“Roberta è stata lasciata dal marito, un tipo irresponsabile ed egoista che se ne frega anche della figlia, se non fosse per le “costrizioni” cui non si può…”
1.
Cosa augurarsi di più dalla vita che avere
non una, ma due donne a disposizione per sfamare la voglia di sesso? E che dire, per di più, se si tratta di madre e figlia?
Ho avuto “culo”, come si dice. Convivo da un paio d’anni con Roberta, di 46 anni, una donna separata con una figlia, Valentina, di 19 anni.
Roberta è stata lasciata dal marito, un tipo irresponsabile ed egoista che se ne frega anche della figlia, se non fosse per le “costrizioni” cui non si può sottrarre. Roberta è una donna nel fiore della sua maturità sessuale e della sua bellezza: 1.75 di altezza, capelli lunghi fin sotto le spalle, viso scolpito dalle vicissitudini della vita ma sguardo sereno, nasino all’insù, bocca carnosa, seno prorompente, un fisico non asciutto ma neanche grasso, un bel culo sodo e una passera da far svenire.
Quando ci prende lo schiribizzo di fare l’amore, molto animalescamente, è uno spettacolo sentirla fremere di voglia e piacere con quel suo modo di respirare e gemere. Mi piace quando mi cavalca mettendoci tanta energia, così che io posso giocare, baciare e ciucciare quelle tette grosse e morbide che aveva, con una grossa aureola bruna e due capezzoli che si ingrossano quando si eccita, che io sbaciucchio, lecco e mordicchio con passione.
Dicevo della sua figa favolosa, con un bel pelo nero e folto che mi fa impazzire tutte le volte che la faccio mettere stesa davanti a me a gambe larghe. Incomincio a baciarle le cosce fino ad intrufolare la lingua tra i peli sfiorando la fessura fino a farla dischiudere dalla voglia, allora ci infilo la lingua ravanandola nell’intimità e gustando il suo sapore e il suo modo di bagnarsi.
Ah, come gode di quella cavalcata! Dopodiché tocca a me e la posizione migliore per inondarla con il mio seme è la pecorina. Ma prima di affondarmi in lei, lecco ancora un pò la sua passera per poi dedicarmi al suo culo che stuzzico con la lingua e lubrifico con la saliva. Poi, quando decido che è pronta, infilo il mio uccello nella figa e la cavalco fino a riempirla di crema.
Non contento, sfilo il cazzo ancora grondante e picchietto la cappella sopra il suo ano. Lei comprende subito cosa l’aspetta e si mette subito in posa offrendomi il suo panorama posteriore. Affondo nel suo buco con delicatezza per farla abituare gradualmente alla violenza dell’inculata, poi piano piano aumento il ritmo montandole completamente sopra e gustandomela tutta, fino a riempirle lo sfintere di sborra.
Alla fine, mentre io esausto mi abbandono sul letto, lei si dedica al mio uccello smosciato, lo scappella e comincia a leccarlo con la lingua, solleticando l’anello e insalivandolo tutto; poi se lo infila in bocca e le piace sentirlo pulsare e crescere tra le labbra, inebriandosi letteralmente nel raccogliere in bocca il cremoso residuo dei miei coglioni.
Una sintonia fantastica la nostra! Un piccolo eden domestico che, naturalmente, non potevamo tenere nascosto nel chiuso della stanza da letto e che, quindi, non poteva restare del tutto fuori dal campo di osservazione della figlia Valentina.
Valentina ha ormai 19 anni ed è una splendida fanciulla, alta quanto la madre, di temperamento solare e insieme dispettoso. Il seno le si è gonfiato in maniera vistosa, anche se non ancora ai livelli della madre, i fianchi si stanno modellando e già spicca un culo morbido e voglioso. Ogni tanto, quando in casa indossa pantaloni attillati tipo tuta, si evidenziano due labbrone in mezzo alle cosce che cercano di aprirsi… e capisci che la ragazza è diventata ormai una donna.
Con lei ho sempre avuto un atteggiamento molto affettuoso, di tipo paterno. Ma da un po’ di tempo la mia attenzione si è sempre più andata concentrando sui mutamenti del suo corpo, del suo sguardo, del suo modo di gestirsi. Mentre siamo in casa e si gioca e si ride e capita che ci abbracciamo, avverto che non resto insensibile a certi suoi strusciamenti, sicuramente innocenti, o alla prominenza dei suoi capezzoli che spuntano turgidi sotto la maglietta.
Ho cercato in ogni modo di resistere a queste sollecitazioni, cercando di allontanare ogni tentazione; ma l’eccitazione covava sotto traccia ed io finivo per sfogarla con Roberta, con scopate sempre più rabbiose e con forsennate inculate.
