“Aveva strappi anche sulla vita e sulle braccia, mentre sulla testa il velo le era rimasto ancora ben fasciato…”
Passai praticamente tutta la notte pensando al culo di suor Luana e
alle porcate a cui mi aveva introdotto quella sera. La mattina successiva ero pieno di sonno, ma il pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere durante la giornata e in quelle successive, fino alla fine della vacanza, mi diede la forza di alzarmi in tempo per la colazione e raggiungere il gruppo nella sala refettorio. Là scorsi subito suor Luana intenta a bere il caffè, e non potei evitare di guardarla negli occhi. Io restai parecchio imbarazzato, mentre lei rimase assolutamente impassibile. Comunque non scambiammo alcuna parola, e anzi la mia attenzione virò su una tipa che non conoscevo benissimo, ma con cui iniziai a scherzare per via di una sua battuta sul mio viso carico di sonno. La tipa si chiamava Chiara ed aveva la mia età, frequentava la mia stessa scuola in un’altra sezione ed era una ragazzina carina, dal viso niente male e con un corpo molto sensuale. Complice il mio stato di eccitazione, che mi portava ad essere più spigliato e disinibito del solito, trovammo subito un’intesa speciale e passammo tutta la mattina insieme, parlando e scherzando senza mai annoiarci. Eravamo in spiaggia con tutto il gruppo, e per rinfrescarci ad un certo punto decidemmo di fare il bagno. Ricordo che mi disse di starle vicino perchè non sapeva nuotare molto bene, io le sorrisi dicendole di stare tranquilla, e lei rispose con uno sguardo malizioso che mi fece eccitare come una biscia. Mi spostai dove l’acqua mi arrivava alla vita perchè non si vedesse il pisello che mi era diventato una trave, Chiara mi seguì e andò ancora oltre, così io le afferrai delicatamente i fianchi da dietro e glielo appoggiai sotto il sedere senza fare troppa pressione. Lei tremò tutta ed emise un gemito, per poi subito calmarsi, guardandosi attorno piena di vergogna. Non cercò minimamente di scostarsi, anzi la sua unica preoccupazione sembrava quella di non essere vista mentre si strofinava sul mio cazzo. Mentre le dicevo qualche parola carina premevo un po’ fra le sue cosce per farglielo sentire, e con la mano le tiravo gli slip per tormentarle ancora di più la passerina. Lei diceva frasi tipo “Ehi attento, potrebbero vederci..” “Ma cos’hai in mezzo alle gambe?” “Dio, mi fai eccitare, non riesco a controllarmi… sì ti prego, fammelo sentire..” Capii che stava immaginando di avere un rapporto sessuale e voleva pregustarne gli aspetti più eccitanti, così l’assecondai ancora per un po’, finchè le dissi di girarsi e le portai una mano sul mio cazzo nudo, in piena erezione, ovviamente restando sempre sotto il pelo dell’acqua: lei sobbalzò e mi guardò con uno sguardo da troia che non mi sarei mai immaginato fosse stata capace, con gli occhi semichiusi e la lingua fra i denti. “Ma… è grosso…” disse soltanto, e cominciò a segarmelo prima lentamente poi con sempre più energia, mentre io, ansimando,le stringevo saldamente le chiappe sode e le infilavo le mani tra il filo degli slip. Le accarezzavo delicatamente il buchetto dell’ano e, ad una sua stantuffata particolarmente forte, non potei trattenermi dall’infilarle dentro un dito, cosa che la fece godere ancora di più: “Ah, stronzo, cosa mi stai facendo?” mi chiese continuando a segarmi con entrambe le mani strette sul mio cazzo. “Ti ho messo un dito lì dietro, ti piace?” Chiara tirò fuori la lingua e poi con ipocrisia mollò la presa e disse “Dai adesso basta, torniamo a riva”, mentre io un po’ deluso le guardavo i capezzoli, che sotto il costume erano diventati duri come due chiodi.
