“Lei mi tirò fuori il cazzo, dicendomi “siii… gioia mia, hai un bel cazzo lungo e grosso quello di mio marito è più piccolo… o non me lo ricordo io!” Mi…”
Ormai avevo sedici anni e quando andavo dai nonni in campagna aiutavo
il fattore, come garzone, per poter avvicinare la figlia, una bella figa da scopare. Andavo con la bici e consegnavo il latte, formaggi freschi ed altro alla gente che abitava nel paesino più vicino. Mi recavo casa per casa i clienti, erano molto generosi mi davano anche delle mance, ma l’unica a non darmi niente ed a chiudermi subito la porta in faccia dopo aver ritirato il latte, era C una signora che aveva il marito in germania. C era bella, alta, mora, capelli lunghi e ricci, occhi chiari, labbra carnose, insomma un gran bel corpo dove spiccava un seno prosperoso, ma che purtroppo veniva scopata solo a Natale ed ad Agosto quando il marito veniva in ferie dalla fredda germania. Tutte le volte che suonavo alla sua porta, immaginavo che mi aprisse nuda e m’invitasse ad entrare, ma non succedeva mai niente, la bella signora sola, soletta mi piaceva un casino. Eravamo nel mese di luglio faceva molto caldo già alle sette di mattina, dovevo fare un pò di consegne e lei non era l’ultima della lista, non per caso, la cosa era voluta dal fattore. Quando suonai il campanello di C, al solo pensiero di vederla magari nuda davanti a me, il mio cazzo spontaneamente s’indurì. Venne ad aprirmi. Non indossava la solita vestaglia rosa, ma una sottoveste nera al quanto minuscola. Era sudata la sua pelle ambrata luccicava. Che pezzo di fica. Gli consegnai il sacchetto con la bottiglia di lette ed aspettavo che mi chiudesse la porta in faccia, come sua abitudine. Non lo fece. Restai lì impalato con lo sguardo fisso sul quel corpo che sembrava una statua di marmo e sorridendo mi chiese “ti posso chiedere un favore?” – “Certo qualsiasi cosa!” – “Bene… quando hai finito i tuoi giri, vieni quà ho bisogno d’aiuto, devo spostare dei mobili nella sala” mi disse con voce calma e sensuale. Io non aspettavo altro e gli risposi di sì con molta enfasi. Con la mia bici correvo come un matto non vedevo l’ora di ultimare le consegne e tornare da C, forse con lei non sarebbe successo niente, ma tentar non nuoce. Quando arrivai all’ultima consegna suonai il campanello e la porta mi fu aperta dalla moglie di B, un uomo sulla cinquantina che veniva a potare gli alberi in campagna del nonno, la signora E era l’opposto della signora C, una donna bruttina, un pò grassa e per niente attraente. Gli diedi la bottiglia e stavo per andarmene, ma lei mi fermò. “Dove corri, aspetta entra!” Quel tono non presagiva nulla di buono, entrai e lei disse “mio marito mi ha detto quello che fate tu e la tua cuginetta quando non ci sono i nonni ed i vostri genitori. Ti le piacciono solo le ragazzine o anche le donne?” Se fosse stata un pò più arrapante, gli avrei risposto anche le donne, ma poiché non lo era non risposi affatto, ma lei mi afferrò per mano e mi portò nella camera da letto, il letto era sfatto, e si spogliò velocemente, mostrandomi tutta la sua ciccia. Il monte di venere si vedeva appena, era coperto da salsicciotti di carne ed i seni enormi e penzolanti poggiavano sulla pancia. “Cosa aspetti a spogliarti?” mi disse sdraiandosi sul letto, ma io scappai, pensando a C, non avevo altro nella mente. Arrivato di nuovo a casa sua, la trovai con un abitino rosso, che si intonava con le sue scarpe a tacchi alti, privo di spalline che terminava a un palmo dalle ginocchia, mi fece entrare, “hai terminato tutti i tuoi giri? Hai consegnato il pane?” domandò con gentilezza ed io le risposi di sì. Sollevò le braccia per sistemarsi i capelli e la visione del pelo sotto le ascelle intrise di sudore mi fece arrapare. Così doveva essere anche quello sul pube bagnato. Andammo nella sala e disse “oggi, è un… giorno… che non dimenticherò mai! Mi gira la testa… mi gira tutto…” e si lasciò andare sul divano. Nel cadere, gli venne fuori una tetta, era sdraiata con le cosce scoperte e si vedevano le