luce della lampada posta sul comodino e poi si percepivano delle mezze parole, ora di Anna ora di Marco., anche se non si afferrava il senso compiuto di quello che si stavano dicendo. Dopo alcuni minuti sentimmo un po’ di rumore come se qualcuno si stesse avvicinando alla porta. Franco ed io uscimmo rapidamente ma appena in sala d’aspetto sentimmo scorrere l’acqua nel bagno, e la voce di Anna che parlava di doverlo lavare. Ormai erano chiusi dentro da oltre un’ora e la cosa sembrava andare ancora per le lunghe. Sentimmo chiudersi nuovamente la porta della camera da letto. Uscimmo a prendere un po’ d’aria. Franco era molto allegro e accennava al fatto che sicuramente a quest’ora Marco avrà perso la sua verginità. –Scommetto che Anna adesso se lo vuole gustare tutto! –aggiunse sornione Franco. In effetti mi immaginavo Anna piegata sul letto a novanta con il ragazzo finalmente liberato che tenendole le mani sui fianchi se la stava montando per l’ennesima volta, dandole spinte profonde e con la frequenza che solo a quella età si può avere! – -Mi sa, disse Franco, che la tua signora farà il pieno oggi pomeriggio! . Erano ormai le 6 del pomeriggio ed i due erano ancora dentro quando ad un certo punto vedemmo la porta aprirsi e Marco sull’uscio cercare con gli occhi suo padre, che era appoggiato alla mia auto e fargli segno di entrare. Franco mi guardò un attimo e poi raggiunse il figlio ed entrò in casa mia. Sentii Marco che diceva a suo padre che la dottoressa voleva parlargli un attimo,prima di lasciarli andare. Dopo una decina di minuti padre e figlio uscirono e passando vicino all’auto dove ero seduto facendo finta di leggere un giornale sentii Franco dire al figlio che si, aveva dovuto pagare parecchio, ma che secondo lui quelli erano soldi ben spesi!.E così Anna si era pure fatta pagare, pensai. Una volta allontanati entrai in casa, dove trovai mia moglie stesa sul letto, con il camice addosso, ma aperto a mostrarla completamente nuda e con le scarpe. Mia moglie mi fece un cenno sorridendo ed alla mia richiesta di sapere mi fece segno che era stanca e che mi avrebbe poi raccontato tutto dopo, ma che al momento aveva bisogno di una bella doccia per riprendersi. Nella camera da letto notai diversi profilattici usati, sparsi per terra e sul comodino, il suo reggiseno e le calze appoggiate alla testiera del letto ed il tubetto del lubrificante aperto , sena tappo, in fondo al letto.
Mia moglie entrò in doccia e…il resto credo che ve lo racconterò la prossima volta!
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