Mentre uscivamo dall’acqua vidi che suor Luana era in piedi sul bagnasciuga qualche metro più in là, sorvegliando i ragazzi che facevano il bagno, allora decisi di provocarla un po’ e camminai nella sua direzione, sfoggiando il mio cazzo in semi erezione, ben visibile sotto il costume, tenendo Chiara per mano, che aveva il volto mezzo sconvolto e le chiappe rosse con i segni delle mie mani. Suor Luana mi guardò con aria severa e io le sorrisi con aria di sfida, cosa di cui ovviamente Chiara non si accorse. Dissi alla mia amica per provocarla “E dai sistemati il costume che c’hai il culo di fuori, se ti vede la suora ti prende a schiaffi!”, il che non la imbarazzò minimamente, tanto che mi rispose qualcosa tipo “che hai sei geloso? Guarda che mi metto anche in topless sai?” “Capirai, con quelle tettine, chi vuoi che si scandalizzi?”, e a quella frecciata giustamente mi diede dello stronzo.
Poi non accadde niente di eccitante fino al pomeriggio, quando subito dopo pranzo Chiara mi invitò a fare una passeggiata nella pineta. Era l’ora solitamente destinata al riposo, e in giro non c’era quasi nessuno, visto anche il caldo infernale. Noi comunque giravamo tranquilli lungo un sentiero all’ombra dei pini marittimi e della vegetazione mediterranea, in costume e ciabatte, fra battute scherzose e intense slinguazzate. Sostammo un poco vicino ad una duna che dava su un tratto di pineta più basso, a livello della spiaggia, un posto abbastanza romantico e pieno di profumi che ci eccitò moltissimo, tanto che iniziammo a limonare e a toccarci ossessivamente, come due bisce avvinghiate. Le tolsi il top e le iniziai a succhiare le piccole ma sode tette, mentre lei godeva gemendo senza paura di essere sentita. Intanto le infilai una mano negli slip e le sfregavo con forza la patata, che cominciò a riempirsi di umori. Poi lentamente mi abbassai e, sfilategli gli slip fino alle caviglie iniziai a salire con la lingua, prima leccandole le cosce, lisce e abbronzate, sempre più vicino all’inguine, e infine tuffandomi in quella passera in fiore che non desiderava altro. Piccola, rasata e molto chiusa, era tutt’altro rispetto alla figa di suor Luana, matura e imponente, che avevo ancora in mente dalla sera prima! Sentii nel frattempo che il pisello mi era diventato duro come un bastone, e chiedeva di partecipare ai giochi anche lui, così mi alzai e glielo appoggiai sotto il culo, al che lei strinse le cosce e se lo strofinava per bene, ansimando e dicendomi un po’ di porcate “Guarda come me lo cavalco!” “Lo voglio tutto per me, mm bello grosso, mm cazzo!” Io le leccavo il viso e le stringevo le chiappe “Che puttanella che sei, ti piace il mio pisello eh? Ho voglia di godere con te, dai Chiara facciamolo, che ne dici?” Lei si agitò un attimo e mi disse “Mm, sì ma non adesso, voglio aspettare ancora, voglio rimanere ancora un po’…” “vergine?” “Sì dai, lascia stare, però avrei proprio voglia di scopare, come una puttana…” Io gliela buttai lì “Ma sai che c’è anche il sesso anale? Con quello rimani vergine!” E lei “Sì, ma cosa dici, quello non si fa…” “E perchè no, io l’ho provato sai? E ti assicuro che vale la pena!” Lei rimase allibita “Che cosa? L’hai fatto? E con chi? Ti sei fatto una mettendoglielo…” “Dai, non fare la puritana, ti garantisco che le è piaciuto un sacco” “Ma era una della nostra età?” “Solo un po’ più grande, e comunque per lei non era la prima volta. Prima l’abbiamo fatto “normale”, poi mi ha chiesto – dai, adesso sono calda, mettimelo nel culo ti prego!” “ma stai scherzando? che puttana!” Io risi e intuii che ci stava pensando seriamente. Le accarezzai il viso e le dissi “Dai, adesso voglio che me lo succhi un po’!” e lei si tuffò di gusto con la bocca sopra il mio cazzo, iniziando a leccarlo e a succhiarlo. Se