“Un certo imbarazzo governa i suoi movimenti, tutto si sta facendo intrigante…”
Perché noi casalinghe non dovremmo vivere il nostro essere donna.
Perché dobbiamo condannarci ad una esistenza domestica fatta di quotidianeità costanti senza alcuna possibilità di reagire.
Perché dover mortificare la nostra femminilità e la forte sensualità che ancora riusciamo, e vogliamo, esprimere.
Perché subire tutte queste forme di vessazioni.
A quale scopo immolarci su un altare fatto di privazioni e di rinunce per poi nulla ricevere in cambio se non quelle soddisfazioni morali che, purtroppo, di carnale hanno ben poco!
Sarebbe il momento di dire basta!
È un po’ che sono assillata da questi miei pensieri. Quasi costantemente mi fermo ad analizzare i momenti, sempre più solitari, della mia giornata.
Questo mi preoccupa, mi sto convincendo che devo scuotermi cercare risposte, trovare quel qualcosa che sconfigga la monotonia della mia vita domestica, fatta di una scelta personale forse non consapevole dei possibili risvolti. Ma adesso sono giunta ad un bivio, continuare così oppure dare una sferzata che mi scuota dall’attuale torpore e mi restituisca parte di quelle opportunità che, scioccamente, ho voluto ripudiare per il mio innato spirito di sacrificio.
Intendiamoci vivo bene, ho una bellissima famiglia, un marito che rispetto, devota per i grandi sacrifici fatti sino ad oggi nell’offrirci l’agiatezza di cui godiamo, un figlio cresciuto in un ambiente tranquillo con i naturali aspetti positivi ad esso connessi, e una rispettabilità conquistata in anni di vita sociale irreprensibile e senza nessuna defaillance.
Ma adesso cominicia a mancarmi quel qualcosa in più, che non saprei esattamente individuare ma di cui sento, estremo, il bisogno.
Ore di duro lavoro in casa, con la televisione accesa sin dal mattino, unica compagnia di giornate solitarie. La mattina musica a tutto spiano, i mitici anni 70, all’ora del pranzo programmi leggeri, classiche promozioni pubblicitarie.
È così ogni giorno, governo la famiglia non facendole mancare niente in ore lunghissime sempre sola.
A sera sul divano per un po’ di meritato riposo, il fumo di sigarette aleggia sul mio corpo mentre aspetto, inquieta, quel mio momento che allontani i miei sconforti e risvegli la donna che alberga in me, rimurginando mi accorgo che il mio compagno dorme, sconfitto dalla stanchezza, mi crolla il mondo addosso! Non mi resta che fantasticare, in quel po’ di tempo che Morfeo ancora mi concede, su quel qualcosa di nuovo che dia un nuovo impulso alla mie giornate.
Ed è ancora la televisione a tenermi compagnia, passate le 23,00 mi diverto a fare zapping, non ho voglia di seguire programmi impegnati, Vespa e Mentana, a quest’ora, non sono proprio il massimo. Continuo sul satellite, vado frettolosamente avanti, rendendomi conto del perverso che governa le ore notturne.
Indirizzi web, telefonate dai toni lascivi, cordless fallici persi tra le calde cosce di perverse troie, sguardi dove la lussuria impera, immagini che sino a qualche tempo fa scuotevano il mio pensiero, infarcito di retaggi culturali figli di un falso bigottismo che ancora latente imperversa nel nostro piccolo centro di provincia ma che con il tempo ho definitivamente abbandonato.
Seguo per qualche minuto, con la convinzione che il sesso ormai è parte essenziale delle scelte di programmazioni televisive, la merceficazione del corpo femminile rappresenta sicuramente una fiorente fetta di mercato, e il sommerso notturno, fatto di erotismo sfrenato e sfacciata pornografia, ne rappresenta la massima espressione.
Immagini forti che scuotono i miei sensi, al punto che preferisco spegnere il televisore e andare a dormire, con una fortissima voglia di contatti carnale che si impossessa di me, ma lui dorme profondamente, mi accuccio tento di svegliarlo con il calore della mia pelle… ma è inutile.
Ammetto è forte in me il bisogno di sentire il calore di un corpo maschio, ed è fgorse questa mancanza l’origine dei miei pensieri.
La voglia non intende abbandonare il mio corpo, socchiudo gli occhi con una altissima forma di insoddisfazione interiore, mi sento defraudata in un qualcosa di intimo, È come se subissi un furto che si perpetua, ormai, da diverso tempo senza che riesca porvi rimedio.
Questo pesa sul mio presente e comincia a preoccuparmi per il mio futuro.
Prevedo un futuro sessualmente nero! Vent’anni di matrimonio e, dieci anni di differenza, si stanno concretizzando in tutti i suoi oscuri effetti.
