“Cavolo mi piace1 le varie volte che ci siamo baciate per imparare, con Marina la mia amica, non è stato così, quando ho sentito la sua lingua in bocca a…”
Caro diario,
Questa sera è accaduta una cosa che minimamente avrei pensato
di fare.
Stavo in piazza per la festa di partito, si balla si mangia a suon di tarantelle e vari.
Mi stavo divertendo con la mia amica Marina, tanta gente venuta anche dai paesi limitrofi, vi è un ragazzo moro, alto, due spalle larghe, occhi scuri, pare un divo di cinema. non è un paesano, spesso mi fissa, i nostri sguardi si sono incrociati diverse volte; mentre stavo davanti al tavolo a prendere una bibita, lui si avvicina, si presenta, si chiama Mario e fa parte dello staff delle luci, parliamo per diverso tempo, andiamo a ballare trascorsa una mezz’ora mi dice che si sente leggermente stanco, anch’io lo sono. ci sediamo, ho le gambe stanche, ho acconsentito alla sua proposta, ci siamo diretti sul muretto e ci siamo messi a sedere parlando del più e del meno.
Dentro di me qualcosa stava succedendo, più parlavo con lui e più tra le gambe qualcosa di strano accusavo. Poco dopo trovandoci nella penombra lui ha tentato di darmi un bacio, ci sono stata, il primo sulla guancia vedendo la mia passività è tornato all’attacco baciandomi sulle labbra. cavolo mi piace1 le varie volte che ci siamo baciate per imparare, con Marina la mia amica, non è stato così, quando ho sentito la sua lingua in bocca a momenti svenivo.
Poco dopo lo allontanato dicendo – ma che fai?! -però dentro di me stava salendo una strana sensazione mai provata, mi ha preso per mano e ci siamo spostati dietro ad un camion, su una panchina.
Sedendoci uno fianco all’altro abbiamo parlato, ha tentato di baciarmi ancora sulla guancia, eravamo abbracciati; mi ha fatto mettere sulle sue gambe e baciandomi sul collo ha stretto le sue mani al mio seno, ne porta una dentro la camicetta.
Ancora spostando il minuscolo reggiseno con un dito sfiora la base del capezzolo, ci gira intorno più volte e quando si è sollevato, lo stringe tra il pollice e l’indice, e il calore si spande su tutto il mio corpo. Istintivamente inarco la schiena, per lui è stato un segnale di approvazione. Difatti l’altra mano lentamente va verso il basso, a tastare le cosce dal ginocchio su verso la zona fatidica dove spostando lo slip, trova la cosina abbastanza umida.
La mano le scivolava su e giù toccando leggermente le labbra, le emozioni mi arrivavano da dentro ed erano solo fisiche, naturali.
Leccò due dita della mano sinistra e cominciò a strusciarle avanti e indietro lungo la sua zona più nascosta. Senza fretta soffermandosi su certi punti, le dita s’insinuavano lentamente a toccare angoli lisci e scivolosi.
Sentivo un dolce calore che m’invadeva, sono umida, calda. Con le dita si fa spazio, mugolo di piacere mentre il dito si fa spazio dentro di me. Ero una caldaia accesa, molto meglio delle poche volte che mi ero provata a toccare. Poco dopo mi stava sgrillettando il ciccino, sentivo qualcosa di duro premermi contro la coscia, ma non facevo caso, mi piaceva quel tocco, in pochi minuti mi stava facendo sentire bella, importante, mi stava spalancato un mondo nuovo, diverso, fatto di mille attenzioni che non aveva mai ricevuto.
Non riusciva a non pensare al suo corpo, alle sue braccia possenti, alle sue mani forti che prima ma accarezzato con movimenti lenti, poi l’eccitazione salì, tenendomi spostato lo slip, ha iniziato a toccarmi sempre più velocemente, strinsi i pugni, chiusi gli occhi e mi lasciai andare al godimento; questa volta gemetti e urlai, scordandomi del posto dove mi trovavo e di tutto il resto, anche del timore di essere scoperti. Mi bagnai cosi tanto che pareva di fare pipì. Riuscii solo a dire – stai attendo con le dita sono ancora vergine.
Tornammo a sbaciucchiarci un po’ e noto che ha il sesso durissimo. Cercando di non essere pudica, allungo la mano tastando il bozzo, lui apre i pantaloni tirandolo fuori. Era la prima volta che vedevo dal vivo un cazzo in erezione, Senza dire nulla lo stringo, lui mi chiede di segarlo, ma vedendo che ero ferma non accennavo nessun movimento lui mi fa:
-sai come si masturba un cazzo?
Piena di vergogna avrei voluto sprofondare chissà dove, con la testa dico di no; allora con la sua mano stringe la mia e iniziamo a segare.
-fai cosi da sola dai… vedi impari subito, c’è sempre una prima volta non temere
Mentre continua a baciarmi.
La panchina era un poco isolata e al buio quindi se anche ogni tanto qualcuno passava dietro, non poteva vederci. Con la mano sudata facevo attrito sul cazzo allora lui mi propone di bagnarlo un po’ con la saliva, magari facendomelo entrare in bocca, così per bagnarlo, ma non lo fatto, mi sono passata la lingua sul palmo della mano e sono tornata a stringerlo e segarlo. Continuando a segarlo. L’ho sentito ansimare e gli ho chiesto se stessi sbagliando, lui rispondendomi ma detto.
-no vai benissimo anzi tra poco sarai premiata, visto che sei tanto brava, vedrai che esplosione ci sarà
Ha continuato fino a che non ma detto che stava per venire, si è alzato e mettendosi di lato ma fatto continuare con la sega insegnandomi a farla lentamente per renderla ancora più gustosa e prolungata. Ci ha messo ancora qualche minuto a venire ma è stato veramente stupendo, vedendo quel liquido uscire.
-vedi questa si chiama sborrata finale, quello che esce è sperma serve a fare i bambini, i schizzi erano lunghissimi mi sono sentita orgogliosa di aver fatto godere quel cazzo meraviglioso la mia prima sega.
Caro diario nonostante siano passate quattro ore dall’evento mi sento ancora eccitata, corro a farmi un bagno avrei voglia di toccarmi come ha fatto lui ma chissà?
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