la cavava abbastanza bene, in più cercava di assumere delle espressioni da troia che forse aveva visto in qualche film, per farmi eccitare di più, ed infatti ad un certo punto non riuscii a trattenere uno schizzo di sperma che la centrò in pieno viso. Lei non cercò neanche di pulirsi, sorrise leccandosi le labbra e me lo segò ancora un po’, facendo uscire un altro schizzo che le innaffiò le tette e il collo. A quel punto glielo ficcai di nuovo in bocca e me lo feci succhiare tenendola con una mano per i capelli, con lei che mugolava tutta insozzata di sborra e si palpava le tette con le mani. Finchè, ancora senza venire, le tolsi il pisello di bocca e la sollevai in piedi. Lei mi guardò con un’espressione da gran vacca, si girò e si diede una pacca sul sedere mettendolo bene in mostra. Mentre io la osservavo incredulo però, iniziò a correre lasciandomi lì come un fesso. La vidi scappare lungo il sentiero e nascondersi dietro ad un albero, che bel gioco pensai! Così iniziai ad inseguirla. Ad un certo punto la vidi spuntare da dietro un pino marittimo e, con un gesto osceno, alzare la coscia strofinandola sul tronco dell’albero, come a mimare un atto sessuale. Poi scappò di nuovo ridendo, mentre io le correvo dietro. La vegetazione però era parecchio fitta e in breve la persi di vista. Improvvisamente, mentre avanzavo lungo il sentiero, sul ciglio di una duna ricoperta di arbusti, mi trovai davanti suor Luana. Veniva verso di me e indossava una veste bianca molto leggera. Mi arrestai di colpo, un po’ spaventato, e quella vedendomi, con uno sguardo serissimo mi disse: “Lo sapevo che c’eri tu dietro a questa storia, vergognoso! Cos’hai fatto a quella povera ragazza? L’ho vista correre mezza nuda, tutta insozzata di…” ora sembrava veramente infuriata, evidentemente aveva incrociato Chiara che scappava sghignazzando, con le tette fuori e ancora sporca di sborra. Cazzo, pensai, la suora ci ha sgamato. Ma mi venne ancora più duro, pensando che era suor Luana, quella vacca ipocrita a cui piaceva tanto prenderlo in culo! Cercai di scansarla “Mi lasci stare, voglio stare con Chiara, abbiamo voglia di fare sesso in pace!” A quelle parole si infuriò ancora di più e mi si gettò addosso col suo corpo tentando di bloccarmi con tutte le sue forze, mentre io cercavo di divincolarmi. Sentivo che cercava in realtà di toccarmi, avvinghiando le sue cosce possenti attorno alle mie e tastando ogni angolo del mio corpo con le sue mani, dicendomi le sue solite ipocrisie “Sei di nuovo caduto preda del demonio, non ti è bastata la lezione di ieri, ora vuoi corrompere una povera ragazza innocente, ma ti sistemo io, schifoso!” e intanto si strofinava la passera sul mio cazzo, che spingeva da sotto il costume con tutta la sua potenza, e mi palpava avidamente il sedere. Finchè cademmo a terra tutti e due e scivolammo insieme giù per la duna di sabbia in cima alla quale ci trovavamo, rotolando fra i rami e gli arbusti. Mi alzai un po’ confuso, sentivo male dappertutto, inoltre avevo il corpo tutto graffiato. Guardai verso suor Luana e la trovai mezza nuda, con la veste strappata che le lasciava completamente scoperte le gambe. Le si era impigliata su un cespuglio e ora era vestita praticamente con dei brandelli di tessuto. Aveva strappi anche sulla vita e sulle braccia, mentre sulla testa il velo le era rimasto ancora ben fasciato. Si guardò disperata “Oddio che disastro, guarda come mi sono ridotta, questa è opera del demonio!” Al vedere quella scena mi eccitai un sacco, oltretutto quella zoccola teneva le gambe aperte, facendomi vedere le mutandine bianche sulle quali mi fiondai in un baleno: in un attimo gliele sfilai e mi gettai sulla sua figa bollente, di cui avevo già nostalgia dalla sera prima. Eccola che spuntava fuori