Eppure i miei momenti intimi erano all’insegna della fortissima trasgressione, alcun limite frenava la mia passione e il fortissimo desiderio di godere del mio corpo in preda ai tremori del piacere. Sensazioni che si sono diradate nel tempo, ed oggi solo la domenica mattina, o nei giorni di festa riesco a vivere riscaldando i miei sensi concedendomi con tutto il meglio di me stessa alle frettolose piccanti performance del mio uomo.
Le mani, intanto, timide scorrono lente sul mio corpo, cercano un contatto, ho sempre rifiutato l’amore solitario, lo considero una forma di vigliaccheria ma, adesso latente comincia crescere in me la richiesta di carezze particolari. Le dita affondano sulle morbide mammelle, vi sostano nel contatto perverso con i pulsanti capezzoli, scivolano lente ad incrociarsi nel crespo cespuglio umido di un calore intimo. Gemo smaniosa con respiri che mi restano strozzati in gola, la vergogna si impossessa di me e, per quanto forte, non riesce a fermare il mio bisogno di contatto.
Devo reagire!
Lei sei e trenta del mattino, sono già in piedi, fuori è buio, il freddo si fa sentire, il primo sole di primavera ancora non riscalda la frizzante aria del mattino. La brina scivola sui vetri identificando il mio stato d’animo, un calore interiore che lotta, restando soccombente, con la fredda temperatura esterna.
Comincio la mia giornata, un caffè forte per sconfiggere la mia sonnolenza, aspetto lo sbruffare della moka per pianificare la mia giornata.
Alle sette il caffè in bagno al mio uomo, impegnato nella sua toilette, mi fermo qualche secondo, ricordo i nostri mattini, carichi di erotico sentimento, passioni pieni di lussuria, lui sempre duro pronto per offrirmi il piacevole intrigo di un amplesso frettoloso, tanto breve quanto coinvolgente.
Un abbraccio e i nostri corpi fondevano il rispettivo calore, le mia gambe si aprivano per ospitare un piacere sconfinato, le sue carnosi labbra a saggiare ogni centimetro della mia pelle, e poi perderci in gemiti sussurati ma pieni di un trasporto assoluto. La nostra eccitazione andava a sciogliersi con il calore del nostro seme. I miei sensi sconvolti. Godevamo assieme e mi restava forte la voglia di essere ancora sbattuta selvaggiamente che, accompagnandomi per tutta la giornata, era il giusto preludio di una notte di focose follie.
Tutto, adesso, solo un lontano ricordo che ogni giorno sbiadisce sempre di più!
“MAMMA! dove sono i miei calzini….”
ero preoccupata a non aver ancora sentito delle richieste
“Al solito posto”
“Non li trovo”
“cerca bene”
“in questa casa non si trova mai niente”
“se tu fossi più ordinato…”
cominciamo veramente bene!….
“Cara oggi non torno a casa, ho un pranzo di lavoro”
“Anch’io non torno oggi c’è il laboratorio all’università, poi vado in palestra”
Tutto i santi giorno così!
Un rapido saluto di entrambi sul portone ed il silenzio che, immediato, si diffonde rapidamente, in casa rimbalza sulle pareti e mi piomba addosso amplificando enormemente la mia solitudine.
Le otto e quindici squilla il telefono l’amministratore del condominio mi informa tra una mezz’ora faranno quei benedetti lavori sulla rete di adduzione comunale e non ci sarà acqua per buona parte della mattinata. Caspita una mattina rovinata! Il bucato dovrà aspettare.
È bene che approfitti veloce una doccia e poi aspettto che si faccia l’ora per uscire devo fare un po’ di spesa.
L’acqua calda carezza la mia delicata epidermide, le spalle appoggiate alle fredde piastrelle, le mani ancora sul mio corpo, le gambe si divaricano, il corpo soggiace al contatto, un brivido mi scuote, mi accorgo di giocare con il contenitore del bagno schiuma, un riflesso psicologico una strana forma che somiglia a….
Reagisco!
Acqua fredda per scuotermi e, subito l’accappatoio indosso.
Un altro caffe è quello che mi ci vuole.
Le otto e quarantracinque suona il postino, un ragazzotto, forse nemmeno ventenne, lo vedo attraversare il giardino, apro il portone e di corsa fa la rampetta di scale che porta alla nostra zona giorno, lo ricevo con ancora indosso il corto accappatoio, le lunghe gambe leggermente scoperte e l’opulento seno a mala pena contenuto dal tessuto. Mi porge una raccomandata, bloccandosi di colpo, il suo sguardo è fermo sul mio provocante decolletè, il seno civettuolo fa bella mostra dalla scollatura. Sembra inebetito mentre segue una goccia perdersi nella plasticità di un seno rigonfio, mi porge, quasi tremante, la penna per firmare la ricevuta, uno scarabocchio veloce e restituisco il modulo, balbetta i suoi occhi sembra vogliano penetrare il mio corpo.
Il suo sguardo conferma che ho un corpo che tira ancora, chiara poi era la grandissima voglia di possedere la donna che alberga in me.
Ma troppo breve è stato il tempo della sua provocante adulazione.
