“Mamma, quanto godo!!! … mi sento in paradiso!!! …
E Roberta, con voce dolcissima:
– Sì, amore … lasciati andare … stasera diventerai donna!
Io intanto…”
2.
Il pomeriggio successivo, approfittando dell’assenza momentanea della figlia ospite di
una sua amica, Roberta mi ha portato a letto e mi ha raccontato tutto, avvertendomi che Valentina era ormai pronta per lo “sverginamento guidato”. Ma la descrizione della sua “lezione” introduttiva mi faceva eccitare come un riccio e, via via che mi raccontava, ho cominciato a infilarle le dita nella fica, poi a succhiarle voluttuosamente i capezzoli, mentre lei si deliziava a impugnarmi il cazzo e tirarmelo su fino a farlo diventare un palo ardente.
A quel punto lei, senza interrompere il racconto, mi è salita sopra e si è letteralmente impalata; ma, proprio mentre il cazzo faceva il suo ingresso nella sua fica già bagnata, ho nettamente percepito lo sdoppiamento con la figlia e mi è scappata un’espressione trasognata:
– Oh Vale …. che delizia!
Al che Roberta mi ha subito rimbeccato:
– Ehi ehi … già pensi a lei! …
– No scusa, amore … ma il tuo racconto mi sta travolgendo …
– Ma sì, immagina che stai chiavando Valentina …. così l’impatto sarà più facile …
Che tesoro la mia donna! Ha colto al volo l’ambiguità di quell’amplesso e, non solo per accondiscendere alle mie voglie inconsce, è subito entrata nella situazione immedesimandosi nella figlia:
– Oohhh …. Sììììì …. Che belloooo!!! ….. mmmmm …. Dai, entrami dentro ….. aaahhh che bel cazzone!!!
La simulazione si rivelava più coinvolgente ed inebriante della scopata reale. Il mio cazzo era immerso sino all’elsa nella fica di Roberta, ma davvero mi sembrava fosse inguainato nella fichetta di Valentina:
– Sììì … amore …. cavalcami tu … prendilo tutto …. ormai sei donna …. e che donna!
Ci siamo tanto lasciati andare io e Roberta in quella cavalcata tra il reale e l’immaginario che non ci siamo neppure resi conto del tempo che trascorreva e, soprattutto, del fatto che nel frattempo Valentina era rientrata e, attratta dalle voci e dai gemiti della nostra camera da letto, era lì sulla porta che ci guardava (chissà da quanto…).
E’ stata la sua vocina angelica a farci sobbalzare:
– Scusa mamma …. Ti volevo avvertire che sono rientrata …
Roberta, dopo un attimo di smarrimento, ha avuto la prontezza di spirito di risponderle con grande spregiudicatezza:
– Oh tesoro … pensavo facessi più tardi …. ma, giacchè ci sei, perché non vieni qui da noi?
– Ma io … non so … non vorrei …. scusate ….
A quel punto sono intervenuto io, con voce tranquilla e suadente:
– Ah sì…. ha ragione la mamma …. vieni Vale… dai, ti facciamo posto….
La ragazza ha sospirato indugiando un momento, poi, come seguendo un copione non proprio casuale, ha cominciato a liberarsi dei vestiti, delle scarpe, delle calze e, nuda come una figura botticelliana, è salita sul nostro letto sdraiandosi a lato della madre.
Roberta l’ha abbracciata e baciata sulla bocca, ho assistito estasiato alle languide carezze che si sono scambiate con gli occhi dell’una persi in quelli dell’altra. Poi Roberta le ha sussurrato:
– Tesoro, il tuo posto è in mezzo a noi ….
Prontamente, con l’agilità di una gazzella, Valentina ha scavalcato la madre e si è adagiata leggera tra me e Roberta. Mi sono girato verso di lei col cazzo già in resta ed ho cominciato ad accarezzarle i capelli fluenti, a sfiorarle le coppe dei seni, a baciarla sulla fronte. Da parte sua Roberta ha continuato ad accarezzarla nei punti più delicati, stimolandole il clitoride e incoraggiandola:
– Ecco, Vale … il sesso è una bella cosa se ci metti amore … ed è per questo che vogliamo essere noi a insegnartelo …
La ragazza ha sorriso soavemente:
– Come si sta bene in mezzo a voi due? … mi spiace di avervi interrotto prima…
Le ho risposto io:
– Macchè interrotto!…. continuiamo in tre …. è ancora più bello!
Allora le ho dato un bacio sulla bocca che lei ha ricambiato con trasporto, intrecciando la sua lingua con la mia; poi ha allungato anch’io la mia mano verso la sua fichetta, ho intrufolato due dita, poi le ho ritirato portandomele alla bocca per assaggiare il sapore dei suoi umori:
– Uhmmm … che delizia!
La voglia di succhiare quel fiore fresco, pulsante e delicato, si è fatta subito incontenibile. L’ho fatta girare a pancia sotto, ho cominciato a baciarle il collo, sono sceso a leccarle e succhiarle la colonna vertebrale, trasmettendole brividi irresistibili:
– Oh dio, così mi fai impazzire!
Con le mani le palpavo i seni continuando ad accarezzarla, l’ho fatta girare supina e mi sono calato sul suo pube appena velato di peli biondi. Ho alzato gli occhi verso Roberta, quasi a chiederle il permesso di continuare. Ha annuito amorevolmente; e, mentre io aprivo le grandi labbra della fichetta di Valentina cominciando a far saettare la mia lingua in quel paradiso, lei si è sporta verso il volto della figlia e si è messa a baciarla voluttuosamente.
