“Io indossavo un vestito nero a mezza coscia, che copriva a stento la balza dell’autoreggente, ed un perizoma nero, senza reggiseno…”
La storia che vi accingete a leggere mi è realmente accaduta
circa un mese fa, ed è una delle tante avventure in luoghi pubblici che mi piace vivere e raccontarvi, per cui ne leggerete spesso. Questa in particolare ho voluto la scrivesse lei di suo pugno. Solo i nomi sono di fantasia……
“Con il mio uomo, siamo andati in un centro commerciale della nostra città in quanto dovevamo fare provviste per una cena con amici.
Ricordo che era un sabato pomeriggio e poiché avevo una gran sete, ci siamo fermati nel Bar che c’era quasi di fianco all’ingresso a bere qualcosa. Il bancone aveva una forma semicircolare e noi, entrando, ci siamo posizionati nella parte più lontana dall’ingresso, per cui avevamo alle nostre spalle solo un tavolino ed il muro.
Siamo stati serviti, e poco dopo è entrata una coppia di ragazzi, che potevano avere all’incirca 25 anni. Si sono messi nella parte opposta del banco ed hanno ordinato due caffè.
Lui era decisamente un bel tipo dal fisico sportivo, per cui mi sono soffermata a guardarlo.
Io indossavo un vestito nero a mezza coscia, che copriva a stento la balza dell’autoreggente, ed un perizoma nero, senza reggiseno.
Ad un tratto ho sentito la mano del mio uomo sollevare leggermente la gonna, posandosi sul culo, ed in un attimo il suo dito indice si è insinuato sotto lo string, andandosi ad infilare nella mia fica.
Ho avuto una vampata e mi sono bagnata immediatamente, mentre i miei capezzoli si sono inturgiditi ed erano chiaramente visibili sotto la leggera stoffa del vestito.
Fabio mi stava sditalinando abilmente sotto le mutandine, ed io, che oramai non capivo più nulla, per agevolarlo nei movimenti ho leggermente allargato le gambe, mentre cercavo di sorseggiare indifferentemente la mia coca, cercando di non farmi accorgere che stavo godendo come una pazza.
Sarà l’eccitazione per il luogo, dopo circa 4 – 5 minuti, ho sentito l’orgasmo montare senza che io riuscissi a reprimerlo, per cui ho afferrato un fazzolettino dal bancone e facendo finta di asciugarmi le labbra l’ho morso per non urlare, venendo con due dita del mio uomo piantate in fica.
Abbiamo pagato la consumazione, e siamo usciti dal locale. Passando di fronte alla coppia di ragazzi ho notato che lui mi guardava, per cui ho avuto la sensazione che si fosse accorto di quanto era accaduto.
Poiché Fabio aveva le mani imbrattate dei miei umori, ed io dovevo asciugarmi un po’ la passera e rimettermi a posto il perizoma, siamo entrati nel bagno quasi affianco al bar, che in quel momento era deserto, anche perché rimaneva in posizione un po’ nascosta.
Quel ditalino, mi aveva amplificato le voglie, per cui ci siamo infilati nel cesso degli uomini, e ci siamo chiusi la porta alle spalle.
Ho immediatamente tirato fuori il cazzo del mio uomo, già durissimo e con la cappella lucida, cominciando a succhiarlo avidamente, mentre lui da dietro mi infilava un dito nel culo.
Mi ha fatto alzare e dopo avermi leccato la fica che sapeva di godimento, mi ha fatto girare e mi ha presa a pecorina.
La gonna sollevata sulla schiena e le mutande alle ginocchia, mi pompava energicamente, quando abbiamo sentito le voci dei due ragazzi del bar, e uno, sicuramente lui, visto che eravamo nel bagno degli uomini, che entrato, bussava alla porta.
Io mi sono istintivamente sollevata ricomponendomi, mentre Fabio, diceva che il bagno era occupato.
Ho fatto un cenno al mio uomo come a dire: ed ora che facciamo?
Lui mi ha guardato un attimo, ha sorriso, e mi ha rigirata calandomi ancora le mutandine e rimettendomi il cazzo in fica!
Sentivamo chiaramente che il ragazzo attendeva fuori dalla porta del bagno, e questo mi eccitava da morire.
Mi stavo facendo chiavare come una troia nel cesso di un centro commerciale, e quando fossimo usciti il ragazzo avrebbe sicuramente capito, sempre che già non si fosse accorto di cosa stava accadendo all’interno del cesso.
Ad un tratto ho sentito che Fabio, mentre continuava a fottermi, sbloccava il chiavistello ed apriva leggermente la porta guardando nell’antibagno. Accortosi che fuori c’era solo il ragazzo del bar, ha spalancato la porta, in modo che potesse vedere chiaramente come mi pompava.
E’ rimasto come paralizzato, anche quando Fabio gli ha fatto cenno di entrare. Tanto che lo ha dovuto trascinare dentro tirandolo per una manica.
Gli ha detto solo, indicandomi: “vuoi che ti faccia un pompino? Tiralo fuori”
Lui non ha nemmeno risposto, si è girato verso la porta, che avevamo richiuso, e dopo un attimo di indecisione, ha tirato fuori un cazzo notevole che mi ha avvicinato alla bocca.
Ho cominciato a succhiarlo, mentre il mio uomo mi continuava a scopare. La cappella era enorme, tanto che dovevo spalancare la bocca per contenerla.
Stavo succhiando avidamente l’arnese del ragazzo da meno di due minuti, quando ho sentito l’asta impennarsi nella mia bocca, e prima che riuscissi a ritrarmi mi ha scaricato in gola tutto il suo piacere, con un lamento rauco.
Sentivo i fiotti caldi arrivarmi sul palato e colarmi dai lati della bocca.
Contemporaneamente Fabio mi veniva nella fica, ed anche io partivo con lui in un orgasmo dalla forza indescrivibile.
Ci siamo ripuliti e ricomposti uscendo dal bagno e lasciando il giovane seduto sul water ancora incredulo.
Fuori abbiamo visto la ragazza che lo aspettava con i cappotti in mano e che guardava la vetrina di un negozio, per cui non ci vedeva uscire.
Ovviamente non poteva immaginare che avevo in bocca il sapore del suo uomo, del quale non sapevo nemmeno il nome… “
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