Mi soffermo allo specchio e inevitabilmente penso alla normalità di una esistenza che sì ho scelto ma che non avrei mai immaginato potesse portarmi al limite dello sconforto.
Sola in casa fantastico su bei giovanottoni che ancora, con apprezzamenti, al limite del volgare, commentano il plastico e sensuale ancheggiare per strada, ho 46 anni ma mi sento una donna in grado di offrire tutta l’esperienza della calda femmina .
Sono fatalista è forse un segnale che sa del psicologico, una richiesta pressante di un cambiamento intimo, forte è il desiderio di richiamarlo, mi affaccio alla finestra mi accorgo che ha già preso il motorino sparendo in fondo alla strada.
Riconosco è un pensiero folle non lo so cosa mi sta accadendo.
Accendo la tv, giusto il tempo di gustare il caffè e per accompagnare la mia prima sigaretta giornaliera, a quest’ora solo promozioni, cerco qualche canale di musica, ormai sono un’esperta di zapping. Richiama il mio interesse la coloratissima fantasia, con forte predominanza di un bellissimo rosso fuoco, il mio colore preferito, del body indossato su una bella promoter, sicuramente mia coetanea che in compagnia di uno statuario ragazzo, dagli addominali scolpiti, promuovono, per le casalinghe pigre, sempre prese dalle faccende domestiche, che non dedicano niente al proprio corpo, un semplice attrezzo per restituire loro quel minimo di tono muscolare.
Peró quel bel ragazzo quanto assomiglia a mio figlio!
Quasi un atto di accusa alla rinuncia del nostro essere donne ma contemporaneamente l’opportunità offerta di avere una piccola palestra in casa.
In effetti, un po’ palestra mi farebbe bene, ma mi infastidisce andarci sola, poi gli orari quasi sempre non collimano con i miei impegni di donna di casa.
“…Un attrezzo in grado di restituirvi quel minimo di sensualità con un minimo impegno di mezz’ora al giorno e solo due metri quadri di spazio disponibile e vi ritrovate un corpo snello e più sexy. 199,00 €., e solo un mese per restituirvi un fisico da favola…”
Recuperare un po’ di tono muscolare non mi farebbe male poi siamo prossimi all’estate e un po’ di ciccia c’e. Hei! Ho detto un po di ciccia, solo un po’ di plastico rilasciamento di tessuti in un corpo che ancora oggi tira, solo il mio compagno sembra non accorgersene.
Mi convince la sua esposizione
“…prova gratuita, un programma personalizzato e, in un mese, soddisfatta o rimborsata…”
Seguo con interesse anche il giovanottone, un adone, fisico scolpito reso lucido da olii particolari, sorriso malizioso nel dimostrare la semplicità dell’attrezzo, senza alcuno sforzo tende i bicibiti, con una facilità straordinaria, è facile scolpire gli addominali. La telecamera indugia sul suo bacino, il disegno perfetto di muscoli in massima tensione senza alcuno, apparente, sforzo, zoom stretto sulle gambe e lentamente a risalire sul bacino.
Però! che bel pacco ha tra le gambe…assomiglia proprio tanto al mio ragazzo!
“Tutto in casa, tra le comodità racchiuse nelle vostre quattro mura, un minimo di sacrificio ed ecco glutei alzati, seno rassodato, pancia modellata per un corpo sensuale. Basta ricucirsi mezz’ora al giorno in casa vostra da dedicare alla cura del proprio corpo e …”
alle prime dieci clienti un omaggio particolare, l’identica accattivante canotta corta, rosso fuoco, da lei indossata con lo scaldamuscoli a mo di hot pants piuttosto intrigante.
La promozione è nella nostra città, per cui senza un preciso perché mi faccio prendere dalla grande dialettica telefono e prenoto una visita. La spesa non è poi tanto.
Mentre la sigaretta ha esaurito i suoi plastici ghirigori si son fatte quasi le dieci è meglio che esca.
Rovisto nell’armadio, stranamente euforica, la mia taglia è una giusta 44 e mi è sempre piaciuto vestitre esaltando le parti del mio corpo più accattivanti, e oggi, rapita da una strana voglia di trasgredire, mi va un’abbigliamento un po’ più intrigante del solito.
Voglio farmi notare, unico scopo accertarmi se riesco ancora a suscitare interesse, trasmettere sensazioni particolari, leggere se un mio atteggiamento sensuale, uno sguardo accentuato e un po’ malizioso può restituirmi la percezione del desiderio.
Oggi voglio manifestare il mio erotismo sapere quanto ancora sono in grado di offrire. Il tutto solo per ridere un po’.