di nuovo, pelosa, bagnata e con quelle belle labbra rosse tutte da succhiare. Mentre gliela mangiavo, quella gridava eccitata “Sì, sfogati pure su di me, lascia in pace quella poveretta! sono io la tua sgualdrina!” Cazzo, pensai, mi aveva fatto perdere quell’occasione pazzesca con Chiara, le avrei dato una lezione memorabile a quella zoccola gelosa di suor Luana. Io ero infoiato da paura, le leccai le cosce, poi le afferrari quello che rimaneva della sua veste e la strappai scoprendole le tette, che balzarono fuori con i loro capezzoli turgidi. Mi sembravano ancora più grosse della sera prima, due tette da vera bagascia, gliele palpai e ciucciai per bene, poi le salii con la lingua lungo il collo e cominciai a limonarla. La volevo tutta, quella troia, e lei voleva me. Mentre limonavamo, le infilai un dito nella figa, e non disse niente “strano”, pensai “non si scandalizza?” così provai con due, al che cominciò un po’ a mugolare. Le infilai tre dita e gliela stantuffai di brutto, e finalmente sbottò urlando “Fermo, smettila, che fai? Mi stai violando, oddio sono stuprata! Che vergogna, fermati bastardo!” Ma la sua ipocrisia mi faceva eccitare ancora di più “Taci, ieri comandavi tu, oggi voglio decidere io, e ho voglia di fotterti!” Presi in mano il mio cazzone e lo sbattei dentro la figa fradicia di suor Luana, che lo risucchiò dentro di sè con voracità inaudita. Iniziai così a scoparmela di gusto, dandole dei colpi sempre più vigorosi, e continuando a leccarle le tette e la faccia. Lei fingeva di essere in preda alla disperazione, mentre in realtà stava godendo come un’ossessa, e il suo bacino accompagnava i movimenti del mio in perfetta sintonia. Volevo quasi venirle dentro, ma evitai di fare questa cazzata, anche perchè volevo divertirmi ancora un po’. Di colpo mi arrestai, la presi per i fianchi e la girai sull’altro lato, pancia a terra, al che lei finì con il viso sulla sabbia. Quella vacca sollevò la testa sputando sabbia e, mostrandomi bene il suo culo voglioso mi disse “ti prego, mettimelo lì!” Ma io glielo infilai di nuovo nella passera e continuai a trombarmela in quella posizione, mettendogli in più un dito nel culo. Lei muoveva il bacino proprio come una vera zoccola, e in breve sentii che non potevo più trattenermi, così lo tirai fuori e le iniziai a venire sulle chiappe e sulla schiena. Suor Luana, accortasi, si girò di scatto, lei che non tollerava che il seme andasse disperso! e si beccò una schizzata in piena faccia e sulle tette. Si gettò sul mio uccello, con la sborra che le colava dalle guance, per succhiarlo e pulirlo bene. Poi, sfinito, la spinsi via e cadde a terra. Era proprio in brutte condizioni, come avrebbe potuto presentarsi in colonia? Sudata e ricoperta di sabbia e sperma, con la veste a brandelli e la figa ancora aperta che pulsava in modo osceno. La guardai e le dissi sorridendo “E adesso? cosa farà, dirà che l’hanno violentata?” Lei tutavia non sembrava affatto preoccupata, e sembrava ancora godersi la soddisfazione della scopata. MI disse con la sua solita ipocrisia “Tu mi hai violentato, demonio! ora sono ricoperta di vergogna! Maledetto!” In quel momento mi venne voglia di pisciare, e la feci lì, spostandomi appena. Notai che lei mi fissava mentre pisciavo, con lo stesso sguardo voglioso, così una volta finito, mi avvicinai col pisello ancora gocciolante e mezzo duro, e glielo sbattei in faccia ridendo. Lei me lo succhiò di nuovo avidamente, leccandomi anche le palle, continuando ad insultarmi “maledetto, bastardo! hai violato il mio sesso, mi hai svergognata!”. A quel punto me ne andai lasciandola da sola, e corsi a farmi un bagno in mare.
P.S. a breve la continuazione della storia! Sono ben accetti i commenti!
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