mutandine bianche. Non sapevo cosa fare, ma lei disse “non temere ora passa è la pressione. Vieni qui siediti…” facendomi cenno con la mano dove sedermi, all’altezza del suo petto. Mi sedetti, con lo sguardo calamitato dal suo seno nudo, il capezzolo turgido e l’aureola, ampia e scura come una macchia di cioccolato, me lo fecero indurire ancora di più. Si accorse di avere la tetta scoperta e disse “ora, penserai che l’abbia fatto intenzionalmente, che il mio malore è stato solo una simulazione per adescarti…” e si coprì con la mano il seno. “In parte è vero. Ti ho fatto venire qua, perché ho voglia di fare l’amore, non mi fraintendere sono mesi che… che… che non faccio sesso, ma il giramento di testa, non è stato una finzione come non è stato voluto il seno scoperto. Non voglio che ti fai un’idea sbagliata su di me. Anche se i corteggiatori non mi mancano quello che mi manca è il coraggio. Ho scelto te, perché sei ragazzo e che con te, non corro il rischio che vai in giro a raccontare a tutti che hai fatto sesso con me. Chi crederebbe ad un ragazzino!”Sudava e il sudore che colava sul corpo, la rendeva più seducente, “se avessi avuto un figlio, avrei voluto che ti somigliava sei tanto bello. Un figlio avrebbe reso meno vuota la mia vita. Ci avrei potuto giocare come fa una mia amica con il suo, fanno sesso e mi dice che è una cosa meravigliosa prova delle sensazioni uniche. Come la invidio…” Cominciò a torcersi abbassò il vestito tirò fuori i seni e si mise la mano negli slip. Iniziò a masturbarsi, “mmmhhh… dai… fallo tu dai ficcami le dita dentro fino in fondo chiamami mamma!” L’avevo immaginata in tanti modi, ma questo superava la mia immaginazione, ma la cosa non mi turbava affatto, visto che anch’io facevo sesso con mia madre. Gli ficcai tre dita dentro, era zuppa appiccicosa di umori, poi mi chinai, per ciucciargli le tette. Lei mi tirò fuori il cazzo, dicendomi “siii… gioia mia, hai un bel cazzo lungo e grosso quello di mio marito è più piccolo… o non me lo ricordo io!” Mi faceva piacere sapere che la mia verga era di suo gradimento e facevo entrare ed uscire le dita velocemente in quella pozzanghera di desiderio. Il rumore procurato dalle mie dita nel suo pertugio, rintonava nella stanza “ciac… ciac… ciac” e così me lo prese in bocca. Le mancava il cazzo ma non aveva dimenticato come si fa un buon bocchino, succhiava proprio bene, gemeva, frignava, poi strinse le cosce imprigionando la mia mano. I gemiti, si fecero più assidui stava per avere l’orgasmo, ma anch’io ero prossimo a venire. “ahhh… mamma miaaa… vengooo… sborro!!!” – “Siii… tesoro insieme dai schizza in bocca…” farfugliò, quelle parole con il cazzo in bocca e così fiottai, riempiendole la cavità orale. Mi mostrò la lingua, era ricoperta del mio sperma, poi mandò giù tutto, poggiò la testa sul bracciolo del divano, gli brillavano gli occhi. “Ho goduto tanto, sei stato bravo. Avevo dimenticato il sapore della sborra, la tua è molto gustosa. Ti è piaciuto il pompino?” – “Si! Tanto. Nessuna me l’aveva mai fatto con tanto trasporto, è stato bellissimo!” – “Sono contenta andiamo in camera da letto.” Ci alzammo, si tolse il vestitino e le mutandine, cazzo se era bella, e mi denudai anch’io. Il mio cazzo, era sempre eretto e la voglia di chiavare non mi era passata afatto, entrammo in camera, una camera che sembrava una stanza d’albergo. Il letto era alto, sopra un copriletto rosso con stampe di fiori, “mi prometti che non dirai a nessuno quello che è successo qui?” e si sdraiò. “Nessuno saprà niente lo giuro!” Oramai ero un treno in corsa, mi misi sopra e glielo infilai dentro con un colpo secco. All’inizio le feci un pò male, segno che era tanto tempo che non lo faceva, almeno 7 mesi, dopo poco, sentendola godere sempre di più, cominciai a sbatterla più forte, vedendo le sue tettone che si muovevano al ritmo delle mie botte e dal piacere che provava, cominciò a dire “oddio mi piace… oohhh! Mi piace siii! sì!”