Il seno nella sua plastica rotondità lasciato completamente libero, semplicemente contenuto da una intrigante camicetta bianca, solo un pochino trasparente e volutamente scollata, la gonna stretta, un po’ di iperventilazione per entrarci, mi fascia i fianchi con lo spacchetto sul davanti che lascia scoperte, ben sopra le ginocchia, le mie lunghe e ben disegnate gambe, rivalutate da collant con il righino finissimo che, dalle sottili caviglia, risale per perdersi sotto l’orlo della gonna, il civettuolo reggicalze nero completa la mia lingerie, un sandaletto, giusto un po’ alto, per slanciarmi nella mia prorompenza, il tutto sapientemente mascherato dallo spolverino primaverile che, leggero accompagna, svolazzando, le mie studiate movenze.
Sono ancora una donna con un suo fascino è ora che sfrutti queste caratteristiche per giocare un po’, per togliermi lo sfizio di essere guardata, per sentirmi adulata e, perché no, desiderata.
Subito sento gli occhi dei passanti sul mio corpo, percepisco i loro commenti, esaltano la mia figura e fantasticano sulle mie più intime nascoste doti. Non sono assolutamente offesa anzi devo confessare un certo compiacimento, per niente imbarazzata sorrido lasciando allo spolverino l’opportunità di seguire la fresca folata di vento che scopre la mia figura.
Un celato pudore accompagna il mio atteggiamento, una voluta forma di adescamento nel mio fare, come se volessi una conferma del mio essere desiderabile, cosa che leggo in occhiate cariche di perversa fantasia.
Un’oretta di shopping per le vie del centro, ho acquisto quel tanga scosciato che faceva bella mostra nelle patinate pagine di una rivista di moda, anche un intrigante nude look ha carpito il mio interesse, indossato mi rende veramente stuzzicante.
Rientro, non senza pensare al mio pranzo, dal pizzicagnolo sotto casa una mozzarella un po’ di San Daniele, mentre mi accorgo che il sguardo è penetrante e piuttosto interessato al mio corpo. La presenza di sua moglie alla casa frena qualsiasi mia iniziativa.
Gli operai sono ancora davanti casa, mi accosto per chiedere a che punto siano i lavori, il capo cantiere è dentro una buca scavata per ripristinare il danno, con la testa all’altezza delle mie gambe, perde il suo sguardo sotto la gonna, d’istinto allargo le gambe mentre seguo il suo balbettare che mi conferma che ancora due orette passeranno prima del ripristino del danno.
Una vampata di calore immediata mi arriva al cervello, un mancamento immediatamente mascherato dal mio piroettare verso casa.
Ormai sono certa sono ancora una bella fica, purtroppo sempre più sola!
Il pranzo, frugale e veloce, ed ancora la tv.
Ho caldo, è assurdo saranno i miei pensieri, oggi ho veramente oltrepassato il limite del lecito, a mente fredda mi vergogno di me stessa, mi appoggio sul divano mentre scorrono le immagini del solito reality…
Il gracchiante suono del citofono mi riporta alla realtà.
Controvoglia apro, aspetto qualche secondo e …una splendida signora mi si presenta davanti, sicuramente mia coetanea, un viso addolcito nei tratti da occhi chiari che contrastono con i lunghi capelli neri, raccolti in una sbarazzina e lunga coda di cavallo, un fisico alto e slanciato e un seno invidiabile nel suo essere tonico.
“Ciao sei tu Angela…”
“Si…”
È lei, l’animatrice della promozione di stamattina, la riconosco, alle sue spalle quel bel fusto che tanto assomiglia al mio ragazzi che faceva il trainer in tv.
Ci accomodiamo, cominciamo a parlare del mio acquisto, un suo rapido sguardo alla mia figura per confermarmi che sono fortunata, dovrò solo modellare il mio fisico.
Indossa i classici pantaloncini da danza color bianco, la vita bassa esalta l’accattivante filino del perizoma nero così succinto che fa bella mostra lasciando libero sfogo alla fantasia su un fondoschiena da favola alto, tondo e sodo, ben rivalutato nel suo provocante disegno, sostenuto da gambe flessuose e ben modellate. Una minuscola canotta bianca semi trasparente che onora il bellissimo seno, il tutto esaltato dall’intrigante ombellico impreziosito da un diamantino che mi restituisce i mille cromatismi dell’iride.
Non un filo di cellulite ad intaccare una pelle liscia e sicuramente delicata.
Lui, corti capelli neri e ricci, una bocca carnosa, e un fisico statuario, già alle prese con il montaggio del mio nuovo attrezzo, i pantaloni della tuta neri aderentissimi e la maglietta dello stesso colore così attillati da rendere chiari una potenza muscolare stratosferica, bicipiti, pettorali scolpiti in una forma fisica non indifferente e poi quell’enorme pacco tra le gambe che evidenzia anche una particolare prestanza fisica.
Strano gli stessi atteggiamenti che ultimamente assume il mio bambino!
Elena mi offre subito il dono invitandomi ad indossarlo, cosa che faccio presa da un strana forma di entusiasmo. La canotta, rigorosamente senza reggiseno, comprime il seno nel tessuto, il minuscolo pantaloncino rivaluta le chiappe che mi ritrovo, mi sento un po’ sfacciata e piuttosto trasgressiva, mi ammiro con gli occhi maliziosi di chi si sente un po’ troia. Un bel respiro e sono subito pronta per la mia prima mezz’ora di palestra privata.