Sentivo che la ragazza vibrava con tutto il suo corpo, completamente travolta dal doppio piacere che io e la madre le procuravamo. Poi ha preso fiato per dire alla mamma:
– Mamma, non capisco più nulla …. mi sta succhiando il bottoncino … non immaginavo fosse così bello …. Mamma, quanto godo!!! … mi sento in paradiso!!! …
E Roberta, con voce dolcissima:
– Sì, amore … lasciati andare … stasera diventerai donna!
Io intanto avevo cominciato a succhiare a bocca piena, aspirava dalla sua fica come una pompa. Non ha resistito molto e mi ha rilasciato in bocca una piccola emulsione.
– Ohohoh …. dio ….. che meravigliaaaa!!!!
Valentina mi aveva sborrato in bocca ed era comp0letamente in trance.
Ho pasteggiato e poi deglutito tutto. Ho risollevato la testa, ho visto che Roberta le stava succhiando i capezzoli; la ragazza vaneggiava, i troppi piaceri la stordivano. Mi sono risollevato e le ho allargato le cosce facendomi strada e puntando la mia cappella, violacea per l’eccitazione, all’imbocco della fica ben lubrificata dalla eiaculazione appena prodotta.
Ho avuto un momento di dubbio. Il mio cazzone mi sembrava troppo grosso per entrare in quello spacchetto. Roberta, accortasi che la scena madre della deflorazione di Valentina era ormai imminente, si è girata ed ha cominciato ad allargarle con le mani le labbra della fica, sussurrandole:
– Amore …. È il momento …. Stai rilassata … non ti preoccupare se sentirai un poco male …. Passa subito … su, così, apri bene le cosce …. Su, dai, lasciati andare!
Roberta mi ha guardato e con un cenno del capo mi ha detto di andare giù. Ho premuto più decisamente la cappella contro la fichetta, sono entrato per qualche centimetro. La sua carne cedeva, ma ho avvertito persino io un attrito sensibile. Sono avanzato ancora un po’ ed ho sentito che lei si tendeva in uno spasmo; stava per urlare il suo dolore, senonchè lestamente Roberta si è incollata alla sua bocca e l’ha baciata con ardore.
E’ il momento fatale. Un ultimo strappo e … Valentina è donna!
Ho avvertito nettamente il vero che si infrangeva e la fica che si dilatava. Ho sentito lo schizzetto di sangue che mi ha ricoperto la cappella, mi sono quasi commosso per l’aspetto sacramentale di quel battesimo di sesso. Ho spinto la mia balestra sino in fondo. La fichetta di Valentina si è stretta intorno al mio palo come una ventosa, ho goduto intensamente il senso di possesso di quel momento. E chissà fino a quando sarei rimasto in quella inebriante prigionia se Roberta, di scatto, non mi avesse destato dall’incantesimo, toccando per un braccio e ricordandomi con lo sguardo che dovevo tirarlo fuori, prima che ….
Effettivamente il cazzo si era gonfiato all’inverosimile e non ho fatto a tempo di sfilarlo dalla fica della ragazza che ha eruttato schizzi violenti e abbondanti sulla pancia di Valentina. La madre si è subito adoperata per spalmare quella sborra mista a sangue come una emulsione per la pelle e, nel contempo, a ripulirmi nella sua bocca il cazzo cosparso degli umori della figlia.
Ho guardato Roberta, aveva la bocca ancora un po’ impastata della mia sborra, ma aveva gli occhi lucidi; continuava ad accarezzare e baciare la figlia:
– Evviva, amore! … hai visto? … più facile del previsto…
– Oh sì, mamma, bello, bellissimoooo!!!
Ed io, amorevole:
– Mica ti ho fatto male, Vale?
– No, no, appena … sei stato stupendo! … mamma, come ti invidio per l’uomo che hai!
Roberta mi ha baciato felice, poi ha aggiunto:
– Tesoro, spero che anche tu avrai la fortuna di trovare l’uomo giusto per te … intanto noi ti aiutiamo a diventare più matura e più esperta ….
Siamo rimasti ancora un po’ tutti e tre insieme, abbracciati. Poi le due donne si sono alzate per andare in bagno ed io sono piombato in un sonno impenetrabile.
Inutile dire che, dal giorno dopo, il clima in casa è diventato un altro. Io e Roberta limonavamo ogni momento senza paura di doverci limitare in presenza di Valentina. Ma anche mamma e figlia non perdevano occasione per sbaciucchiarsi, per toccarsi senza pudore, come due perfette lesbiche. E Valentina stessa faceva in modo di incrociarmi nei punti più strani della casa per strusciarmisi addosso, per lanciarmi occhiate assassine e lasciarsi accarezzare, direi meglio palpare, da me le tette ed il culetto.
Un clima nuovo che accendeva ancora di più i miei sensi, tanto che chiavavo con sempre maggiore foia la mia donna simulando espressamente con lei che ingroppavo la figlia. Al punto che, Roberta, donna intelligentissima, un giorno è sbottata:
– Amore, sento che la desideri troppo Valentina…. E mi sa che anche lei non aspetta che di essere di nuovo riempita dal tuo cazzo …. È inutile che tiriamo avanti con le finzioni … se vuoi, la facciamo venire a letto con noi …. Solo che non vorrei complicazioni … sentimentali!
Come sempre, Roberta aveva sgamato le mie ambiguità intime. Le ho risposto un po’ imbarazzato:
– Ma no, amore. Valentina mi basta viverla così, attraverso di te … sono d’accordo con te, meglio non crearci complicazioni.
Mentivo. Valentina stava diventando l’oggetto principale del mio desiderio e volevo possederla da solo, in esclusiva. E, per quello che mi trasmetteva con gli occhi, avevo la sensazione che anche lei cercasse un rapporto diretto con me, senza l’intermediazione della madre.
(continua)
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