“Il sesso in tutto il suo splendore regnava sovrano in quella famiglia veramente libera, intelligente, spregiudicata…”
Questo è un romanzo, e, come tale, di fantasia. Ma dentro ogni
capitolo è stata inserita una storia autentica ed autobiografica. Per questo motivo il genere è diverso in ogni capitolo, ma per tenerlo tutto insieme inserirò tutti i capitoli nel genere “prime esperienze, anche se avremo esperienze di altro genere. Spero che vi piaccia.
Capitolo 11 – La famiglia si ricompone.
Nunzia, rimasta sola a casa, si accinse a fare i mestieri di casa, in attesa del rientro della famiglia.
Puntualissimi, nel giro di un quarto d’ora, prima che scoccassero le diciannove, i tre vagabondi si presentarono affamati reclamando la cena.
Gilda si era data da fare ed aveva preparato alcune sue specialità.
Mangiarono di gusto, infiocchettando la cena con discorsi maliziosi e battute spiritosamente spinte. Quando Guido o Nunzio si spingevano in territorio omosessuale, con le loro battute, le due donne istintivamente incrociavano i loro sguardi, sorridendo compiaciute e complici. Alla lunga, Nunzio prima e Guido dopo intuirono qualcosa che le riguardava e si affrettarono a subissarle di domande.
Gilda non si sbottonava. Non voleva perdere il prestigio di madre di famiglia, ma fu Anita che ad un certo punto cedette e raccontò la scena del cinema galeotto che le aveva spinte l’una nelle braccia dell’altra.
I due uomini si prodigarono in complimenti e commenti di approvazione, felici che anche le loro donne di casa avessero finalmente rotto certi tabù e si fossero concesse delle meravigliose esperienze lesbiche.
E quasi a sottolineare la sua gioia per i progressi fisici e morali della sua bella sorellina, Guido la costrinse ad alzarsi, l’abbracciò stretta a sé e la costrinse allo scambio del bacio più lascivo ed arrapante che mai una coppia si fosse scambiato.
Si eccitarono immediatamente, e mentre il poderoso cazzo di Guido si strusciava sul vestito di Anita in direzione della sua vulva, questa si esibiva in un diluvio di succhi vaginali che scorrevano in mezzo alle sue cosce, solleticandole dolcemente.
Era così arrapante, quello scambio di carezze e di effusioni amorose, che Nunzio e Gilda non resistettero, e subito anche loro si esibirono in una pomiciata supergodereccia lì, in presenza dei loro due figli.
“Bene, noi andiamo in camera a fare un riposino!” cercò di risolvere la questione Nunzio.
“Ma papà, volete eclissarvi da soli? Non volete farci godere dello spettacolo dei nostri genitori che si amano?”
Anita era sempre la solita. Metteva tutti con le spalle al muro, incapaci persino di provare imbarazzo.
“Volete venire anche voi?” Gilda non si sarebbe mai aspettata di avere il coraggio di una simile proposta. Ma le era sfuggita spontaneamente dalle labbra.
Ormai la loro conoscenza, la loro confidenza era senza limiti. Tutti sapevano tutto degli altri. La loro educazione familiare, saggiamente impartita ai figli da Nunzio e Gilda, li rendeva inossidabili a paranoie e pregiudizi che avrebbero distrutto i buoni rapporti di qualunque famiglia cosiddetta normale, soprattutto di educazione cattolica.
La proposta di Gilda ebbe invece commenti allegri e favorevoli, così ché tutti e quattro si diressero verso la camera da letto dei genitori, il cui lettone era capace di accoglierli tutti comodamente.
Nunzio volle far valere la sua posizione di capo famiglia, per cui decretò: “Visto l’affollamento, per semplificare le operazioni, prima di andare a letto, tutti nudi!”
Gli altri non se lo fecero ripetere, ed in men che non si dica si ritrovarono sul lettone, le due donne in mezzo ed i maschi ai lati, ma Nunzio capitò a fianco di Anita e Guido a fianco della mamma.
Già erano tutti in piena eccitazione. I cazzi dei due maschietti si ergevano maestosamente sui loro ventri, e le due donne non vollero indugiare oltre per cui, dando ciascuna la schiena al maschio vicino, si ritrovarono abbracciate a baciarsi lascivamente, a strapazzarsi reciprocamente le tette, facendo ancor più arrapare i maschi, anche con i loro gemiti e mugolii di piacere.
Gli uomini le pompavano da dietro, riempiendo in maniera completa quelle due fiche vogliose. Ciascuno di loro, allungando le mani, abbracciava e tirava a sé la donna più lontana, per cui venne a crearsi un intreccio di braccia di cui non si riusciva a vedere il o la proprietaria, tutte intente a comprimere quella ammucchiata di corpi, a tenerli quanto più vicini l’uno all’altro e tutti e quattro in un unico groviglio.
Le due donne godevano doppiamente, per l’azione maschile alle loro spalle e per la bellissima doppia esperienza, di avere un maschio dietro (e dentro) ed una donna davanti.
Che esperienza divina!
Non era solo l’azione fisica, peraltro molto erotica ed eccitante, che li faceva godere, ma la situazione nuova che stimolava le loro immaginazioni, i loro pensieri libidinosi ed al tempo stesso pieni di amore spirituale: su quel letto c’era, per ciascuno di loro, tutto il mondo degli affetti, la famiglia, gli amori, ma anche gli amanti più desiderati e graditi.
Non poteva esistere una famiglia più felice.
Trascorsero una nottata meravigliosa, scambiandosi spesso di posizione, di partner, con giochi a tre in tutti i sensi.
Più volte le due donne si ritrovarono a fare sesso tra loro, così come i due uomini, mentre lo spettacolo che queste coppie anomale davano agli altri accresceva la libido di tutti e faceva loro provare godimenti nuovi, orgasmi imprevedibili e sconvolgenti. Stranissimi sessantanove, dove davanti alle bocche si ritrovavano fiche, cazzi, culi ai quali di volta in volta le loro lingue dedicavano trattamenti senza tregua.
Momenti in cui nessuno di loro riusciva a rendersi conto con chi stava scopando, da chi si stava facendo inculare, a chi stava leccando la fica oppure il cazzo od il culo.
Il sesso in tutto il suo splendore regnava sovrano in quella famiglia veramente libera, intelligente, spregiudicata.
Gli orgasmi si susseguivano senza tregua, fino a quando, verso le quattro del mattino, la stanchezza ebbe il sopravvento e quasi contemporaneamente piombarono tutti e quattro in un sonno profondo e ristoratore, abbracciati ed aggrovigliati in modo tale che chiunque fosse entrato nella camera in quel momento avrebbe avuto i suoi bravi problemi a riconoscere e rintracciare le membra di ciascuno di loro.
E la loro vita continuò sempre con questi ritmi.
F i n e
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