Il mio rientro è accolto con un interessato apprezzamento, entrambi si complimentano con me non senza commentare che se tutte le clienti fossero così la loro azienda potrebbe chiudere i battenti.
Il programma d’allenamento prevede, preliminarmente, il controllo del peso in rapporto all’altezza le misure del giro seno, dei fianchi e, in ultimo, del bacino.
L’amara sentenza, sono veramente un po’ sopra il normale dell’usuale rapporto che vuole la regola devo, quindi, lavorare sodo sui fianchi per ridurre di almeno tre centimetri la circonferenza del bacino, sugli addominali per assottigliare la pancetta, senza trascurare il seno e i glutei un attimino rilasciati. Nulla di particolare ma, sicuramente, non deve mancare una costanza nel mio impegno. Via si elabora il mio programma, si prevede una serie di esercizi, non impegnativi, ma da eseguire con la necessaria cautela.
Tony (che strano lo stesso nome del mio bambino) l’istruttore, quindi mi aiuta a stendermi sull’attrezzo, una panca leggermente inclinata con più snodi e due manubri, mi cinge le gambe in un gesto altamente professionale, si china allungando i miei arti agevolando il mio lento sollevare le stesse.
“solleva leggermente facendo leva solo sui muscoli bassi dell’addome”
“così bene… qualche secondo ferma in questa posizione… adesso, lentamente rilascia…brava…”
mi spiega che è un esercizio indicato per assottigliare i fianchi, non è difficile, iniziamo con poche serie per non stancarmi.
Una mano scivola, superficialmente, sulla mia pelle per accertare come reagiscono alla stimolazione fisica i muscoli delle gambe, sostano sino alla alta estremità delle cosce, si soffermano solo per un attimo per poi tastare il bacino e sondare il lavorio degli addominali bassi.
“…dai brava così continua…”
ormai il rapporto, in poco, è diventato confidenziale, è veramente bravo, mi piace sto ragazzo!
“respira piano, accompaga il corpo con il fiato, così ossigeni il sangue e riduci lo sforzo…”
Elena registra su una sua tabella la mia capacità di reazione allo sforzo che sto compiendo, per poi poter elaborare, compiutamente, l’intero mio percorso atletico.
Un altro esercizio per dare il giusto tono ai glutei, la voce è calma cadenzata quasi sussurata mi sento rilassata, mentre le sue mani scendono dalle spalle, seguendo con un dito la colonna, per soffermarsi sui fianchi e giungere sino ai glutei, e scivolare lente sulle cosce, i muscoli si tendono naturalmente. Sussulto!
Cambiamo esercizio, mi sdraio ancora una volta, una mano scivola delicata sui miei fianchi si sposta lentamente sul ventre, lo sfiora mentre l’altra si perde tra i capelli soffermandosi sulla base del collo mi aiuta a flettere il busto in avanti.
Lo osservo rapita dal suo magnifico corpo, il suo bacino così vicino a me, respiro l’odore aspro del suo sudore, strani pensieri lentamente si fanno strada nella mia mente.
Mi scuoto non è possibile!
“Dieci flessioni, ecco come fare lavorare la parte alta dell’addome”
Incrocio lo sguardo di Elena, mi colpisce il suo sorriso diventato stranamente ambiguo.
“Ora dedichiamoci al petto da rassodare”
Mi inginocchio sulla panca, le braccia tese sui due manubri, il mio peso sorretto solo dalla capacità di resistenza dei bicipiti, flessioni plastiche, una sua mano sulla schiena l’altra delicatamente poggiata sul fondoschiena, vuole governare la velocità dei miei movimenti senza trascurare di correggere la mia postura assunta.
Mi sfiora la pelle, una mano sfiora il petto, le dita lambiscono appena il seno, le percepisco leggere sui capezzoli, si soffermandosi, per pochi attimi, sui punti più sensibili del mio corpo. Scossa, completo anche questa serie.
“OK adesso fermiamoci un po’, sei stanca…”
“No”
“ci vuole un po’ di streching… allunghiamo i muscoli, evitiamo così il formarsi del fastidioso acido lattico.”
Elena sorride sorniona complimentandosi per la mia bravura.
Riprendiamo a lavorare. Ripetiamo gli stessi esercizi. Noto che i suoi massaggi si stanno facendo più arditi, le mani con leggera pressione sfiorano il mio ventre, scendono sulle gambe con carezze delicate, è a fil di pelle il contatto con l’interno della coscia, ripete i movimenti più volte.
Pochi minuti per rendermi conto che non governo i miei pensieri, sono al limite del controllo dei miei sensi, il respiro cresce di intensità ad ogni suo contatto. I capezzoli, stranamente duri, spingono sul tessuto elasticizzato e ne disegnano accattivante il contorno, respiro quasi ansimando e non per lo sforzo fisico c’è ben altro.