Un giorno ho visto Roberta assai rabbuiata, le ho chiesto il perché e, dopo una lunga pausa di silenzio, lei mi ha confidato il suo cruccio:
– Sai, ho scoperto Valentina che si masturbava in camera sua…
Dopo un attimo di smarrimento, le ho risposto:
– Embè, e ti vuoi angustiare per questo! sta crescendo la piccola… con la smania che si prova a quell’età non devi preoccuparti se fa quelle cose da sola …. piuttosto di poterla trovare con qualcuno in quel letto …
– Beh, per la verità è proprio questo mi preoccupa… che non sia uno stronzo a sverginare Valentina… non vorrei che ne resti traumatizzata ….
– Non esagerare, ora. Mica possiamo cercare uno sverginatore gentile per Valentina…
– Mah, chissà …. magari se lo facesse quello per cui lei si masturbava…
Rimango a guardarla come un ebete a bocca aperta. Poi mi accorgo che sta piangendo silenziosamente. L’abbraccio accarezzandola teneramente:
– Basta ora. Ma tu lo sai su chi si masturbava?
– ….. se lo vuoi sapere, lo faceva su di te…
La risposta di Roberta mi lascia senza fiato, la testa mi gira vorticosamente.
– Scusa, non volevo sconvolgerti, è che mi ha preso tutto alla sprovvista. Amore, vederla sul letto mezza nuda che si toccava in mezzo alle gambe invocando il tuo nome e chiedendoti di penetrarla più forte, mi ha lasciato senza fiato… ma ti debbo dire che mi ha eccitato anche…
Le sue ultime parole mi risvegliano.
– Come? Ti ha eccitato guardare tua figlia mentre si masturba pensando a me?
– Sì… lo so, è inconcepibile … una parte di me avrebbe voluto vederti sopra di lei, un’altra parte no… sono pazza, tesoro, ma tu sai che con te non so mentire …. e ti confesso che pensare di fare l’amore tutti e tre insieme mi intriga, mi eccita, mi lascia tanta voglia in mezzo alle gambe….
Seguo il suo dire a bocca aperta, incapace di replicare. Lei continua:
– …. E poi so che, se a sverginarla fossi tu, lo faresti con premura e tenerezza…. e poi magari, insieme, le potremmo insegnare a fare sesso per bene, con godimento …
Resto a guardarla con attenzione mentre dice queste cose, mi rendo conto che parla seriamente. Cerco di sdrammatizzare buttandola sull’ironia:
– Secondo te, andiamo da lei e le diciamo “Valentina, amore, guarda ti vogliamo fare un regalo, io ti svergino, e poi con mamma ti insegniamo a fare l’amore!”… credi veramente che possiamo fare così?
Roberta mi sorride:
– Non ti preoccupare di questo, lascia fare a me, fidati, vedrai che sarà stupendo.…
Detto questo si avvicina e baciandomi mi infila la lingua in bocca palpandomi l’uccello che si ridesta imperiosamente.
Le sento addosso una voglia centuplicata. Diamo vita ad una notte di fuoco, senza risparmiarci e senza troppe cautele. A tratti mi sembra che Roberta voglia far sentire alla figlia cosa succede nella nostra camera.
La mattina successiva Roberta sai sveglia raggiante, ma a colazione noto che Valentina è piuttosto imbronciata. Ho la sensazione che abbia reagito male al nostro rumoroso spettacolo notturno.
Passano alcuni giorni senza che succeda nulla. Ma Roberta è impaziente di porre in essere il suo piano e si dirige decisa verso la camera di Valentina, immaginando che proprio in quel momento la figlia sia intenta a sditalinarsi. Apre la porta di colpo e sorprende appunto la ragazza con una tetta stretta nella sinistra, mentre la destra stropiccia le labbra della fica con ardore.
Valentina con uno scatto improvviso cerca di coprirsi per la vergogna. Roberta finge di volerle fare una ramanzina:
– E brava Valentina! ci stiamo divertendo, eh!…
Ma, vedendo la faccia contrita della figlia, si scioglie immediatamente, si avvicina e si sedette sul suo letto.
– Valentina, amore, non ti preoccupare… fantasticare su ragazzi e masturbarsi per provare piacere è normale… però, se hai problemi, perché non me ne hai parlato?… non credo di averti mai detto di no.
– Sì, ma …. È che me ne vergogno, mamma…
– Macchè vergogna!…. Anch’io alla tua età lo facevo… anzi ti debbo dire che anche adesso qualche volta…
Roberta dice queste ultime paro ammiccando.
– Mamma, ma tu fai l’amore, mica hai bisogno anche di questo. Tu hai chi ti dà piacere…
– Sciocca! quando ho voglia e lui non c’è, in qualche modo devo fare, no?… E poi tu con chi lo vorresti fare? Sentiamo….