. Venne un’altra volta. Oramai era ben lubrificata, il mio cazzo entrava dentro che era una meraviglia, cominciai allora a scoparla più forte ed i suoi capezzoloni turgidi strusciavano sul mio petto, la guardavo in faccia mentre godeva, abbassavo lo sguardo e guardavo il mio cazzo che entrava ed usciva dalla sua figa, era bagnato anche il pelo. “Tu meriti di essere chiavata di brutto…” le dicevo, ormai al massimo dell’eccitazione, mentre la fottevo, “sei stupenda, voglio farti godere come una troia. Si ora ti sfondo!” – “Sì… mi piace! Sì oddio, oddio!” mi diceva lei. Mi alzai allora sulle ginocchia, le allargai le gambe, la presi per i fianchi e la chiavai qualche minuto in quella posizione, guardando la sua figa bella aperta e le tettone sudate che ballavano al ritmo delle mie spinte. Venne altre due volte in quella posizione… il suo liquido continuava a lubrificarmi il cazzo, era troppo eccitata. Dopo poco, poiché lei non ce la faceva più a tenere le gambe in quella posizione, la misi a quattro zampe e cominciai a sbatterla alla pecorina “ohhh… che bello così… che bello si!” Le impugnavo quel bel culo pieno e tondo, guardavo il mio cazzo entrare in lei, poco sotto il suo buco del culo, piccolo e nero, sentivo il rumore delle botte che le davo ed i rumori vari del letto, ormai si era allargata al punto che tiravo fuori il cazzo e glielo rimettevo lentamente nella figa senza bisogno di aiutarmi con le mani; ogni volta che facevo questo giochetto sentivo il cazzo indurirsi e lei dire quasi sottovoce “argh! Sì, ah… sììì…” Davanti a noi c’era uno specchio, uno specchio sopra il comò, giusto all’altezza del letto, mi vedevo riflesso nello specchio, con la mia signora a quattro zampe davanti a me che gemeva e godeva, prima guardavo il suo culo tondo e bianco, strizzato tra le mie mani, il mio pelo oramai totalmente bagnato dai suoi umori, poi le guardavo la schiena, il collo, poi alzavo lo sguardo verso lo specchio e vedevo riflesse le sue tettone che dondolavano seguendo il ritmo, vedevo il suo viso, deformato da una smorfia di piacere, vedevo me stesso che la stavo sfondando, era troppo bello e pensai “mi sto chiavando la signora C, l’innavicinabile signora C!” Contemporaneamente a questo pensiero, sentii che stavo per venire, le allargai un pò le gambe, impugnai più saldamente i suoi fianchi sudati e dissi quasi gridando “Stò per venire… cazzo stò per venire di brutto! Ti vengo dentro, sì ti vengo dentro!” Lei, tra mugolii e gemiti vari mi rispose “Oddio no! Dentro nooo… sì… vieni sì… siii!” – “si o no!” Senti il mio cazzo letteralmente svuotarsi dentro la sua figa, mentre le davo le ultime botte e mi stupivo perché non finivo più di venire, poi quando lo tolsi, ansimante e sudato, lei cominciò a fare strane scorreggine dalla figa e l’aria che usciva con lo sperma faceva delle bolle, poi finita l’aria, cominciò ad uscire un mucchio di sperma che le scivolava prima sulle grandi labbra e poi lungo l’interno coscia. Facemmo tutte le posizioni possibili e immaginabili, da quella del missionario a un struggente “69”, quasi non gli stavo dietro era una femmina con la “F”maiuscola. Cercavo di dar un pò di riposo al mio cazzo ormai in fiamme, leccandogli la fica e ficcandogli le dita nell’ano, cosa che gli piaceva tanto. Venni altre due volte e lei, non riuscii a contarle, ormai dopo due ore il mio cazzo non si ergeva più, ma lei non demordeva e mi disse “non importa gioia se non si impenna, mettimi il ginocchio tra le cosce e spingilo contro la fica!” Feci come mi disse lei, serrò le gambe e iniziò a strusciarsi contro il mio ginocchio, “siii!!! Vedi piccolo mio è piacevole lo stesso sì… è… bellissimo ohhh… cucciolo spingi… spingi, uhhh…” Raggiunse diversi orgasmi ancora ma ormai era tardi e così mi liberò dalla sua morsa. Dopo esserci sciacquati ci rivestimmo ed accompagnandomi alla porta mi fece ripetere la promessa d inon dire nulla a nessuno di quanto accaduto e che quella sarebbe stata la prima e l’ultima volta, visto che in pochi giorni sarebbe tornato suo marito dalla germania per le ferie.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.