Mi sto eccitando!
Il mio sguardo diventa lascivo, carico di morboso interesse, gli occhi fissi sul suo intimo muscolo che sembra crescere accanto alla mia bocca.
Un certo imbarazzo governa i suoi movimenti, tutto si sta facendo intrigante. Continua a controllare la tensione dei muscoli, una mano ancora sul bacino a tastare superficialmente gli addominali alti all’altezza del seno, una mano caldissima. Una tra le cosce ed il bacino, senza volontà le divarico per facilitargli un morboso contatto, sobbalzo leggermente al primo intimo tocco.
Il suo corpo a pochi centimetri da me, il suo bacino cosi vicino alle mie labbra.
La mia mano scivola involontariamente e si ferma al contatto con la sua gamba, risale lenta e perversa tra le sue cosce e, piano piano giunge, dove il mio istinto di calda femmina vuole, sono scossa al contatto intimo contemporaneo è un suo leggero sussulto.
I miei sospiri lo invitono a continuare mentre la mia mano sale sempre più in alto.
Ho avviato un gioco che ormai non governo più.
Mi abbandono al piacere, sfrontata la lingua avida percorre il suo braccio in tutta la sua estensione.
Il cazzo durissimo dall’eccitazione traspare dal pantaloncino, è veramente grosso, sfioro perversa i testicoli, gioco fremendo con le dita sul laccetto della tuta, lo slego, non indossa intimo, l’uccello svetta imperioso a pochi centimetri dalla mia bocca, lo stringo, solo inizialmente impacciata, comincio ad accarezzarlo lentamente, carezze che mi danno brividi intensi. Socchiudo gli occhi e d’impeto è avvolto tra le mie vogliose labbra.
Lo prendo tutto in bocca e inizio un pompino stratosferico, ingoio sino ai testicoli, lo lecco, risalgo dolcemente con la punta della lingua sul cazzo gonfio, gioco su tutta la carne, gemo. Sto impazzendo!
Le sue forti mano scivolano tra il tessuto e la mia pelle, entrambe carezzano morbose il seno stringendo, tra le dita, i carnosi vibranti capezzoli.
Sussulto in un piacere intenso.
Più volte la punta della lingua si ferma sulla cappella turgida, sulla dura asta, vivo l’intenso piacere fino in fondo.
Lecco la cappella gonfia di piacere. La tengo sulla lingua per lunghi istanti, gli occhi chiusi, e la immagino già tra le mie cosce a far fremere il mio corpo.
Si sposta, è in piedi di fronte a me, le sue gambe cingono strette i miei fianchi, sdraiata mi sollevo stringendo tra le mani i suoi glutei, e il cazzo mi scivola ripetutamente tra le labbra, lo prendo ancora tutto il bocca, lentamente lo spompino.
Ho sempre amato succhiare un cazzo duro, mi da sensazioni assurde, sentire pulsare un muscolo che governi con la bravura della tua bocca e gustarlo tutto fino in fondo, è paradisiaco. Lo senti vibrare di piacere, lo stringi tra le labbra restituendogli il calore della tua bocca umida.
Succhio, lecco, sbocchino, tra le mie labbra tremanti di desiderio.
Ondeggio perversa lambendo con le labbra il suo muscolo, le braccia mi sono da ausulio, la fica si bagna, vibra, sbrodola, le mie labbra carnose stringono forte il cazzo che mi scopa la bocca. Sono un lago di piacere mentre languida sfioro ripetutamente la rossa cappella.
I muscoli addominali si tendono quasi all’estremo, tenacemente impegnati in un ottimo esercizio fisico, continuo per la gioia della mia bocca e del mio corpo!
Elena, ha abbandonato il suo blocco per gli appunti, le gambe oscenemente divaricate una mano nascosta ad accarezzarsi la fica, l’altra gioca perversa con il seno, lo sguardo interessato al mio fare completamente rapita da una eccitazione bestiale.
Sono spudoratamente eccitata con una gran voglia di essere scopata adesso, l’idea di un triangolo esalta la mia mente, comincio a fantasticare con il pensiero intenso di essere sbattuta selvaggiamente in un orgia che coinvolge il corpo e la mente.
In un attimo mi è accanto, lo sguardo è carico di morboso interesse, con perverso trasporto inizia ad accarezzarmi il seno, un contatto che mi inebria, una scossa assurda si impossessa di me.
“…non vorrete escludermi vero?”.
Sono completamente bagnata!
Prende una mia mano, la guida morbosa su quel cazzo stratosferico, duro, gonfio mentre china, mi bacia appassionatamente stringendomi l’opulento seno. Non riesco a controllare i miei sensi, e come se non aspettassi altro mi accarezza, la sua mano scorre lenta a raccogliere il calore tra le mie cosce.
Continuo a pompare su un cazzo stratosferico, succhio avida e assetata un muscolo che sento pulsare tra le mie labbra e gonfiarsi nella mia bocca.