– Mamma… ti prego … ti ho detto che mi vergogno …. Lascia stare ….
– No, no, amore, io ti voglio aiutare, tra di noi non ci devono essere segreti … su, dimmi con chi vorresti farlo….
– Mmmm …. vorrei farlo… vorrei farlo …. con chi lo fai tu…
Lo dice piano timidamente, rannicchiata per coprirsi. Roberta si lascia scappare un risolino, popi accarezzando la figlia le dice:
– Hai capito la buongustaia? Vuole giocare con l’uccello della mamma!…
– Mamma, ma cosa dici?
– Perché, che c’è di male?…. Ma sì, ti vedrei bene con lui… se vuoi, te lo posso prestare….. anzi, te lo presto e poi ce lo facciamo insieme, eh … che ne dici?
Valentina rimane a bocca aperta mettendosi seduta.
– Ma stai scherzando, mamma?
– Assolutamente. Non sono mai stata più seria di ora. Se a qualcuno devi dare la tua verginità, preferisco a questo punto che glie dia a lui, che ti vuole bene e non ti farà del male … e se devi imparare a fare sesso, allora meglio che ad insegnartelo siamo noi. Non ti pare?
– Mamma, io … sei fantastica!
Le si getta al collo abbracciandola. Roberta in quel abbraccio sente il calore della figlia e il profumo della sua fica eccitata. Allora si rivolge a Valentina con voce che tradisce tutta la sua voglia:
– Vale, ma ti piace masturbarti?…. Se vuoi ti insegno io a toccarti bene per darti più piacere….
– Sì mamma. Ma poi come la mettiamo?
– Se ti riferisci al tuo sverginamento non ti preoccupare, penso a tutto io. Intanto togliti la camicetta e sdraiati per bene che adesso ti faccio vedere come si fa …
Valentina obbedisce alla madre fremendo per quello che sta per succedere. Roberta accarezza i seni della figlia, sfiora le aureole e si dedica ai grossi capezzoli, accarezzandoli, strizzandoli e tirandoglieli. E’ tanta la voglia di farlo che Roberta si china sul seno di Valentina e comincia a succhiarle i capezzoli, prima uno poi l’altro…
Valentina sospira e incita la madre a toccarla sussurrandole che ha voglia. Roberta allora con la sinistra scivola su corpo di Valentina, lentamente senza fretta. Arriva alla fica della figlia, accarezzando il pelo rado ma soffice, per poi posizionare il dito sulla fessura bagnata andando su e giù. Valentina è eccitata al massimo, segue con il bacino i movimenti delle dita della madre finché non emette un piccolo urlo di soddisfazione. Roberta si stacca dai capezzoli della figlia portandosi le dita alla bocca per leccarle e sentire il profumo della fica della figlia, e intanto sorride a Valentina E’ un sorriso che consacra la loro complicità.
– Grazie mamma, sei favolosa…. non avevo mai goduto così….
– Tranquilla ora. Ti insegnerò, anzi ti insegneremo che ci sono tanti modi di godere. Prima che tu perda la verginità, ti mostrerò quanto si gode quando qualcuno ti lecca la fica e il culetto, vedrai…
– Sì mamma, voglio provare. Ma dimmi, sarà doloroso quando perderò la mia verginità?… Le mie amiche che lo hanno già fatto hanno detto che la prima volta fa male…
– Beh, è lo scotto dell’imene che si rompe…. ma posso dirti che, se preparata bene, il dolore passa velocemente lasciando solo godimento. Ben altra cosa è se te lo mettono nel culo…. Lì finché non si allarga bene, fa veramente male. Ma anche lì, se sai come fare, il dolore passa in fretta lasciandoti solo voglia di godere…. dai, su, mettiti carponi che ti faccio vedere. Ah, questa posizione si chiama “a pecorina”…. Brava! allarga un pò le gambe e abbassa la testa… così.
Fatto questo Roberta si posiziona dietro Valentina e incomincia a intrufolare la sua lingua dentro la fica della figlia slinguettando per tutta la fessura. Assapora gli umori della figlia e con una mano si masturba. Poi lentamente risale fino al buchino del culo della figlia che incomincia a slinguettare facendola gemere. Poi forza il forellino con la lingua e gliela dimena un poco dentro.
Valentina decolla per un mondo di godimento che sta imparando a conoscere tra gemiti e sospiri goduriosi. E non passa molto tempo che, sotto l’infuriare della lingua della mamma, la fichetta di Valentina libera un largo profluvio di umori vaginali, e lei accompagna l’orgasmo con un urlo liberatorio.
(continua)
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