“Virammo quindi per sostare in una caletta vicina posta a ridosso da vento e da correnti…”
“LA NOSTRA ESTATE 2017”
capitolo 2 : “ In barca !”
Il mattino successivo alla visita dei nostri amici Bullo e Birilla, avevamo già in programma l’uscita in barca, da prendere a noleggio nella marina del villaggio; uno scafo open motorizzato con un fuoribordo Mercury da 90 hp , dove necessariamente vi era l’obbligo di guida con patente nautica e visto che nel mio trascorso ho fatto lo skipper per diversi anni il problema era pressoché risolto. Ci svegliammo abbastanza presto, sfruttando le prime ore del mattino, in modo da fare una navigazione serena, visto che in quelle ore non vi è uno sbalzo termico ‘deciso’ e tale da far alzare vento da creare poi un onda un più fastidiosa sia per la sosta che la navigazione stessa e visto che Libbie non è molto ‘temeraria’ in questo senso (e lo dico per esperienza vissuta in passato) era una delle condizioni primarie da considerare. E poi, negli obblighi del ‘comandante’ uno dei punti da tenere in considerazione prima di salpare è proprio quello della conoscenza del meteo, gli altri non sto neanche a menzionarli altrimenti sembrerebbe un ripasso per sostenere l’esame per la patente nautica.
Una volta alzati, ci siamo fatti una buona e abbondante colazione al ristorante, in stile ‘doic-land’, tra bacon e uova strapazzate, yogurt, cereali, toast e frutta fresca, caffè ( o roba simile) latte e infusi vari ( e visto che era compresa nel prezzo !) dopo di che ci preparammo quindi per imbarcarci per la nostra escursione. Teli, borsa frigo con aperitivo, noccioline e patatine, un pò di frutta e acqua fresca e noi, con tanta voglia di divertirci.
Saliti a bordo e sistemati borse, borsine e borsette, la prima cosa che abbiamo fatto una volta staccati dal pontile, ci ‘svestimmo’ del solo pareo che indossavamo, ma solo perché eravamo stati nel box-office del noleggio, altrimenti tutto il resto del tempo trascorso nel villaggio, ce ne stavamo completamente nudi e credetemi che è la cosa più bella; il senso di libertà totale è assoluto ! Ed eccoci comunque tutti e quattro liberi e con le ‘fave’ e le ‘tope’ al vento, che fortunatamente al momento era ancora sotto forma di brezza marina. Ci dirigemmo lentamente, a velocità di crociera, sul lato sud all’uscita del molo, arrivando presto nelle vicinanze di Punta Croce, un posto dove si vive lo scambismo in piena libertà e senza limiti. Per gli amanti del genere è l’equivalente di quanto possa essere Cap D’age sulla costa francese e curiosi di poter vedere qualche piccolo show cercammo di trovare un punto si sosta comodo ma in quel punto, il mare incrociava con correnti contrapposte e sostare li senza dovere ballare un po’ era praticamente impossibile e quindi la nostra curiosità di fare i ‘guardoni dal mare’ si era spenta sul nascere. Virammo quindi per sostare in una caletta vicina posta a ridosso da vento e da correnti.
A quel punto, Birilla forse ancora carica ed eccitata dalla sera prima o da quell’aria porcella che si respirava dalla vicina Punta Croce cominciò a manifestare i suoi primi sintomi vogliosi. Il tempo di fare un bagnetto e di dare un occhiata a quei fondali ricchi di flora e di fauna (dove ci scappò anche una leccatina veloce alla sua topa, dove l’unico ‘pelo’ era quello dell’acqua) il tempo di risalire in barca, di asciugarci, di stenderci al sole sui nostri teli mare, che si avvicinò a me e Bullo, li spaparanzati a prua con le palle al vento, e cominciò con le sue morbide mani a sollecitarci le nostre fave, che ovviamente reagirono quasi immediatamente a quelle ‘manine da fata’!
Troppe però erano le barche che stazionavano nelle nostre vicinanze, e alcune con a bordo persone completamente in costume e altre con bambini e dopo qualche timido approccio in un suo accenno di pompa, ora al mio uccello, ora a quello di Bullo, capimmo che forse era meglio se avessimo trovato un posto un po’ più tranquillo ed isolato per lasciarci andare a quello che tutti aspettavamo di fare, e quindi, recuperata l’ancora, salpiamo per ripartire al volo. Solo qualche miglio di navigazione e Birilla ( sempre lei, apripista per eccellenza con la sua attitudine al comando e alla dominanza!) volle proseguire quel discorso iniziato con i nostri uccelli, ‘tuffandosi’ invece tra le cosce di Libbie, che in quel momento se ne stava seduta a gambe larghe, permettendo al venticello di scorazzare tra le sue grandi labbra. E li, davanti alla consolle di comando della barca, dove io svolgevo le mie mansioni di comandante e conduttore, cominciarono il loro nuovo show. Bullo se ne stava comodamente seduto a prua e già cominciava a trastullarsi la fava con la sua mano destra, rimasta un po’ barzotta dalla manipolazione di prima ad opera di Birilla, mentre con la sinistra si teneva ancorato sulla testa il cappellino che aveva a protezione della sua testolina rasata di fresco. “Ma quanto mi piace la tua topa Libbie, ha un sapore che non ha uguali e poi si lascia leccare che è un piacere!” furono le parole di Birilla che riuscimmo a sentire mentre cominciavano ad affiorare i primi mugugni di piacere di Libbie. “ Che spettacolo ragazze ! Vedervi lesbicare è il valore aggiunto a questa ‘cartolina’ immaginaria: qui, in mezzo al mare, solo noi e la nostra voglia di divertirci” e mentre dicevo queste parole mi avvicinai a loro due, con il mio uccello ( o la mia fava, come preferite!) tornato duro e vibrante, mentre con la mano destra continuavo a governare la barca che solcava quelle acque chiare e cristalline, lasciando dietro di noi, sulla sua superficie, una bianca scia. Bullo, anche lui, non si fece pregare nell’avvicinarsi a loro due che non smettevano minimamente di compiacersi l’una con l’altra, e anche la sua di fava cominciava a riprendere una certa sostanza.