Smetto solo un attimo per godere del piacere di una lingua delicata che fa fremere tutto il mio corpo, eccitata gemo della sua lingua.
In un attimo sono sollevata da forti braccia e come un fuscello leggero Tony mi mette a cavalcioni sul suo corpo con il cazzo che cerca l’intimo incrocio delle mie cosce.
L’eccitazione non mi lascia nemmeno il tempo di realizzare cosa succede, in un istante sono su di lui, e lui è dentro di me, sono posseduta da tutta la sua potenza, mi muovo veloce dentro di lui.
È un piacere assurdo.
Selvaggia mi impossesso di muscolo durissimo, gli occhi chiusi, la testa si scuote, rende tangibile il mio attuale piacere, cavalco con una furia che mai avevo avuto prima, muovo il bacino giù e su, spingo sulle gambe per sollevare il mio corpo e poi immediatamente mi abbandono sul cazzo, monto forsennata accovacciandomi su me stessa e sollevandomi veloce dopo pochi istanti.
È magnifico il piacere che vivo, continuo rapita da un piacere sconvolgente
“…dai così rassodi le cosce, contrai i glutei fa bene anche al culo…”
Elena, ormai nuda, gioca con il mio corpo, mi bacia perversa, lascia scivolare la sua lingua tra le mia labbra, si tocca due dita le devastano la fica mentre il cazzo continua a crescere dentro di me.
Siamo spudoratamente eccitati. Lei continua a baciarmi mentre continuo a montare, ansimando per il doppio piacere di un cazzo che mi sta devastando la fica vogliosa e la delicatezza della sua lingua che lotta imperiosa con la mia.
Sono sconvolta!
Mi metto carpona, offro il mio corpo alla delicata lingua femminile, la sento scorrere sul mio intimo, lecca il solco che divide i glutei, piano piano si avvicina allo stretto orifizio, poi si infila dritta nella fica. Ormai è un lago. Sospiro con una scossa che percorre tutto il mio corpo, il piacere sale, mentre lei assapora il mio corpo, una sensazione incredibile, un piacere assurdo, il calore si diffonde nel mio corpo.
La sua lingua, mi sta facendo impazzire, si fa largo tra le mie calde ed umide labbra, fremo, vibra tutto il mio corpo, scivola tra le mie labbra famelica, ne lecca la pelle calda e si apre la via della mia fica.
E’ incredibile… mai avevo immaginato quali sensazioni potesse regalare le carezze di una donna.
Continua a farmi gemere con la sua sensuale bocca, con passione si dedica alle mie intime labbra umide portandomi al culmine del piacere.
Vengo spudorata tra la sua lingua, gemo in maniera assurda, godo con tutta me stessa, un magico momento.
Elena si avvicina alla mia bocca, le nostre lingue, lottano per godere, assaporo il mio intimo sapore nella sua bocca, un attimo e si siede sulla mia bocca, godo delle fragranze dei suoi intimi umori mentre si mischiano alle intime carezze della mia lingua.
I nostri gemiti rimbalzano sulle pareti e si amplificano stiamo godendo in maniera perversa, non abbiamo limiti, il pudore ci ha lasciato liberi di manifestare la nostra libidine.
Tony non resiste più, mi stringe con forza il seno per leccarne i capezzoli, ormai sono diventata padrona del suo uccello e Elena della mia fica.
Lecco ancora la punta del cazzo la inumidisco per stringerlo con forza tra il solco del seno, lo stringo nel perverso contatto con la mia pelle, le mani tramano sul mio seno mentre avvolge il suo uccello, il cazzo spinge forte contro il mio petto che reagisce accarezzandolo.
Una spagnola dagli effetti stratosferici pochi centimetri dalle mie labbra carnose, con il grosso cazzo che perverso accetta le carezza della calda pelle del mio seno in tutta la sua lunghezza.
Quale miglior esercizio per rassodare le mie morbide mammelle!
Il mio stallone si è sdraiato sulla panca, le spalle appoggiate sull’asse inclinato, è sudato, appoggio la mia schiena sul suo petto, scivolo e mi possiedo. Cavalco ancora sempre più selvaggia facendo leva sulle gambe. Lo prendo tra le cosce lentamente, gustandomi la penetrazione, prima mi allarga la fica, si bagna nei miei umori, poi lentamente tutto il cazzo duro, mi penetra fino in fondo.
Sospiro di piacere mentre mi sfonda la calda fica vogliosa di sesso estremo. Mi fermo a godermi tutto l’uccello nella fica.
Il cazzo entra ed esce lentamente tra le mie cosce, facendomi vibrare per ogni centimetro della sua lunghezza.
Con il cazzo dentro mi scopo!
Lentamente la cappella turgida e grossa mi affonda nella fica calda e bagnata, entra dentro di me, si ferma, esce, riaffonda spinge nuovamente tutto, un caldo brivido mi sale dal ventre, sento la lunga asta allargarmi la fica, lo stringo contraendo i miei muscoli.
Lo tengo stretto tra le mie cosce, mentre in bocca stringo, un capezzolo di Elena permeandolo con la lingua.
Scendo e risalgo, le gambe spingono, si rilasciano sostenendo il mio corpo dentro di lui, gemo forsennata ad ogni penetrazione, spudorata grido, tutti i muscoli delle gambe sono in tensione.
I nostri corpi intrecciati impegnati sino alla spasimo. Splendido!
Mi metto in ginocchio sulla panca, classica posizione alla pecorina, offro ancora il mio culetto alla sapiente arte di Elena, la lingua persa tra le mie cosce, si insinua perversa, spinge plastica facendosi strada lentamente tra le mie sode chiappe, sosta a contatto con la mia fica, indugia sul mio buchetto stretto, lentamente spinge facendomi ripetutamente sussultare.
Spnge tutta la lingua nella fica accompagnandosi con le dita nel devastarmi la fica, gemo in modo osceno.
Le braccia ben tese sui manubri, spingo il corpo per agevolarla.
Tony si avvicina, lei lo lecca inumidendo ben ben il bellissimo cazzo, lo incentiva ha capito che voglio il suo cazzo tutto nel culo desidero godere animalescamente.
Lo sento accarezzarmi perverso le cosce, ed approfittare della lubrificazione del mio culetto, le gambe oscenemente si divaricano.
Lentamente la cappella viola il mio culo, per la mia esaltazione fisica, per sbattermi selvaggiamente, la cappella grossa e dura spinge perversa mi allarga il buchetto e, un colpo secco, subito è dentro, mi incula godendosi il mio buco che si stringe attorno all’uccello duro. Mi faccio inculare facendo resistenza con le braccia, gemo di piacere mentre lecco la fica di Elena. Mi godo il cazzo duro e gonfio tra le mie cosce che mi spacca il culo.
Mi fa morire il cazzo nel culo stringo i glutei, contraggo le chiappe continuamente e rassodo il culo!
Siamo vicini all’orgasmo, la mia fica e il mio culo vibrano al perverso contatto, mugolo, Elena scuote nervosamente il capo, Tony continua a pomparmi la sua asta nel culo, i nostri respiri sono al massimo dell’intensità, vengo è un esplosione… mai avevo avuto un orgasmo così forte da sconvolgermi così, sospiro, godo e tremo il tutto in una morbosa sequenza. Godo in maniera oscena, vengo manifestando ad alta voce il mio piacere, con il corpo vibra in preda alla esaltazione bestiale. Un orgasmo violento che mi fa tremare con sospiri intensi.
Elena continua perversa con la lingua tra le mie calde labbra, Piero ansima, irrigidisce il corpo le mani ben salde sui miei fianche lo aiutano nei suoi colpi secchi.
Momenti tanto morbosi quanto perversi, Tony si stacca da me, accompagna con le sue forti mani i nostri capi in prossimità del suo cazzo, entrambe lottiamo per impossessarci di un muscolo bellissimo, Elena rilascia tra le sue dita gli abbondanti umori del suo piacere, geme intensamente con respiri lunghissimi quasi sibillati, anch’io non ho pace, due dita mi danno il piacere di un ditalino morboso. Ancora un attimo e siamo devastate dal caldo seme che bagna le nostre lingue, accompagnato da un gemito di piacere sconfinato di Tony.
Apro la bocca, desidero ricevermi il suo caldo seme, schizzi violenti ci colpiscono, il viso riceve sferzate di sperma, il corpo è pervaso dalla sborra, ancora, tanta, gocce calde che scivolano sui nostri corpi. Elena lo spalma sulla mia pelle leccandolo con le dita, morbosa passa le sue dita sul mio viso, un massaggio tanto perverso quanto delicato, lecco le sue dita raccogliendo il seme.
“No! ferma, se vuoi per una pelle vellutata e delicata lasciami fare…”
Esausta mi abbandono al perverso massaggio, i muscoli del corpo cominciano a rilasciarsi
Un suono secco mi blocca, mi scuote, mi riporta repentinamente alla realtà, tento di riprendermi, ancora quel rumore secco che si ripete.
Il citofono.
Mi alzo cerco di rassettarmi, barcollo, i capelli arruffati, le labbra secche, la bocca asciutta, cerco appoggi che aiutino il mio equilibrio rispondo
“la signora Angela”
“……si……”
una risposta con voce tremante quasi estorta al mio corpo.
Come! Non c’è nessuno! Sono sola in casa! Ho sognato!
La gonna spudoratamente sollevata, il seno quasi completamente fuori dalla camicetta, sudata e talmente accaldata, gocce del mio corpo scivolano tra le gambe, mi accorgo di essere tutta bagnata.
“Angela …è la fitness center…”
una scossa mi raggela, tremo, le gambe stentano a sostenere il mio corpo, il cuore batte violentemente in gola… apro il portone… e davanti a me c’è Tony…mentre dall’ascensore esce Elena….
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