Come una piovra, prese entrambi i nostri uccelli tra le mani, continuando però a leccare e a gustarsi la topa di Libbie che ormai era totalmente bagnata come lo scafo che solcava le acque di quel mare. ‘Dai caro, mettigli la tua fava in bocca a Libbie, mentre io continuo a leccargli la topa’ disse Birilla rivolgendosi a Bullo, una volta che si rese conto che la sua fava tra le sue mani era tosta al punto giusto. ‘E tu capitano, continua a tenere la rotta a dritta, proprio come la tua fava !’ e sorridendo continuò nel suo fare sapiente di ‘abile linguista’. Con sorriso compiacente alla sua battuta, ma soprattutto estasiato nel vedere Libbie completamente alla mercè di quei due (Bullo e Birilla) che sembravano due ‘pirati del mare’ all’assalto del Galeone con forziere pieno di dobloni, li lasciai fare, per un breve tratto di mare, giusto il tempo necessario e sufficiente a farmi rizzare ancor di più l’uccello, che Birilla aveva lasciato libero per dedicarsi completamente a dare le giuste attenzioni a Libbie.
Ad un certo punto però, rallentai di gran lunga la già lenta velocità di crociera, mettendomi quasi a passo di ‘traina’ (per chi non lo sapesse, vuol dire procedere con motore al minimo, veramente piano, altrimenti il pesce non abbocca!) e feci alzare Libbie dalla panca davanti a me sulla quale si era seduta e dalla quale ancora non si era mossa dalla nostra ripartenza, staccando cosi di forza la lingua di Birilla, che ancora roteava sul grilletto di Libbie e obbligandola, a Birilla, a posizionarsi a prua ed essere spettatrice di me che con l’uccello ormai in totale erezione, prendevo Libbie da dietro (tenendo sempre con la mano destra il comando della navigazione dello scafo, seppur lento, e la visione dell’orizzonte, preoccupandomi che fosse totalmente sgombro da altre imbarcazioni o pericoli vari) e di Bullo che continuava a stantuffare la sua fava nella bocca di Libbie. Ovviamente lei non se ne stava per niente con le mani in mano e cominciò a masturbarsi con veemenza, infilandosi le dita nella topa con vigore. Non potete capire che carica avevo nello scopare da dietro Libbie, che succhiava di gusto la fava di Bullo e davanti a me Birilla a gambe aperte con le sue dita che entravano e uscivano dalla sua topa: una goduta pazzesca!
E nel frattempo, con la nostra navigazione lenta lenta, ci siamo ritrovati con lo scafo quasi all’ingresso del canale di Lemme, dopo che io avevo goduto dentro di Libbie e Birilla si era procurata il suo piacere da sola, ma soprattutto eccitata nel vedere noi tre che scopavamo. A quel punto mancavano all’appuntamento con l’orgasmo, solo Bullo e Libbie, e una volta localizzato un bel posticino tranquillo in quell’insenatura naturale, si misero finalmente a scopare tra loro sotto i nostri occhi. Bullo da dietro cominciò a pompare Libbie, che apprezzava ogni singolo colpo che le dava con la giusta potenza. E fu proprio lei la prima a godere dei due, che finalmente potè lasciarsi andare ai suoi versi di piacere.
Il tempo passava e si avvicinava sempre di più l’orario nel quale la brezza iniziale del mattino cominciava a trasformarsi in un venticello con tendenza a rinforzare e qualche ‘ricciolo’ si cominciava a formare all’orizzonte. Il ‘ricciolo’ è la parte schiumeggiante dell’onda che si forma a causa del vento e che inevitabilmente tende ad ingrossare e vista l’esperienza di qualche tempo fa vissuta con Libbie, decidemmo di comune accordo di rientrare al porticciolo per riconsegnare la barca, visto che da li a qualche ora ormai sarebbero sempre più peggiorate le condizioni del mare.
Anche se un pò in anticipo sul programma, la nostra giornata in barca si era comunque svolta nel migliore dei modi, tra risate sesso e tanta voglia di divertirsi, voglia che continuò ad esserci nel proseguo dei giorni e che ovviamente vi racconterò in un altro racconto.
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